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Lunedì 24 Agosto 2020 - San Bartolomeo, Apostolo
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Il tempo... ieri - LA PRESENZA DELL’ANTICICLONE AFRICANO ha portato anche ieri una giornata molto calda. Solo in serate la brezza di
valle ha portato un po’ di refrigerio. Temperature: mass. 30,7°; min. 17,2°C; attuale 20,5° (ore 23,30).
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in primo piano
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La festa di san Domenico
Abate a Villalago
Nella più stretta liturgia
della tradizione religiosa
VILLALAGO - Sabato 22 Agosto il paese ha celebrato la festa del suo Patrono, San Domenico
Abate. Santo vissuto tra il X e XI Secolo dopo Cristo. Villalago ne conserva le
memorie terrene: l’oratorio antistante la grotta, dove fu eremita e i reperti del monastero
benedettino di San Pietro del Lago, fondato intorno all’Anno Mille dallo stesso Santo.
Le leggi statali per contenere il contagio dal coronavirus, ne hanno vietato le
manifestazioni che avrebbero causato assembramenti, come la Processione con la
statua per le vie del Paese.
Ad iniziare i riti religiosi è stato il Vescovo della Diocesi di Sulmona Valva, mons. Michele Fusco, con la
celebrazione venerdì sera, 21 Agosto, della Santa Messa sul sagrato della chiesa parrocchiale, per
dare la possibilità a più gente di partecipare con il distanziamento sociale.
Erano presenti anche un centinaio di Pellegrini di Fornelli, che non hanno
voluto mancare all’evento, per non interrompere una tradizione antica, che negli anni è andata sempre più rafforzandosi, sia come numero di presenza, sia con l’introduzione di nuovi elementi devozionali, pur restando nel solco della
tradizione. Il “Bacio delle Croci” delle due Confraternite, è avvenuto, non all’ingresso del paese, ma al termine della scalinata che dalla piazza porta alla
chiesa parrocchiale. Il giorno 22 si sono celebrate per tutta la mattinata le
Sante messe, con la benedizione della reliquia del sacro Dente del Santo.
A chiudere la festa il concerto della Banda di Celano e i fuochi artificiali,
ripresi quest’anno, nonostante la presenza dell’orsa con i suoi quattro cuccioli e di altri animali protetti.
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IN OMAGGIO ALLA COMPAGNIA
DEI PELLEGRINI DI FORNELLI
IL VIDEO è in omaggio ai cento pellegrini di Fornelli, che nonostante il gran caldo e il
pericolo di contrarre il Coronavirus, hanno affrontato un cammino di tre
giorni, per essere presenti a Villalago, a onorare San Domenico Abate, il loro
Santo Avvocato. Con loro c’era anche l’asina Giulia, che dal 2002 è della Compagnia, portando in groppa una piccola statua lignea del Santo, legata
ad un episodio, che merita di essere conosciuto e che vi racconteremo in uno
dei prossimi giorni.
Il video vi mostra l’entrata nella chiesetta dell’eremo. Ginocchioni avanzano verso l’altare, cantando un inno di grande devozione verso il Santo e di forti emozioni
per chi l’ascolta.
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il libro del giorno
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villalago
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Presentazione
del libro
“Il matrimonio
a Villalago”
a cura
di Lucrezia
Sciore
Sabato scorso, alle ore 18,30, nella sala dell’Hotel Stella Alpina, Lucrezia Sciore, affiancata da Fabrizio Zani, ha presentato
al pubblico un libro di immagini fotografiche dal titolo “Il matrimonio a Villalago” - Storia fotografica di una tradizione abruzzese del XX secolo, Edizioni SI.
In seguito alla mostra fotografica allestita lo scorso anno sul matrimonio
villalaghese con foto da lei stessa recuperate, Lucrezia ha avuto l’idea di riorganizzarle in vari periodi del Novecento e farne un libro di storia
locale dalla valenza documentaristica, che aiuti i più giovani a capire i mutamenti sociali. Nella presentazione, resa viva dal
commento fatto sui
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Elso Simone Serpentini
Loris Di Giovanni
GLI ILLUMINATI
Un filo rosso tra
la Baviera e l'Abruzzo
Il volume presenta le biografie di tre personaggi in diverso modo collegati al mondo
enigmatico e intricato dell’Ordine degli Illuminati, ancora oggi avvolto nel mistero e accusato di satanica
pervasività delle coscienze e delle istituzioni, di essere portatore di sconvolgimenti
sociali, religiosi e politici. I tre personaggi, ciascuno a suo modo
eccezionale, incrociarono le loro esistenze nella seconda metà del Settecento e nei primi dell’Ottocento, in una fase cruciale della storia delle evoluzioni e delle
rivoluzioni dell’assetto politico europeo e nel processo di elaborazione di una nuova concezione
dello Stato e del suo rapporto con sudditi diventati cittadini. Erano due abruzzesi e un danese, di differente età e di diverse generazioni, accomunati dall’ansia e dall’idea ferma della necessità del miglioramento degli uomini quali animali sociali, membri di una comunità vivente universale, e delle città, concepite come aggregazioni di anime e di intelletti pensanti.
