Giovedì 30 Gennaio 2020 -  Santa Martina, Martire

Il tempo... ieri - IERI UNO DEI TRE GIORNI DELLA MERLA. Secondo la tradizioni i giorni della merla dovrebbero essere i più freddi dell’anno. Non è stato così. Temperature di tardo autunno: mass. 8,7°; min. 1,6°C; attuale 1,8° (ore 23,30).
 
   libri
Margarete Buber-Neumann
Prigioniera
di Stalin e Hitler

Le donne che resistettero
allo sterminio

Mario Setta

Ha ragione Liliana Segre nell’affermare che il 27 gennaio 1945 non fu l’inizio della pace e della libertà, perché la vita dei sopravvissuti nei campi di sterminio continuò per mesi in un cammino faticoso ed estenuante. D’altronde solo il campo di Auschwitz fu aperto e liberato dai russi, mentre negli altri lager la vita e le repressioni continuavano normalmente.
Margarete Buber-Neumann, nella sua autobiografia “Prigioniera di Stalin e Hitler” sostiene che solo il 21 aprile 1945 ottiene un certificato personale che ne “attestava il rilascio e l’obbligo di presentarsi tre giorni dopo al più vicino distretto di zona della Gestapo… Da questo momento per noi siete delle fuggiasche”.
Bisognerà attendere solo  nove  giorni per conoscere la fine di Hitler e del nazismo.
Margarete Buber-Neumann era nata nel 1901 da una benestante famiglia tedesca. Aveva sposato Rafael Buber, figlio del famoso filosofo ebreo tedesco Martin, ma si era separata e il marito trasferitosi in Palestina. Impegnata in politica, divenne compagna di Heinz Neumann, uno dei capi del partito comunista tedesco. Si trasferirono a Mosca,  

 
 
   video sanremo
   premio
l’impegno profuso e i risultati conseguiti a beneficio della collettività, nell’ottica di ridurre la distanza tra i cittadini europei e le istituzioni comunitarie. Al centro di questa edizione della manifestazione saranno in particolare i temi del sociale e della coesione sociale.
Laureato in Scienze Politiche all’Università di Roma “La Sapienza”, Paolo Esposito ha conseguito un master in Gestione delle risorse umane e relazioni industriali comparate presso la Bologna Sinnea International. Negli ultimi venti anni ha ricoperto il ruolo di direttore del personale in importanti compagnie nazionali e multinazionali del settore manifatturiero e dei servizi, quali Denso Manufacturing Italia (Toyota Group), Air One, Sanofi, Il Messaggero, Dompé. Nel 2012 è stato nominato dal Governo Italiano alla guida dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere (USRC), incarico da lui ricoperto per i successivi sei anni. Dal novembre 2019 è il direttore generale del Gran Sasso Science Institute.
A Paolo Esposito il Premio
“Comunicare l’Europa” 2020

