Lunedì 19 Settembre 2022 - San Gennaro, Vescovo e martire
 
 
   posta
Da Stefano Caranfa,

Ciao, Roberto. Ho letto la piacevole conversazione sulla Fondazione dell'INPS e sulle trasformazioni che l'Istituto ha subito nel corso del tempo. Come semplice contributo alla discussione, vorrei precisare quanto segue. L’INPS nasce nel 1898 con il nome di Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai.
Nel 1933 la Cassa diviene Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale, Ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica e autonomia di gestione e nel 1944 assume l’attuale denominazione di Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. L'Istituto è oggi il principale gestore del sistema pensionistico obbligatorio pubblico.
Questa precisazione, riportata peraltro testualmente nel sito www.inps.it, evidenzia quindi che non si può datare la nascita dell'INPS, come cassa previdenziale, al periodo del ventennio fascista.
Tuttavia in tale periodo esso subisce una profonda trasformazione, cioè oltre ad acquisire l'aggettivo "fascista", l'istituto diviene Ente pubblico dotato di personalità giuridica.
In conclusione, come già detto, L'INPS non nasce nel periodo Fascista, ma in tale periodo esso prende forma di ente pubblico, forma che ha mantenuto, ampliandola sempre più, fino ai giorni nostri.
Stefano Caranfa, Responsabile Rapporti Istituzionali e Relazioni con il pubblico della  Direzione regionale INPS ABRUZZO
DA DOMENICO RINALDI
In risposta a Idamo

Gentile signore,  in riferimento al suo scritto, la devo ringraziare, vedo con interesse che legge i miei articoli, quando mi incontra, ho piacere se mi ferma e ci andiamo a prendere un caffè. Mi scuso con lei,
menomale che sono nato nel 900 (altrimenti oggi…) e non potevo sapere che nell’ottocento già esisteva Inps, secondo non sono un scrittore (magari) io non invento, nei miei articoli scrivo sempre nome e cognome de chi ha fatto danni all’Italia. Potrei raccontare di più anche con prove, ma in Italia non si può “non siamo in Democrazia”.
Cordiali saluti,  Domenico.
Da Roberto Di Biagio

Da appassionato di reperti storici di guerra (ma non esperto), giorni fa, recandomi al cimitero di Scanno, non ho potuto far meno di soffermarmi ad osservare il monumento, o forse più giusto chiamarlo cippo funerario in onore ai caduti della guerra: e quello che ha attirato la mia attenzione è stato l'elmetto posto lì a ricordo dei militari meno fortunati che non sono tornati a casa.
Ho scattato una foto che ho postato su un gruppo Facebook cui faccio parte. Da lì una serie di commenti che hanno messo in evidenza il fatto che l'elmetto pare sia stato in uso alle truppe francesi della Grande Guerra, e non italiano. Ora, lungi da me l'idea di dar vita a polemiche, ma sarei curioso di capire quando è stato posto lì da chi e come è stato recuperato  solo per far chiarezza storica avrei piacere di chiarire questi argomenti. Grazie e buon lavoro (di ricerca).
Roberto Di Biagio

Nel 1961 l’Associazione “Combattenti e Reduci di Guerra” di Scanno decise di commemorare i soldati morti nella Prima Guerra Mondiale, ponendo nel cimitero un semplice piedistallo marmoreo, di forma prismatica quadrangolare, fatto venire da Caserta. Sopra non vi fu posto nulla, forse per rappresentare la vita spezzata dalla morte o per altro che non mi è dato di conoscere. Solo alcuni anni dopo il custode del cimitero vi pose l’Angelo, che stava sulla tomba di una bambina, le cui ossa, scaduti i termini, vennero portate nell’ossario.
Nel 2018 l’Associazione Nazionale Carabinieri, Sezione di Scanno, ne curò il restauro. Venne sostituito l’Angelo con una croce di ferro, per riportare il cippo funerario allo stato del 1961 e sul prospetto anteriore si fissò un elmetto della Prima Guerra
Mondiale, donato da Francesco Del Fattore, in dotazione ai soldati italiani della Grande Guerra. r.g.
 
   scanno
In vendita l’ex-Chiesa
della Madonna delle Grazie
Sfuma il progetto
di adibirla a Museo

