Il tempo... ieri
Sole al mattino
con acquazzone
pomeridiano

Il sole ci ha fatto compagnia fino alle ore 14,00. Poi improvvisamente sono arrivate cumuli di nuvole che hanno scatenato un forte acquazzone, seguito da una grandinata. Tornata la quiete, siamo stati accompagnati fino a sera da continui piovaschi.
Temperatura ancora in calo: massima 16,5° C; minima 6,5° C (ore 23,00).
 
UNA NOTTE DI TERRORE-DI DISTRUZIONE-DI MORTE
Un mese fa - il 6 Aprile 2009 - il terremoto in Abruzzo
Le parole non servono più per ricordare quel tragico 6 Aprile, quando la Terra ha tremato, portando distruzione e lutti nel nostro Abruzzo. Si è pianto abbastanza per le vittime! Ora occorre che il popolo abruzzese, asciugate le lacrime, risorga e, in modo particolare, che la città dell’Aquila, per usare una metafora che ricorre spesso in questi giorni, torni a volare. Occorre che l’animo forte dell’Abruzzo montano sappia ora dimostrare che nessuna avversità potrà mai abbattere la sua dignità, il suo coraggio, forgiato dal freddo dei lunghi inverni. Le case, i paesi, dovranno essere ricostruiti con l’antica bellezza, voluta dai nostri avi, perché non vengano snaturati e possano essere lasciati in custodia alle generazioni future. Si invochi la giustizia per punire i rei di costruzioni senza i criteri di legge.
 
Terremoto in Abruzzo
Il “discorso della montagna”
di Angelo Caranfa (*)

Il 6 aprile 2009, alle ore 3:32 circa del mattino, la città dell’Aquila e un’ampia fetta di territorio circostante sono colpiti da un terremoto di magnitudo Richter 5.8, intensità VIII-IX grado MCS (la vecchia scala Mercalli integrata) e un bilancio umano di circa 300 morti. Parlando con la gente mi accorgo che il più delle volte stiamo ancora al livello di luoghi comuni del tipo: “Stasera c’è aria di terremoto”. Regna una diffusa disinformazione e una cronica confusione dei concetti basilari delle cosiddette “scienze della Terra”, come le chiamano in geologia. La sapete l’ultima? Non esiste alcuna “aria di terremoto”, così come non esistono “scosse di assestamento”, “terremoti
sussultorii e ondulatorii”. Si tratta di terminologie vecchie, superate, quasi semplificazioni giornalistiche, create per mascherare la propria ignoranza e coltivare quella della mitica, “indromontanelliana” e (spero) ormai morta e sepolta “casalinga di Voghera”.
Ogni volta che si verifica un terremoto i sismologi si affannano a precisare la natura del sisma, parlano di “magnitudo Richter”, “repliche”, “rilascio di energia”, “aumento dello stress in settori crostali”, “profondità ipocentrali” ecc. ecc. Un ottantenne abruzzese che ha passato mezza vita a correre dietro alle pecore sulla Maiella, e l’altra mezza parcheggiato in una casa per anziani perché puzza troppo per abitare coi figli e il nipotame, come fa a capire tutti questi concetti? Per lui, accada quel che accada, l’importante è la certezza della sua magra pensione...
 
Non ci saranno nè processione nè offerta delle serpi
DOMANI A COCULLO PER LA FESTA DI SAN DOMENICO
Gravemente colpita la chiesa del Santo e quella Parrocchiale
COCULLO - Il terremoto del 6 Aprile, che ha portato lutti e dolori nella regione e in molti paesi, ha causato l’inagibilità delle chiese, con l’inevitabile conseguenza del “dimensionamento” del cerimoniale, che nella nostra terra particolarmente esalta il ricco patrimonio di folclore religioso. Anche a Cocullo è toccata questa sorte, per cui quest’anno la tradizionale processione con i serpi non si snoderà per le vie del paese. Quasi sicuramente si svolgerà una cerimonia religiosa, ma in un’atmosfera pesante, nello spettacolo mesto della ferita chiesa del Patrono e delle tende azzurre, approntate dalla Protezione Civile nei paraggi degli spazi che negli altri anni erano occupati dalle pittoresche bancarelle. (Nino Chiocchio)
 
A FUOCO UNA FIAT UNO NELL’ABITATO DI VILLALAGO
Tanta paura ma nessun incidente a persone e a cose
VILLALAGO - Erano le ore 11,15 di ieri mattina, quando Cesidio Grossi, residente all’Aquila, è entrato nella sua auto, Fiat uno, parcheggiata di fronte al bar da Michele. Messo in moto, si è diretto in Via Dante Alighieri. Appena venti metri e si sono scatenate le fiamme dal motore. Cesidio precipitosamente è sceso dalla macchina, abbandonandola al suo destino e chiedendo aiuto ai passanti. Si sono mobilitati in molti, cercando gli estintori per sedare l’incendio. Qualcuno ha subito telefonato ai Carabinieri e ai Vigili del Fuoco. I Carabinieri, che erano in servizio al lago, sono arrivati dopo pochi minuti. La prontezza di questi e l’aiuto di alcuni cittadini sono riusciti a spegnere le fiamme. I Vigili del Fuoco, partiti da Sulmona, che dista 25 chilometri, sono arrivati quando il pericolo di un incendio che rischiava di coinvolgere le case vicine era stato scongiurato. Il fuoco ha distrutto il motore e tutta la parte anteriore della macchina. Il danno poteva andare oltre, se non ci fosse stato il pronto intervento di alcuni cittadini e dei Carabinieri.
 
