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Lunedì 7 Giugno - San Roberto di Newminster, Abate cistercense
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Il tempo... ieri - GIORNATA PER LO PIù NUVOLOSA E con brevi pioggerellinE. Il sole si è affacciato solamente qualche attimo tra le nuvole. Ventilazione
modesta.Temperature in calo: mass. 21,1°; min. 12,1°; attuale 12,4° (ore 23,30).
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in primo piano
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IL VINCITORE DELLA XVIII MARATHON DEGLI STAZZI
E’ IL BELGA WOUT ALLEMAN DELLA DMT RACING TEAM
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SCANNO - Si è disputata ieri, domenica 6 Giugno, con partenza alle ore 9,30 la XVIII edizione
della Marathon degli Stazzi, gara di Mountain Bike, organizzata dall’Associazione MT-Scanno, presidente Mario De Vincentis. Il tracciato di 64
chilometri si è snodato tra prati, passi e alture spettacolari, al disopra del Lago di Scanno,
per salire fino a 1870 m. e percorrendo in dirittura di arrivo il centro
storico di Scanno per tagliare il traguardo nella piazza principale del paese.
I concorrenti sono stati 450. Il tempo è stato favorevole, perché si è mantenuto tra il sereno e il nuvoloso, ma senza esiti piovosi e con una
ventilazione moderata.
L’organizzazione come sempre è stata perfetta, con una grande partecipazione di volontari, segnando il
tracciato e rimuovendo gli accumuli nevosi, ancora presenti a quote più alte e poi seguendo per eventuale assistenza gli atleti in difficoltà.
A tagliare per primo il traguardo è stato il belga Wout Alleman della DMT Racing team col tempo di 2.22.22. Dopo circa cinque minuti sono arrivati rispettivamente
secondo e terzo i due Italiani: Rocchetti Leopoldo (BIKE THERAPY A.S.D) e Di
Mattia Mario Gabriele (DAMA PASOLINI BIKEPRO). E’ stata una bella giornata di sport, che ha visto tanti atleti, tornati liberi dall’incubo della pandemia, ma anche tanta gente presente alla partenza e all’arrivo, nel rispetto delle procedure anticovid. Bravi gli organizzatori e per
tutti il presidente Mario De Vincentis.
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il libro del giorno
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l’intervento
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Il monito
della Giornata dell’AMbiente
E’ la salvaguardia
degli Ecosistemi
Lo scorso 5 giugno si è celebrata in tutto il mondo la Giornata dell’Ambiente, istituita dall’ONU nel 1972. Il “Ripristino degli Ecosistemi”, è stato il tema scelto quest’anno con l’obiettivo di prevenire, fermare e invertire i danni inflitti agli ecosistemi
della Terra. In Italia, la giornata è arrivata al culmine di una settimana, cominciata il 31 maggio,
Gutierrez in questo giorno ha ribadito, ancora una volta, che se non si prendono
subito provvedimenti, si è vicini ad un punto di non ritorno per la salute della terra e per la
salvaguardia dell’umanità. Abbiamo a nostra disposizione solo un decennio per riparare i danni causati
dall’uomo. La rivoluzione ecologica non deve solo implicare il governo ed i vari enti
preposti per l’ambiente ma deve riguardare tutti noi. Ognuno di noi deve impegnarsi acche le
cose cambino in modo significativo, anche nei piccoli gesti che compiamo
quotidianamente, a cominciare dalla corretta raccolta differenziata, al
raccogliere le carte e le plastiche che persone ignoranti e scorrette gettano
per terra, a non utilizzare i prodotti custoditi nelle plastiche che stanno
distruggendo il sistema ecomarino con la conseguente scomparsa di molte specie
ittiche che le ingeriscono scambiandole per cibo, con la morte di alcune
barriere coralline e soprattutto con le microplastiche chetai pesci sono
trasmesse all’uomo.
L’impegno maggiore lo dobbiamo dedicare alla difesa e salvaguardia dei nostri
gioielli naturali che sono i
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nostri laghi, soprattutto S. Domenico e Lago Pio, due smeraldi che Madre Terra
ci ha generosamente elargito tra l’altro Riserve ed aree protette che richiedono massima discrezione nel
frequentarli. Purtroppo la realtà è un po’ diversa perché alcuni turisti attratti dalla bellezza dei siti si sentono in dovere di
violarli entrandovi con le macchine e con le moto, non scanno che le Riserve
sono (come la parola dice) riservate agli animali che le frequentato e alle
piante autoctone che vi prosperano. Allora bisogna vigilare e segnalare a chi
di dovere le infrazioni ma anche posizionare cartelli di divieti e dissuasori.
Soprattutto dobbiamo cambiare i nostri stili di vita non solo nei nostri
comportamenti ma anche nella nostra alimentazione. La giornata mondiale per l’ambiente deve portarsi a riflettere profondamente su come mai si è arrivati a tratto, la terra ci chiede aiuto e ci ammonisce a cambiare rotta
altrimenti nel giro di 100 anni, anche meno, rischiamo l’estinzione.