E’ in vendita l’ex chiesa della Madonna delle Grazie, che per anni, dopo la sconsacrazione è stata adibita a mulino.
Ricordiamo ai nostri lettori che Il Consiglio Comunale, con la deliberazione n. 11 del 24 aprile 2018, avviò la procedura per l’acquisizione e recupero della ex-Chiesa da destinare a sala museale a completamento del S.M.S (Sistema Museale Scanno), al prezzo/corrispettivo da concordare con gli attuali proprietari, ma comunque non superiore ad euro 90.000,00 (novantamila), con atto giuridico da definire nella forma, con delega alla Giunta Comunale per curare tutta la fase gestionale di acquisizione dell’immobile a proprietà comunale. La Regione Abruzzo – Dipartimento Opere Pubbliche, Governo del Territorio e Politiche ambientali comunicò al Comune di aver finanziato il Progetto presentato nell’anno 2016 dall’Amministrazione Spacone per l’importo complessivo di euro 140.172,32 (annualità 2017), di cui soltanto euro 172,32 a carico del bilancio comunale. L’Amministrazione comunale aveva già avviato trattative per la compravendita.
L’edificio è di notevole interesse storico architettonico e data la sua collocazione strategica in un punto nodale del Centro storico, in prossimità del suggestivo Arco della Nocella e della Porta della Croce, avrebbe, secondo l’ex Sindaco Spacone, ulteriormente arricchito quello straordinario contesto ambientale.
E’ una costruzione risalente al 1544 (come da iscrizione lapidea sul portale) adibita in origine a luogo di culto. Ha un’unica sala di circa 75 mq con un soppalco (la ex cantoria) di 10 mq alta 6,5 metri che conserva integri i caratteri peculiari della sistemazione barocca del manufatto. Agli inizi del XX secolo l’edificio fu chiuso al culto e la confraternita si trasferì nell’attuale Chiesa di S. Maria delle Grazie, parte del complesso dei Padri Scolopi sito a poche decine di metri.
Con l’attuale dissesto finanziario, non sappiamo se il Comune ha la possibiità di acquistarla. In caso contrario sfumerebbe il progetto da destinarla a sala museale o per altri scopi culturali o sociali.
 
   scanno
Ancora un incidente
sul sentiero del cuore

Nelle prime ore del pomeriggio il rumore di un elicottero giallo, (il colore del 118) ha allertato i cittadini di Scanno. Il velivolo si è diretto verso la collina dell’Eremo di Sant’Egidio. Qui due turisti, hanno avuto un incidente sul sentiero del cuore, che sta salendo alla ribalta della cronaca, non più per la sua bellezza, ma per gli incidenti che sta procurando a chi lo percorre. Per fortuna nulla di grave.
 
