Venerdì 5 Agosto 2022 - Sant'Emidio, Vescovo e martire

Il tempo... ieri - IL CALDO è SEMPRE PIù IN RIALZO. Nel pomeriggio si sono formate nuvole di calore, ma senza fenomeni piovosi. La brezza di valle si è fatta sentire in serata. Temperature elevate: mass. 29,6°; min. 16,4°; attuale 20,1° (ore 23,30).
 
   in primo piano
Centosessantaduesimo giorno di guerra tra Russia e Ucraina
LA GUERRA CONTINUA A RITMO SERRATO

Le forze ucraine hanno liberato due villaggi nella regione di Donetsk. Lo ha annunciato Oleksii Hromov, vice responsabile di un dipartimento delle forze armate ucraine. Lo riporta Ukrinform. "Nel corso della settimana, le nostre truppe hanno migliorato la loro posizione tattica e sono avanzate in profondità nelle linee di difesa nemiche al di fuori degli insediamenti di Mazanivka, Brashkiv, Suluhunivka e Dmytrivka e hanno liberato due insediamenti: Mazanivka e Dmytrivka", ha detto Hromov. Ukrinform ricorda che i russi stanno cercano di mantenere il controllo delle aree occupate nell'Ucraina meridionale, ma parallelamente si stanno preparando per avanzare fino al confine amministrativo della regione di Kherson.I distretti di Nikopol e Kryvorizky, nella regione sud-orientale ucraina di Dnipropetrovsk, sono stati presi di mira 60 volte con missili Grad dalle forze russe durante la notte. Lo ha affermato il governatore dell'amministrazione regionale, Valentyn Reznichenko, citato dal giornale Kiev Independent. Reznichenko ha precisato che sono stati distrutti un edificio residenziale e danneggiate decine di infrastrutture, sia civili sia commerciali, e che una donna è stata ferita nel distretto di Kryvorizky.
 
   il libro del giorno
   villalago
 
Ancora un giorno
e poi a Villalago ci sarà
“La Notte bianca del libro”

E’ tutto pronto per la seconda edizione della “Notte bianca del libro”, che si svolgerà sabato 6 Agosto a Villalago, uno dei borghi più belli d’Italia, a cominciare dalle ore 18,00. Una festa dei libri che vede coinvolte venti case editrici: Macro, Bonomi, Erikson, Crisalide, Andromeda, Atélier, Sì, Solfanelli, Masciulli, Loiacono, AEA, Costa, Drakon, Meta, Nuova Gutemberg, Tabula Fati, Di Felice, Arsenio, Menabò, I luoghi dell’Anima.
Per la presentazione di libri, due sono le postazioni.
Alla Piazzata San Domenico ci saranno: Salvatore Santangelo alla: “Fronte dell’Est”; Massimo Cialente: “L’Aquila 2009, una lezione mancata”; Roberta Sciore: “M. Linehann, Una vita degna di essere vissuta”; Paolo Piacentini: “Appennino atto d’amore”, Claudia Errico e Sara Carallo: “Roma Pescasseroli a piedi”. Intermezzi musicali del M° Marco Di Biagio, con musiche di Bach e Chopin.  Seguiranno ancora: Giovanni Liccardo: “Alla scoperta di Napoli archeologica”; Antonio Farchione: “L’Abruzzo e la sua cultura popolare”; Ricardo Lucio Perriello: “Acqua passata, gloria futura”.
Alla Porticella, ci saranno: Dino Viani: “Quando la neve era bianca”; Maria Cristina Franzoni: “Un nemico del popolo”; David Ferrante: “L’Abruzzo magico”; Davide Rossi, Alfonso Guizzardi, Gabriele Muratori: “Tutte le facce della pandemia”.
Ukmina Manoori
Le bambine
non esistono

Nonostante sia cresciuta sui monti afgani in una zona molto tradizionalista, Ukmina sin da piccola va in bicicletta, gioca a pallone, si sposta da sola per le commissioni, parla da pari con gli uomini del suo villaggio. Il motivo per cui può farlo è perché Ukmina non esiste. È un fantasma, Undicesima dopo sette femmine e tre maschi morti in fasce, quando ha compiuto un anno suo padre ha capito che ce l’avrebbe fatta e ha sentenziato: «Tu sarai un maschio, figlia mia». È un’usanza diffusa in Afghanistan, tollerata anche dai mullah: una famiglia senza figli maschi, può crescere una bambina come fosse un bambino. Malasorte che consiste nell’avere figlie femmine.
Vengono chiamate bacha posh, “bambine vestite da maschio”, e sono tantissime. In virtù di un semplice cambio di abiti, Ukmina ha avuto tutta la libertà riservata agli uomini.
Per i bambini: Laboratorio: “Costruire i segnalibri” e lo  Spettacolo di Burattini: “Storie in scatola”, di Giuseppina e Maria Letizia Volpicelli
L’Intrattenimento musicale è con “I Raccattati”, “Bryan Gray” e i “I Poker”.
Per la cena i ristoranti la “Locanda Lago Lucciola”, “Da Michele” e “Lo Chalet”, prepareranno menu di specialità locali. Sarà una nottata all’insegna del libro, lungo la bella scalinata che dalla Piazza porta al centro storico
del paese.
 