Lucrezia Sciore
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Valentina Capecci
Amarti
è da Matti
Serena Bisanzi è un’assistente sociale spavalda, indomita e appassionata del proprio lavoro. Per le
pratiche più spinose deve rivolgersi alla Procura della Repubblica e un giorno viene
affidata al nuovo magistrato, il bellissimo, altolocato, riservato e sarcastico
Iacopo Taller, senza sapere che lui è stato convinto di starle alla larga. Perché è una schiacciasassi, gli hanno detto, e un pubblico ministero ha ben altro di
cui occuparsi. In più Iacopo ha anche un caso di omicidio da risolvere, per cui il suo atteggiamento
con la graziosa assistente, che in teoria sarebbe il suo tipo, per ragioni di
tempo e di opportunità è scostante e ostile fin dal loro primo incontro. Non immagina che Serena è una che non molla facilmente e, pur di ottenere aiuto per i suoi protetti, gli
darà il tormento. Tra i due s’instaura un rapporto conflittuale che, tra personaggi bizzarri, situazioni
anomale e la soluzione del delitto, è destinato a sfociare in un inaspettato reciproco sentimento.
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coronavirus abruzzo
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Saliti a 74.240 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo
Rispetto a ieri si registrano 39 nuovi casi (di età compresa tra 10 e 78 anni). Degli attualmente positivi (5152), 21 sono
residenti a L’Aquila e provincia, 11 a Chieti e provincia, 0 a Pescara, 4 a Teramo, 3
residenti fuori regione o in accertamento. Attualmente 90 sono i pazienti
ricoverati in area medica (-8), 9 ricoverati in terapia intensiva (-2), 5053 in
isolamento domiciliare (+38). Gli attualmente positivi in Abruzzo (calcolati
sottraendo al totale dei positivi, il numero dei dimessi/guariti e dei
deceduti) sono 5152 (+38).
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abruzzo
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Da oggi l’Abruzzo è in zona bianca:
STOP AL COPRIFUOCO
Nelle regioni bianche non ci sarà l’orario di rientro a casa e potranno riaprire in anticipo alcune attività ancora chiuse per decreto legge del 18 maggio 2021.
Restano in vigore anche in zona bianca il divieto di assembramento, l’obbligo di distanziamento interpersonale, l’uso obbligatorio della mascherina all’aperto quando non si può mantenere la distanza e al chiuso nei luoghi pubblici, la sanificazione nei
luoghi chiusi e l’aerazione, oltre all’adozione dei protocolli di sicurezza previsti per i differenti settori.
Tra le novità, riaprono parchi tematici e di divertimento, sale da gioco, scommesse, bingo,
casinò e piscine al chiuso, che in zona gialla riaprono dal 1° luglio.
Tra le novità, riaprono parchi tematici e di divertimento, sale da gioco, scommesse, bingo,
casinò e piscine al chiuso, che in zona gialla riaprono dal 1° luglio. In base alle nuove linee guida delle Regioni, nelle zone bianche salta
il limite di 4 persone al tavolo al ristorante. Sì alle docce in piscine e palestre. Nelle regioni bianche possono riaprire anche
le
discoteche ma senza ballare.
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parliamo di cose concrete
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Sinceramente non abbiamo avuto modo di vedere la “nuova proposta” di riordino della rete ospedaliera regionale che sancirebbe questa novità, per la Valle Peligna; e pertanto ci guardiamo bene dall’esprimere critiche gratuite, magari ingiustificate. Tuttavia ci permettiamo di
dire che ad una riflessione sulle notizie offerte dalle agenzie di stampa
sembrerebbe di capire che tutta l’operazione (di retromarcia) avrebbe come fine l’autorizzazione (in deroga?) al funzionamento del centro nascite (proprio a
ridosso di ulteriori pensionamenti di personale attualmente in servizio; tant’è che nella proposta, se abbiamo capito bene, “si rappresenta che sono in corso le procedure di reclutamento del personale” previsto dalle disposizioni vigenti del 2018 e le più ...
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SULL’ASSISTENZA SANITARIA
NELLA VALLE PELIGNA
LA REGIONE FA MARCIA INDIETRO (?)
di Andrea Iannamorelli
Sembrerebbe che sia proprio così: di fronte a recriminazioni di fonti diverse, la Regione sembrerebbe
ripensarci. E per l’Ospedale S.S. Annunziata di Sulmona potrebbe delinearsi un ruolo di dipartimento
di emergenza di primo livello. Fonti giornalistiche, dal web e dalla carta
stampata, in questi giorni ne hanno parlato; pur con prudenti richiami ad una
sorta di “beneficio d’inventario” (la proposta “dovrà passare al vaglio del ministero”, è stato scritto. Ed è giustissimo.).