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personaggi rappresentati, cioè gli sposi, e sui loro parenti, viene fuori uno spaccato di vita villalaghese,
dal primo decennio dello scorso secolo agli anni novanta. Guardando
semplicemente le foto, con l’attenzione focalizzata sui protagonisti, non si può comprendere bene il vissuto della gente del paese, le ritualità, come il dono di una gallina al parroco o il menu di nozze, ma nell’introduzione viene data un’ampia spiegazione di alcune consuetudini ormai sopraffatte dai cambiamenti di
vita dei tempi attuali. Dalle immagini si può ben capire però come evolve la moda del vestito nuziale. Negli Anni Venti si fa più corto e si allunga il velo, fino allo strascico fino a terra degli Anni Trenta.
Dopo la guerra, negli Anni Cinquanta e fino agli Anni Sessanta, viene
sottolineata la vita sottile della donna, con l’uso del bustino aderente e la gonna sempre più ampia con l’uso della sottogonna, fino ai modelli più vari degli ultimi anni secondo una scelta maggiore sulla base dei gusti
personali. Le immagini aiutano a leggere nel viso degli sposi un’età molto più giovane, abbassata fino ai sedici anni, rispetto ai nuovi tempi.
Questa ricostruzione storica per immagini ha tutto il valore di una
documentazione antropologica e sociale, che si percepisce di colpo, al semplice
sfogliare
delle pagine.
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coronavirus
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Saliti a 3577 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo
Rispetto a ieri si registrano 7 nuovi casi (di età compresa tra 18 e 84 anni), mentre il numero dei pazienti deceduti resta fermo
a 472.
Nel numero dei casi positivi sono compresi anche 2840 dimessi/guariti (invariato
rispetto a ieri, di cui 11 che da sintomatici con manifestazioni cliniche
associate al Covid 19, sono diventati asintomatici e 2829 che hanno cioè risolto i sintomi dell’infezione e sono risultati negativi in due test consecutivi). Dall’inizio sono stati eseguiti 143041 test.
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parliamo di cose concrete
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NON SCHERZIAMO CON IL BISOGNO
DI GARANTIRE LA VACCINAZIONE
ANTINFLUENZALE ORDINARIA
di Andrea Iannamorelli
Tra le notizie non buone di questi ultimi quindici giorni faccio una graduatoria, secondo la
mia personale opinione; e dico a chiare lettere di essere molto, molto
preoccupato della mancanza di 248mila dosi di vaccino antinfluenzale (“Virus split” frammentato: tetravalente), per
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effetto della mancata aggiudicazione della relativa gara d’appalto.
Incominciamo a dire le cose con franchezza e semplicemente. Sono tre le Regioni
che in Italia si ritrovano in questa condizione deficitaria: Abruzzo, Molise e
Basilicata. Tre, in tutto. E non possiamo prendercela con…la “scarogna”. Evidentemente qualcosa non ha funzionato. Insomma: tra aprile e maggio, quando
i vaccini si prenotano, l’Aric (Agenzia regionale di Informatica e Committenza) ha fatto le cose per bene?
Come è potuto accadere che per tre lotti, come si legge sui giornali in questi giorni,
gli approvvigionamenti sono andati a buon fine...
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l’editoriale
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Rileggo spesso il “Fioretto” in cui San Francesco insegna, con molti esempi, a “frate Lione” la “Perfetta Letizia”. Secondo il Poverello d’Assisi sopportare per amore di Dio, ogni umiliazione, ogni pena, ogni ingiuria, ogni
angheria, è “Perfetta Letizia”.
E’ mancata una disposizione positiva verso il significato religioso e filosofico
dell’accoglienza. San Paolo scrive agli Efesini: "così dunque voi non siete più stranieri, né ospiti, ma siete concittadini dei santi e famigliari di Dio”. Accogliere quindi non è tanto aprire la porta della propria casa, ma un atteggiamento interiore: è fare entrare l’altro all’interno di sé, per condividere con lui gioia e dolori.
L’accoglienza, come ha detto Papa Francesco, porta ad essere persone che
ascoltano, che cercano di comprendere, nel nostro caso, la cultura altrui, di
chi ha affrontato un cammino di tre giorni lungo e faticoso, per essere a
Villalago a condividere con tutti i Villalaghesi la gioia di essere “concittadini del Santo e famigliari di Dio”.
