Lunedì 4 Maggio 2020 - San Cassiano di Novellara  Vescovo e martire

Il tempo... ieri - INSTABILITA’ NELLE ORE POMERIDIANE. Nella prima parte della giornata c’è stato il sole, mentre nella seconda parte sono arrivate le nuvole e scrosci di pioggia. Temperature: mass. 19,2°; min. 5,7°C; attuale 5,9° (ore 23,30).
 
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4 Maggio: “FESTINA LENTE” Giornata della lentezza
“Non abbiate fretta di riprendere”

Sarà una giornata di "ripartenza" dopo due mesi di chiusura, ma in modo lento e responsabile mantenendo le buone abitudini apprese durante il #IORESTOACASA. Il 4 maggio 2020 è una data che ricorderemo per sempre, soprattutti per le persone piene di dolore per la perdita dei propri cari o ancora a persone spaventate dal contagio.  “Festina lente” significa "affrettati lentamente" ed unisce due concetti divergenti, velocità e lentezza, per indicare un modo di agire senza indugi, ma con cautela. La frase è attribuita all'Imperatore Augusto dallo storico latino Svetonio, che la riporta in ligua greca. Ad inventarla 12 anni fa è stato Bruno Contigiani. Era il 2007 quando con un gruppo di amici presidiò il centralissimo corso Vittorio Emanuele, a Milano, dando le multe a chi camminava troppo veloce. Da allora, ogni anno, il primo lunedì di maggio è diventato la “Giornata della lentezza”.
 
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La "Peste di San Carlo" 1576-1577
In autori vari (Parte III)
Per impetrare da Dio la grazia della fine dell’epidemia San Carlo dispose lo svolgimento di quattro processioni alle quali avrebbero potuto prendere parte solo gli uomini adulti, divisi in due file di una sola persona e distanti l’una dall’altra circa tre metri, vietando la partecipazione degli infetti e dei sospetti di contagio. Il Borromeo guidò, a piedi scalzi e con una corda al collo, la prima processione dal Duomo fino alla Basilica di Sant’Ambrogio. Il 5 ottobre si svolse la seconda ed il giorno successivo San Carlo decise di portare in processione il Sacro Chiodo della croce di Cristo, conservato in un reliquiario posto nel semicatino absidale del Duomo a quaranta metri d’altezza sopra l’altare maggiore; in tale occasione l’Arcivescovo stabilì che ogn’anno si portasse solennemente in processione "et che stasse esposto sopra l’altare maggiore del domo per lo spacio di quarant’hore". (Marcora, Il processo diocesano…). La quarta processione ebbe luogo il 9 ottobre seguendo un itinerario circolare attorno al centro della città. 
Lungi dall’ignorare le prescrizioni della scienza medica del tempo, San Carlo, procuratosi decine di trattati di medicina e circondatosi di un gruppo di eminenti medici, cattedratici e clinici, provvide all’emanazione di minuziose misure precauzionali rivolte al clero ed al popolo milanese e dirette a contrastare la diffusione dell’epidemia, quali il cambio e la bollitura degli abiti a scopo di disinfezione dopo le visite agli infetti, la raccomandazione di non toccare vesti e giacigli dei malati, il lavaggio e la purificazione delle mani con l’aceto o con la fiamma di un cero, il divieto di commerciare, a pena di scomunica, gli oggetti appartenenti ai contagiati e l’intinzione delle monete destinate alle elemosine nell’aceto. Pionieristiche risultarono le disposizioni impartite dal Borromeo in materia di derattizzazione, dato che solo nel XIX secolo si sarebbe scoperto che l’ospite più comune del
batterio della peste è proprio il topo (un profondo e raffinato studioso delle Scritture quale San Carlo potrebbe avere tratto ispirazione per questa disposizione dal fatto che in 1Sam 6, 1-12 era già stato instaurata una connessione tra insorgenza della peste e presenza dei topi: «Fate dunque immagini dei vostri bubboni e immagini dei vostri topi che infestano la terra e datele in omaggio al Dio d’Israele»). Con il progredire dell’epidemia il lazzaretto di Porta Orientale e le 250 capanne supplementari non furono più sufficienti ad accogliere i malati.San Carlo propose pertanto al Governatore, al Tribunale di Sanità ed ai Decurioni l’adozione di due provvedimenti: la destinazione dei circostanti terreni extra-urbani all’edificazione di capanne ove ricoverare i malati e la proclamazione di una quarantena generale per l’intera città, estesa a
laici e clero.
L’Arcivescovo consigliò due grandi provvedimenti. Fu il primo di condurre ad affitto amplissimi spazi di terreno fuori della città, a ciascuna delle sue porte; circondarli di terrapieni e di fosse onde nessuno potesse uscirne; ed ivi far trasportare i sospetti di peste in case di legno o di paglia, in mezzo alle quali volle che sorgesse una cappelletta per dirvi la Messa ed amministrarci i Sacramenti. L’altro fu di pubblicare una generale quarantena per la quale i cittadini sacerdoti o laici, uomini, donne, fanciulli, tutti dovessero per quaranta giorni serrarsi in casa […]. |Furono queste cose diligentemente eseguite senza molta difficoltà per la efficace cooperazione del santo  Pastore, il quale raccolse nell’arcivescovado buon numero di religiosi d’ogni Ordine, specialmente cappuccini, che insieme convivessero e fossero pronti ad accorrere dovunque abbisognasse. (Sala, Biografia di San Carlo Borromeo). r.g. (Continua)
Maurizio D’Antonio
Ita terraemotus
damna impedire
Note sulle tecniche
antisismiche storiche in Abruzzo