Il qualunquismo amministrativo
e l’integralismo culturale
di Fernando Ventresca “Introdacqua Libera”
INTRODACQUA - Il qualunquismo amministrativo e l’integralismo culturale sono alcune delle principali cause dello spopolamento dei piccoli centri dell’Abruzzo interno. E ormai evidente che buona volontà ed impegno non bastano per recuperare decenni di isolamento, mancanza di idee, incapacità a capire i malesseri delle comunità a cui si appartiene, e quindi difficoltà a sintetizzare e proporre argomenti validi che facciano restare a vivere i giovani la propria identità, con una politica di interesse economico ad uso e consumo locale, la quale mancanza di questi fattori hanno e continuano decisamente a penalizzare le aree interne. L’integralismo culturale altro non è che il legame ancestrale giusto e sacrosanto di tanti cittadini per il proprio paese e territorio relativo basato sui ricordi, derivato da immagini fotografiche ereditate dalle generazioni passate, le quali hanno fatto si che lo sky line urbanistico attuale, o più semplicemente il limite visivo degli agglomerati urbani e territoriali, sono gli stessi delle foto che risalgono ad una centinaia di anni fa.    Queste immagini immortalano una verità di identità che era ad uso e consumo delle generazioni nel passato prossimo, ma non certo rappresentano immagini del passato remoto che sono appartenute ad altre generazioni di persone.
Quindi focalizzare un legame affettivo bello e giusto con l’universalità dei luoghi dove hanno vissuto decine di
generazioni, si capisce perché di tanto in tanto magari si abbia anche la necessità di rinnovare qualcosa nel territorio per far si che le generazioni future possano continuare ad esistere negli stessi luoghi di origine della stirpe a cui si appartiene. I cambiamenti nei territori di origine vanni fatti nel rispetto degli standards urbanistici economici e di vita migliorativi, adottati ad ogni rivoluzione culturale, sempre necessaria per il rinnovamento del pensiero umano, e alle quali problematiche le società appartenenti a qualsiasi nazione o continente si sono confrontate sin dalla notte dei tempi, ed hanno avuto per fortuna l’intelligenza di rimettersi in discussione, e come fine ultimo la continuazione della specie autoctona. Dove invece non si è mai rinnovato il pensiero umano lo spopolamento è palpabile e visibile continuando a vivere nell’anonimato, per buona pace delle attuali generazioni proiettate in un mondo globalizzato grazie ad internet ed altri sistemi tecnologici, difatti oggi più che mai anche il più piccolo e sperduto dei centri montani può essere al centro del cosmo economico mondiale,non come semplice spettatore ma come protagonista,augurando che il qualunquismo amministrativo se ne sia accorto, che la politica d’immagini del dilettevole e del piacere, anteposto al dovere, è poco utile per il futuro dei cittadini residenti.
 

LETTERA AL DIRETTORE

Signor Direttore,
a Modena, città dove risiedo, il termine "sborone" definisce in gergo un personaggio esibizionista, colui che assume atteggiamenti plateali e ha comportamenti privi di tatto ed eleganza, ossia fare lo sbruffone: "fér àl sburòun". Questi modi di agire non sono tollerabili da parte di chiunque li assuma, ancor meno risultano adatti a chi è obbligato a rispettare una serie di regole improntate al bon ton, proprie del ruolo istituzionale che è designato a ricoprire. Purtroppo è da tempo che l'attuale Capo di Governo con una condotta poco opportuna, infrange il galateo istituzionale mortificando l'elevata funzione a cui è preposto, lunga è la lista delle impudenti gaffe o l'elenco delle battutte di cattivo gusto. Ho fondati sospetti che l'emergenza Abruzzo e le tragedie dei territori devastati dal sisma, possano fornire l'occasione per nuove "sboronate", gli indizi sono la disinvolta gestione dell'agenda di Governo, declinata per l'esclusivo tornaconto della propria parte politica e i gli irrisolti conflitti d'interessi. A tal proposito segnalo il link alla rubrica "La Posta dei Lettori" del quotidiano online "Il Messaggero" che pubblica la lettera firmata: "Il grande inganno del dopo terremoto". La lettera solleva perplessità sul provvedimento di legge definito "Decreto Abruzzo".
Luigi Fuiano.

 
 
mercoledi’ 6 maggio 2009 
s. Domenico Savio