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Martedì 9 Gennaio 2024 - Sant'Adriano di Canterbury, Abate
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Il tempo... ieri - L’inverno ieri ha fatto sentire la sua presenza. La neve si è fermata a quota 1150 slm. Al di sotto la giornata è stata caratterizzata da una pioggia insistente. Temperature: mass. 3,9°; min. -0,8°; attuale 1,5° (ore 23,30).
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in primo piano
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683esimo giorno di guerra tra Russia e ucraina
93esimo giorno di guerra tra Israele e Hamas
La situazione sul campo si fa sempre più difficile per Kiev, mentre le truppe russe avanzano nel Donetsk, nei pressi di
Bohdanivka e Andriivka. Le forze ucraine hanno distrutto un ponte ferroviario
costruito dai russi vicino alla città occupata di Mariupol, che serviva per il progetto di ferrovia fra la Russia e
la Crimea occupata.
Da Berlino arriveranno nuovi aiuti militari, mentre l’Alleanza atlantica convoca una riunione straordinaria e avvia l’acquisto di nuovi missili Patriot. Gli Stati Uniti accusano Iran e Corea del
Nord di fornire armi a Mosca e Kim risponde con la richiesta di un aumento
della produzione di lanciamissili.
La giornata di ieri si è aperta con un bombardamento sull’ospedale Al-Amal a Khan Yunis. Secondo la Mezzaluna rossa, gli israeliani
avrebbero martellato la struttura e i suoi dintorni con artiglieria e droni.
E in un nuovo bombardamento israeliano su Jenin, nella Cisgiordania occupata, si
contano 6 morti che vanno a sommarsi alle 16 vittime dei raid effettuati nella
serata del 6 gennaio su una scuola e su un palazzo. Nella serata di sabato 6
gennaio una raffica di razzi di Hezbollah ha danneggiato la base aerea i Mt
Meron nel nord di Israele,
ritenuta strategica.
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il libro del giorno
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cocullo
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IL PRESEPE A COCULLO
Giunti ad una certa età si vive anche di ricordi… e nel periodo natalizio sono tanti, legati all’infanzia trascorsa nella dimensione raccolta del focolare domestico in attesa della
festività cristiana. Vivo era il desiderio di allestire il presepe con il muschio
raccolto nelle vicinanze della Fonte dell’Aia, muschio d’un verde smeraldo che alla pelle delle mani sentivi come velluto bagnato di
fresco. Raccolto a toppe ben consistenti, si portava in chiesa per ricoprire il
piano sul quale dovevano muoversi i personaggi che avrebbero dato vita nel
ricordo della scena di Greccio; facevano da sfondo le colline su cui si
affacciavano bianche case lungo le stradine tracciate con la breccia; sul verde
pascolavano le greggi, mentre pastori, massaie e bimbi si dirigevano verso la
capanna rischiarata dalla luce della stella cometa… I Magi erano ancora lontani, sulla duna si affacciava un cammello, tra le palme
un’oasi lontana… e in particolare, ricordo, la bellezza delle donne in costume che ammiravo per
i particolari dei vestimenti che le distinguevano: la scannese, la pettoranese,
la ciociara…, così come i pastori si distinguevano per il diverso abbigliamento. Quei “pezzi” erano stati acquistati nel 1764 a Sulmona: vi erano andate, per incarico di Don
Crescenzo Arcieri, alcune donne pie accompagnate dal priore e si sa, leggendo
il documento (Bastardello C29) conservato nell’Archivio comunale di Cocullo, quanto sia stato scrupoloso ed attento il lavoro
occorso per tale opera di allestimento ed anche la spesa sostenuta per tale
acquisto… cinque donne furono mandate “à pigliar le statuette del Presepie in Sulmona” accompagnate dal Priore; costui per sei giorni “andò à far due salme di lecina (“lecine” nella parlata cocullese è l’albero delle susine) nelle montagne d’Auersa” e fu lui che “assisté, nell’accomodar, e levar detto presepe”; e due donne “portarono tavole, travicelli, terra occorsa al detto presepe, e pulirno poi la
chiesa”; e Mastro Venanzio Risio fu incaricato di sistemare lo “stipone” in cui sarebbero state riposte le statuine dopo le festività natalizie, in tutto ciò coadiuvato dalle Procuratrici Loreta Arciero, Bartolomea Mascioli, Caterina
Chiocchio e Carmina Gizzi e dai Sacerdoti Don Giustino Gentile
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Saman Adhami
È Stato Il Vento
In una terra lacerata tra tradizione e rivolta, due amiche sono unite nella lotta condivisa
per la propria liberazione e quella dell'intero genere femminile.
