“LE GIORNATE ABRUZZESI DI ANGIOLOGIA”
Si concluderanno domani con la partecipazione della gente
SCANNO - Sono iniziate ieri le giornate abruzzesi di Angiologia, presso l’Hotel Miramonti. In apertura dei lavori è stato ricordato il dottor Mauro Bartolo, morto di recente, con una targa alla memoria. I medici partecipanti hanno seguito e discusso le relazioni sul tema delle arteriopatie, come problema diagnostico-terapeutico. La giornata odierna vede il proseguo dei simposi e delle discussioni libere su un tema rilevante quale il tromboembolismo. Domani mattina ci sarà l’incontro presso l’auditorium delle Anime Sante con la popolazione, per illustrare gli aspetti salienti della prevenzione. Tra gli organizzatori va ricordato Antonio Silla, medico angiologo all’ospedale di Sulmona. Il presidente del Congresso, dottor Pier Luigi Antignani, ha espresso la sua soddisfazione per queste “giornate” che si svolgono a Scanno.
 
E’ tornato Ciceruacchio (quello vero mica j'amiche de Perteca)
“APRITE GLI OCCHI, ATTO SECONDO... ME”
Questo il titolo del secondo volantino apparso ieri mattina
SCANNO - Non abbiamo problemi a pubblicare anche questa volta il volantino di un signore di Scanno che si firma “Ciceruacchio (quello vero mica j’amiche de Perteca”). Il contenuto è “tripartisan”: in modo ironico critica tutte e tre le liste. Ciò che più conta, la sua critica rispecchia apertamente quello che la maggior parte degli Scannesi pensa su la formazione delle liste. Nessuno di quelli da me intervistato sull’argomento ha dato torto al nostro Ciceruacchio. Ne ha solo condannato l’anonimato. E’ nostra opinione, invece, che i nomi sono “puri accidenti”. Ciò che conta è la sostanza, sono le idee che hanno valore. La letteratura è piena di anonimi e di pseudonimi. Non per questo le loro opere non vengono considerate. Ciceruacchio, lo diciamo per quei pochi che non lo sanno, è il soprannome dato dalla madre, per il suo aspetto rotondetto, ad Angelo Brunetti, capopolo romano che sostenne la Repubblica Romana. Alla sua caduta fuggì con Garibaldi per raggiungere Venezia. Catturato dagli austriaci, venne fucilato insieme al figlio Lorenzo di tredici anni e con altri compagni. Fu il diretto organizzatore di manifestazioni popolari per chiedere al Papa riforme politiche liberali all'interno dello Stato Pontificio. Buon parlatore, ma poco istruito. A Roma, in via Ripetta, un busto con lapide ricorda la sua avventura terrena.

 
Oltre 100 studenti provenienti da 55 scuole di cui 21 straniere
ALL’11/esima edizione del Certamen Ovidianum
Che si svolgerà a Sulmona dal 17 al 19 aprile prossimi
SULMONA - Oltre 100 studenti provenienti da 55 scuole di cui 21 straniere (Portogallo, Francia, Svizzera, Ungheria, Serbia, Romania, Germania e Austria) si cimenteranno nella traduzione di un brano ovidiano nel corso dell'11/esima edizione del Certamen Ovidianum che si svolgerà dal 17 al 19 aprile prossimi, a Sulmona. I particolari del concorso internazionale, promosso dal Liceo Classico Ovidio di Sulmona, sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa dal preside dell'istituto, Giuseppe Evangelista. "Quella del Certamen - spiega il preside Evangelista - perché consente il confronto tra esperienze diverse sia per gli alunni sia per gli insegnanti e conferma, ancora una volta, la qualità di Ovidio e delle sue opere i cui contenuti sono
particolarmente vicini ai nostri tempi nonostante siano state scritte oltre 2000 anni fa". Al vincitore andrà il premio di 1000 euro mentre al secondo e al terzo classificato spetteranno rispettivamente 750 euro e 500 euro. Un premio speciale sarà offerto dall'associazione amici del Certamen per la migliore traduzione in lingua straniera perché gli alunni provenienti da altri Stati tradurranno il passo ovidiano nella loro lingua. Al concorso sono associate anche due giornate di studio sul tema "Ovidio: l'esilio e altri esili" a cui prenderanno parte docenti universitari e Costantin Daba, preside emerito del liceo "Calinescu", di Costanza (Romania) città dove morì in esilio il poeta sulmonese.(ANSA).
 
