Lunedì 1 Giugno 2020 -  San Claudio di Vienne, Vescovo

Il tempo... ieri - MAGGIO CI HA LASCIATO NEL PEGGIORE DEI MODI. Giornata fredda e piovigginosa fin dalle prime ore del mattino. La pioggia è andata avanti fino a notte. Temperature stazionarie: mass. 16,5°; min. 5,0°C; attuale 9,9° (ore 23,30).
 
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MARTEDI’ 2 GIUGNO, FESTA DELLA REPUBBLICA

La Festa della Repubblica italiana si celebra il 2 giugno perché, proprio tra il 2 e il 3 giugno 1946, si tenne il referendum con cui gli italiani, dopo 85 anni di regno della dinastia dei Savoia (di cui 20 di dittatura fascista, conclusa durante la Seconda Guerra Mondiale), scelsero di far diventare l'Italia una Repubblica costituzionale, abolendo la monarchia. Dal 1948 in via dei Fori Imperiali, a Roma, si tiene una sfilata militare in onore della Repubblica. Negli ultimi anni la sfilata è stata semplificata, per renderla meno costosa e alcuni reparti delle forze armate (per esempio i mezzi corazzati), non sfilano più: con le loro vibrazioni mettevano a rischio i monumenti antichi che sorgono nella zona.
Domani per l'emergenza sanitaria causata dall'epidemia di Covid-19 i protocolli tradizionali sono ridotti al minimo: deposizione di una corona d'alloro al Milite Ignoto da parte del Presidente della Repubblica e, a seguire, una parata militare alla presenza delle più alte cariche dello Stato.
 
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"La Spagnola" 1918-1919
La grande influenza più letale della storia (Parte III)
L'Italia, già messa duramente alla prova dalla Grande guerra, fu ulteriormente vessata dalla spagnola in tre successive ondate. La pandemia contagiò circa 4 milioni e mezzo di persone, il 12% dell’intera popolazione che, all’epoca, contava circa 36 milioni di individui. I morti stimati furono tra i 375.000 e i 650.000 e il morbo colpì principalmente al sud, anche se la mortalità variava sensibilmente da città a città, apparentemente senza una regola. Al fronte, a metà ottobre, si arrivò a punte di 3000 nuovi casi giornalieri. Nella 1ª armata, nell’ultimo quadrimestre del 1918, si ebbero 32.482 casi di contagio con 2703 morti.
Nelle città la situazione non era da meno. Sempre in ottobre, a Torino, i morti arrivavano a 400 al giorno ma il Capo del gabinetto, Vittorio Emanuele Orlando, aveva imposto una severa censura. Era stato proibito il rintocco funebre delle campane, così come gli annunci mortuari, i cortei e i funerali, per non demoralizzare la nazione. La gente però capiva che non si trattava della solita influenza dal numero sconcertante di morti. Lo sapevano perché le vittime potevano morire entro poche ore dai primi sintomi: sintomi orribili, non solo dolori e cianosi, ma anche tosse con sangue schiumoso, sanguinamenti  dal naso, dalle orecchie e persino dagli occhi. E la gente lo sapeva perché le città erano piene di bare. I soldati infettati al fronte venivano trasferiti su treni superaffollati nelle strutture sanitarie delle retrovie che erano stipate oltre ogni limite di feriti e ammalati,
contribuendo a diffondere la malattia anche fra i civili. Inoltre la situazione igienico-sanitaria nelle zone di guerra era estremamente precaria con i soldati ammassati per mesi nelle anguste trincee tra cadaveri e fogne a cielo aperto dove prosperavano virus e batteri di ogni genere. Anche lo stato della salute pubblica era critico, la scarsezza di cibo e la malnutrizione affliggevano le popolazioni e molte malattie di origine batterica come la tubercolosi rendevano pi esposte al morbo virale queste persone gi indebolite. La medicina non era in grado di combattere e tantomeno arginare lepidemia, il personale medico e paramedico veniva contagiato e chi sopravviveva non poteva che assistere impotente allo sterminio dei propri pazienti. Fallita ogni terapia e profilassi si assistette al ritorno di credenze popolari, di presagi macabri di fine del mondo, e al diffondersi di cure al limite della ciarlataneria come luso di collane daglio, zuppe di cipolle e cognac e svariati intrugli tanto misteriosi quanto inefficaci. Il vescovo di Zamora in Spagna sostenne che il braccio vendicatore della giustizia eterna aveva scatenato il morbo come punizione per i nostri peccati e la nostra ingratitudine.
 Tutto ci accadeva verso la fine della guerra, quando le popolazioni duramente provate cominciavano finalmente a sperare nella fine delle privazioni imposte dal conflitto e di tornare a una vita normale poich la possibilità di raggiungere la pace, sancita dai 14 punti proposti dagli Imperi Centrali al presidente americano Wilson, appariva imminente. r.g. (Continua)
Francesco Proia
POLVERE
DI LAGO