'È Stato Il Vento' penetra nel cuore delle proteste iraniane iniziate nel
settembre 2022, echeggianti il potente grido di 'Donna-Vita-Libertà'.
Un reportage di viaggio in Iran, l'incontro di due amiche che presto diventerà un'avventura emozionante ma pericolosa.
C'è ancora spazio per l'amore nel caos: le protagoniste scopriranno che tale amore è estremamente delicato nonostante risuoni profondamente dentro ciascuna.
Ambientato su uno sfondo di eventi reali, questo romanzo avvincente esplora il
viaggio tumultuoso di queste due donne mentre navigano in una società che soffre per cambiare.
Le loro storie intrecciate riflettono non solo il costo personale della
ribellione, ma anche la resilienza dello spirito umano di fronte all'avversità.
Questo libro è una rappresentazione commovente dell'amicizia interculturale, della resistenza
e della determinazione incrollabile nella ricerca della libertà contro i regimi che richiedono silente obbedienza.
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e Don Pietro di Carlo. Lo spazio riservato alla rappresentazione era il
piedistallo dell’altare che accoglieva la statua del Santo protettore di Bari, da tempo
festeggiato ogni 6 dicembre poiché rappresentava per i Cocullesi il simbolo della pastorizia: San Nicola, a cui
era stata intitolata la parrocchiale che dominava la parte alta del paese,
presso il castello, e la cui statua, in seguito al terremoto del 1915, era
stata trasportata nella chiesa dedicata a San Domenico.
Oggi il presepe viene allestito, grazie all’impegno e alla passione di poche persone di buona volontà - e la sua visione ci conforta poiché per noi resta viva questa tradizione -, nella chiesa della Madonna delle Grazie
dove trovano spazio e sistemazione le figurine in miniatura, opera dell’artista pacentrano Giuseppe Avolio. Giovanna Chiocchio
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premio squilibri
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Premio SquiLibri:
i "Racconti lampo"
Già dai primi giorni di questo 2024 si torna a parlare di "SquiLibri- Festival delle Narrazioni"
ideato dallo scrittore e Direttore artistico Peppe Millanta.
Al concorso si partecipa inviando un unico racconto a tematica libera di propria
produzione, edito o inedito, in lingua italiana, anche già premiato in altri concorsi, di massimo 5000 caratteri spazi inclusi e
l'elaborato in forma anonima (non deve essere firmato e non deve contenere i
dati dell’autore) va inviato all'indirizzo premiosquilibri@gmail.com entro le ore 24.00
del 14 maggio 2024.
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pensieri in libertà di un ottuagenario
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RICORDI: DALLLA STALLA
AL TERMOSIFONE
di Nino Chiocchio
Il titolo sembra alquanto stravagante, ma è la storia di una poesia mandata a memoria cento anni fa e recitata ancora oggi
con nostalgia da un emigrato cocullese.
Tonino Marchione partì da Cocullo per il Canada quando l’economia agropastorale fu cancellata nel suo paese. Si adattò a lavorare nel Nuovo Mondo, così volenteroso e intraprendente com’era; ma non ha dimenticato mai il luogo natio né le sue esperienze giovanili: si era dedicato ai lavori campestri senza però dimenticare i doveri scolastici.
