PER IL BENE DI SCANNO

È arrivato in redazione per posta ordinaria il seguente comunicato dal titolo “Per il Bene di Scanno”, a firma: “La Maggioranza Silenziosa”.
Come abbiamo fatto per altri interventi “anonimi“ diamo spazio anche alla “Maggioranza Silenziosa”, che affronta problemi di attualità, col dovuto rispetto dell’altrui dignità.

Una novantenne di Scanno con riferimento a certi episodi accaduti di recente ha riesumato il detto "è nu fatue". L'enciclopedia Treccani alla parola "FATUO" riporta "poco serio e superficiale" e "frivolo, leggero, sciocco, vacuo, vanesio, e vane.
Alcune di queste definizioni sono state usate da molti cittadini e turisti, soprattutto nei caotici mesi estivi, nei riguardi di chi partecipa con ruoli diversi alla gestione complessiva del nostro Paese.
Le metodologie progettuali ed il sistema gestionale utilizzati finora non sono risultati validi strumenti per risolvere le problematiche complesse associate alle nostre esigenze. È mancata una visione complessiva, strategica ed una programmazione di breve e lungo periodo per realizzare quelle infrastrutture necessarie per una qualità della vita ottimale ed in linea con i paesi più avanzati. Si è operato solo con interventi casuali e limitati, con obiettivi differenti e contrastanti tra le diverse categorie che compongono il tessuto sociale e produttivo. Sono mancati gli investimenti strutturali per creare nuova ricchezza, è stata realizzata solo la manutenzione ordinaria su strutture esistenti, sia esse pubbliche che private, peraltro obsolete.
Vivere a Scanno durante il periodo estivo e come vivere in "pieno delirio". Il caos è sovrano. Da una parte si "ordina", da ordinanza, a chi vive nel centro storico, con la scusa della salvaguardia dell'ambiente, di uscire solo a piedi, dall'altra si assiste allo scempio di Jovana con centinaia di fuoristrada che distruggono tutto al loro passaggio frenetico o al traffico caotico intorno al Lago, alla De Contra e al Viale degli Alpni dove centinaia e centinaia di macchine giornalmente rilasciano il loro carico di gas inquinanti. La parola più abusata da chi dovrebbe far rispettare le regole è "tolleranza".
Parola che molti associano a "casa", famoso luogo di cura posto al nr. civico 118 a Sulmona. Il territorio, sia il centro storico che i restanti Km2, è al degrado e all'abbandono totale.
L'ultimo lavoro sulle rive del lago è stato definito "da fucilazione" ed il guardrail "una bruttura unica". Inoltre, molti non capiscono che senso ha mettere il guardrail, sicurezza stradale, dietro gli alberi ed al centro di quello che potrebbe e dovrebbe diventare una passeggiata.
Per non parlare del dissesto ancora oscuro e fumoso ai più, dell'asilo terreno per la nuova caccia al tesoro, degli impianti di risalita un calvario che dura da 70 anni, dei campi da tennis simili a campi di patate, del piano traffico con segnaletica che chi la capisce è bravo, della raccolta dei rifiuti che si salva un pò solo per la solerzia degli operatori Cogesa, della separazione delle acque bianche e nere che dovrebbe separare ma non separa, della gestione dei Prati del Lago i cui rifiuti sono a totale carico dei cittadini, del costume che viene mortificato e ridicolizzato in tutte le sue esternazioni, della politica dei prezzi che è conseguenza del ridottissimo periodo turistico, della piccola svizzera ridotta a letamaio, del lago quasi defunto, del sentiero del cuore da dove tra poco si vedrà solo un ventricolo, delle punture che valgono più delle lauree etcc. etcc. perché l'elenco sarebbe lungo.
Il confronto tra il rapporto qualità/prezzo con altre realtà turistiche è disarmante, si lamentano in molti. La qualità del turista rispecchia esattamente la qualità dei servizi che offriamo. Offriamo poco e male ed i turisti si adeguano. Sporcano, schiamazzano, mangiano e dormono dove capita, lasciano i loro rifiuti liquidi e solidi nei posti più impensati, purtroppo anche quelli dei loro amici. La ciambella è diventata un orinatoio. Il fiume Tasso è in secca ma la ciambella è sempre in piena. Bisogna fare attenzione a dove mettere i piedi per non tornare a casa con le scarpe inquinate. Alla faccia del rispetto dell'ambiente e dei cittadini scannesi.
Siamo tutti complici di questa situazione che a giudizio di molti è di non ritorno. Dobbiamo fare tutti mea culpa e cercare di ripristinare almeno in parte a tutti i livelli i comportamenti virtuosi che hanno permesso a Scanno lo sviluppo turistico di qualità degli anni 60/70. Tutte le località turistiche sentono la necessità di questo cambiamento di rotta. Basta con il turismo mordi e fuggi che crea solo caos, sporcizia, confusione, maleducazione, inquinamento ambientale e un quadro economico/finanziario complessivo negativo. Chi incassa e chi paga soltanto. E' una favola che chi ha casa la vede rivalutata. Sono state rivalutate solo le tasse e gli stipendi di pochi.
Occorre definire un modo di operare sistemico e condiviso, predisporre uno studio integrato che abbia come obiettivo "Scanno del futuro", che comprenda tutto il territorio, che analizzi tutte le potenzialità, i punti di forza, di debolezza eprincipalmente la logistica che è il nostro tallone di Achille.
Questo non può essere fatto dal singolo o con adunate elettorali in piazza. Va individuata con le procedure previste dalla legge una società a livello nazionale/comunitario che abbia tutte le competenze integrate necessarie per individuare in modo univoco il sistema progettuale a cui far riferimento per la realizzazione di tutti gli interventi connessi con un turismo sostenibile, che salvaguardi il territorio, le nostre tradizioni e soprattutto i cittadini che ancora hanno la voglia  di rimanere a Scanno tutto il periodo dell'anno. È facile venire a Scanno una settimana e pontificare. Scanno va vissuto a trecentosessa gradi e non solo quando fa comodo. Va vissuto soprattutto quando "recalane i tiempi", quando "rabboita", quando la neve si attacca ai muri, quando l'acqua gela, quando le grondaie sembrano salici piangenti, quando i geloni fanno un male cane, quando la ciambella è come il deserto dei tartari, quando negli esercizi commerciali non entra anima viva, quando la frase più ricorrente è "e mo ve magge", quando nel silenzio più assoluto suona la campanella e cala un velo di tristezza nei nostri cuori per la perdita di un'altra persona a noi cara . Non è nera solo la notte.
Scanno merita più rispetto da parte di tutti.
Scriviamo solo per il suo bene, LA MAGGIORANZA SILENZIOSA 2024