Il dottor Paolo Esposito, direttore generale del Gran Sasso Science Institute, è stato insignito del Premio “Comunicare l’Europa” 2020, giunto alla sua 12a edizione. La cerimonia di premiazione si terrà il 6 febbraio a Roma presso Palazzo Ferrajoli, in Piazza Colonna, con inizio alle 15:30.
Il Premio “Comunicare l’Europa” nasce nel 2009 e ogni anno viene assegnato a personalità che operano in diversi settori – dalle istituzioni allo spettacolo, dall’arte alla scienza – e che si siano contraddistinte per
Per la prima volta nella storia del Festival di Sanremo un cantante in gara realizza un documentario sulla città di Sanremo: Marco Sentieri, che porta sul palco dell'Ariston la tematica del bullismo con la canzone "Billy Blu", ci guida per le vie della città ligure con "Sentieri a Sanremo"
Sanremo - "Questa città per me è sempre stata il simbolo della musica e quest'anno, che ho l'onore di esserci ospitato, mi sembrava doveroso renderle omaggio: l'ho fatto con alcuni contributi video girati da me, attraverso i vicoli sanremesi, andando alla scoperta di alcune curiosità sia attuali sia storiche della meravigliosa Città dei Fiori" spiega Marco.
Dalla Chiesa Russa ortodossa, alla Pigna della "Città Vecchia", a Corso Matteotti, al Casinò, Marco Sentieri realizza un excursus storico, raccontando anche come Sanremo, oltre al Festival, sia sede della corsa ciclistica Milano-Sanremo, del Rally, del Premio Tenco, del Carnevale, oltre che località turistica marina, fino alla sua pregiata coltivazione di fiori. Il documentario è stato ideato e scritto da Igor Nogarotto, per il montaggio di Tommaso Trombetta.
Marco Sentieri è in gara al 70° Festival della Canzone Italiana con il brano "Billy Blu", canzone che tratta la tematica del bullismo, scritta dal compianto Giampiero Artegiani (scomparso nel febbraio 2019), autore di grandi successi, su tutti "Perdere l'amore", con cui Massimo Ranieri (campano come Marco Sentieri) vinse Sanremo 1988.
 
   teatro
IL DOTTORE E LO SPECIALISTA…
METAFORA DI UN DISASTRO

"Replica straordinaria oggi 30 Gennaio alle ore 21.OO al Teatro Studio “La Casa del Teatro” per “Il dottore e lo specialista... metafora di un disastro”, monologo scritto e interpretato da Marco Valeri. Visto il sold out di prenotazioni e lo straordinario successo, l’Associazione Culturale I Guastafeste comunica la nuova data del tutto eccezionale prevedendo inoltre uno sconto per coloro che hanno abbonamenti ad altre stagioni teatrali. Vi invitiamo a partecipare numerosi prima che lo spettacolo a Febbraio approdi a Roma!
“Il Dottore e Lo Specialista…Metafora di un Disastro”, è un monologo di e con Marco Valeri,  in cui la scrittura teatrale, seppur ricca di caratteristiche legate al teatro civile, si struttura nell’incedere di un racconto metaforico. Attraverso la rappresentazione delle vicende mediche di un uomo lo spettacolo parla del prendersi cura in modo intelligente e preventivo degli uomini come delle città e della superficialità con la quale chi non corre rischi potrebbe rapportarsi con chi vive difficoltà o drammi improvvisi. Nel testo c’è un forte legame fra i disastri e
l’incuria, l’indifferenza o gli interessi di terzi e quello che emerge è il ritrovarsi soli  nella vastità di eventi collettivi. La narrazione attraversa tematiche  specifiche e puntuali che  hanno a che fare con l’agire umano e con eventi drammatici che hanno caratterizzato non solo la città de L'Aquila ma anche altre zone del nostro “Bel Paese”.
 
   collettivo “crepa”
Il Collettivo "Crepa", eterogeneo gruppo di artisti uniti
dalla condivisione di ideologie e obiettivi comuni

Nasce a Pescara il Collettivo "Crepa", eterogeneo gruppo di artisti uniti dalla condivisione di ideologie e obiettivi comuni. I fondatori del cenacolo artistico sono Davide Cocozza, Mauro di Berardino, Armando Di Nunzio e Tila Lara. "Il nome "Crepa"  - spiega il docente e artista Davide Cocozza - deriva sia dalla pratica del "Kintsugi" che attraverso l'arricchimento con del materiale prezioso delle crepe in un oggetto danneggiato, gli dona un nuovo valore o una nuovo forma, sia da "crepa" intesa anche come rottura, dei vecchi sistemi e dal tessuto impermeabile, una rottura che fa nascere la vita.
"Eravamo quattro amici al bar come nella famosa canzone di Gino Paoli" dice il pittore e altro membro fondatore del Collettivo "Crepa" Mauro Di Berardino per descrivere la nascita del collettivo avvenuta davanti ad un buon bicchiere di vino. "Il gruppo - ci tiene a rimarcare Di Bernardino - mira alla creazione e diffusione di eventi di aggregazione al fine di diffondere l’importanza dell’arte e del suo linguaggio come salvezza dell’anima". "Il  nostro è un collettivo eterogeneo in cui ognuno porta avanti il proprio discorso personale che non interferisce con il gruppo, ma al contrario lo arricchisce grazie all’influsso di differenti stili e combinazioni già collaudatate in alcune collettive come quella di "SaveBiennale" nel 2018 e "PoPcon"nel 2019 che ci hanno visti collaborare insieme a 40 artisti nazionali ed internazionali tra cui ricordiamo il maestro Franco Summa ed il gallerista Cesare Manzo" puntualizza Armando Di Nunzio.
 