Il Romanzo è un viaggio nel tempo alla scoperta di tutti i segreti che per secoli il Lago del Fucino ha celato sotto le sue acque. Insieme ad Alessandro, studente di architettura, e ai suoi nuovi amici, verranno rivelate al lettore le origini del culto per la Dea Angizia e come il simbolo della chimera sia legato alle leggendarie gesta militari del popolo Marso.
Verrà svelato, attraverso sconcertanti rivelazioni storiche, quanto sia stato forte in passato il loro intreccio con l'impero romano e ci si meraviglierà di come ancora oggi, quel legame, sia più forte che mai. Verrete trascinati in un'avventurosa caccia al tesoro che rivelerà tutti i segreti della città-stato di Alba Fucens e, insieme ai protagonisti, visiterete tutti gli ambiziosi progetti che nei secoli portarono al prosciugamento del lago. Tutto questo all'interno di un racconto affascinante che, farà scoprire questo luogo magico e straordinario.
 
   abruzzo
Salgono a 3244 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo

Salgono a 3244 i casi totali di Coronavirus accertati in Abruzzo dall'inizio della pandemia, un aumento di 7 nuovi casi su un totale di 1603 tamponi. Sono 104 i ricoverati, in terapia intensiva restano 3 persone. Sono invece 645 i pazienti in isolamento domiciliare  e un totale di 753 persone attualmente positivi. Nel numero dei casi positivi sono compresi anche 405 pazienti deceduti (+1 rispetto a ieri). Gli attualmente positivi in Abruzzo (calcolati sottraendo al totale dei positivi, il numero dei dimessi/guariti e dei deceduti) sono 753.
 
   editoriale
IL LUNEDI' DEL DIRETTORE
LA SCANNO CHE VERRA'

Il WWF Italia nel suo sito web, con il titolo "Costruiamo insieme il mondo che verrà",  ha invitato tutti i cittadini a esprimere la propria opinione sul Mondo da costruire dopo l'emergenza sanitaria da Covid-19.
In questi giorni di "semilibertà" ci stiamo accorgendo dell'enorme crisi che ha travolto, prima di tutti il nostro modo di essere, le nostre sicurezze e poi il sistema di relazioni sociali e la nostra economia.
Ci ritroviamo fragili, in un sistema impotente a darci sicurezza.
Già dopo il primo mese di "reclusione" sono terminati i canti dai balconi, la gioia di stare in casa, finendo col rimpiangere da parte degli adulti il lavoro e i bambini a chiedere di tornare a scuola, desiderosi di ritrovarsi, non più sui social, ma tra i banchi di un'aula con i compagni, con i loro odori, le loro grida, i loro sentimenti.
Vivo in un piccolo paese di poche centinaia di abitanti. Aggirandomi nei giorni scorsi tra le stradine silenziose, tra le piazzette vuote, ho sentito la nostalgia del chiasso, delle risate dei turisti, dei miei compaesani fuori sede, che tornavano per il fine settimana. Il beato silenzio dei primi giorni di divieti, si è tramutato con l'andare del tempo in un'orda di risate, di chiasso ronzante, che beatamente rivivevo, come in un sogno.
Sabato scorso (30 Maggio), verso le ore 11,00, sono andato a Scanno, per salutare la riapertura del bar pasticceria "Pan dell'orso". All'entrata un cartello, sopra un dispenser, mi ha invitato a sanificare le mani con l'apposito gel e ad indossare una delle mascherine, messe lì per i clienti. Fatta questa operazione ho seguito la "stradina" tracciata sul pavimento per essere al banco delle ordinazioni. Essendo in quel momento solo, non mi sono preoccupato di mantenere la distanza consigliata. Sono stato accolto con la solita gentilezza. Poi mi sono recato in piazza, per
comprare all'edicola il nuovo libro di Eleonora De Nardis.
La giornata era fredda e piovigginosa e forse per questo ho trovato un paese deserto, una piazza con un solo gruppetto di tre persone.
Fatto l'acquisto mi sono incamminato per il centro storico. Non ce l'ho fatta ad andare oltre i cento metri: era palpabile, con molti negozi chiusi, il senso di vuoto, di tristezza.
Sono andato all'Albergo Miramonti, per salutare i miei parenti. Non vi sto a raccontare, perché immaginabile, come hanno vissuto questi mesi senza clienti. Il Covid-19, sebbene non sia arrivato nella Valle del Sagittario, ha travolto l'economia di un paese che vive di turismo, con tutte le sue manifestazioni collaterali, comprese quelle tradizionali, legate alle feste religiose. Noi, per dirla con l'enciclica del Papa, non "abbiamo maltrattato e ferito la nostra Casa Comune" e se è vero, come molti scienziati dicono, che la pandemia è esplosa lì, dove l’inquinamento è maggiore, dove c'è un rapporto “malato” con la natura, questo ci deve invogliare a prenderci sempre più cura del nostro territorio, del nostro lago, su cui innestare i programmi di rinascita, con una “promozione profetica” di nuove vie, che, all’inizio, potrebbero sembrare lontane e improbabili, ma non impossibili da tracciare, se come strategia usiamo il dialogo e il confronto con l’associazionismo giovanile e imprenditoriale.
Occorre da subito pensare alla "Scanno che verrà".
Non ci dobbiamo aspettare che lo faccia l'attuale amministrazione (in tutt'altre faccende affaccendata), ma tutti insieme per ridare lustro e forza ad un paese, soffocato da tasse e debiti, con gli obiettivi di formazione, sensibilizzazione e trasmissione generazionale.
E' questa l'occasione per farlo. La storia c'insegna che dopo le grandi guerre, i grandi flagelli epidemici, c'è sempre un nuovo rinascimento umano, sociale, politico ed economico.  
Costruiamo insieme la Scanno che verrà! r.g.
 
