Martedì 19 Maggio 2020 -  San Celestino V - Pietro di Morrone, Eremita e Papa

Il tempo... ieri - Nuvole spinte dal vento per la maggior parte della giornata con tentativi di pioggia. Nelle ultime ore del pomeriggio è tornato il sereno col sole ormai al tramonto. Temperature: mass. 22,1°; min. 13,2°C; attuale 13,4° (ore 23,30).
 
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19 Maggio festa liturgica
DI PAPA SAN CELESTINO V
Ricorda il 19 Maggio del 1296 giorno della sua morte

di Mario Setta

È strano che, a Sulmona,  il giorno della morte di Celestino V non sia mai stato celebrato e ricordato degnamente. Da nessuna istituzione: non religiosa e non civile. Solo in una piccola chiesetta, in una zona chiamata San Pietro, a Bagnaturo, tra Pratola e Sulmona, viene celebrata la festa.
Celestino non è imprigionabile nelle stanze del potere. La linea di demarcazione, come aveva ben intuito Silone ne “L’avventura d’un povero cristiano”, è ancora oggi quella di sette secoli fa: o con Celestino o con Bonifacio. È la  dialettica  tra lo Spirito e la Lettera, tra la Profezia e l’Istituzione. Metaforicamente, tra la tiara, il copricapo  che con Bonifacio VIII diventerà “triregno” simbolo ...
 
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   letture
LA PESTE DI MARSIGLIA 1720 - 1722
L'ultima grande pestilenza in Europa (Parte I)
Nel 1720 la peste colpì duramente la Francia. E' conosciuta come “Peste di Marsiglia”, perché qui arrivò per prima, per poi diffondersi in tutto il suo territorio e in Provenza.
Il 25 maggio 1720 approdò al porto della città la nave Grand Saint Antoine. Era un mercantile a tre alberi, salpato da Smirne nel mese di luglio del 1719 con un carico di stoffe pregiate e di cotone. Durante la lunga traversata fu funestata dal decesso di nove marinai, senza i tipici sintomi della peste. Eludendo le procedure precauzionali di quarantena grazie alle pressioni degli armatori presso i porti di Livorno e della stessa città provenzale, la nave ebbe modo di restare al molo cittadino per oltre un mese, diffondendo il morbo in città. Solo quando la pestilenza iniziò a falciare vite in maniera massiccia, le autorità si resero conto del fatale errore e ordinarono una tardiva quarantena all'ile Jarre. Un mese dopo giunse l'ordine di dar fuoco alla nave, i cui resti giacciono ancora sui fondali dell'isola. Nel 1978 fu rinvenuta nelle sue acque, sul fondo di uno dei tipici calanques che caratterizzano il profilo delle coste del litorale, l'ancora da alcuni subacquei dell'INPP, l'Istituto Nazionale di Subacquea Professionale di Francia, pesante una tonnellata. In considerazione del suo grande valore simbolico nel 2013 fu ritirata ed esposta davanti all'ingresso del Museo di storia di Marsiglia. La città, portuale e commerciale, fu    
spesso teatro di terribili epidemie arrivate dal mare e per questo motivo si organizzò in una rete di comunicazione con altri porti del Mediterrano e del Medio Oriente per la segnalazione di focolai sulle navi in arrivo o in partenza. Al comandante di ogni nave veniva consegnato, prima di rientrare un documento che specificava lo stato di salute della città. In caso di sospetta peste a bordo si osservava una quarantena di diciotto giorni per gli uomini, 28 per la nave e trentotto per il carico. Si scontava sull'isola di Jarre, a sud di Marsiglia, o di Pomègues, ove potevano essere ospitate 35 navi "in attesa". Per i passeggeri e il cargo furono organizzati dei lazzaretti vicino al mare. Nonostante questa meticolosa organizzazione, né l'equpaggio, né il carico della Grand Saint Antoine osservarono la quarantena. Da Smirne ebbe un certificato positivo, ma il console Puollard, che firmò il documento non sapeva che a Damasco, da dove provenivano le merci, imperversava la peste. Quando la nave arrivò a Marsiglia si pensò ad una breve quarantena precauzionale, ma sotto pressione dei mercanti, ansiosi di commercializzare le stoffe, non se ne fece nulla. I primi contagi si ebbero nella squadra di trasportatori incaricati di disimballare le stoffe, poi in alcune case della città vecchia, che vennero isolate e sigillate. I morti vennero sepolti nella calce. I nobili, intanto, fuggivano verso le residenze di campagna. r.g. (Continua)
Enrico Marone
La filiera del tartufo
e la sua valorizzazione
in Toscana e Abruzzo