Le piogge di questi ultimi giorni hanno ulteriormente aggravato
LA FRANA DELLA PISTA PEDONABILE AL LAGO
VILLALAGO - Le piogge di questi ultimi giorni hanno ulteriormente aperto la frattura lungo la circumlacuale, di competenza dell’amministrazione provinciale, nel tratto iniziale della pista pedonabile, lato Scanno, costruita nel territorio di Villalago. Non sono ancora trascorsi due anni  dal termine dei lavori (Giugno 2006) che già si verificano i primi cedimenti. A suo tempo abbiamo criticato più volte da queste pagine di “Cronaca on Line” i lavori di “Riqualificazione del Lago” (così definiti!) sin dal primo scarico di terra verso le rive e con il nostro disappunto abbiamo seguito tutti i procedimenti di pavimentazione e recinzione del percorso pedonabile. Le piogge hanno finito di allargare le crepe facendo franare la parte interessata. Speriamo che la provincia intervenga subito prima della stagione estiva.
 
LA DOMENICA CALCISTICA NELLA VALLE DEL SAGITTARIO
La Hope 2000 ha concluso al settimo posto

2ª: CAMPO DI FANO vs CASTELLO 2000 1-3
2ª: SAN GREGORIO vs FEDERLIBERTAS BUGNARA 1-1
3ª: HOPE 2000 vs LYCIA 1-1
CAMPO DI FANO - La squadra allenata da Venanzio Ciampa ha perso in casa contro la seconda in classifica, il Castello 2000, ancora in corsa per il titolo. E' stata una partita tesa, con diversi scontri al limite del regolamento, causa la vecchia ruggine tra le due formazioni. I padroni di casa hanno disputato un ottimo primo tempo, chiuso in vantaggio 1-0, grazie al bel gol siglato al 6' da Roberto Di Cesare, con un bolide dalla distanza. I sangrini non si sono resi pericolosi. La ripresa si è aperta con un rigore contestato assegnato agli ospiti, che non hanno fallito il pareggio. Ancora su un rigore dubbio, il Castello 2000 ha realizzato l'1-2. Il Campo di Fano ha reagito con grinta, giocando bene e creando due favorevoli occasioni per pareggiare. Verso la fine dell'incontro, a seguito di un fallo, è nata una rissa che ha coinvolto quasi tutti i presenti in campo: dei locali sono stati espulsi Raffaele Silvestri e Angelo Marinucci, degli ospiti un giocatore. La gara si è un po' spenta, al 95' è giunto l'1-3 finale.
BUGNARA - La Federlibertas ha ottenuto un ottimo pareggio esterno, in chiave play-out, sul difficile terreno del San Gregorio. I padroni di casa, in caccia della qualificazione matematica ai play-off, hanno cominciato subito alla grande, pressando e mettendo a rischio la difesa ospite, tanto da colpire una traversa e andare in vantaggio al 20'. La formazione di mister Tonio Angelone, in svantaggio, si è scossa, manovrando maggiormente, senza però rendersi pericolosa fino al 35', quando Cristian Marinucci è stato bravo a battere con un pallonetto il portiere avversario in uscita, marcando il decimo gol in stagione. Si è andati al riposo con il punteggio di 1-1. Nel secondo tempo il San Gregorio si è nuovamente proteso in avanti, alla ricerca dei tre punti. La Federlibertas è stata abile a difendersi con ordine, senza patire troppo, solo in due circostanze ha rischiato di subire il vantaggio degli aquilani. Con un po' di fatica, ma con merito, la squadra di Bugnara ha condotto in porto l'1-1 definitivo. SCANNO-VILLALAGO - Una bella giornata e un folto numero di spettatori hanno fatto da cornice all'ultima gara in campionato della Hope 2000. Al comunale di Villalago, contro la quotata formazione del Lycia, seconda in classifica, i ragazzi allenati da Silverio Paletta hanno dimostrato il proprio valore e ottenuto un bel pareggio. La partita è stata molto combattuta, specialmente nel primo tempo, dove sono stati i locali a giocare meglio. La Hope è andata in vantaggio al 30' con il diciassettesimo sigillo stagionale di Enrico Caranfa, che poco dopo ha sfiorato il raddoppio, trovando sulla sua strada il portiere marsicano. Primo tempo: 1-0. Nella ripresa il Lycia, per non rischiare di perdere i play-off, ha attaccato di più. I padroni di casa aspettavano in difesa, pronti a ripartire in contropiede. Gli ospiti hanno pareggiato al 70', ma la partita si è mantenuta viva, nonostante la Hope 2000 sia rimasta in dieci (espulso Antonio Gatta). Dopo due parate decisive di Luca Sciore, la gara è terminata 1-1.
 
