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Giovedì 18 Gennaio 2024 - Santa Margherita d'Ungheria, Principessa e religiosa
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Il tempo... ieri - Giornata variabile con diffusa nuvolosità e tentativi di pioggia. I venti sud-occidentali hanno portato aria calda. Notte stellata con la luna
crescente. Temperature in rialzo: mass. 11,9°; min. 2,9°; attuale 8,5° (ore 23,30).
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in primo piano
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693esimo giorno di guerra tra Russia e Ucraina
103esimo giorno di guerra tra Israele e Hamas
Le forze ucraine hanno abbattuto 19 dei 20 droni d'attacco di tipo Shahed lanciati dalla Russia
durante la notte. Secondo il Comando operativo meridionale dell'Ucraina, le
unità di difesa aerea hanno abbattuto un drone sopra Mykolaiv Oblast, e un altro è stato abbattuto sopra Kirovohrad Oblast. I droni hanno preso di mira
principalmente Odessa e si sono avvicinati alla città a bassa quota sopra la superficie del Mar Nero. In totale, 11 droni sono stati
abbattuti durante l'avvicinamento alla costa, la maggior parte dei quali è caduta in mare. I detriti di diversi droni abbattuti hanno danneggiato diversi
negozi, automobili e appartamenti, ferendo tre persone.
Quattro palestinesi sono stati colpiti a morte dall'attacco di un drone israeliano durante scontri
verificatisi a Tulkarem, in Cisgiordania. Fonti militari aggiungono che i
quattro facevano parte di un cellula che aveva lanciato ordigni contro militari
in missione. La stessa emittente ha aggiunto che l'ingresso delle truppe è stato preceduto da grandi ruspe militari, che hanno fatto esplodere una decina
di ordigni nascosti sotto l'asfalto di un strada di accesso alla città. Sono atterrati in Egitto gli aerei partiti dal Qatar che trasportano le
medicine necessarie agli ostaggi nella Striscia di Gaza.
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il libro del giorno
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scanno
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Sagne
con la ricotta
una minestra della tradizione
pastorale
per la festa
di Sant’Antonio
Barone a Scanno
Pur essendo remoti i tempi in cui i chierici dell’Ordine Monastico di Sant’Antonio Abate di Vienne, (soppresso nel 1776 ) solevano offrire ai poveri del
paese un piatto di minestra calda, sopravvive a Scanno la tradizione delle
sagne con la ricotta, distribuite alla popolazione il 17 gennaio. La chiesa
cinquecentesca, molto probabilmente inglobata al monastero (se ne ipotizza l’esistenza sulla base degli archi presenti nei fabbricati vicini), dopo il
restauro del 2000 appare molto decorosa, per il rispetto degli elementi
architettonici di chiesa rurale, abbellita dal pavimento in mattoni, resa
luminosa dalle pareti bianche e dalla luce delle due finestre ogivali che
fiancheggiano l’unico altare. La mattina della festa, il crepitìo del fuoco ardente sotto il calderone riempito d’acqua nel piccolo piazzale della chiesa e il lento salmodiare dei fedeli si
avvertono appena varcato l’arco della Porta della Croce. Poi viene spalancata la porta e inizia la
celebrazione della messa, seguita anche all’esterno in un continuum fra religiosità e ritualità tradizionale. I volontari, al bollire dell’acqua, sono pronti per cucinare le sagne preparate con l’impiego di 200 uova e 210 chili di farina, aggiunti al condimento di lardo e di
ricotta salata. Don Luigi, nell’omelia, illustra la figura di Sant’Antonio, distante dai nostri tempi di molti secoli, che fece dono dei suoi beni
ai poveri in applicazione del Vangelo, che non si serviva dei libri, perché nella sua memoria tratteneva tutte le parole della Sacra Scrittura. Al termine
della celebrazione la minestra è pronta, si tolgono i carboni spenti, si solleva il grosso coperchio di rame per
rimestarla con il lungo cucchiaio di legno, ma per la benedizione bisogna
attendere l’arrivo delle scolaresche, perché seguano da vicino il rito e, da osservatori, lo memorizzino visivamente,
associandolo al gusto di una minestra che si assapora soltanto in questa
circostanza. Dopo la benedizione inizia la distribuzione nei recipienti
domestici, non più quelli di una volta, diventati con la modernità dei tempi fuori uso, eppure un nostalgico, tornato apposta da Torino, ha con sé il “tragno”, quello che serviva per il latte, fornito di un coperchio con chiusura sicura
per il trasporto.
Antonio Gavita, uno dei volontari, riempie una pentola capiente di sagne e le
distribuisce in ciotole di plastica fornite ai ragazzi delle scuole.
M. Antonietta Mancini
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Roberta Schira
I fiori hanno
sempre ragione
Eleonora stringe tra le mani un bauletto che custodisce ricette con ingredienti speciali:
il Coraggio, la comprensione, la Fiducia in sé stessi, la Gentilezza… Basta usarne solo un pizzico per creare l'Amore, la Speranza, il Perdono.
Ma dove trovarli? Eleonora non lo sa, eppure inizia a cercarli, perché quelle ricette sono l'ultimo ricordo della nonna Ernesta.