Io sono convinto che il posto d’onore vi toccasse e che nessuno ve lo avrebbe dovuto impedire. La festa, la
celebrazione della messa a quell’ora serale, erano per voi, pellegrini del nostro Santo. Avevate la mascherina,
contro il contagio dal coronavirus. Cosa mai poteva accadere?
Taccio sull’accoglienza all’eremo.
Mi sento solo di aggiungere che quando tra le parti non c’è dialogo, quando non si pianifica insieme, quando manca la condivisione, tutto
diventa complicato, tanto da suscitare incomprensioni e malumori.
Caro Nicola, molti, se non tutti a Villalago, ti sono grati di aver rinverdito
un pellegrinaggio che rischiava di essere un ricordo del passato e di portare
in paese ogni anno centinaia di giovani. Occorre, però, che ognuno ascolti l’altro, con umiltà e tanto buon senso, perché il Pellegrinaggio e l’Accoglienza siano momenti di autentica Fede.
Con la stima e l’affetto fraterno di sempre, Roberto Grossi.
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IL LUNEDI’ DEL DIRETTORE
Lettera aperta a Nicola Lancellotta
Promotore e coordinatore
della Compagnia dei Pellegrini di Fornelli
Caro Nicola, ho assistito impotente all’imposizione che è stata fatta alla Compagnia dei Pellegrini, venerdì sera, 21 Agosto, quando dall’Eremo è arrivata in Piazza a Villalago, di non salire le scale per avvicinarsi al
sagrato della chiesa per seguire in prima fila la Santa Messa, con tutta la
comprensione per il distanziamento sociale. Né tantomeno è stato permesso di salire con l’asina Giulia, per depositare vicino alla mensa eucaristica la statuina di San
Domenico, che ha portato sulla groppa per tutto il cammino, per un’antica tradizione.
La tua reazione è stata quella di andare via insieme a tutta la compagnia, che per “Grazia di Dio” non hai poi messo in atto. La statuina è stata portata in braccio da due giovani e posta vicino all’altra che si venera in paese.
Io ti conosco da più di vent’anni. Ho fatto per tre anni di seguito il pellegrinaggio insieme a tutti voi. Ho
condiviso con tutta la “Compagnia” la fatica, la fame, il riposo notturno sulla nuda terra. Mi sono commosso ai
vostri canti, alle vostre preghiere. Insieme abbiamo nel 2002 dato alle stampe
il libro sul pellegrinaggio.
Conosco inoltre la tua Comunità, il tuo essere d’aiuto ai giovani bisognosi. Ho visto quanta gente ti è vicina.
Per tutto questo ho provato amarezza, quando ti è stato imposto di non salire le scale con Giulia. Evidentemente chi ti ha
fermato non conosce il significato autentico di un pellegrinaggio e il tuo
impegno verso “gli ultimi”. L’aver rinunciato ad andare via, ti rende ancora più vicino al Santo Avvocato, come voi di Fornelli implorate San Domenico..
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cocullo
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CELEBRATO A COCULLO
IL 70° ANNIVERSARIO
DELLA MORTE DI DON LORETO
Non so se quest’anno sia stato compilato il calendario dell’ “Estate cocullese”. Non so e non mi sono interessato; non per disinteresse nei confronti della pur
per certi versi benemerita “Pro Loco”; ma perché le attività ludiche e distensive nel periodo delle vacanze di per sé lodevoli negli agglomerati vitali e accoglienti, per il mio povero e sdrucito
paesello hanno sapore di beffa. Comunque quel calendario, se è stato redatto, ha avuto ragion d’essere se su di esso ha alitato l’inserimento
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della data del solenne ricordo di Don Loreto nell’anniversario della morte.
Don Loreto Antonio nacque a Cocullo l’8 novembre 1872 da Giandomenico Marchione e da Chiara Colomba Mascio Mascioli.
Seguì brillantemente il corso di studi al seminario, la qualcosa è dimostrata dalla robusta formazione umanistica (che lo agevolò nello sviluppo di una notevole capacità oratoria) e spirituale nonché da autorevoli amicizie laiche e religiose: dopo un breve tirocinio in qualche
centro della Diocesi, svolse la missione pastorale sempre nel paese natio dal
1902 e dalla parrocchia di San Domenico propalò, ...
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necrologio
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NECROLOGIO DA VILLALAGO
Si Svolgeranno oggi, alle ore 10,30, nella chiesa parrocchiale i funerali di Iduccia Iafolla
(Vedova Caranfa), deceduta ieri mattina nella RSA San Domenico dov’era ricoverata da alcuni anni. Aveva 97 anni. L’unico suo figlio è deceduto in età giovanile. Viene ricordata come donna buona e cordiale. Ai cognati, ai suoi
nipoti e a tutti i suoi parenti giungano le nostre più sentite condoglianze.
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