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La cultura se ne va |
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Un altro pezzo della città muore e ci lascia orfani esterrefatti e impotenti di fronte al lento sfiorire di una cultura che continua a scappare dalla nostra terra. Ormai, da mercoledì 29 aprile, anche il servizio emeroteca del Centro Servizi Culturali di Piazza Venezuela, è stato sospeso, confermando sempre più la tendenza delle amministrazioni di cercare di recuperare fondi sparando nel mezzo e colpendo sempre i centri di cultura, di aggregazione e di formazione, invece di valutare e portare alla luce del sole tutti quei buchi neri dove si assiepano, in realtà, i veri sprechi, dei soldi di noi cittadini. L’emeroteca era un istituzione ma non solo; era la memoria del tempo che scorre veloce ma che, in quella piccola stanza, potevi fermare per qualche minuto; era un nucleo importante di studio per ricercatori, studenti o semplici cittadini e turisti; era un centro di aggregazione per anziani e per ragazzi; era l’esempio che in questa città la formazione dei nostri giovani e il culto della memoria era un aspetto importante da non trascurare. Invece no, il servizio emeroteca chiude e lo fa in sordina, senza troppi proclami e senza nemmeno aver sollevato l’interesse di una popolazione abbandonata a se stessa. L’emeroteca chiude con un semplice cartello, nero su bianco, che serve solo a ricordare a qualche sprovveduto avventore che la cultura non risiede più qui e la memoria storica ci ha abbandonato forse per sempre; l’esempio concreto di una città che muore e si logora lentamente. |
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