   storia in cronaca
I paesi della Valle del Sagittario in cronaca sul quotidiano "Il Centro d'Abruzzo"
dal 26 agosto 1986 al 10 Luglio 1987 con gli articoli di Roberto Grossi
La popolazione in assemblea boccia il progetto di variante dell’Anas
Anversa contro la galleria
Eliminare i pullman senza isolare il paese

ANVERSA degli Abruzzi - Sì alla variante, no al progetto dell'Anas. Questo in sintesi quanto è emerso dall'assemblea popolare, convocata dal sindaco Giuseppe Calanca, che ha avuto luogo sabato scorso ad Anversa, nella sala consiliare del municipio, per discutere il progetto esecutivo dell'Anas della variante alla strada statale 479 (Sulmona-Scanno), che dovrebbe eliminare l'attraversamento dell'abitato del paese. Il progetta inviato al Comune di Anversa per essere inserito, in caso di assenso, nel suo Piano regolatore, prevede la costruzione di due gallerie, collegate fra loro da un viadotto. La prima, per chi viene da Cocullo, dovrebbe essere costruita in prossimità del cimitero di Anversa, e, entrando nelle viscere della montagna, sbucare nella località «Acqua dei Colli», dove un viadotto la collegherebbe alla seconda galleria D'Elpidio di Castrovalva. La spesa prevista è di 20 miliardi. Per chi viene da Sulmona, invece, per accedere alla variante bisognerà entrare ad Anversa e poi prendere la strada per Cocullo.
Secondo il Sindaco Calanca la vibrante così progettata è solo una strada a scorrimento veloce che collega Scanno all'autostrada, inquanto oltre ad Anversa esclude anche l'ultimo tratto delle Gole del Sagittario. Dall'assemblea è. stato ribadito l'assenso, già espresso in altre occasioni, alla realizzazione di una variante, perché Anversa. possa riappropriarsi della sua tranquillità, della possibilità di vivere la sua piazza e le vie adiacenti, ma che non sia troppo penalizzante per la sua economia e per il suo sviluppo futuro. Una variante così progettata - è stato detto - escluderebbe il paese definitivamente dal grosso flusso di traffico che dall'autostrada si dirige a Scanno, con un grave danno di tutti gli esercizi commerciali esistenti. E' stato aggiunto che per Anversa non deve ripetersi il destino di tanti piccoli centri abruzzesi tagliati fuori dalle varianti: salvaguardare gli interessi che stanno a monte, senza danneggiare quelli che si trovano a valle.
La soluzione prospettata dall'assemblea è la costruzione di una sola galleria, che partendo sempre all'altezza del cimitero di Anversa,        
vada a sbucare nei pressi della villetta comunale, situata appena fuori dell'abitato. Si è sostenuto che, in questo modo, Anversa, oltre a risolvere i suoi problemi di traffico, non rimarrebbe del tutto esclusa da un possibile sviluppo turistico. Per l'ingegnere del Comunale non esistono impedimenti tecnici alla costruzione del traforo e così si salvaguarderebbero anche le sorgenti dell'«Acqua dei Colli» che potrebbero essere disperse dalla costruzione del viadotto. Si spera che dopo. 30 anni di parole non ne trascorrano altrettanti per trovare un accordo sul progetto. La variante è necessaria ad Anversa come ai paesi dell'alta valle del Sagittario, perché, obiettivamente, durante il periodo estivo si creano quotidianamente ingorghi paurosi nell'attraversamento del paese, in quanto la strada è stretta e presenta strozzature che hanno allontanato igrossi autopullman moderni. Roberto Grossi