Perché il centro storico dell'Aquila non ha visto il crollo generalizzato degli edifici sulle strade, come invece avvenuto in occasione di altri eventi tellurici del sud d'Italia? Grazie a quali tecnologie antisismiche adottate nel passato, moltissimi degli edifici aquilani hanno resistito ai terremoti del 2009 e prima del 1703? Siamo certi che le soluzioni antisismiche oggi applicate nel recupero del costruito storico, siano le migliori possibili? Sono questi gli interrogativi cui risponde il volume, che con una approfondita, puntigliosa, documentatissima ricognizione sulle strutture messe a nudo dal sisma, consente di rileggere e "riscoprire" le tecniche antisismiche dei secoli passati, con un approccio storico evolutivo e con particolare riferimento al meridione italiano e all'Abruzzo. Ne esce un quadro di competenze e metodologie cui guardare con rispetto e attenzione, per il, restauro antisismico filologicamente corretto del costruito storico.
 
   abruzzo
Salgono a 2996 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo

Salgono a 2996 i casi totali di Coronavirus accertati in Abruzzo dall'inizio della pandemia, un aumento di 32 casi su un totale di 1003 tamponi analizzati. 300 pazienti (-3 rispetto a ieri) sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva (39 in prov. dell’Aquila, 107 in prov. di Chieti, 117 in prov. di Pescara e 37 in prov. di Teramo), 16 (invariatoi) in terapia intensiva (3 in prov. dell’Aquila, 2 in prov. di Chieti, 4 in prov. di Pescara e 7 in prov. di Teramo), mentre gli altri 1552 (-8 rispetto a ieri) sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva Asl.
 
    scanno
Messa in streaming a Scanno
Presieduta da mons. Michele Fusco
Per la domenica del Buon Pastore

SCANNO - In questo tempo di Coronavirus il parroco di Scanno mons. Carmelo Rotolo si connette con i suoi parrocchiani a casa, durante le celebrazioni a porte chiuse, attraverso streaming. Sono molte le persone che seguono la diretta. Oltre agli abitanti di Scanno e Frattura, si uniscono alla preghiera comunitaria scannesi e turisti residenti altrove, che hanno avuto modo così di seguire sin dalla Domenica delle Palme le messe festive e l’inizio del mese mariano con la Madonnina del Lago.
Ieri, domenica del Buon Pastore e Giornata di preghiera per le vocazioni, la Santa Messa attraverso la rete telematica è stata presieduta dal vescovo della Diocesi Sulmona-Valva mons. Michele Fusco.
In apertura il parroco, ricordando il difficile periodo che stiamo attraversando, ha rivolto un pensiero ai ragazzi, agli ammalati e in particolare ai giovani, nella loro scelta di vita, auspicando che possa essere anche quella del sacerdozio. Mons. Fusco, dopo aver augurato buona festa alle suore per l’intitolazione del loro istituto al “Buon Pastore”, ha sottolineato la coincidenza della sua celebrazione a Scanno in        
virtù delle numerose vocazioni in questa comunità. Attualmente ci sono diverse suore e dieci sacerdoti originari di questo paese, compresi anche coloro che operano in altre diocesi, ma bisogna ricordare molti sacerdoti defunti e due vescovi illustri: mons. Enrico Carfagnini, mons. Salvatore Rotolo e mons. Giuseppe Celidonio, Vicario Capitolare.
 
   editoriale
IL LUNEDI’ DEL DIRETTORE
“Svagato e sognante”

