Mercoledì 18 Maggio 2022 - San Giovanni I, Papa e martire

Il tempo... ieri - L’ANTICICLONE Africano ha portato ancora una giornata calda e assolata, con nuvole di calore nel pomeriggio. Correnti di aria calda. Temperature in rialzo per la massima: mass. 24,2°; min. 11,6°; attuale 13,7° (ore 23,30).
 
   in primo piano
Ottantatreesimo giorno di guerra tra Russia e Ucraina
non ci sono ANCORA LE possibilità di FERMARE il conflitto

È cominciata l’evacuazione dei soldati che sono rimasti asserragliati per circa ottanta giorni dell’acciaieria Azovstal. Sono 264 i militari evacuati: 53 soldati feriti sono stati condotti a Novoazovsk, e altri 211 combattenti sono stati portati a Olenivka, nel territorio controllato dai separatisti filorussi di Donetsk. Questi ultimi sono poi stati ricondotti in territorio ucraino in cambio di altri prigionieri russi. Nell’acciaieria sono rimasti ancora dei militari, anche se non è stato reso noto il numero preciso. Intanto sul fronte, la città di Leopoli, a circa 70 chilometri al confine con la Polonia, durante la notte ha subito un attacco missilistico. Raid anche a Severodonetsk, nella regione orientale di Lugansk, dove sono morte almeno dieci persone. Lo ha riferito il governatore locale Serhiy Haidai: “Al momento è estremamente difficile controllare l’area a causa di nuovi bombardamenti”.
E’ emersa una quarta fossa comune a Mariupol, nei pressi del cimitero centrale della città. Lo ha denunciato Radio Svoboda. Missili anche a Mikolaiv hanno colpito un quartiere residenziale della città. “Il cessate il fuoco è impossibile da realizzare”. Sono le parole della vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk in un’intervista a Sky Tg24. La scelta è “solo quella delle armi” perché in questo momento “non ci sono possibilità di risolvere il conflitto politicamente”. Ed aggiunge: “Finché le armi e i soldati nemici rimangono nel territorio dell’Ucraina il cessate il fuoco non potrà essere realizzato. Non c’è bisogno di parlare di cose irrealistiche”. La vicepremier insiste perché arrivino altre armi a Kiev: “Parliamo invece delle armi, qui e adesso, nelle nostre mani, nelle mani dei nostri soldati, date dalla Nato e da altri Paesi. Questo è realismo, di questo dobbiamo parlare”. 
 
  cronaca
   il libro del giorno
 
La Fnsi in piazza
con Amnesty:
«L'estradizione
sarebbe una condanna
per il diritto di cronaca»

Libertà per Julian Assange, il fondatore di Wikileaks in prigione a Londra. E un netto "No" alla richiesta di estradizione negli Stati Uniti, sulla quale la ministra degli Interni del Regno Unito, Priti Patel, è chiamata a decidere nei prossimi giorni. Questi i messaggi lanciati dalla piazza organizzata da Amnesty International Italia nei pressi dell'ambasciata britannica a Roma, martedì 17 maggio 2022. Alla manifestazione, fra gli altri, anche la Fnsi, l'Usigrai, l'Ordine dei giornalisti del Lazio, i giornalisti della Rete NoBavaglio, politici, artisti e rappresentanti di ong e associazioni.
«L'estradizione di Julian Assange equivarrebbe a una condanna per il diritto di cronaca e per la libertà di stampa», la posizione della Fnsi.
«Estradare Assange – le parole del segretario dell'Usigrai, Daniele Macheda – significherebbe condannarlo ad una vita in carcere solo per aver fatto il giornalista, per aver pubblicato dei documenti».
Per Stefania Maurizi, giornalista italiana che segue
dall'inizio la vicenda giudiziaria, «se perdiamo questo caso perdiamo il diritto di sapere cosa fa lo Stato a nostro nome». Assange è detenuto nella prigione inglese di massima sicurezza di Belmarsh a Londra ormai da tre anni, dopo un'annosa permanenza per ragioni di sicurezza nell'ambasciata dell'Ecuador della capitale britannica. Ha perso la libertà il 7 dicembre del 2010, quando cominciarono a piovere su di lui accuse di vario genere, la più grave delle quali è quella di essere una spia al soldo di potenze straniere.
Se venisse accolta la richiesta degli Stati Uniti e fosse consegnato dalle autorità di Londra, il giornalista australiano rischierebbe, in base all'Espionage Act del 1917, 175 anni di carcere.
Dorothy Edwards
Sonata d'inverno

