Lunedì 7 Settembre 2020 - San Giovanni da Lodi, Vescovo

Il tempo... ieri - L’ALTA PRESSIONE HA PORTATO una bella domenica di sole, facendo salire il termometro sui valori al disopra della media del mese di settembre. Assenza di correnti. Temperature: mass. 27,2°; min. 13,5°C; attuale 16,1° (ore 23,30).
 
   in primo piano
Sarà l’Abruzzo ad ospitare
il concorso mondiale del vino rosato

L’Abruzzo ospiterà il primo concorso mondiale del vino rosato”. La lieta notizia, per la città di L’Aquila, è stata data ieri durante la 27ª edizione del Concours mondial de Bruxelles in corso nella città di Brno, nella Repubblica Ceca. Grande pubblicità per la nostra regione quando, al momento della scelta, sono passate una sequenza di foto dei territorio e della tradizione vinicola abruzzese. l Concours Mondial de Bruxelles costituisce venti anni e passa di evoluzioni, scoperte e ricerche minuziose di vini di qualità, in giro per il mondo e ha come primaria ambizione di offrire ai consumatori una garanzia: distinguere vini d’ineccepibile qualità, veri e propri piaceri di consumo e di degustazione.
 
   il libro del giorno
    cultura
 
SESTA GIORNATA
A PESCARA
DELLA “FESTA
DELLA RIVOLUZIONE”

La giornata di oggi, lunedì 7 settembre, si aprirà alle 18 nel piazzale Michelucci dell’Aurum con “L’Abruzzo di Gabriele d’Annunzio”, conversazione con Paolo Mieli, il dirigente Rai Angelo Mellone, il presidente del Vittoriale degli Italiani Giordano Bruno Guerri. Modera il giornalista Alessandro Sansoni.
Alle ore 21,30, sempre all’Aurum, andrà in scena “La Figlia di Iorio”, spettacolo del Teatro Stabile Abruzzo, di Vincenzo Pirrotta, con le musiche di Antonio Vasta suonate dal vivo dall’autore.
Due momenti di grande approfondimento che consentiranno di dibattere del rapporto del Vate    
con il suo Abruzzo in chiave moderna, e di rivivere le emozioni di una delle opere più celebri del poeta.
Luigi Antonelli
Vecchio Abruzzo,
addio!

Pagine molto belle, senza retorica, dedicate alla terra natale dell'Antonelli. I lavori dei campi, la pastorizia, le tradizioni sono aspetti che l'Antonelli in particolar modo descrive con finezza, intelligenza e viva partecipazione.
Luigi Antonelli (Teramo, 1882 - Pescara 1942), commediografo italiano, aderì ai principi del «teatro grottesco», che si opponeva allo psicologismo borghese del teatro italiano dell’epoca.
 
   coronavirus
Saliti a 3892 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo

Rispetto a ieri si registrano 3 casi positivi al Coronavirus a Chieti, 2 a Pescara, 2 a Teramo, 3 per i quali sono in corso accertamenti sulla residenza, dei casi in provincia dell’Aquila, 10 si riferiscono a Sulmona città. Nel numero dei casi positivi sono compresi anche 2910 dimessi/guariti. Gli attualmente positivi in Abruzzo (calcolati sottraendo al totale dei positivi, il numero dei dimessi/guariti e dei deceduti) sono 509. I nuovi positivi hanno età compresa tra 6 e 67 anni. Dall’inizio sono stati eseguiti 165666 test.
 
   parliamo di cose concrete
SARANNO DAVVERO RIFINANZIATI
I PROGETTI DEL MASTERPLAN (?)
L’ABBAZIA CELESTINIANA
E LA VALLE DEL SAGITTARIO ASPETTANO

di Andrea Iannamorelli

Personalmente ci credo poco. Non voglio rischiare di essere tacciato di “cassandrismo”, ma non mi convince affatto lo “storno” (perché tecnicamente di uno “storno” si tratta) di fondi del bilancio regionale, già impegnati per 220 milioni circa (dei quali circa 10 da “cantierizzare” tra Sulmona e Valli Cinquemiglia- Sagittario, ai quali siamo direttamente
interessati), derivanti da finanziamenti europei, per far fronte all’emergenza antiCovid dei mesi passati.
E’ un bel dire che tra 8 mesi ci sarà il “ristoro” di risorse. Ammesso che sia vero, la procedura per riattivare i cantieri su questi progetti quali tempi avrà? Si trattasse di cosucce di poco conto! Si tratta di interventi attesi da anni, quanto meno dal 2016, da quando cioè, con una certa energica azione politica da parte della Regione Abruzzo si riuscì a riorientare i finanziamenti (ripeto per un plafond complessivo di 220 milioni circa) a favore di interventi per la salvaguardia delle giacenze monumentali-storiche, ambientali e culturali ...