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editoriale
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IL LUNEDI’ DEL DIRETTORE
I quattro orsetti di Villalago
L’estate 2020 è stata per i quattro orsetti indimenticabile! L’hanno vissuta con la loro mamma a Villalago, nei dolci declivi del Quarto
Avanti, a debita distanza dall’abitato, sonnecchiando sotto l’ombra degli alberi, guardati e protetti amorevolmente da un nugolo di persone,
che li aspettava in doppia fila mentre si recavano a fare il bagnetto al Lago
Pio o spiati mentre salivano sugli alberi di ciliegio. Come dei piccoli divi
sono stari fotografati e filmati. Le loro foto e i loro video hanno fatto il
giro del Mondo. Sono apparsi in riviste patinate e in tv di successo.
Crescendo, la loro mamma li ha portato a conoscere il paese e a passeggiare
nelle notti di luna nel centro storico. Nello stesso tempo ha insegnato loro
come entrare nei pollai, come sfondare le saracinesche dei garage e come
predare le pecore negli ovili. Dopo aver visitato Villalago in lungo e in
largo, li ha portati nei paesi vicini e poi sempre più lontano. Le cronaca dei giornali si sono sbizzarriti nel seguire i loro
spostamenti e nel raccontare le loro "imprese”. Con l’arrivo dell’inverno non abbiamo saputo più nulla. Si è trepidato e temuto per essi. Abbiamo dovuto aspettare la Primavera per sentirci rassicurati, quando sono arrivati di nuovo a Villalago con la loro
mamma, come se avessero nostalgia di rivedere tutti insieme il luogo della
felice estate. Le foto hanno mostrato gli orsetti già grandi e al passo con l’orsa. Sono restati solo qualche giorno. Dalle cronache dei giornali abbiamo
saputo che la mamma, senza aspettare che compissero due anni, li aveva
abbandonati, lasciandoli andare ognuno per la propria strada a fare scorribande
in vari paesi della Marsica.
Sono di recente le notizia che uno dei quattro orsetti a Scanno è entrato nel terrazzino di una casa privata e che un altro dalle acque del Lago di Scanno è arrivato in una villetta, dove i proprietari stavano arrostendo della carne all’aperto. E’ apparso dal video, fatto da uno dei proprietari, macilento, denutrito, tanto da
non aver la forza di brontolare e di ribellarsi a chi cercava di farlo desistere dall’entrare. Il giovane orso alla fine si è allontanato. Nel video si è notato che era costretto a portare un radiocollare, traumatico e fastidioso. Quale il fine? Sicuramente scientifico per localizzare o conoscere
l'estensione dell’areale, ma anche per individuare rapidamente l'animale onde, credo, dissuaderlo
subito dall’avvicinarsi alle abitazioni. Ma allora?
I quattro orsetti, non essendo stati allontanati insieme alla loro mamma da
Villalago, hanno ricevuto l’imprinting territoriale, che è quello degli umani, dove è meno faticoso trovare cibo. E, avendo perso l’ancestrale paura dell’uomo, si spostano non più da bosco a bosco, ma da paese a paese. E quando qui non ci saranno più orti, più pollai, più apiari, perché distrutti dagli animali selvatici, o quando avremmo messo reti elettrificate in
interi paesi, cosa succederà? Gli orsi andranno sempre più lontano, attraversando le autostrade, alla ricerca spasmodica di cibo, con il
pericolo di essere investiti dalle automobili?
Cosa fare? Certamente non bastano i vari incontri con le associazioni animaliste, che ci ripetono in continuazione che non bisogna aver paura
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dell’orso, ma che dobbiamo imparare a conviverci.
Ma che significa conviverci? Non dargli fastidio, non traumatizzarlo con urla e
suoni di trombe, non corrergli dietro con le macchine, ma fargli fare quello
che vuole? Ma l’orso lo sa che noi se lo incontriamo mentre gira per i nostri paesi rischiamo di
stramazzare a terra per la paura?
Secondo Franco Zunino, segretario generale della Wilderness Italia, primo
studioso dell’Orso Marsicano, gli orsi abbandonano il loro areale perché non trovano cibo a sufficienza e si avventurano per questo nei centri abitati.
Per risolvere il problema, secondo Zunino, bisognerebbe decidersi “a riseminare i terreni abbandonati, a portare pecore sui pascoli, a fargli
trovare carcasse di cervi e cinghiali (il tutto con la tecnica dei "Recinti
Finamore”, così chiamati dal loro inventore, valicabili nei due sensi solo dagli orsi) e a fare
in modo che le zone con risorse trofiche naturali non subiscano disturbo
turistico”. Sono d’accordo con Zunino, tranne che per quel “fargli trovare carcasse di cervi e cinghiali”.
Negli Anni Ottanta il Parco provvedeva a questo, ma ricordo che da Valle Orsara
proveniva un tanfo enorme di carne putrefatta, da rendere insopportabile tutto
l’ambiente.
Se gli orsi non sono “seminatori”, sono però “cacciatori” e mi sembra opportuno che questa loro natura non venga impigrita o addirittura
silenziata. r.g.
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