DIARIO DELLA NAVIGAZIONE LUNGO IL FIUME NILO
In visita alle città e ai siti archeologici della civiltà egizia
Abu Simbel - E' la meta di tutti i turisti che si recano in Egitto. Si trova nel Tropico del Cancro, nel deserto nubiano, a 280 km. a Sud di Assuan e a 40 km, dal confine sudanese. Noi vi arriviamo in volo dall'aeroporto di Assuan in meno di un'ora. Dall'alto appare il Lago Nasser che avanza lungo il deserto. Lo seguiamo per tutto il volo, finché l'aereo atterra ad Abu Simbel. Un pullman ci porta al sito archeologico tra i più visitati nel mondo. Il luogo è già un via vai di turisti. Per arrivare ai templi, nascosti da una collina,  bisogna fare alcune centinaia di metri a piedi, andando verso il lago. I raggi del sole rendono la sabbia ancora più gialla. Il caldo non è eccessivo, essendo mitigato dalla brezza del lago. Dopo un po' appaiono i due templi che ci riempiono di stupore per la loro grandezza. Entrambi sono stati scavati nella roccia durante il regno di Ramesse II (1290-1224 a. C.). Vi hanno lavorato migliaia di schiavi per entrare nella roccia e modellarla secondo i desideri del faraone. Il primo tempio, quello più grande, è consacrato al dio Ammon-Ra di Tebe e a Harmakhis di Eliopoli, che erano le principali divinità dell'Alto e Basso Egitto, e allo stesso Ramesse II divinizzato. Quello più piccolo è consacrato alla dea Hathor e alla regina Nefertari, sposa di Ramesse, divinizzata anche lei come il faraone. Le quattro statue del tempio grande, blocco unico, insieme a tutta la costruzione, sono alte 20 metri, in posizione sedute su semplici troni. E' orientato verso Est ed accoglie dalla porta i raggi del sole al suo nascere che penetrano fino al santuario. Il tempio piccolo, dalla tipica forma del pilone egizio, ha nella facciata sei statue, alte 10 metri, scolpite nella roccia e incassate in altrettante nicchie. Rappresentano il faraone Ramesse e la sua sposa Nefertari, insieme con la dea Hathor. E' proibito fotografare l'interno. Anche questo, però, ha una ricchezza di statue e di sale dedicate al culto di Ramesse e della sua Nefertari. Vi sostiamo a lungo, per vivere tutte le emozioni che quei templi ci danno. Essi rimasero per secoli sotto la sabbia e si deve all'italiano Giambattista Benzoni (1776-1823) la campagna di scavo per riportare alla luce questi maestosi monumenti. E furono i tagliatori delle cave di marmo di Massa Carrara che sezionarono in blocchi (1968) l'intero complesso, per salvarlo dalle acque della diga di Assuan. I due templi vennero ricomposti al di là delle Lago Nasser ed oggi si possono ammirare nel loro antico splendore. Consumiamo un frugale pranzo al sacco in uno dei posti di ristoro di Abu Simbel, e poi di corso all'aeroporto per far ritorno ad Assuan.