Martedì 8 Agosto 2023 - San Domenico di Guzman, Sacerdote e fondatore dei Predicatori

Il tempo... ieri - giornata caratterizzata da nubi di scarsa consistenza, spinte qua e là dal vento di Maestrale che non ha fatto risalire i gradi di calore. Temperature in calo per le minime: mass. 22,9°; min. 11,3°; attuale 13,8° (ore 23,30).
 
  in primo piano
530esimo giorno di guerra tra Russia e Ucraina
Nulla di concreto dai colloqui a Gedda

L’Ucraina ha annunciato di aver sventato un piano per assassinare il presidente Zelensky durante la sua prossima visita nella città di Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina. Un uomo è stato arrestato per aver provato a far trapelare informazioni relative agli spostamenti del presidente ai russi, in modo che potesse essere colpito con un missile.
Mosca annuncia di aver condotto azioni offensive su “su un ampio fronte” nella zona di Kupyansk, nella regione orientale di Kharkiv in Ucraina. Il governatore della regione di Kherson, nel sud dell’Ucraina, ha dichiarato che un bombardamento russo ha colpito un condominio della città nelle prime ore del mattino. Una donna di 59 anni è morta mentre 12 altre persone sono rimaste ferite.
Nulla di fatto concreto dai colloqui a Gedda, in Arabia Saudita. la Russia, assente al vertice, ha sottolineare la mancanza di presupposti per un cessate il fuoco e ribadire che l’obiettivo di Mosca è "soltanto quello di mantenere il controllo sui territori scritti nella Costituzione". 
 
  il libro del giorno
   villalago
Con Riflessi Sonori
“MO’ BETTER BAND”
stasera a Villalago

“Riflessi Sonori”, la rassegna musicale, giunta alla quinta edizione, che inizia oggi a Villalago e prosegue fino al 24 agosto nell’Alta Valle del Sagittario con tappe ad Anversa, Castrovalva e Scanno, Chiudendo la rassegna musicale a Villalago. Dieci percorsi nei paesi che hanno aderito al progetto musicale di “Riflessi Sonori”.
Questa sera a Villalago, alle ore 21,30, in Piazza Celestino Lupi aprirà la rassegna il gruppo musicale “Mo’ Better Band”, composto da 15 giovani provenienti un po’ da tutta la regione, con l’obiettivo di fondere la versatilità della classica banda italiana con        
l’energia e l’allegria degli stili funky e jazz.
Originalità e tanta allegria i tratti distintivi della street band fondata per passione dal sassofonista teramano Fabrizio Leonetti.
Etaf Rum
La donna senza voce

Palestina,1990. Isra ha diciassette anni e preferisce di gran lunga leggere piuttosto che intrattenere i pretendenti che suo padre le presenta. Eppure, nel giro di una settimana, la ragazzina sognante e ingenua si ritrova sposata e, insieme al neo-marito, catapultata a Brooklyn. Perché Adam e la sua famiglia sono emigrati in America, sebbene ciò non significhi che la parola "libertà" esista tra le mura della loro nuova casa. Anzi, i suoceri, Farida e Khaled, come lo stesso Adam, sono convinti che una donna serva solo per essere al servizio dell'uomo. Che non debba parlare se non interpellata. Che non abbia il diritto di sognare, ma solo il dovere di fare figli. Maschi, possibilmente. Brooklyn, 2008. Deya è la figlia maggiore di Isra, e nonostante sogni di andare al college, anche per lei è il momento di incontrare i pretendenti. Forse sarebbe tutto diverso se sua madre Isra non fosse morta in un incidente insieme a suo padre, molti anni prima. Ma la nonna Farida è determinata, come lo era stata con la nuora Isra: una donna è una donna, e deve sottostare ai suoi doveri. Eppure il destino a volte sa prendere pieghe inaspettate, e quando Deya scoprirà la scioccante verità sulla storia dei suoi genitori, troverà la forza insperata di lottare per ciò che a sua madre non fu concesso avere. Un romanzo in grado di raccontare la battaglia silenziosa ma inesorabile delle donne che, in America come nel resto del mondo, lottano per avere voce.
 
   concerto
All'Aurum la IV edizione
del Pescara Flute Festival

Ha preso il via venerdì 4 agosto la quarta edizione del ‘Pescara Flute Festival – Una full immersion nel mondo del flauto’, quattro giorni dedicati interamente alla scoperta del flauto, uno degli eventi a tema più importanti del panorama musicale italiano. Fino all’8 agosto l’Aurum si immergerà completamente nell’atmosfera e nelle sonorità dello strumento, attraverso Masterclass, convegni, presentazioni e concerti e con l’esordio anche della Pescara Flute Orchestra. L’edizione 2023 prevede un programma
ricco, articolato, che va ben al di là della parte concertistica, e che gode del patrocinio dell’assessorato alla cultura di Mariarita Carota,
 