 
   editoriale
il lunedi’ del direttore
Divagazioni in tema

Sabato scorso, 5 settembre, ho ripreso a leggere il libro di Michela Murgia, “Istruzioni per diventare fascisti”, lasciato, dopo le prime pagine, per altre letture. L’occasione mi è stata data dalla giornata trascorsa al mare. Tra la pila di libri, che non ho ancora letto (ne acquisto una decina all’anno) ho preferito portare con me questo della Murgia.
Non sono un lettore “veloce”. La lettura la percepisco come un “piacevole ozio”, che va interiorizzata lentamente.
Ho ripreso a leggerlo dalle prime pagine, arrivando a fine giornata, appena alla trentacinquesima.
Al mare, non si può essere lettori veloci. Molte sono le distrazioni. Sì, anche quelle, ma soprattutto il chiacchiericcio delle onde, il loro rincorrersi frenetico, il loro frantumarsi sugli scogli.
Michela Murgia esordisce dicendo che scrive contro la democrazia, perché è un sistema difettoso sin dall’origine, non serve ed è anzi dannosa, mentre il fascismo è un sistema di gestione dello Stato assai migliore, meno costoso, più veloce e più efficiente. Con la saggezza dei semplici, lei scrive, i popoli lo sanno già e infatti periodicamente stanchi dall’incapacità del sistema democratico di risolvere i loro problemi, al fascismo tornano volentieri in modo quasi spontaneo, stanchi di una democrazia logorata e corrotta. Il fascismo se sarà scaltro, arriverà al potere senza dover imbracciare un’arma, fare una rivoluzione, perché saranno gli stessi strumenti della democrazia a permetterglielo, se saprà manipolarli a suo vantaggio.
Come si diventa fascisti? Per diventare fascisti, secondo la Murgia, in primis bisogna mettere da parte la parola “leader”, sostituendola con quella di “capo”. Il leader ispira ed indica una direzione, che gli altri possono anche non seguire, un vero capo però non negozia, ordina la direzione e la prende per primo. Il problema del leader democratico, seguita Michela Murgia, è che discute con le differenti opinioni e succede che i dissenzienti, proprio quando deve decidere, lo delegittimano; il capo, invece, va ubbidito comunque, e quelli che non lo fanno sono dei traditori. Il popolo con un leader sarà litigioso, pretenderà di essere ascoltato, di discutere le decisioni che non gli piacciono, altrimenti cercherà di fargli mancare il consenso. Con un capo il popolo vive più sereno e si affida obbedendo solo a lui, che cercherà di mantenere il consenso con una comunicazione il più possibile banale, ma efficace, perché genera quel rumore di fondo che elimina il dissenso, mentre la democrazia ha la demenziale caratteristica di essere un sistema di governo che si fonda sul dissenso, anziché sul consenso, tanto che si perde tempo nel continuo confronto, determinando una incomprensibile inefficienza.
Per i fascisti gli avversari sono nemici, mentre come scrive Michela Murgia, in democrazia nessuno nega all'avversario la possibilità di dire quello che pensa e di aspirare all'alternanza. Il nemico va demonizzato e tutti gli epiteti sono efficaci, purché poi si passi all’attribuzione di colpe. Infine, occorre demolirlo socialmente, raccontandolo come persona bieca, insidiosa.
Qui si ferma la mia lettura. Michela Murgia usa sapientemente la provocazione, il paradosso e l’ironia per invitarci ad alzare la guardia, contro chi non ammette il dissenso e considera nemici tutti gli oppositori. E questo succede un po’ ovunque e in tutte le situazioni! r.g.
 