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La sua maestra gli aveva insegnato la poesia che segue e che dovrebbe avere
avuto maggiore fortuna per la profondità dei sentimenti in essa espressi: “Cadono le foglie”… è un ritornello spesso sottolineato per richiamare il tempo del tramonto della
bella stagione, ma qui la musa riscatta quella caratteristica annunciando l’evento melanconico con il fiorire delle viole e con l’immagine del paiolo, tenera immagine accanto al caldo respiro del “pio bove”, stemperandola nel tepore emanato dal bue nella stalla, espresso dal paiolo del
focolare domestico, mentre il boscaiolo raduna le foglie sparse dal vento a
simboleggiare il patrimonio raccolto in un anno. Ancora, nel turbinio delle
foglie il contadino rammenta ricordi come le spighe di grano che vanno e che
vengono mosse dal vento ...
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l’intervento
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DONNE, MADRI, CARRIERE
La sfida più emozionante della vita è fare un figlio
di Domenico Rinaldi
Riecco la polemica della maternità: desiderata, negata, incoraggiata, pretesa, osteggiata. I figli si fanno quando
si sta bene in salute, fisica e mentale, perché rappresentano un impegno a lungo termine, che necessita di un coinvolgimento
totale delle persone, a maggior ragione delle madri, che li custodiscono nel
loro grembo in attesa di vederli nascere. Direi che incoraggiare le donne ad
avere figli è <<oscurantista>>, un <<concetto biologico>> che <<mortifica il lungo cammino delle donne verso la libertà>>, stona con la realtà dei fatti. La regina Elisabetta ha regnato per 70anni mettendo al mondo quattro figli tra un impero e l’altro. Ursula von der Leyen, già medico, ha allevato sette figli. Roberta Metsola, presidente del parlamento Ue,
ha avuto quattro figli. L’etoile Eleonora Abbagnato alleva quattro figli, dividendosi tra i molteplici
impegni di lavoro. Si può essere astronauta come Samantha Cristoforetti e madre! Privilegiate, si
potrebbe dire, perché hanno avuto a disposizione i mezzi per poterlo fare. Privilegiate, soprattutto
perché hanno avuto
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la fortuna di incontrare l’uomo giusto che ha fatto desiderare loro di avere una famiglia piena di bambini.
I figli ripagano con la consapevolezza che si acquista con la loro nascita, ci
fanno scoprire risorse fisiche e mentali che non conoscevamo. Ci rendono più forti, più generosi, più empatici. Si tratta della sfida più grande, emozionante e continua che un essere umano possa intraprendere! Ecco
perché non basta dire che bisogna fare figli! Ma neppure che fare figli sia passato di
moda! Già è difficile formare una coppia che regga nel tempo, figurarsi se vengono a
mancare i requisiti indispensabili per allevare la prole. Una donna non
dovrebbe mai essere costretta a scegliere tra figli e lavoro.
Stupisce e disturba soprattutto l’atteggiamento delle femministe e di una classe politica che, da una parte
deplora l’incoraggiamento a rivalutare la maternità, considerandola una sorta di castrazione, dall’altra parteggia per maternità surrogate o comunque artificiali. Per non parlare poi di quando strizzano l’occhio a regimi che infliggono alle donne ruoli da incubatrici forzate, con
matrimoni combinati soprattutto tra consanguinei, pratica peraltro poco
salutare! I figli si facciano per amore, solo per amore: così alleveremo persone felici, equilibrate, che alloro volta desidereranno avere
figli.
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comunicato stampa
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Generazione Insieme
Si chiude a Teramo il primo ciclo
di incontri territoriali dei giovani per D’Amico
Si chiude il primo ciclo di incontri territoriali promosso da Generazione Insieme, il
coordinamento giovanile delle forze partitiche, civiche e associative a
sostegno della candidatura alla Presidenza della Regione di Luciano D’Amico. Dopo gli altri tre capoluoghi di provincia abruzzesi, dove si sono svolti
confronti apprezzati e partecipati, è stata la volta di Teramo.
