DIARIO DELLA NAVIGAZIONE LUNGO IL FIUME NILO
In visita alle città e ai siti archeologici della civiltà egizia
L'ISOLA DI PHILAE - Siamo ad Assuan. La notte l'abbiamo trascorsa sulla motonave. Alle ore cinque siamo stati svegliati dal muezzin della vicina moschea, che diffondeva per tutta la città, tramite altoparlanti, l'invito alla preghiera. Il programma prevede le visite all'Isola di Philae, alla diga di Assuan e il volo per Abu Simbel. Alle ore sette, dopo una ricca colazione, prendiamo il pullman per portarci all'imbarcadero, dove ci aspetta l’imbarco per l'isola. Dopo un po' Philae, con i resti del tempio di Iside, dea dell'amore, ci appare indorata dal sole e contornata da palme e fiori. Ci prende l'ansia di arrivarvi e dopo circa venti munuti i due Nubiani che guidano l'imbarcazione ci lasciano sull'isola, in attesa di ricondurci poi ad Assuan. Philae ha una storia tutta particolare. Faceva parte di un piccolo gruppo di tre isolotti, di cui uno, quello di Biga, che oggi risulta quasi totalmente sommerso. Era considerata sacra perchè era il "luogo del sonno eterno di Osiride". Per questo l'accesso era consentito solo ai sacerdoti che potevano accedervi, tramite una barca per officiare i riti sulle 360 tavole di offerte che indicavano il luogo della sepoltura di Osiride. Ebbe i suoi sacerdoti fino al 535 d.C., fin quando non vennero allontanati sotto l'imperatore Giustiniano. Dopo la costruzione della vecchia diga, l'isola rimase semisommersa, insieme a tante altre. Riaffiorava solo nel periodo di siccità del Nilo. Con la Grande Diga ci fu il pericolo di vederla scomparire sotto le acque per sempre. Intervenne l’UNESCO e decise che Philae e molti altri templi della provincia di Assuan, dovevano essere salvati. Grazie ad una mobilitazione mondiale, i templi, ben 18, furono smontati e ricostruiti in zone dove l’acqua non li avrebbe raggiunti. Una spedizione italiana si occupò di Philae. Il complesso di templi venne spostato, mattone per mattone, ad Agilika, a 550 metri di distanza, dove si trova ancora oggi. Il progetto richiese 3 anni di lavoro, fra il 1977 e il 1980. Gli Italiani ricrearono nell'isola di Agilika, le identiche condizioni di Philae. Il tempio di Iside, dopo questo racconto della nostra guida, lo ritenemmo sentimentalmente nostro. Il tempio è molto bello ed è possibile vedere una stanza usata dai cristiani copti per le funzioni religiosi con un altare ricavato all'interno di una sala principale. La struttura più antica risale al tempo dell'epoca faraonica, ma ci sono anche elementi del periodo tolemaico, romano, cristiano e musulmano. Le figure delle pareti narrano la nascita e l’educazione di Horus; la madre che lo protegge e lo allatta; il mito che celebra Osiride, legato alla morte e alla resurrezione.
Il complesso è ben tenuto, con guardie che lo sorvegliano e operai che provvedono ad una continua pulizia. C'è un punto ristoro, che permette di trascorrervi tutta la giornata. Il sole si fa sempre più alto e rende più brillanti i colori della vegetazione. E' ora di lasciare l'isola per la Grande diga di Assuan.