Venerdì 11 Settembre 2020 -  Sant'Adelfio di Remiremont, Abate

Il tempo... ieri - GIORNATA A DUE TEMPI: mattinata calda e assolata; pomeriggio nuvoloso e con continue minacce di temporali, finite con brevi pioggerelline. Temperature in calo per le minime: mass. 27,1°; min. 15,4°C; attuale 16,0° (ore 23,30).
 
   in primo piano
L'ombra di Costantinopoli
sul Santuario
di Pratola Peligna

Si terrà alle ore 18, sabato 12 Settembre, al teatro comunale D'Andrea di Pratola Peligna (Aq) un convegno storico su "I segreti svelati, l'ombra di Costantinopoli sul santuario della Madonna della Libera".
Incontro con la storia locale per raccontare fatti inediti del comprensorio. L'occasione sarà unica anche per il gemellaggio previsto con l'associazione “Ordo Cavalieri Termole” di Termoli, organizzatori del Palio di San Timoteo.  
 
   il libro del giorno
    cultura
 
inaugurata la casa natìa
di Ignazio Silone a Pescina

È stata inaugurata ieri, giovedì 10 Settembre, la casa natìa di Ignazio Silone a Pescina in via delle Botteghe, a seguito degli importanti lavori di ristrutturazione resi possibili grazie al contributo della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e del Comune di Pescina. In seguito dell’ottenimento di tutti i permessi per l’avviamento del progetto di recupero integrale, nonostante il periodo di chiusura per l’emergenza sanitaria e le misure di sicurezza adottate per il contenimento del virus Covid-19, i lavori di ristrutturazione sono stati ultimati lo scorso 12 Agosto.
Alla cerimonia hanno partecipato il Sindaco Stefano Iulianella e il Presidente della Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale, Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, accompagnato dal Direttore Generale Prof.ssa Alessandra Taccone.
La cerimonia di inaugurazione è stata seguita dal racconto in musica intitolato “Il perdono nutre il mondo – Silone, Dante e la Perdonanza di Celestino V” di Angelo De Nicola, accompagnato dalla fisarmonica di Lorenzo Scolletta e dal pianoforte di Sara Cecala.
Questo il commento del Sindaco di Pescina Stefano Iulianella: «Il restauro della casa natìa dello scrittore
Ignazio Silone non è soltanto l’importante recupero architettonico di un edificio sito nel nostro splendido centro storico, ma altresì di una parte importante della storia della nostra città e dell’identità culturale che la caratterizza. Ignazio Silone finalmente torna nella casa dov’è nato, dove ha vissuto i primi anni dell’infanzia, dove ha sofferto la distruzione e la separazione dai propri affetti a causa del terremoto del 1915. Tutto ciò è stato reso possibile dalla generosità degli eredi dello scrittore, che hanno donato al Comune di Pescina l’immobile oggi recuperato dalla lungimiranza e sensibilità del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele».
Sandro Zenodocchio
ANTICA VIABILITA’
IN ABRUZZO

Dalle piste preistoriche alla medievale "Via degli Abruzzi", muovendosi in una prospettiva spazio-temporale, "Antica viabilità in Abruzzo" ne abbraccia l'intero processo evolutivo. Quantunque secoli di storia ci separino, è stato possibile rintracciare il percorso della antichissima Via Quinctia e della Via Litina, fondamentali arterie che attraversarono il territorio sabino. Parimenti della Via Campana conosciamo ora il tragitto dalle foci del Tevere all'Abruzzo interno. Nuova luce è stata gettata sull'antica viabilità picena, mentre la Via Salaria, orfana di nome, possiamo finalmente appellarla con Via Cecilia. Ma la maggiore novità in assoluto riguarda la Tabula Peutingeriana, il più noto fra gli antichi itineraria.
 
   coronavirus
Saliti a 3932 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo

Rispetto a ieri si registrano 11 nuovi casi (di età compresa tra 20 e 70 anni), mentre il numero dei pazienti deceduti resta fermo a 472. GLI attualmente positivi in Abruzzo (calcolati sottraendo al totale dei positivi, il numero dei dimessi/guariti e dei deceduti) sono 513 (+7 rispetto a ieri). Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, sono stati eseguiti complessivamente 170623 test. 35 pazienti sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva; 3  in terapia intensiva, mentre gli altri (474) sono in isolamento domiciliare.
 
   intervista
Il racconto e la saggezza
del pastore Shefit
sul problema dell'orsa a Villalago