   coronavirus abruzzo
Saliti a 513.767 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo

Sono 1.679 i nuovi contagi da coronavirus.
Si registrano altri 2 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 1629 tamponi molecolari e 6633 test antigenici. Del totale dei casi positivi, 104387 sono residenti o domiciliati in provincia dell’Aquila (+224 rispetto a ieri), 147310 in provincia di Chieti (+553), 119153 in provincia di Pescara (+406), 124264 in provincia di Teramo (+370), 10939 fuori regione (+44) e 7713 (+82) per i quali sono in corso verifiche
sulla provenienza.
 
   villalago
IL CONSIGLIO DI STATO
HA GIUDICATO INFONDATO
l’appello contro
la sentenza del tar

FERNANDO GATTA è stato riconfermato sindaco dal Consiglio di Stato, giudicando infondato il ricorso in appello dei signori Luca Silvani, Andrea Lupi e Mauro D'Antonio per la “riforma della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per l'Abruzzo”.
La sentenza, pubblicata in data 4 Agosto, ripercorre tutte le fasi dello scrutinio del 4 Ottobre scorso, valuta le schede contestate, e rigetta ogni contestazione, concordando con la decisione del T.A.R.
“Alla luce di quanto indicato - recita la sentenza -considerato lo scarto di quattro voti tra le due liste, il Collegio rileva come perdano di consistenza le altre censure che, in ogni caso, non supererebbero la cosiddetta prova di resistenza, non consentendo anche in caso di accoglimento la modifica dell’esito elettorale finale”.
“Considerate le specifiche circostanze inerenti alla controversia in esame il Collegio ritiene sussistano gravi motivi per disporre la compensazione
delle spese di lite del grado di appello”.
Per una corretta informazione sulla decisione del Consiglio di Stato si allega la sentenza.
 
   strettamente personale
LA BELLEZZA E IL Kitsch
NON Hanno COLORE POLITICO

Ieri mattina il mio cellulare non ha fatto che squillare per avvisarmi dei messaggi in entrata. Erano i miei amici che mi mandavano lo screenshot di quello che ha scritto sulla sua pagina Facebook Jacopo Lupi (andate a leggerlo!) in risposta al mio articolo su “Villalago non è una bidonville”.
Jacopo è figlio di Simone e di Vittoria. E’ giovane. Ed io, per antica professione, ho un massimo rispetto per i giovani, che hanno tutto il diritto di dire quello che pensano, ma debbono essere cauti a salire in cattedra e rimproverare chi ha più anni sulle spalle. Non rispondo a lui, anche se ha buttato nella “cagnara” politica il mio appello al Sindaco.
La Bellezza non ha colore politico, né risponde al mi piace e al non mi piace, perché è un valore assoluto. Al giovane Jacopo dico solo questo: «carissimo, ma non ho il diritto-dovere di dire al Sindaco di togliere quei barattoli di latta, appesi alla ringhiera, il giorno della Notte bianca del libro, perché sono espressione evidente di un Kitsch, per non dire sporcizia? Villalago non è il mio paese? Ma che c’entra la politica? E poi la stima, che dici di avere nei miei confronti, dev’essere fatta di comprensione, di dialogo, di incontro, di rispetto, altrimenti è una parola vuota. Villalago la conosco bene e sto zitto sui vari “ammennicoli” messi qua e là, comprese le sedie vuote, che danno l’idea di abbandono, di
persone scomparse, di un paese vuoto».
Rispondo, invece alla signora madre, a Vittoria, che sotto al figlio ha postato: «Bravo Jacopo così capisce (riferito a me, ndr) come si scrive e chi è un vero giornalista ed un vero amante di Villalago»
Parole affettuose di mamma. Che Dio la benedica! Secondo la gentile signora, oltre a non saper scrivere (non è nuova a questa baggianata!) non sono neppure un vero giornalista, né un vero amante di Villalago.
Amare Villalago, significa viverci tutto l’anno; significa farvi crescere i propri figli; significa, per amore del paese, costringerli a fare i pendolari per andare a studiare a Sulmona; farli alzare la mattina presto con la neve, con la pioggia, con il gelo, e tornare stanchi dopo due ore di viaggio in pullman; significa aspettare i genitori, lavoratori pendolari, per pranzare o cenare. Amare Villalago significa presidiarla perché non si spopoli. Amare Villalago, significa andare a scavare per dieci anni, nel periodo estivo per rinvenire le memorie storiche del Monastero, tacendo sulle tante iniziative e sui libri scritti. Amare Villalago significa anche mettersi contro il potere di un Sindaco, di denunciare apertamente le cose che non vanno e non stare alla sua corte. Questo è amore per il paese e non le passeggiate al centro storico e le fantasticherie della gentile Vittoria. I Villalaghesi lo sanno e la riprova sono i tre voti.
Mi fermo qui, perché andare oltre non è da vecchio professore. r.g.
 