In un piccolo villaggio della campagna inglese, mentre l’inverno imbianca il paesaggio si dipanano le vicende sentimentali e sociali di una piccola comunità: due sorelle corteggiate a intermittenza, un cugino che non sa cosa fare di sé, una ragazzina ribelle che cerca di evadere da un contesto familiare soffocante, e il forestiero Arnold Nettle, giovane e cagionevole musicista trasferitosi in campagna per fuggire l’inverno cittadino. Le lunghe serate trascorrono tra goffe conversazioni ed esibizioni musicali. Tutti, in cuor loro, aspirano a qualche indefinito mutamento che possa imprimere alla vita un corso più deciso, ma la voce dei protagonisti rimane in gola, così come il rumore dei passi si perde nel silenzio ovattato dell’inverno.
 
   coronavirus abruzzo
Saliti a 397.046 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo

Sono 1499 (di età compresa tra 2 mesi e 103 anni) i nuovi casi positivi al Covid registrati ieri in Abruzzo. Sono 282 i pazienti (-8) ricoverati in ospedale in area medica; 10 (invariato) in terapia intensiva, mentre gli altri 30708 (-193) sono in isolamento domiciliare.
Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 2.436 tamponi molecolari e 8.787 test antigenici.
Il tasso di positività, calcolato sulla somma tra tamponi molecolari e test antigenici del giorno, è pari a 13.35 per cento.
 
   l’intervento
dirigiamo verso una guerra diretta – e nessuno ha preparato il popolo americano o il Congresso per questo. Se anche gli americani iniziano a mettere in dubbio la politica dell’amministratore Biden, perché non dovrebbe farlo l’Europa? E perché? E perché farlo dovrebbe essere tacciato come dimostrazione di – anzi americanismo.  
Attenzione ora…, perché può succedere di tutto. La richiesta di Svezia e Finlandia di entrare nella Nato «si tratta di una scelta basata dalla paura. Una mossa difensiva, può essere comprensibile, ma…». E dietro quel <<ma>> c’è un punto di vista diverso che fa i conti anche con la Storia. L’allargamento della Nato non indica una fase evolutiva dell’occidente, indica, tutto il contrario. Quando è caduto il Muro di Berlino non c’è stato un accesso all’occidente da parte di alcuni Stati dell’Est, dell’ex Urss su base militare. “Abbiamo sedotto i Paesi dell’Est con i nostri costumi e con la nostra libertà, non lo abbiamo fatto con le stellette, le divise e gli eserciti”. Una mossa già fortemente criticata da Erdogan che ha negato qualunque assenso a un’espansione  della  Nato verso il Nord. E il no di Ankara pesa come un macigno sia sul contesto della guerra in Ucraina che sullo scacchiere europeo che si sta ridisegnando. Helsinki e Stoccolma per inseguire  una difesa allargata, o un mantello  di protezione oltre confine, possono mettere a rischio  l’intera stabilità del Vecchio continente….
La politica di Joe Biden
apre una nuova fase

di Domenico Rinaldi

Anche gli americani si stanno accorgendo che la guerra in Ucraina è entrata in una nuova fase. Tom Stevenson, sul New York Times, ha ammesso che <<gli Stati Uniti e i loro alleati hanno cambiato la loro posizione>> All’inizio il sostegno occidentale aveva l’obbiettivo di difendere l’Ucraina dall’invasione. Ora l’ambizione è più grande: Indebolire la Russia stessa. Presentata come una risposta di senso comune all’aggressione russa, questo spostamento è di fatto un’escalation significativa. Aumentando infatti il sostegno armato e di intelligence all’Ucraina e azzoppando ogni tentativo diplomatico di fermare i combattimenti, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno aumentato di molto il rischio che il conflitto deflagri in qualcosa di più vasto. Si stanno prendendo un rischio che va molto oltre ogni realistico guadagno strategico. Con un editoriale sul New York Times,  ha scritto parlando dello scoop sul ruolo dell’intelligence americana nell’uccisione di una decina di generali russi e nell’affondamento dell’incrociatore russo Moskya: Questa fuga di notizie suggerisce che non stiamo più combattendo una guerra indiretta contro la Russia, ma ci
 