È stata lei a insegnarle che cucinare è molto più che “far da mangiare”: è anche un atto di guarigione, per gli altri e per sé stessi. Proprio di questo Eleonora ha bisogno ora che ha perso il dono di
interpretare il mondo attraverso gli odori e i sapori. Un dono che le ha
permesso di diventare una famosa chef. Le ricette della nonna le hanno dato
nuova speranza, giorno dopo giorno: un tocco di Coraggio oggi, una goccia di
Allegria domani le fanno capire il valore dell'attesa e della rinascita, ma
anche i risvolti positivi della solitudine e della vecchiaia, del combattere
per veder soddisfatti i propri desideri. Sono parole da far sobbollire nel
cuore al fuoco lento della tenacia. Perché a volte il mondo intorno crolla e non ci si sente pronti ad affrontarlo. Ma
dentro ognuno di noi c'è la forza per ricominciare. Ognuno ha la propria ricetta speciale. Eleonora deve
trovare i suoi ingredienti unici per tornare in cucina: era il suo porto
sicuro, ora le fa paura.
Soprattutto deve imparare che gli obiettivi possono essere raggiunti anche da
soli, ma che la vita ha il giusto sapore solo insieme alle persone che amiamo.
Roberta Schira ha scritto un esordio che fa sognare.
Un romanzo importante, in tempi in cui la serenità sembra così lontana. Una storia che riconsegna la voglia di vivere e sorridere, nonostante
tutto e tutti. A volte basta trovare un ingrediente speciale per ricucinare la
propria vita. A volte, per rinascere, si può iniziare da un libro.
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mostra
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Le donne di Scanno
nelle foto di Lotz-Bauer
Gentile Redazione, mi pregio segnalare l'evento relativo ad una mostra inaugurata oggi (ieri per chi legge, ndr) a Roma su Hilde Lotz-Bauer,
alla quale Scanno diede la primogenitura nel 2008.
Con cordialità, Angelo Cetrone
Raccogliamo la segnalazione del dott. Angelo Cetrone, già sindaco di Scanno, promotore, in prima nazionale, a Scanno nel Marzo del 2008
della mostra dal titolo “Orme di donna, Hilde Lotz - Bauer, prima tra i fotografi a portare Scanno nel
mondo”.
Il Museo di Roma-in Trastevere ha allestito la prima grande retrospettiva di
Hilde Lotz-Bauer (1907-1999), che con la sua Leica al collo è stata una pioniera della “street photography”, fotografando l'Italia degli Anni Trenta. Sono circa un centinaio le fotografie
realizzate tra il 1934 e il 1943 che resteranno esposte fino al 5 maggio 2024.
Provengono da ben 4 archivi (archivio Hilde Lotz-Bauer a Londra, due Istituti
Max Planck per la Storia dell'arte - la Biblioteca Hertziana e il
Kunsthistorisches Institut di Firenze - e la collezione del fotografo Franz
Schlechter ad Heidelberg).
Celebri i suoi scatti a Scanno, con le donne che “mettono in mostra- come si legge nel catalogo allora realizzato - i loro vestiti
di festa, le acconciature, i grembiuli di seta e i gioielli raffinati, le
stupende gonne di
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lana pesante plissettata, le maniche ampie e i corpini stretti abbelliti con
soffici drappeggi”. E non solo questo, ma anche donne al lavoro, mentre tornano dal bosco con le
fascine in testa, quando fanno il bucato, quando vanno ad attingere l’acqua o quando lavorano al tombolo o riposano sedute sui gradini del vicinato.
La mostra resterà aperta fino al prossimo 5 Maggio.
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ricordi
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RICORDO DEL PROFESSORE
Giuseppe PROFETA
di Nino Chiocchio
Il 6 gennaio è passato all’altra vita il Professor Giuseppe Profeta. Credo che sia stato commemorato da
molti colleghi e allievi, tra cui il direttore di questo giornale, Roberto
Grossi.
Aveva oltrepassato l’età di novantanove anni. Un altro folclorista abruzzese, Damiano Venanzio Fucinese,
raccogliendo in tre volumi i proverbi e i modi di dire del suo paese, aveva
scritto che “la vita è un’affacciata alla finestra”. Veramente il Professor Profeta si era affacciato ad un balcone e ha descritto
tutto quello che ha visto e studiato: il paese dove era nato e cresciuto,
Arsita, nel Teramano, alle falde del Gran Sasso, era stato l’ambiente ideale per stimolarne l’attività intellettuale favorendone l’orientamento verso la cultura popolare; conseguentemente, salvo che negli
interventi pubblici e nella produzione letteraria peraltro esposta in maniera
non eccezionalmente forbita, amava interloquire come la modestia e la semplicità gli imponevano. Quindi era scevro alla spocchia di alcuni suoi colleghi. Aveva
vissuto le esperienze e le varie tappe della vita accademica ...
Nella foto a lato il prof. Profeta a Cocullo, mentre presenta il 31 Marzo 2012
il suo libro “San Domenico Abate di Sora e Cocullo”.
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“Emendamento Costa”
Oggi 18 gennaio presidio dei giornalisti abruzzesi sotto la Prefettura a Pescara.
All'iniziativa, promossa dall'Assostampa regionale e aperta a sindacati,
associazioni e cittadini, parteciperà anche la segretaria generale Fnsi, Alessandra Costante. Appuntamento alle 10.30
in Piazza Italia.
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