   l’intervento
insignificante, banale, ma nel suo agire non c’era banalità, ma un’immane crudeltà. Di fronte alla violenza ci indigniamo e puntiamo il dito contro l’altro, perché l’altro è il violentatore, sempre l’altro: noi ci indigniamo così siamo salvi. Ci indigniamo per il fatto che nessuno si è messo di mezzo per cercare di aiutare quel povero nigeriano mezzo zoppo che vendeva fazzoletti di carta. E in tanto fiorisce la speculazione politica che trova spazio tra tanta ipocrisia e stupida propaganda. In realtà non ci si guarda dentro, si cerca di salvare se stessi da quella crudeltà che drammaticamente ci appartiene come un principio costitutivo, dell’esperienza umana. Si possono trovare mille motivi per spiegare (non necessariamente giustificare) l’aggressione omicida verso il venditore ambulante nigeriano, e altrettanti motivi per l’uccisione del quel povero cane di San Giovanni Rotondo. Argomenti del tutto inutili: perché, in questo caso si, la loro colpa è banale. Davano fastidio. Alla banalità di questa colpa si è contrapposta la crudeltà del male: bastava dire al venditore ambulante di andarsene; al cane dargli una pacca sul sedere (era buono, non aveva mai fatto male a nessuno) per mandarlo via, invece esce prepotente, inarrestabile il piacere di fare del male, di aggredire oltre ogni limite del buon senso. Il rimedio? E’ sempre lo stesso comprendere la fragilità dell’amore, non pensando come  un’invincibile potenza contro la crudeltà del male. Educare alla bellezza, insegnare a riconoscere la bellezza: questo è veramente un impegno politico. Essere responsabili della bellezza del mondo, saperla proteggere, saperla creare. Dove c’è bellezza, il male arretra, non è sconfitto, ma trova un antagonista difficile da sopraffare.
IL CANE DI PADRE PIO

di Domenico Rinaldi

L’altro ieri in prima pagina, c’era la notizia di un cane ammazzato a fucilate in provincia di Foggia: non faceva male a nessuno, lo chiamavano <<il cane di Padre Pio>> perché a San Giovanni  Rotondo, dove si trova il santuario dedicato al prete di Pietrelcina, si avvicinava ai pellegrini, quasi accompagnandoli  al Convento dei Cappuccini.
Ieri, in prima pagina, la notizia di un uomo ammazzato a bastonate mentre, da ambulante, cercava di vendere ai passanti qualche piccola cosa. Un uomo non è un cane, ma crudeltà che li ha ammazzati è la stessa. Una crudeltà che si esprime con la violenza più bieca, quella che uccide. Talvolta con abili o ipocriti esercizi retorici giustifichiamo la violenza come una condizione di necessità per difenderci dal sopruso. Ma nessuna retorica riuscirà a giustificare la crudeltà, perché sarebbe come ammettere che il sentimento dell’amore ha un valore inferiore all’essere crudele. La crudeltà è subdola, ubiqua, mostra le sue innumerevoli forme dalle sofisticate tecnologie degli armamenti, agli stupri, alle esecuzioni di massa, al piacere di sopraffare il più debole. Ci indigniamo degli atti violenti provocati dalla crudeltà dell’uomo, come se quell’uomo, non appartenesse a quello stesso nostro genere che si mostra impotente di fronte alla violenza. Il male non è banale, come scriveva Hannah Arendt, osservando quel piccolo uomo. Adolf Elchmann, che ascoltava impassibile le accuse del tragico sterminio di ebrei, di cui era responsabile. Elchmann poteva apparire un uomo
 
La Bassa Valle del Sagittario