   parole e musica
Il tributo a Paolo Villaggio
di e con Anna Mazzamauro

“Com'è ancora umano lei, caro Fantozzi", 
una battuta evergreen che fa da eco a tanti ricordi ma anche il tributo al grande Ragionier Ugo Fantozzi, il Paolo Villaggio ricordato da Anna Mazzamauro nello spettacolo firmato Good Mood di Nicola Canonico e che sarà a Pescara, presso l'arena del Porto Turistico per la rassegna di Estatica 2023, il 16 agosto alle ore 21.00. L'appuntamento è con colei che è ormai nota, anche alle nuove generazioni, come la Signorina Anna Silvani. "Se all’improvviso chiudo con nostalgia gli occhi della memoria mi ritrovo di fronte, come uno specchio appannato dal tempo, gli occhi innamorati del ragionier Ugo Fantozzi che guardano me oramai per sempre signorina Silvani e le parole non dette in venti anni di assidua frequentazione con Paolo Villaggio si tramutano in quelle scritte…e allora “CARO FANTOZZI…”. Dal cinema che ti ha reso leggenda io, riconoscente e in debito, ho l’ardire di raccontarti in teatro proprio per restituire a Paolo Villaggio la grazia" – questa la dedica nostalgica della signorina Silvani. Come spiega la Mazzamauro, ha usato a volte la signorina Silvani come alibi per raccontare i suoi difetti e Anna per raccontare gli strepitosi aneddoti che hanno legato gli anni dal loro primo disastroso incontro, "fino a quando - si rivolge al suo collega scomparso - ci hai salutato agitando il tuo tragico basco blu e dopo aver sistemato le mutande ascellari (che nessuno ha mai osato far diventare di moda) per raggiungere  
la tua nuvoletta. Ma non sarebbe stato teatro se avessi composto un’angiografia. Il teatro ha bisogno di emozioni da raccontare al pubblico".
 
   notte bianca del libro
Puntualizzazioni sulla “Notte Bianca del libro”
don Giuseppe, parroco
di scanno, E IL SUO LIBRO

Dopo la breve cronaca di ieri, iniziamo da oggi, a raccontarvi, pur in sintesi, le tante presentazioni che hanno onorato la manifestazione.
Iniziamo con don Giuseppe, essendo toccato a lui, aprire la rassegna.
Introdotto dalla prof.ssa Maria Antonietta Mancini, che ha parlato delle sue origini, della sua formazione sacerdotale, del suo arrivo in Italia e della sua incardinazione nella diocesi di Sulmona, don Joseph Mazola Ayinepa, parroco di Scanno, ha illustrato il suo libro “La RD Congo: l’histoire, un présent, la mondialisation, un cauchemar”.
Egli ha parlato della difficile situazione del suo Paese, dove prevale la logica del profitto da parte delle potenze straniere. Un Paese ambìto durante il colonialismo per le sue ricchezze minerarie, vive una nuova schiavitù con lo sfruttamento minorile nelle miniere di coltan, richiesto per la telefonia e del cobalto, per le batterie. Egli denuncia questa sottomissione allo straniero vedendo solo in una formazione culturale aperta a tutti e fondata sui princìpi morali la preparazione etica di una classe dirigente per la conquista della vera democrazia.
Tanta la gente presente ad ascoltarlo. Ne ha apprezzato il coraggio di denuncia pubblica delle negatività di alcune situazioni e soprattutto come il suo Paese viene visto e descritto dai media occidentali, che spesso si fermano su immagini di un passato remoto, che non rispondono più alla situazione reale. Tutti gli Africani, quando s’incontrano si salutano con la parola”fratello”, cosa che non succede tra i bianchi. Ha parlato da sacerdote, ma anche da uomo che soffre per la sua Terra d’origine e che vorrebbe risolvere tutti i problemi che il colonialismo ha lasciato in eredità.
 
   pensieri in libertà di un ottuagenario
guerre di religione, turbolenze politiche e banditismo.
Prima ipotesi= Mons. Corsignani scrive: “Erano anche presso a Marruvio per la parte de’ Peligni le tre antichissime ragguardevoli Città Milonia, Plistia e Fresilia. E cita Petrarca: …fuisse Marsorum in confinio Samnitium, et Pelignorum positam. Itaque in Samnitium, Pelignorumque confiniis fuere praedicta Marsorum Oppida, vel Urbes, Milonia, Plistia, Fresilia…” (Nulla è più certo che Milonia fosse situata al confine dei Marsi con quelli dei Sanniti e dei Peligni. Pertanto le predette città di Milonia, Plestilia e Fresilia, fortezze o città ...