E’ notorio che non può esistere valorizzazione del sistema tartuficolo senza un'adeguata conoscenza della filiera che porta il tartufo dalla terra al consumatore.
Essa permette, infatti, di rendere esplicito il legame tra il prodotto e il territorio di origine, eliminando la disparità del livello informativo tra consumatore e raccoglitore / produttore / trasformatore. Il valore del prodotto, in questo caso, si accresce in quanto si acquista insieme ad esso anche la qualità dell'ambiente di produzione.
La ricerca che viene presentata in questo volume offre validi elementi di orientamento sia per gli operatori del settore sia per la pubblica amministrazione, ai quali fornisce conoscenze utili per la difesa delle prodotto locale e per l'orientamento delle politiche di settore.
 
   abruzzo
Salgono a 3193 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo

Salgono a 3193 i casi totali di Coronavirus accertati in Abruzzo dall'inizio della pandemia, un aumento di 7 casi su un totale di 1260 tamponi analizzati. 191 pazienti (-2 rispetto a ieri) sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva (18 in prov. dell’Aquila, 79 in prov. di Chieti, 81 in prov. di Pescara e 13 in prov. di Teramo), 6 (invariato rispetto a ieri) in terapia intensiva (1 in prov. dell’Aquila, 1 in prov. di Chieti, 2 in prov. di Pescara e 2 in prov. di Teramo), mentre gli altri 1216 (-7 rispetto a ieri) sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva Asl.
 
   fase 2 covid-19
DOVE SI POTRA’ ANDARE
E QUALI LE NUOVE REGOLE
PER IL DISTANZIAMENTO

a cura di Giovanni Cetrone

Da iERI, lunedì 18 maggio, e per tutta la Fase 2 e cioè fino al 31 luglio 2020, si può andare al ristorante, ma seguendo regole ben precise. I locali dedicati al food riaprono ma, dal momento che rappresentano uno dei luoghi con più alto rischio contagio, le misure adottate dal Governo Conte sono piuttosto rigide.
Le regole inserite nel decreto 17 maggio si applicano per ogni tipo di esercizio di somministrazione di pasti e bevande, come ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie, anche se collocati nell’ambito delle attività ricettive, all’interno di stabilimenti balneari e nei centri commerciali, nonché per l’attività di catering. In quest’ultimo caso, se la somministrazione di alimenti avviene all’interno di un’organizzazione aziendale terza, sarà necessario inoltre rispettare le misure di prevenzione disposte dall’organizzazione.
Le regole per i ristoranti  

 
   villalago
AUGURI A NURIA BERGARA
PER LA NUOVA GESTIONE
DEL BAR “LA PIAZZETTA”

VILLALAGO - Ieri, giorno di riapertura al pubblico dei bar, si è avuta la sorpresa di vedere aperto a Villalago anche il Bar “La Piazzetta”, che era rimasto chiuso ancor prima del Covid per il cambio di gestione. A condurlo ora è la signora Nuria Bergara, moglie di Anrea Lupi,che l’ha rilevato da Manuela Grossi. E’ un bar storico con una terrazza che dà sulla piazza ed è nella struttura dell’Albergo Stella Alpina
Per il distanziamento sociale non c’è stata la classica inaugurazione con il solito affollamento. I Villalaghesi con molto ordine e nel rispetto delle regole, sono andati a fare gli auguri a Nuria, che a sua volta ha offerto a tutti la consumazione e una confezione di dolci. Il giorno prima dell’apertura il locale e gli arredi sono stati sanificati e poste le guide per il distanziamento.
Dalla redazione di questo giornale giungano a Nuria gli auguri di un lavoro proficuo, con tanti avventori.
 
   sulmona
Il Tribunale di Sulmona riconosce le ragioni
di un cliente della banca e condanna
Monte Paschi di Siena per usura