   riflessioni
L’EPIDEMIA NEI PAESETTI

di Nino Chiocchio

In Italia i contagi aumentano nella misura di mille/millecinquecento al giorno. La notizia è stata data dai telegiornali dei canali nazionali che, come è noto, non hanno mai trasmesso informazioni che potessero infastidire i governi del momento.
Bisogna stigmatizzare da una parte l’allarmismo eccessivo (che alcuni definiscono “terrorismo”) e dall’altra il negazionismo (categoria a cui appartiene colui che, improvvisatosi esperto sanitario, sostiene l’inesistenza del virus a volte, e questo è peggio, per un’ideologia che talora sconfina nel nichilismo). Ma perché si è voluto a tutti i costi riaprire le “palestre scolastiche” pretendendo che molti scolari, magari intrappolati nella maschera che potevano conservare per carnevale, rispettino le distanze? La brillante idea (suggerita dal solito industriale?) di sostituire i banchi tradizionali con piccole bancarelle semoventi dotandole di rotelle non agevola assolutamente il distanziamento degli alunni, che non portano il metro, e specialmente di quelli vivaci che non ne hanno bisogno: sarebbe come voler convogliare i Lanzichenecchi in un tempio sconsacrato facendoli strusciare ginocchioni sul pavimento o pretendere che le alunne sui dodici anni si scambino ad alta voce le esperienze del giorno prima. Madonna mia! Che significa “scuola in sicurezza”? Questo significa “convivere con il corona virus”? Io non scrivo né da bambino né da insegnante né da collaboratore ATA (come suole essere definito oggi con l’abusato acronimo il personale non insegnante); parlo da cittadino
che preferirebbe cautelarsi e non convivere necessariamente con un’esasperante forma micidiale della ricorrente influenza.
Un’esperienza personale mi sembra che giustifichi la mia attuale perplessità: quasi ottant’anni fa le paure e le distruzioni della guerra costrinsero tutti gli studenti dei paesi a rimanere a casa. Le scuole medie non c’erano, le raggiungevano con il treno; tuttavia non sorsero problemi né alcuno fece tragedie per la sosta forzata; nessuno pensò lontanamente che essa avrebbe pregiudicato il futuro della società (come se il presente non fosse già…): allora si facevano i fatti senza blaterare.. Una persona fornita di media cultura preparò me ed alcuni coetanei: nella sessione estiva degli esami di licenza media, appena fu possibile tornare in città e trovare le scuole finalmente riaperte, recuperai uno o due anni (non ricordo questi particolari) presentandomi come privatista. Oggi gli alunni non affrontano viaggi scomodi e vanno a scuola in poltrona, ma si arrangiano, mancando gli scuolabus, con il pullman di linea, che peraltro talora non rispetta gli orari scolastici. A parte questo, perché rendere gli alunni untori e inconsapevoli assassini, o perché assassinarli per via di numerosi contagi che finirebbero per debilitarli con conseguenze impreviste e comunque nocive alla loro salute? E gli insegnanti? E gli operatori scolastici? Ai primi si dovrebbero chiedere preparazione professionale e preparazione scolastica, agli altri almeno un po’ di cultura e di buona volontà, ma a nessuno di questi preparazione in materia sanitaria e magari sacrifici: non credo che gli uni e gli altri abbiano voglia di trovare un posticino nel Martirologio, non sono santi né (purtroppo) missionari.
 
   scanno
L’addizionale comunale
all’IRPEF a Scanno
Non risulta ancora comunicato
l’annullamento della deliberazione istitutiva

di Roberto Nannarone

Il 30 dicembre 2019, il Consiglio Comunale di Scanno approvava con i voti favorevoli della maggioranza consiliare, contrari i tre consiglieri di minoranza, la deliberazione n. 41 «Attivazione delle entrate proprie a seguito della dichiarazione di dissesto finanziario ai sensi dell’art. 251 del decreto legislativo n. 267/2000».
L’articolo 251 prevede che nella prima riunione successiva alla dichiarazione di dissesto e comunque entro trenta giorni dalla data di esecutività della delibera, il consiglio è tenuto a deliberare per le imposte e tasse locali di spettanza dell’ente dissestato, diverse dalla tassa di
smaltimento dei rifiuti solidi urbani, le ...

 
   sindacato giornalisti
Diritto di cronaca e le pretese
del sindaco di Prezza

Il comune di Prezza non è del sindaco ma dei cittadini. Oggi a una troupe Rai è stato vietato di girare le immagini del paese per la seconda edizione del trofeo Pavind in assenza di un’intervista alla sindaca e consigliera regionale Marianna Scoccia. Una pretesa infondata, una inutile e violenta compressione del diritto di cronaca. Tanto più che le immagini nel corso della manifestazione sarebbero state un’ottima occasione per Prezza anche in chiave turistica. Gli amministratori locali non sono sceriffi e nemmeno padroni dei loro territori, ma dovrebbero rappresentare gli interessi della loro Comunità. Il comportamento della sindaca non offende solo il diritto dei giornalisti a informare, in piena libertà e indipendenza, e specularmente il diritto dei cittadini di essere informati al di là di gusti, imposizioni e ricatti da guappi. Atteggiamenti del genere esprimono una concezione proprietaria della cosa pubblica, inconciliabile con i principi e le prassi della buona politica. Il sindacato giornalisti abruzzesi continuerà a difendere in ogni sede i valori della libertà di informazione, la politica saprà isolare e censurare le pulsioni illiberali che sempre più spesso si manifestano nel proprio campo?
Sindacato giornalisti abruzzesi, Il segretario (Ezio Cerasi)

 “Profondo stupore” per queste dichiarazioni ha espresso la sindaca Scoccia, affermando di aver dato l’assenso alla troupe Rai per girare immagini in paese. “Non ho avuto difficoltà a dare il mio assenso con l’avvertenza di evitare di effettuare riprese in pieno centro storico tra vicoli strettissimi, per evitare qualsiasi tipo di assembramento – chiarisce il sindaco di Prezza – nel nostro paese
infatti ci sono vicoli di un metro e mezzo e la presenza in contemporanea dei ciclisti concorrenti, di qualche organizzatore e dei volontari che sono impegnati per far si che tutto si svolga in sicurezza, ha reso sconsigliabile la presenza della troupe televisiva, che avrebbe potuto generare senza dubbio pericolosi assembramenti”. “Sono anni che facciamo di tutto per promuovere l’immagine del nostro paese – conclude Scoccia – per questo trovo assolutamente fuori luogo la polemica sollevata. La promozione va bene ma in questo particolare momento anche questa deve essere fatta contemperando il rispetto delle norme di sicurezza”.
 
Castrovalva