L’evento si è svolto presso il Castello Della Monica. Erano presenti circa 40 ragazze e
ragazzi. Nelle oltre due ore di discussione sono state analizzate problematiche
di particolare interesse per le giovani generazioni, di rilievo sia provinciale
che regionale. Il sindaco Gianguido D’Alberto è intervenuto per un saluto. Spazio all’ambiente, comprese le questioni della tutela del territorio (considerando anche
il recente taglio del 98% della Riserva del Borsacchio), della sicurezza e della prevenzione. Poi il diritto allo
studio con i tanti problemi mai risolti tra cui la mancata erogazione delle
borse di studio universitarie, le difficoltà di apertura e modernizzazione della scuola e dell’offerta scolastica, e i trasporti, costosi e carenti in termini di mezzi e
qualità del servizio. Tra i tanti altri temi è stato trattato quello della sanità, che vede, con l’approvazione della nuova rete sanitaria regionale, la
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provincia di Teramo fortemente danneggiata nonostante i gravi disagi, molto
sentiti soprattutto nelle aree interne. Tutte questioni fondamentali anche per
conseguire una maggiore attrattività dell’Abruzzo, che, ormai povero di opportunità, difficilmente riesce a contenere lo spopolamento, di cui soffrono molti
territori.
I partecipanti agli incontri dei quattro territori provinciali si incontreranno
nuovamente per proseguire nella discussione e nel confronto, anche alla
presenza di D’Amico.
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riserva del borsacchio
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3500 Firme Raccolte in Due Giorni
per la Difesa della Riserva Naturale
del Borsacchio
La cittadinanza di Roseto e Cologna ha dimostrato una straordinaria mobilitazione, affollando
fisicamente il gazebo in soli due giorni e raccogliendo ben 3500 firme contro
il taglio della riserva naturale del Borsacchio.
Oltre 600 residenti di Cologna hanno aderito alla causa, inclusi esercizi
commerciali nel settore della ristorazione e imprenditoria turistica. Il
sostegno si estende anche a importanti figure del turismo ecosostenibile, come
il Touring Club, e vanta l'adesione dell'Associazione Regionale B&B d'Abruzzo, che vede nella riserva un'opportunità di sviluppo. Giusto a chiudere tutte le false notizie lanciate da gruppi di
imprenditori edili travestiti da agricoltori.
Particolarmente significativa è la nota del Presidente del Collegio dei Periti Agrari Laureati, che evidenzia
gli strumenti economici rilevanti riservati agli agricoltori e ai residenti,
sottolineando l'importanza della riserva per la comunità locale.
Le falsità sono smentite dalle decine di messaggi quotidiani, post sui social dei veri
residenti che contribuiscono a dissipare eventuali malintesi e a fornire informazioni
accurate sulla situazione. Esplode di consensi il messaggio dell'agricoltore
che inviando foto dei suoi terreni e degli ulivi potati e dei raccolti invita
gli enti a svegliarsi ogni giorno nella Riserva Borsacchio.
L'adesione così massiccia dimostra il forte legame della comunità con la tutela dell'ambiente e l'importanza di preservare la riserva Borsacchio
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per le generazioni future perché da Cologna sono proprio i giovani a esser venuti a firmare in massa.
Vivere in una Riserva è creare armonia fra residenti, storia, natura e visitatori. Un equilibrio che
crea sostenibilità e occupazione ovunque. Il PAN è stato terminato il 27/12/23 e nelle prime settimane di gennaio terminava iter
lungo 18 anni che ha bloccato alcuni interventi. Casualmente il giorno dopo la
caduta dei vincoli arriva il taglio. Su questa sequenza di eventi ci sarebbe da
aprire una ampia riflessione. Se davvero i problemi erano i vincoli, il giorno
prima sono stati superati. E' evidente che il problema di chi ha mosso tutto
non era un BB (che aderiscono in massa all'appello) ma le grandi opere edilizie
che comunque nel PAN non si potevano fare.
Marco Borgatti
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