   l’aquila
A L’Aquila torna la Partita del Cuore

Dopo due anni di interruzione per i noti fatti legati alla pandemia, il Comitato “La Città Solidale” di L’Aquila presieduto dal Professor Ludovici Domenico, in collaborazione con la Confraternita “Cavalieri Templari Federiciani” di L’Aquila, comunica che quest’anno torna il noto torneo di calcio denominato “La Partita del Cuore”, aperto alle scuole superiori e medie di L’Aquila, alle società calcistiche di L’Aquila, all’Università di L’Aquila e ai vari gruppi sportivi aquilani.
La manifestazione sportiva e di beneficenza giunge con successo, dopo una pausa di due anni, alla sua XXV^ edizione. Gli incontri saranno disputati entro la seconda decade del mese di maggio, presso lo stadio “Gran Sasso” di L’Aquila, con modalità di svolgimento delle partite già sperimentate nelle scorse edizioni. Saranno due giornate di sano sport, il connubio tra competizione sportiva e solidarietà, con eliminatorie nella prima giornata e finali nella mattinata del giorno successivo. A tutte le squadre partecipanti sarà distribuito, con congruo anticipo, ampio e dettagliato programma.
 
   abruzzo
Le liste sono poi sottoposte alla verifica della commissione elettorale circondariale. Saranno quattro i candidati sindaci e 16 le liste per circa 500 candidati che concorreranno alle elezioni nella città più grande tra i 48 comuni al voto in questa tornata elettorale in Abruzzo: il sindaco uscente e ricandidato della coalizione di centrodestra, Pierluigi Biondi, 47 anni, il candidato del centrosinistra, Stefania Pezzopane, 62enne deputato del Pd, e il candidato civico dell’area di centrosinistra, Americo Di Benedetto, 54enne consigliere regionale abruzzese della civica Legnini Presidente, e Simona Volpe, candidatura uscita all’ultimo momento. Nel capoluogo regionale il centrodestra corre unito, mentre si spacca il centrosinistra.
Nella provincia aquilana andranno al voto Balsorano, Barrea, Campo di Giove, Caporciano, Civitella Alfedena, Gioia dei Marsi, Lecce nei Marsi, Luco dei Marsi, Montereale, Morino, Pescasseroli, Prata d’Ansidonia, Pratola Peligna, Sant’Eusanio Forconese, Scoppito e Villavallelonga.
ELEZIONI AMMINISTRATIVE
IN ABRUZZO

Scaduto il termine ultimo per depositare le liste dei candidati alle elezioni comunali del 12 giugno. Una partita che interesserà 49 comuni abruzzesi e 230mila cittadini. Occhi puntati sul capoluogo di regione, L’Aquila, la città più grande al voto, ma si voterà in altri quattro comuni con più di 15 mila abitanti: Ortona, San Salvo, Spoltore e Martinsicuro, dove dunque è previsto il ballottaggio, il 26 giugno, se al primo turno nessuno dei candidati otterrà il 50% più uno dei consensi.
Per i comuni capoluogo, le liste devono essere composte da un minimo di 21 candidati a un massimo di 32, sottoscritte da un minimo di 67 persone a un massimo di 400. Le liste dei candidati devono essere formate in modo tale che ciascun genere non venga rappresentato in misura inferiore ad un terzo né superiore ai due terzi dei candidati.        
 
   unarma
SICUREZZA E LAVORO SOMMERSO UNARMA: “NON SI PUÒ MORIRE
DI LAVORO”

“L’approvazione del bonus 110% sulle ristrutturazioni ha dato una spinta al Paese e al settore edilizio ma ha anche, purtroppo, aumentato il numero di irregolarità che riscontriamo sui cantieri, con conseguenti infortuni e incidenti sul lavoro” – interviene UNARMA, sindacato nazionale dell’Arma dei Carabinieri. Da settimane le divise sono impegnate in controlli a raffica in aziende e cantieri, che hanno evidenziato diverse irregolarità – “Registriamo migliaia di casi di sfruttamento dei lavoratori nel settore edilizio e di lavoro sommerso. Tra i più comuni, ponteggi montati in tutta fretta, lavori eseguiti a tempo di record per passare, il prima possibile, al cantiere successivo. Non ci stupiamo se, secondo l’ultima indagine dell’Inail, circa il 30% degli infortuni mortali si siano verificati proprio nelle costruzioni. Siamo sicuri che strumenti come il protocollo siglato tra l’Arma dei carabinieri e il gruppo FS Italiane contrastino le infiltrazioni criminali nei luoghi di lavoro, ma come UNARMA ci preoccupano anche gli aspetti collaterali di questa vicenda in materia di diritti. Tante imprese edili sono state strozzate in
questi anni dallo stop del Covid-19 e, senza un adeguato monitoraggio sul lavoro sommerso di cui molte abusano per riprendere in mano i cantieri, viene meno il senso di legalità, decoro e sicurezza. Stiamo uscendo da una crisi sanitaria, ma siamo ancora preda della crisi del lavoro sommerso: non si può morire di lavoro”.
 
La Valle dei laghi