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L'origine del paese è quanto mai incerta. Il suo nome compare per la prima volta in un documento del 1067, con il quale i Conti di Valva segnavano i confini delle terre donate ai monaci benedettini del Monastero di San Pietro del Lago. I ritrovamenti archeologici parlano, in ogni modo, di insediamenti romani sparsi nella zona. L'ipotesi più accreditata è che alcuni di questi villaggi si riunirono in un unico paese per fuggire e fronteggiare le varie invasioni barbariche.
I più ritengono che il nome Scanno, derivi da Scamnum, termine che indicava nell'epoca romana il confine delle centurie in cui venivano divisi i terreni conquistati. E' probabile, quindi, che Scanno sia sorta in una di queste terre di confine, da cui prese il nome.
La sua storia comincia ad essere datata dal Basso Medioevo e segue tutte le vicende legate ai feudatari delle grandi famiglie meridionali, passando di proprietà ora dell'uno ora dell'altro.
Gli ultimi suoi feudatari furono i Caracciolo di Melissano, succeduti nel 1771 ai d'Afflitto, che vi restarono fino all'abolizione del Feudalesimo, da parte dei Francesi. Con l'entrata a Napoli di Garibaldi, i gendarmi borbonici lasciarono il paese e venne costituita da Vincenzo Tanturri la Guardia Nazionale per la difesa del territorio.
Nel Sei-Settecento Scanno raggiunse un considerevole sviluppo nell'industria della pastorizia da contare un patrimonio di 130.000 pecore. Parallelamente si sviluppò l'industria casearia, del pannilana e della concia delle pelli. E' questa l'età d'oro del paese, in cui si costruirono chiese e palazzi.
Oggi la massima fonte di reddito è il turismo, che ebbe inizio sin dai primi anni del Novecento.
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