Editoriale
Province, un ente da sopprimere     di Ezio Pelino

L’articolo di Fabio Melilli  su “Il Centro”, dal titolo “Province, l’utilità di un ente intermedio”, riapre una questione sfiorata appena dalla campagna elettorale. L’autore, presidente dell’Unione Province Italiane,  intervenendo per una difesa non petita delle province,  dimostra di temere che qualche forza politica possa  minacciarne la sopravvivenza. Lo vorremmo tranquillizzare. Ci risulta che solo Berlusconi ha parlato di soppressione, ma il suo è sembrato solo un passaggio del discorso teso ad accattivarsi quella parte dell’opinione pubblica ormai insofferente di costi, sprechi e privilegi della politica e della pubblica amministrazione. Tutti o quasi tutti i politici sono consapevoli della inutilità delle province. Le competenze di questo ente territoriale potrebbero essere affidate ai Comuni e alle Regioni. Sono,  infatti, sostanzialmente limitate all’edilizia scolastica  di alcuni istituti superiori e a quella viabilità che l’Anas reputa meno importante. I migliori politici ne vorrebbero la soppressione, ma solo  in interiore homine. Nessuno ama suicidarsi  sfidando l’insurrezione delle città capoluogo. Per la generalità dei politici le province sono più che utili, sono indispensabili: assicurano reddito e carriera a migliaia di loro nonchè  a una schiera di portaborse, consulenti, assistenti e occupazione a circa 60.000 burocrati. La questione province  è antica, comincia con l’unità d’Italia. Minghetti prefigurava uno Stato senza province, articolato per autonomie regionali. Ma, per timore che il potere rischiasse di tornare alle reazionarie classi dirigenti locali preunitarie, si preferì  governare dal centro tramite i prefetti. De Gasperi, nel primo discorso alla Camera del giugno 1921, criticò, scandalizzato, la moltiplicazioni degli impiegati e la lievitazione delle spese nella sua provincia di Trento italiana rispetto alla Trento  austriaca. Nel secondo dopoguerra, la soppressione fu decisa dalla Commissione dei 75,  ma respinta  dall’Assemblea Costituente. Nel ’70 , con l’istituzione dell’ordinamento regionale,  un grande politico di un piccolo partito, Ugo La Malfa,  si battè per l’abolizione delle province  per ridurre le spese e non creare superfetazioni burocratiche. Con lui Enrico Berlinguer. Anche nella Bicamerale diretta da D’Alema si discusse seriamente dell’abolizione. Recentemente, Gianfranco Fini ha sostenuto che le province “servono solo  al ceto politico, dovrebbero essere  abolite.” L’elenco di coloro che hanno avuto il coraggio di dichiararlo apertis verbis  comprende il presidente del Friuli Riccardo Illy, il demoproletario Franco Russo,  i diessini Augusto Barbera, Cesare Salvi, Massimo Villone, il presidente di Roma Metropolitane, Chicco Testa,  i giornalisti Sergio Rizzo, Mario Cervi, Nicola Porro, Gian Antonio Stella. Quest’ultimo scrive, ironicamente:” Guai a dire  che sono superflue, saltano su tutte le furie come le beate vergini a difesa dell’onore.” Nessuno dei Paesi simili al nostro è articolato per province.  In Francia, i Dipartimenti hanno una dimensione analoga alle province ma si collocano fra i Comuni e lo Stato. In Germania,  le uniche realtà sotto lo Stato federale  sono i Lander e i Comuni. In Gran Bretagna, le Contee hanno carattere tecnico-amministrativo e non politico. Analogamente negli USA, dove le stesse hanno competenze giudiziarie o di polizia. In Italia, le province, invece di abolirle, si aumentano. E’ tutta una corsa alla provincia: non c’è cittadina che non abbia il suo comitato di lotta  e il suo parlamentare di riferimento. Erano 92 nel 1960, sono passate  a 110 del 2005. Solo durante l’ultima legislatura le proposte presentate sono state 40 e, forse, solo la brevità della stessa ne ha impedito il varo di nuove. Nel 2002, in un solo colpo,  la Sardegna ne ha istituite quattro. Regione a statuto speciale, non ha nemmeno chiesto l’autorizzazione al Governo e al Parlamento. A nulla è valso il ricorso di palazzo Chigi alla Corte Costituzionale.  Scrivono Rizzo e Stella: “Il punto è che le province  sono un formidabile  serbatoio di poltrone: 104 presidenti più 104 vicepresidenti più 894 assessori più 104 presidenti delle assemblee  consiliari più 3000 consiglieri per un totale di 4206 persone”. Guadagnano dai 36 euro  a gettone di presenza per i consiglieri delle province più piccole alle 4.531 per gli assessori e ai 7.000 per i presidenti delle più grandi.  Solamente le cariche elettive ci costano 120 milioni annui.  Gli stipendi dei dipendenti  2 miliardi di euro, senza contare  le spese per uffici, telefoni, macchine. Per la Corte dei Conti, dal 2000 al 2005 la spesa totale gestita  è passata da 10 miliardi a 17. In conclusione, la soppressione delle province comporterebbe un risparmio di 17 miliardi, il personale  potrebbe essere utilizzato diversamente  e si farebbe a meno di  una classe politica del tutto  superflua. Viene in mente l’ammonimento sempre attuale di Max Weber:” Un sistema democratico  non regge se tutti vivono di politica e nessuno per la politica”.
 
sabato 12 Aprile 2008
s. Zeno da Verona vescovo
Lunedi’ 14 Aprile 2008
s. Valeriano martire