Sabato scorso, dopo un forzato ritiro in casa di circa due mesi, o per sfuggire il Covid-19 o per non contagiare gli altri, nell'eventualità che fossimo portatori sani di questo virus, ci è stata ridata la libertà di poter passeggiare in luoghi più lontani dalla nostra abitazione. Il mio primo pensiero, data anche la bella mattinata, è stato quello di andare al Lago di Scanno, per riassorbirlo nella mia anima, nel profondo della mia psiche.
Mi accoglie il prato della "spiaggetta", con la sua fioritura di margherite. Trovo un sedile d'occasione vicino la riva. Tutt'intorno è quiete: non persone, non il solito via vai delle macchine. Il silenzio è rotto di tanto in tanto dallo starnazzare delle due oche e di alcune anatre. In questa idilliaca pace immergo i miei pensieri nella calma distesa delle acque, per poi riemergere e correre lunghe le anse che lo modellano a forma di cuore. Del suo perimetro conosco tutto e ho sempre sperato che si ponesse fine alle ferite che gli vengono inferte, come dalla villa in decadenza sulla riva sinistra e da altre costuzioni adiacenti le sue acque
Mi accorgo tristemente che non ho più la forza di scontrarmi con chi dovrebbe vigilare invece di far finta di non vedere. Sono scontri persi in partenza, perché resti solo a "gridare nel deserto" e a difenderti dalle invettive dei cortigiani del signore di turno.
Mi sono fatto portavoce da questo giornale e da un sito FB dell'idea di fusione dei Comuni di Scanno e Villalago. Ho tenuto degli incontri, se n'è discusso, ma poi ho dovuto rinfoderare l'idea, perché ostile a chi avrebbe dovuto avviare la procedura.
Ho letto la risposta di qualche mese fa del sindaco di Villalago al segretario del PD di Scanno sulla gestione del lago.
Come si fa a pensare alla fusione dei due comuni se egli ancora rivendica alcuni diritti, perché - a detta sua - il lago insiste per tre quarti nel territorio di Villalago e solo per un quarto in quello di Scanno? Le sue parole mi hanno riportato indietro più di mezzo secolo, quando in collegio i ragazzi di Scanno sfottevano noi di Villalago dicendo:
“C'ha da fa la Villa? le lache è le nuostre!”.
Ora questo non succede più, perché le nuove generazioni non sono più legate a questi stereotipi. I ragazzi dei due paesi frequentano insieme la
scuola media e con progetti didattici, finalizzati all’integrazione, hanno lasciato questi stupidi campanilismi, che seminano solo controversie.
In uno degli incontri pubblici a Scanno, ricordo che qualcuno disse che non conveniva la fusione, poiché il comune di Villalago era in dissesto finanziario. Forse è giunto il momento di riprendere tale progetto, perché entrambi i comuni non hanno una condizione economica florida e la fusione potrebbe risollevarli.
Si è alzata una leggera brezza e ascolto la voce delle onde. Mi dicono che sono un sognatore e che solo una legge dello Stato potrà fondere amministrativamente i due paesi, perché tutt'ora non ci sono amministratori con passione e orgoglio di far parte di un territorio senza divisioni, unico.
Svagato e sognante il mio pensiero corre ai primi insediamenti protostorici che sorsero presso le rive del lago, società lacustri che lo vezzeggiavano e rispettavano come divinità.
Mi lascio trascinare da allegorie, che lo rendono vivo e partecipe, per fugare le miserie dei nostri giorni. r.g.
 
   scanno
RIAPERTURA QUOTIDIANA
DELL’UFFICIO POSTALE DI SCANNO
su denuncia del PD locale

SCANNO - Da oggi, lunedi 4 maggio, gli uffici postali verranno riaperti regoralmente. Il 24 aprile come segretario del,Pd di Scanno, ho denunciato la mancata apertura "normale" degli uffici postali a Scanno, mancata apertura che ha provocato file di 20 persone e attese di circa un'ora e mezzo con anziani in fila al freddo.
Durante questi giorni sono stato puntualmente informato dal Presidente del Consiglio comunale Armando Ciarletta,sulla soluzione del problema,e lo ringrazio. Ieri in un articolo uscito sul "Centro"il Sindaco ha comunicato la notizia della ripertura deggli uffici postali con regolare orario, ringraziando le Poste Italiane per aver accolto la sua richiesta, mi sarei aspettato una parola anche per il PD di Scanno che è stato l'unico a denunciare una situazione così incresciosa, e invece ancora una volta siamo stati ignorati.
Noi abbiamo dimostrato di occuparci di problemi reali,che vanno esclusivamente nell'interesse di Scanno e dei suoi cittadini,e, continueremo a lavorare per il bene della nostra comunità.
Cesidio Giansante, Segretario PD di Scanno
 
   in breve
 
Si torna a correre e passeggiare
nell’ambito del proprio comune

Con l’ordinanza regionale n.50 a firma del governatore Marsilio si potrà tornare a svolgere attività come passeggiate a cavallo all’aria aperta esercitate individualmente e nel proprio comune di residenza, oltre che fare jogging o andare in bicicletta, dalle ore 6.00 alle ore 20.00, esclusivamente in modalità individuale, nell’ambito del proprio comune di residenza. È consentito ai residenti in Abruzzo lo spostamento, individuale o per massimo due persone purché appartenenti allo stesso nucleo familiare, nell’ambito del territorio regionale, all’interno del proprio comune o nei comuni dove si trovano le seconde case di proprietà, per le attività di manutenzione e riparazioni necessarie.
Mascherine obbligatorie
in Abruzzo anche all’aperto

Tutte le persone che, a qualsiasi titolo, siano presenti nel territorio abruzzese (anche non residenti), sono tenute – per i prossimi 15 giorni – ad indossare la mascherina anche negli spazi aperti, laddove non sia possibile mantenere distanze sociali. Lo stabilisce l’ordinanza n.54 firmata quest’oggi dal presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio. Ordinanza che prevede anche una comunicazione per chi rientra in Abruzzo ma nessun obbligo se non quello di misurarsi la febbre tutti i giorni e segnalare se supera i 37.5.
 
Valle del Sagittario