In questo caso, il Giudice Dott. Giuseppe Ferruccio, con la sentenza n.89/2020 del 13/05/2020, riconosce l’applicazione da parte della banca di interessi usurari ed interessi anatocistici e di conseguenza, a seguito della consulenza tecnica d’ufficio, dispone il ricalcolo del conto corrente, accertando una considerevole riduzione del debito a carico del correntista che nel frattempo, tra capitale, interessi ed interessi di mora era arrivato a 35.000 euro circa.
La vicenda risale al 2010, quando i soci di una nota società di ristorazione di Pratola Peligna (AQ), si sono rivolti alla banca per avere un affidamento in conto corrente per la propria attività. Nel tempo i clienti si sono resi conto che, nonostante gli sforzi profusi per coprire il conto, in sostanza, il debito non diminuiva. Così nel 2018 i 4 soci titolari, non riuscendo più a far fronte alle pretese della banca, si sono rivolti al Dr. Vincenzo Mazza, esperto in materia bancaria e finanziaria di Assistenza Debiti, per una consulenza tecnica, il quale dopo un’opportuna analisi, ha consigliato i clienti sulla strada da intraprendere per vedere tutelati i propri diritti. Dopo i primi tentativi di giungere ad un accordo con la banca ma visto il continuo ed ottuso rifiuto di quest’ultima di ogni transazione, questi imprenditori della Valle Peligna, sono stati costretti a rivolgersi al Tribunale di Sulmona per vedere tutelate le proprie ragioni e, sempre con l’assistenza del Dr. Vincenzo Mazza in qualità di consulente tecnico di parte e dell’Avv. Gianni Paris di Avezzano, sono riusciti a dimostrare l’applicazione di interessi usurari ed interessi anatocistici sul loro conto corrente societario. Quindi, dopo qualche anno di causa, si è giunti alla recente sentenza con la quale “Il Giudice , ha riconosciuto  il diritto dei
clienti  di vedersi ridurre il “presunto” debito di  quasi il 75%”, inclusi gli interessi di mora, con condanna della banca al pagamento di tutte le spese.  Con questa pronuncia la Giurisprudenza ribadisce i principi sanciti dalla Legge 108/96 che non è una norma, di volta in volta, raggirabile  ma rappresenta un argine invalicabile per chiunque, in primis dalle banche e dagli operatori finanziari”, così ha dichiarato Vincenzo Mazza. Da annotare, infine, che con la stessa sentenza, il Giudice Dott. Ferruccio, ha disposto la trasmissione degli atti al Pubblico Ministero presso il Tribunale di Sulmona per valutare gli ulteriori aspetti penali della vicenda che, siamo certi, non si finisce qui. (Vincenzo Mazza)
 
   sindacato giornalisti
Pescara, striscioni contro
i giornalisti nel quartiere Rancitelli
 
Il Sindacato Giornalisti Abruzzesi condanna l'ennesimo attacco alla libertà di stampa e ai doveri dei cronisti impegnati, ormai da mesi, nel racconto di tutti gli aspetti legati all'epidemia Covid-19.
Due striscioni apparsi questa mattina nel quartiere pescarese di Rancitelli esprimono la reazione violenta di una parte della popolazione alle notizie di casi di contagio dovuti alla partecipazione di persone appartenenti alla comunità Rom al funerale di Campobasso, che ha avuto pesanti ripercussioni cliniche anche in zone del territorio abruzzese.
Si tratta di notizie correttamente verificate e riportate dal complesso dei media regionali; ciò non di meno, c'è chi ritiene addirittura di bollare i giornalisti come terroristi.  Sono attacchi vili, anche perché espressi un forma anonima, che il Sindacato Giornalisti Abruzzesi respinge con
fermezza. Sul caso, dopo l'intervento della polizia municipale per la rimozione degli striscioni, sono in corso indagini da parte della Digos e della Squadra volante della Questura, che speriamo possano dare nome e volto agli autori delle intimidazioni. Non è purtroppo la prima volta che questa area di marginalità urbana si rende teatro di aggressioni alla libertà di stampa, con una catena di episodi che nel recente passato sono anche sfociati nell'aggressione fisica.
Il Sindacato continuerà a vigilare e a difendere, con le armi della denuncia pubblica e della testimonianza, il lavoro dei giornalisti abruzzesi. Le notizie sui casi di contagio all'interno della comunità rom rispondono in questa fase a criteri di obiettività e interesse pubblico e nulla hanno a che fare con il linguaggio di odio, parimenti condannabile,  che la vicenda ha scatenato trovando puntale amplificazione nell'uso irresponsabile dei social media. (Sindacato giornalisti d’Abruzzo)
 
   comunicato stampa
IERI HANNO RIAPERTO LE AGENZIE
DI VIAGGIO: DURA DICHIARAZIONE
DELLA PRESIDENTE NAZIONALE
 
Ci sono ben 7 Miliardi di Euro già disponibili dai Fondi Strutturali Europei che potrebbero essere investiti in turismo. Rischiamo di restituirli all'Europa qualora le Regioni non dovessero spenderli. Parliamo di fondi che sono già disponibili. Con la flessibilità introdotta dalla Commissione  Europea a causa del Covid - 19 sono già state derogate due importanti norme: gli aiuti de minimis a 200.000 euro, ovvero non c'è più il          
limite di concedere aiuti sotto i 200.000 euro e l'uso esclusivo per le regioni del sud. Inoltre abbiamo sollecitato il Governo nell'uso di strumenti europei: Recovery Plan la cui approvazione è prevista per fine Maggio e che anche su iniziativa della Presidenza Croata potrebbe in buona misura essere concentrata sul settore turismo e così come il Piano de Prestiti Bei. Si tratta di prestiti pari a 248 MLD di euro che hanno un lungo tasso di rimborso e potrebbero essere utilizzati per il turismo". Lo ha dichiarato Ivana Jelinic, Presidente Nazionale della Federazione Italiana Agenzie di Viaggio ed Imprese Turistiche (FIAVET).
 
Alta Valle del Sagittario