VILLALAGO - Incontro Shefit, Macedone con cittadinanza italiana e residente a Villalago, mentre conduce le sue pecore ai pascoli del Quarto Avanti. Come sempre ha un sorriso sulle labbra e accetta che mi fermi con lui a parlare. Alcuni cani si avvicinano, guardano il pastore, e per un intesa tacita, non mi abbaiano, ma scodinzolano in segno di amicizia. Shefit è andato sulla cronaca dei giornali per le due aggressioni al gregge da parte dell'orsa, che sosta con i suoi quattro cuccioli a Villalago. Non ho avuto modo, quando è successo, di farmi raccontare l'accaduto. Ora che mi è capitata l'occasione, lo prego di raccontarmi i fatti. Accetta volentieri e inizia da quella avvenuta sui pascoli in montagna.
L'orsa seguiva da qualche ora il gregge. Shefit la intravedeva tra le siepi. Quando ha sentito l'abbaiare dei cani, si è voltato e se l'è vista dietro a pochi metri. La paura è stata tanta, ma non ha fatto nessun gesto sconsiderato. L'orsa si è fermata per un attimo e poi di corsa si è fiondata nel mezzo del gregge, afferrandone una e portandosela via, mentre le altre fuggivano impaurite.
- E i cani? I cani - mi ha risposto - hanno paura dell'orso, sanno che non possono fare nulla, per cui si limitano solo ad abbaiare.
- E i quattro orsacchiotti ?
- La mamma li ha tenuti nascosti dietro una siepe, perché altrimenti i cani avrebbero avuto la meglio su di loro.
Presa tra le fauci la pecora, si è diretta dove teneva i suoi piccolii e insieme sono andati via.
La seconda aggressione è avvenuta all'ovile verso l'una di notte.
Mi racconta che le pecore erano chiuse nella stalla. L'abbaiare dei cani l'ha svegliato insieme a tutta la famiglia. Si è affacciato e ha cominciato a gridare per far allontanare l'orsa.
- «Non è fuggita, ma si è avvicinata sempre di più alla stalla, mentre i cani seguitavano ad abbaiare, tenendosi a debita distanza. Ha girato intorno, entrando dalla parte di dietro. Le pecore come l'hanno vista si son date alla fuga, sfondando la porta d'ingresso. L'orsa è corsa loro dietro. Ne ha afferrata una, dileguandosi poi nella notte. Un cane che si era avvicinato di troppo ha riportato una ferita ad una zampa, che ho dovuto poi curare, dandogli anche gli antibiotici. Nonostante il buio sono corso a ritrovare  le fuggitive per ricondurle alla stalla. Ormai non c’era più pericolo dell’orsa».
- Cosa ne pensi di tutta questa storia? - domanda banale, quando non si ha più cosa chiedere.
«Io - mi risponde - non ce l'ho con l'orsa. Essa ha fame e ha anche il compito di sfamare i suoi piccoli. Il problema è che a Villalago, come      
in tanti altri paesi dell'Abruzzo, si è persa la tradizione delle pecore e dell’agricoltura. Quando i pastori erano in tanti, l'orso andava da un gregge all'altro. Sono stato pastore in Macedonia con mio padre e la sera senza fare drammi, ognuno raccontava cosa era successo, se aveva avuto la visita di un orso. L'orso non andava sempre allo stesso gregge, ma quando veniva scacciato, sapeva di poter trovare comunque altrove altre pecore. Oggi gli orsi non sanno più cosa mangiare, ed ecco perché entrano nei paesi, vanno negli orti ed entrano nei pollai. Prima nei paesi non entravano, perché sapevano di essere scacciati. Oggi, invece, ci dicono che bisogna conviverci. Conviverci non significa risolvere il problema della loro fame, perché non si semina più niente e gli stessi alberi da frutta pedemontani sono vecchi e maltenuti. E poi abbiamo reti elettrificate in quasi tutti i pollai e gli orti. Cosa deve fare l'orsa per mangiare? Se si vuole che non scendano in paese bisogna trovare il sistema per nutrirli in montagna. Quando le tradizioni millenarie scompaiono, occorre rivedere anche il nostro sistema di vita e quello degli animali selvatici che ci circondano, se vogliamo che viviamo in pace entrambi.  Lo stesso problema è con i cervi che stanno invadendo il paese. Da quando non ci sono più pecore i prati di montagna non vengono più concimati, per cui nascono erbe selvatiche che non sono appetibili. I cervi quindi scendono a valle ed entrano nei paesi. Qui a Villalago si trovano soprattutto nelle zone dove abitualmente porto le pecore al pascolo. I cervi stessi non sono cibo per gli orsi, perché sanno che farebbero fatica a prenderli e se tentano ci riescono raramente. Avremo ancora il problema dell'orsa, perché le faggiole (frutto del faggio), che sono il cibo preferito dagli orsi, non ancora si sono aperte, ed occorre aspettare qualche mese».
Non gli chiedo altro. Lo lascio al suo lavoro, anche perché le pecore stanno scendendo verso la strada.
Le parole di Shefit sono di una saggezza che dovrebbero dare lezione a tanti ecologisti e animalisti dell'ultima ora, che pensano di risolvere il problema degli orsi confidenti, chiudendo strade e posizionando cartelli un po’ ovunque, per poi lucrare con convegni inconcludenti. r.g.
 
