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Lettera aperta all'on. Michele Santoro |
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Onorevole Michele Santoro, sono da sempre un estimatore della sua trasmissione e del giornalismo pungente e diretto del signor Marco Travaglio, nonché una persona con un forte e radicato pensiero politico che si avvicina molto al suo e che sta vivendo gli effetti del terremoto, essendo solo a qualche decina di chilometri dalle zone colpite. Le scrivo questa lettera aperta per mostrarLe, aimè, tutto il mio disappunto e la mia rabbia per le angoscianti affermazioni durante la sua trasmissione. D’accordo con lei quando, invece di impostare una trasmissione televisiva sulla solita polemica della prevedibilità dei terremoti, ha voluto soffermarsi sul problema edilizio. Lei e la sua squadra di giornalisti avevate l’occasione di poter distruggere a parole l’operato del governo sollevando a spada tratta il decreto del 2004 che prevedeva costruzioni antisismiche e che è sempre stato rinviato; avevate la possibilità di fare inchieste sulla preparazione della nostra Protezione Civile, nei mesi addietro, visto che lei, come ha sottolineato in trasmissione, era a conoscenza dello sciame sismico e poteva ergersi, come sempre ha fatto, a paladino di un sistema Italiano che non funziona; invece no, sotto il paravento della libertà di informazione ha allestito una trasmissione provocatrice, politicizzata ed è scaduto anche lei nella strumentalizzazione di una tragedia immane che, le ripeto, vivo davanti i miei occhi. I morti non La hanno fermata, il meraviglioso e commovente impegno di volontari, di vigili del fuoco, della Protezione civile, di genitori che scavavano a mani nude non La hanno commossa. No. Lei è andato diretto, senza pesare le parole che utilizzava, dritto alla sua tesi: attaccare la Protezione civile, gli amministratori locali, il ponte sullo stretto, Berlusconi, il governo. Parlare di questi argomenti nel giusto momento storico avrebbe fatto di lei un grande giornalista, parlare di questo a pochi giorni da una catastrofe umana fa di lei nient’altro che un provocatore politicizzato che fa, come molti suoi simili, propaganda politica mascherata d’informazione. Dalla sua trasmissione è venuto fuori un giornalismo basso, che non le fa onore: intervistando una signora che si lamentava per un ritardo di un paio d’ore nei soccorsi; un signore che aveva freddo; una bottiglia d’acqua consegnata in ritardo; lo sfogo di un medico chiaramente provato. Poca roba e lo sa anche Lei. Non mi sembra un grande scoop trovare quattro o cinque persone che hanno qualche lamentela da fare contro la Protezione civile in mezzo a 27mila sfollati; e non credo che non abbiate trovato nessuno che ringraziava la prontezza dei soccorritori. Nemmeno quel padre che grazie al sacrificio e al sudore dei vigili del fuoco ha riabbracciato la figlia dopo 42 ore? Di fronte a questa tragedia Lei si è sentito solo in dovere di continuare a seminare zizzania, parlare di speculazione e furbetti, mentre noi, avevamo ancora i nostri morti sotto le macerie. Lei, paladino della libertà di informazione ha solo dimostrato di non essere molto diverso dai giornalisti di potere che si assiepano ovunque. Cordialmente, Jacopo Lupi – Sulmona, provincia de L’Aquila |
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