    villalago
Appello ai sindaci di Villalago e Scanno
dalla consigliera comunale Lucrezia Sciore

Ad un mese dal deprecabile attentato all’ambiente con il taglio degli alberi nella zona sottostante il parcheggio del Park Hotel (di pertinenza del comune di Villalago) e nell’area della villetta di Thomas, torno sull’argomento ancora una volta invitando i gestori del Lago dei due comuni ad indire un’assemblea congiunta con i rispettivi cittadini per discutere ed esprimere un documento sul futuro del nostro Lago. Mi riferisco in modo particolare alla sua salvaguardia ed alla sua manutenzione, soprattutto della pista pedonale invasa da erbe eccessive e da piccoli arbusti che ne impediscono una sicura deambulazione. E’ tardi ma è urgente provvedere ma, non è mai troppo tardi rimediare. Si possono a tal uopo impiegare coloro che usufruiscono del reddito di cittadinanza ( del resto è previsto che tra le attività che possono svolgere c’è anche il giardinaggio ). A parte ciò, ogni cittadino e cittadina dei due comuni, che ha a cuore le sorti del nostro Lago dovrebbe dare il proprio contributo almeno una volta l’anno. Ma, a seguito di ciò che è avvenuto, è urgente installare in punti strategici delle telecamere per documentare ogni azione. Del resto, avendo entrambi i comuni avuto la bandiera blu dovranno dimostrare di meritarsela. Inoltre, rinnovo l’invito a coloro che sanno chi sono stati gli autori dello scempio compiuto a non esitare oltre a denunciarli agli organi preposti. Anzi, mi voglio rivolgere agli autori stessi del crimine perché non solo si è distrutta una parte della vegetazione delle rive lacustri ma non si è tenuto conto che molte famiglie traggono sostentamento dai turisti che vengono a godere delle nostre bellezze. Siate uomini e non quaquaraquà, pentitevi di esservi macchiati di un’azione così ignobile. E poi, che immagine diamo di noi stessi, chi è che osa distruggere la propria casa che ci ospita e che ci è stata regalata gratis? Attenzione, non passerà tempo che ciò che avete fatto si ritorcerà contro voi stessi. Dunque, armatevi di coraggio, ma soprattutto di dignità e confessate se volete avere il rispetto della vostra comunità, altrimenti sarete perdenti per sempre! Lucrezia Sciore, Consigliere Comunale di Villalago
 
    villalago
LA CHIESA PARROCCHIALE
E’ TORNATA SICURA E NUOVA

VILLALAGO - Sabato mattina i confratelli della “Confraternita di San Domenico” hanno ripulito banchi, sedie e l’intero arredo della chiesa parrocchiale, mentre la ditta di pulizie PM di Chieti lavava e lucidava i pavimenti. I lavori di consolidamento e ristrutturazione del tetto, di un nuovo impianto elettrico e termico e tinteggiatura delle pareti, sono terminati da alcune settimane ed ora che l’interno è stato ripulito e sanificato si aspetta il collaudo per riaprire al culto la chiesa.
Per festeggiare l’evento si attende la visita del Vescovo della Diocesi. Comunque se il collaudo sarà eseguito in tempo utile, la riapertura del tempio è prevista per il giorno del Corpus Domini, con una solenne celebrazione. I lavori sono iniziati nel giugno del 2019 e si è provveduto anche a rendere la struttura antisismica.
 
    wilderness
L'orso e il ragazzo: un esempio dal Trentino
Quando l'animalismo diventa buonismo a tutti i costi

di Franco Zunino, segretario generale AIW

Quando l'animalismo diventa buonismo a tutti i costi, per cui il lupo non fa mai strage di pecore per innati motivi caratteriali, ma al massimo ne preda una perché ha fame. Mentre è noto che se un lupo entra in un gregge, scanna a man bassa senza limiti di necessità! Così l'orso, che non è pericoloso per ...
 
Il Gran Sasso da Villalago