   introdacqua
I CONSIGLIERI COMUNALI
DI INTRODACQUA
ESPOSITO E SUSI
RIBADISCONO L’ILLEGITTIMITA’
DEGLI ACCERTAMENTI TARI

I Consiglieri comunali Salvatore Esposito e Livio Susi tornano con fermezza sulla “problematica” riguardante le modalità di accertamento della TARI.
In una nota dei Consiglieri: “Siamo costretti ad utilizzare gli organi di stampa, strumento per comunicare ed informare i cittadini delle “ingiustizie” legate alle richieste di pagamento TARI, a nostro parere, palesemente prescritte! Per questo abbiamo sollevato la problematica, ma in risposta il Sindaco a mezzo stampa, confermava la regolarità degli accertamenti! Chi avrà ragione? Purtroppo per chi si è visto recapitare “il tardivo” accertamento per le annualità 2014-2015-2016, il termine per proporre “annullamento” al Comune e ricorso in Commissione Tributaria, è di 60 giorni dalla data della notifica.
Nel cercare di spiegare l’accaduto con estrema semplicità, ribadiamo che “probabilmente”, in Comune “si fa confusione” con l’istituto “dell’avviso di accertamento” ed il “sollecito di pagamento”:
Il “semplice” sollecito di pagamento comunicato nel 2019 a diversi cittadini, se pur a mezzo raccomandata, non sospende i termini di prescrizione che, come tutti sanno, si estingue dopo 5 anni a partire dal 31 dicembre dell’anno d’imposizione del tributo.
Al contrario, come sostenuto dal Comune e comunicato a vari contribuenti recatisi negli Uffici per chiedere informazioni, il semplice sollecito di pagamento del 2019 “sospenderebbe” tale termine e di conseguenza gli “avvisi di accertamento” giunti nel luglio/agosto 2022, sarebbero stati notificati nei giusti termini! Tesi a dir poco discutibile e non in linea con una corretta interpretazione delle disposizioni normative in materia! Per questi motivi, “l’autotutela” è uno strumento che deve (dovrebbe!) adottare in questo caso il Comune che, reso edotto della palese illegittimità, d’iniziativa dovrebbe annullare tutti gli accertamenti notificati tardivamente, di conseguenza illegittimi!
Purtroppo, come sembra, il Sindaco non ha alcuna intenzione di procedere agli annullamenti delle “cartelle” e, di conseguenza saranno costretti a farlo i contribuenti con formale “richiesta di annullamento in autotutela”, presentando una istanza al Comune entro 60 giorni dalla data della notifica. L’istanza di autotutela è una “istanza necessaria” per far valere i propri diritti a fronte di “pretese tributarie” non più legittime.  
Infatti, per il giusto principio di evitare ai cittadini possibili ricorsi al Giudice Tributario che, in assenza di risposte dal Comune, devono presentare sempre entro i 60 giorni dalla notifica in quanto, l’istanza in autotutela, non comporta la sospensione dei termini per ricorrere alla Commissione Tributaria. Per questo ribadiamo che, l’autotutela è appunto un istituto deflattivo del contenzioso tributario, previsto dall’art. 2-quater del D.L. n. 564/94 e dal D.M. 11 febbraio 1997 n. 37.
Tale istituto prevede, come già detto, che il Comune può annullare, modificare o sostituire un proprio atto che a seguito di riesame ritiene infondato o illegittimo.
Quindi, attraverso l’autotutela il Comune evita di ledere, oltre che il contribuente con una richiesta di pagamento “viziata” da palese irregolarità, anche chi sarà chiamato a giudicare, appunto un provvedimento con “evidenti profili di illegittimità”.
Ripetiamo, per non destare interpretazioni distorte o di parte, gli Enti locali garantiscono i servizi ai cittadini ed è giusto e doveroso pagare i relativi tributi. Da un altro punto di vista, però, far valere una prescrizione, se esiste, è legittimo e nei diritti del contribuente.
Continuano i Consiglieri: “Siamo stufi di sentire le “solite parole di circostanza” proferite da questa Maggioranza. Se le entrate di questi accertamenti, già conteggiate in bilancio, dovessero essere “annullate” per i palesi profili di illegittimità, ovviamente, ci saranno “ulteriori ripercussioni negative” nel bilancio Comunale. Che non si dica poi che “nessuno poteva immaginare” un qualcosa di facile previsione!
Aggiungono i componenti del Gruppo di Minoranza: “Come ribadito più volte, già in passato tutte le constatazioni avanzate dalla passata Minoranza si sono poi dimostrate, purtroppo, “giuste e corrette” facendo emergere un “buco in bilancio” di oltre 600 mila euro!
Puntualizzano Esposito e Susi: “Queste informazioni ai cittadini non sono, come qualcuno vorrebbe far sembrare, “attacchi al Sindaco”, strumentalizzando la cosa per altre finalità, ma soltanto il “doveroso esercizio” dell’azione di controllo amministrativo.
Si contesta la scelta di richiedere ai cittadini tributi presumibilmente prescritti, soprattutto in questo difficile momento. Sbagliato aver notificato gli accertamenti ed ancora più sbagliato non annullarli, come dire, ”…sbagliare è umano, perseverare…”
Concludono i Consiglieri: “L’azione di noi consiglieri di minoranza è, e sarà sempre finalizzata esclusivamente all’informazione ed alla tutela di tutti i cittadini. Purtroppo, ricordiamo che restano pochi giorni per non far decorrere i termini e per far valere i propri diritti”.
I CONSIGLIERI COMUNALI
Salvatore Esposito, Livio Susi