   villalago
mamma orsa
di nuovo in cronaca

VILLALAGO - Nella pagina di ieri abbiamo riportato in cronaca la "visita" dell'orsa e dei suoi quatto cuccioli nel pollaio di Giorgio Buccini a Villalago. Oggi scriviamo di nuovo sull'orsa che nella notte di ieri è tornata nel luogo dove insieme ai suoi figlioli il giorno prima aveva banchettato con carne di galline ruspanti. L’orsa prima di entrare nel pollaio aveva aperto un varco nel garage attiguo, sconquassando a zampate la serranda. Non vi era entrata, ma si era diretta verso il vicino pollaio. Giorgio con l'aiuto di alcuni suoi amici aveva risistemato nella mattinata la serranda.
Ieri notte l’orsa è entrata con i suoi piccoli, dopo averla alzata per circa un metro. Hanno mangiato il grano che era in una bagnarola, mangime per le povere galline.
La domanda che ci poniamo e vi poniamo è questa: perché l'orsa è tornata? Secondo noi è un animale intelligentissimo ed ha una buona memoria. Richiamata, il giorno prima dall'odore delle galline, ha creduto che fossero dentro il garage, per cui si è data da fare per entrare. Quando si è accorta che erano lì vicino, ha desistito ed ha scavalcato la rete di recinzione facendo insieme ai quattro cuccioli strage delle galline.
Nel garage, però, sicuramente aveva annusato e visto il grano, per cui lo aveva fissato nella mente, disinteressandosi al momento, perché      
vicino c'era un cibo più appetitoso e nutriente. Evidentemente ieri mattina la fame e la preoccupazione di dar da mangiare ai suoi piccoli, le ha fatto ricordare quello che aveva visto.
E' una ricostruzione fantastica? Bisognerebbe interrogare l'imputata per saperlo. E questa è sicuramente possibile solo con la fantasia.
(La foto è stata tratta dal video di Giuseppe Solarino)
 
   scanno
PADRE FERDINANDO

Tre mesi fa, 11 giugno, Padre Ferdinando è tornato alla casa del Padre lasciando a noi scannesi un vuoto incolmabile.
Il giornale locale "LA FOCE" non ha dedicato nemmeno un rigo alla scomparsa di questo frate, la stessa cosa successe quando morì Padre Beniamino.
Evidentemente chi scrive "LA FOCE" ama poco i frati che tanto hanno dato a Scanno.
(Domenico Di Vitto)
 
   gssi l’aquila
Einstein Telescope,
progetto presentato all’ESFRI
con il contributo del GSSI

È stato presentato al Forum Strategico Europeo per le Infrastrutture di Ricerca (ESFRI), il progetto ET, acronimo di Einstein Telescope, un osservatorio pionieristico di terza generazione per le onde gravitazionali. Il consorzio internazionale, a guida italiana, vede una significativa presenza e partecipazione del Gran Sasso Science
Institute dell’Aquila.
I professori Jan Harms e Marica Branchesi siedono infatti nella cabina di regia che ha presieduto alla stesura della proposta, mentre il rettore del GSSI Eugenio Coccia, tra i pionieri della ricerca delle onde gravitazionali, è il Coordinatore del gruppo di lavoro dell’INFN - Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per il sostegno internazionale al progetto ET.
Alla parte scientifica ha contribuito anche il giovane dottorando Stefan Grimm, che sottolinea così le potenzialità di questo nuovo strumento: “ET ci consentirà di rispondere a domande decisive nel campo dell’astrofisica, della cosmologia e della relatività generale: ci darà informazioni che potranno tanto convalidare le nostre teorie quanto rivoluzionarle completamente, aprendo così nuove prospettive per future ricerche”. Arrivato a L’Aquila dalla Germania per studiare Astroparticle Physics al GSSI, Grimm è stato chiamato a calcolare la capacità di ET di localizzare diverse sorgenti di onde gravitazionali. “Essere testimoni di un progresso scientifico e tecnologico di questa portata è davvero emozionante”, commenta con soddisfazione.
Einstein Telescope sarà molto più sensibile dei rivelatori attualmente      
in funzione: i due Advanced LIGO di Livingstone e di Hanford negli Stati Uniti e Advanced Virgo a Cascina, in provincia di Pisa. ET  potrà infatti osservare stelle di neutroni e buchi neri in tutto l’universo, permettendo così di percorrere a ritroso la storia del cosmo fino ai suoi primi istanti di vita. Al di là del grande valore culturale, la realizzazione dell’Einstein Telescope nel territorio del Nuorese avrà un significativo impatto socio-economico in Sardegna. In fase di costruzione porterà lavoro a più di 2500 persone in un territorio poco popolato; sul lungo termine sarà un grande polo scientifico di valore internazionale, destinato ad attrarre nuove risorse da investire alla frontiera della scienza e della tecnologia, un motore di sviluppo e di crescita culturale per la Sardegna e per l’Europa intera.
 
Lago di Scanno