Articolo del 17 Marzo 1987
 
   reportage da praga
PRAGA: Ponte Carlo

Oggi, 17 gennaio 2020, andrò alla conoscenza di Praga da solo. Le merlettaie di Scanno sono impegnate nell'incontro con le colleghe degli altri Paesi europei. Alle ore nove sono pronto per uscire. M'imbacucco per bene e m'incammino per il centro della città, direzione ponte Carlo, una delle maggiori attrazioni turistiche. Il sole comincia ad indorare le case, ma la temperatura è al disotto dello zero. L'aria sferza il viso. La città è già in fermento, con lo sferragliare dei tram, con autobus e macchine. La gente, più imbacuccata di me, cammina frettolosamente. Conosco il tragitto fino alla Piazza dell'Orologio ed ho notato ieri che c'erano le indicazione per "Ponte Carlo" (in ceco Most Karlus). Deduco che non avrò problemi. Non mi affretto. Il camminare lento mi dà la possibilità di osservare tutto ciò che incontro e fotografare quanto mi appare bello e interessante. Il sole è sceso in strada e illumina le vetrine dei bar, dei negozi che già hanno aperto.
Arrivo a Piazza dell'Orologio. Il maestoso monumento di Jan Hus è ancora nell'ombra. Ci sono attorno comitive di turisti. Sento parlare italiano dietro di me. Mi giro. Dò loro il buon giorno. Sorridono e l'amor patrio ci avvicina. Sono due ragazze giovani. Mi raccontano che lavorano per un'agenzia e sono lì come guide per eventuali gruppi di Italiani. Prima di lasciarci mi indicano la strada da prendere per Ponte Carlo. Seguo la loro indicazione e Praga mi fa conoscere il suo aspetto antico. Una città medievale, non sventrata come avvenuto in altre città, ma restata con quelle immagini e sapori di quel tempo. Scopro i negozi di Trdlo, i "manicotti di Boemia", dolci tipici della cucina slovacca. Il loro odore riempie tutta la strada. Mi fermo a guardare una donna che li sta preparando. Fatto l'impasto, lo taglia a nastri che avvolge a serpentina su di un apposito rullo e li mette a cuocere su un fuoco a legna. Appena cotti li sfila dal rullo e, secondo il gusto del cliente, li farcisce con cioccolato o  gelato. Come resistere a questa tentazione? La cassiera accetta gli euro (come tutti i negozi) e ne gusto uno al gelato. Con questo "saporito trofeo" seguito il mio cammino, sbocconcellandolo con gusto.
Dopo un intrigo di stradine mi appare maestosa la torre d'ingresso al ponte, certamente la più bella porta dell'Europa gotica. Sono circa le ore dieci e trenta e già ci sono tanti turisti.
Mi avvicino e sento lo scorrere dell'acqua: è la Moldava (in ceco Vltava), il bel fiume di Praga, cantato in musica dal compositore ceco B. Smetana. Sul lato destro c'è una piazzetta dove svetta il monumento a Carlo IV, il re boemo e imperatore del Sacro Romano, artefice del grande ponte, risalente al XIV secolo. E' lungo 515 metri e circa 20 di larghezza. E' interamente pedonabile . Lungo i lati vi sono 31 statue. Collega la Città Vecchia al quartiere di Malà Strana. S'incontrano artisti di strada: pittori e musicisti. Lo percorro in tutta la sua lunghezza per poi tornare indietro ed
essere in albergo per il pranzo.
Il video è più eloquente del mio dire.

 
Villalago