PAGUS E BORGO

di Nino Chiocchio

In un lavoro in corso di pubblicazione (?) accennai o parlai, almeno nel “pagus”, di centro fortificato, considerando che avevo notato in quasi tutte le abitazioni, comprese quelle semidistrutte, due uscite: una o più su una via ed una o più su un’altra via, sia nel nucleo abitato più alto, che in quello più basso. La miglior conservazione – prima della discutibile ristrutturazione recente del nucleo più basso fa presumere che questo abbia opposto maggior resistenza all’aggressore. Ma quando e come e perché fu fortificato? A questo proposito formulo tre ipotesi: guerra italica,
 
   l’intervento
LA MAFIA CONCORSO ESTERNO 
La riforma di Nordio e la verità su Falcone

di Domenico Rinaldi

Giovanni Falcone continua a essere strumentalizzato. E’ stato così anche nelle ultime polemiche sul <<concorso esterno in associazione mafiosa>>, che il ministro della giustizia Carlo Nordio s’è permesso di criticare come un meccanismo giuridico inappropriato e poco garantista a sinistra, hanno rinfacciato a Nordio che Falcone che era a favore dell’impiego affiancato dell’articolo 110 del Codice penale <<il concorso nel reato>> e l’articolo 416 bis <<l’associazione di stampo mafioso>>. Falcone, nel 1987, sottolineava la necessità di individuare una figura giuridica capace di reprimere quel che allora definiva <<fiancheggiamento, collusione, contiguità>> con le organizzazioni criminali. Ma tutto questo è ben diverso dall’aver sostenuto e teorizzato il concorso esterno in associazione mafiosa. Nessuno ricorda che Falcone già nel 1991, nel suo libro <<cose di cosa Nostra>> (Rizzoli), scriveva che <<la legge La Torre [cioè il 416 bis], studiata per perseguire specificamente il fenomeno mafioso e per porre rimedio alla mancanza di prove, dovuta alla limitata collaborazione dei cittadini e alla difficoltà intrinseca nei processi contro mafiosi di ottenere testimonianze, non
sembra abbia apportato contributi decisivi nella lotta alla mafia. Anzi, vi è il pericolo che si privilegino discutibili strategie intese a valorizzare ai fini di una condanna, elementi sufficienti solo per aprire un’inchiesta>>. Falcone era molto perplesso addirittura da un utilizzo troppo disinvolto dello stesso articolo 416 bis, tanto che già nel 1982 sosteneva che la magistratura inquirente dovesse concentrarsi molto sull’accertamento dei reati tipici delle organizzazioni mafiose come l’estorsione e gli omicidi. Tutto questo rinnovato armeggiare ideologico attorno a Falcone non stupisce affatto. Dopo averlo digrignato e combattuto per tanto tempo, soprattutto dopo che nel 1991 Falcone accettò di lavorare al ministero della Giustizia come direttore generale degli Affari penali, accanto al ministro socialista Claudio Martelli, la sinistra – giudiziaria e non – si è impadronita manu militari della figura di Falcone e ne ha piegato il pensiero al proprio uso e consumo. L’ha trasformato in un’icona di parte. Nessuno ricorda più, oggi, che in una drammatica seduta del Csm del gennaio 1988 – con l’esclusione del solo Gian Carlo Caselli – furono proprio i membri togati di Magistratura (la corrente giudiziaria vicina la Pci) a voltargli contro, e gli impedirono di diventare capo dell’ufficio istruzione di Palermo. Dopo quel voto, che vide prevalere il candidato concorrente Antonino Meli sulla base di motivazioni risibili. Paolo Borsellino poco prima di morire ebbe a dire di aver capito che <<nel volgere di pochi mesi Giovanni Falcone sarebbe stato distrutto>>.
 
   lutti
L’addio a Quinto Di Clemente,
l’alpino più longevo di Scanno

Quinto Di Clemente, la “penna nera” più anziana di Scanno, dopo cento anni di vita terrena, ha lasciato questo mondo per l’eternità. Scortato dagli alpini della locale associazione “Combattenti e reduci” con il loro vessillo e dai carabinieri in congedo dell’associazione “Chiaffredo Bergia”, il feretro è stato accompagnato ieri dalla chiesa di Sant’Antonio Barone, dove era stata allestita la camera ardente, alla chiesa parrocchiale per il funerale celebrato dal parroco alle ore 16,00. La partecipazione di molta gente è stata la dimostrazione di stima e rispetto per una persona amabile e genuina, sempre sorridente e cordiale con tutti.
Nella sua lunga vita ha sperimentato la guerra, il lavoro della miniera e della montagna. Faceva parte della Divisione Julia, batt. Piemonte, quando si trovava a Bari durante i bombardamenti del 1943 e poi a Cassino. Ne parlava sempre in ogni occasione. “La nostra comunità ha perso un testimone della storia” ha detto don Giuseppe durante l’omelia, “una persona laboriosa e resistente fino agli ultimi anni di vita.” Con il suo cappello alpino non era mai mancato alle manifestazioni per onorare i soldati caduti in guerra e proprio davanti alla lapide, nella piazza delle ricorrenze patriottiche, aveva voluto festeggiare il nove novembre il suo centesimo compleanno.
 
Lago di Scanno (da Sinet)
Esprimiamo sentita vicinanza alle figlie Anna Maria, Nunziatina, al figlio Pietro, ai generi e alla nuora, ai nipoti, ai pronipoti e a tutti i suoi parenti.