Giovedì 30 Aprile 2020 - San Giuseppe Benedetto Cottolengo, Sacerdote

Il tempo... ieri - Diffuse incertezza climatiche tra nuvole, pioggia e sole, che si sono alternate durante tutta la giornata, insieme a folate di vento. Temperature in ulteriore calo per la massima: mass. 14,6°; min. 6,5°C; attuale 6,7° (ore 23,30).
 
   evento del giorno
LA MADONNINA DEL LAGO
OGGI E’ A SCANNO
NELLA CHIESA PARROCCHIALE 

LA MADONNINA DEL LAGO è già nella chiesa parrocchiale portata privatamente in macchina dalla sua chiesetta del lago. Questa sera verrà recitata in streaming la preghiera “Visita a Maria Santissima” alle ore 18,00 e potrà essere seguita collegandosi sul canale you tube parrocchia di Scanno. Il culto di questa immagine sacra risale al 1702, quando venne eretto il piccolo tempio addossato alla roccia, nella suggestiva posizione sul lago, con la titolazione dell’Annunziata. Il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, il popolo scannese è solito recarsi al santuario dove viene celebrata la santa messa. L’originale statuina lignea, trafugata nel 1979,  è stata sostituita con un’altra simile.

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RACCONTI
DI POLITICA INTERIORE

E’ in lettura il racconto di politica interiore n. 74 di Angelo Di Gennaro dal titolo: SCANNO  È NEL MONDO Le persone come veicoli e promotori di informazioni anche virali.
 
   libri
 
   letture
La "Peste di San Carlo" 1576-1577
In autori vari (Parte I)
Mentre a Palermo il protomedico Giovan Filippo Ingrassia nel 1576 riuscì a sconfiggere la pestilenza, questa lo stesso anno infuriava a Milano e nel territorio circostante. E' chiamata "Peste di San Carlo", perché si verificò durante l'episcopato del Santo, che divenne l'"unico refrigerio" di Milano appestata, prodigandosi con ogni mezzo per portare soccorso agli ammalati.
Carlo Borromeo nacque ad Arona nel 1538. Nominato solo a dodici anni commendatario dell'abbazia di Arona, venne poi chiamato a Roma dallo zio Papa ed eletto Cardinale a 22 anni pur non essendo ancora ordinato sacerdote. Dopo la morte dello zio nel 1565 tornò a Milano. Morì nel 1584 a soli 46 anni di età.
Si ritiene che il contagio sia scoppiato in occasione del giubileo, esteso a Milano. Nei primi giorni del 1576 la città era pervasa dalla grande gioia e trepidazione suscitate dalla decisione di Gregorio XIII di accogliere la supplica del cardinale Borromeo con la quale il santo Arcivescovo aveva richiesto al Pontefice l’estensione del Giubileo, celebrato a Roma nel 1575, alla diocesi ambrosiana, per consentire ai milanesi e ai lombardi impossibilitati a recarsi nell’Urbe durante l’anno precedente di lucrare l’Indulgenza. Con il solenne avvio dell’anno giubilare straordinario, il 12 febbraio, in città affluirono migliaia di pellegrini provenienti da tutta la diocesi.
Giunta la notizia della peste a Trento, Venezia e Mantova, inizialmente derubricata a semplice febbre influenzale, il Governatore di Milano introdusse rigide limitazioni ai pellegrinaggi, disponendo che l’ingresso in città fosse consentito solo a piccoli gruppi di una dozzina di persone in possesso della “bolletta”, un documento, rilasciato dalle autorità sanitarie del territorio di provenienza, che attestasse l’assenza di sintomi riconducibili al morbo pestilenziale.
San Carlo, per ridurre l’afflusso di pellegrini a Milano, stabilì che il Giubileo potesse essere celebrato "anco nella diocesi, deputando le chiese in ciascuna pieve,
afinché quelli che non erano potuti venire alla città non restassero privi di un tanto tesoro".
Il Tribunale di Sanità  precauzionalmente adottò provvedimenti volti a prevenire il propagarsi della pestilenza all’interno dello Stato milanese, quali l’isolamento dei borghi colpiti dalla peste, l’introduzione di restrizioni per l’accesso alla città, la sospensione di ogni manifestazione ed evento che comportasse assembramenti di persone, la limitazione dei commerci, la diuturna sorveglianza delle sei Porte rimaste aperte al transito dei soli possessori di “bollette” e la quotidiana pulizia delle strade. L’epidemia, nonostante i provvedimenti, divampò al principio della seconda decade d’agosto, durante la visita di Giovanni d’Austria, che lasciò immediatamente la città. Mentre anche il marchese d’Ayamonte si affrettava a fuggire ritirandosi con la sua corte a Vigevano, imitato da larga parte dell’aristocrazia e perfino da molti membri delle magistrature cittadine, trasferitisi nelle loro residenze di campagna, San Carlo, che si era recato a Lodi per assistere il vescovo Antonio Scarampo, ormai prossimo al trapasso a causa della peste, decise di tornare immediatamente a Milano.
Estendendosi ulteriormente la pestilenza le autorità misero in isolamento i quartieri divenuti focolai del contagio; introdussero un obbligo di denuncia dei casi accertati e presunti di peste e decisero di allestire fuori dalla cinta muraria un primo nucleo di 250 capanne ove ricoverare gli appestati ed i sospetti in modo da evitare il sovraffollamento del lazzaretto di Porta Orientale. Entro la fine di agosto la diffusione della peste divenne inarrestabile e, vanificate le speranze che i cordoni sanitari attuati potessero contenere la sua propagazione, arrivò fino al centro della città. Gli ammalati cominciarono ad essere trasferiti al lazzaretto, ove i ricoverati erano tenuti divisi a seconda che fossero infetti, sospetti o convalescenti. r.g. (Continua)
Fabio Redi
VIAGGIO
NEI SECOLI
Popoli
e insediamenti nell'Alta Valle dell'Aterno

Tutto è partito dalla Fibula, dal ricordo sempre vivo di Peppe Navarra, autore di questo prezioso ritrovamento di epoca pre-romana nelle campagne di Pizzoli, per poi immergersi in un incredibile viaggio tra i secoli, la storia e la cultura. Immensa è la gratitudine verso questi studiosi che ci permettono con i lori saperi, con le loro opere di ricollegarci alla storia da cui proveniamo. Immenso è lo stupore della scoperta quando le tracce svelano la grandezza del patrimonio di cui la nostra terra è custode. Questo libro vuole anch'esso diventare traccia del passato e guidare i suoi lettori alla consapevolezza delle origini per meglio comprendere il presente e guardare al futuro.
Fabio Redi, professore ordinario di Archeologia medievale  all’Università dell’Aquila, è coordinatore del Dottorato di Ricerca in Archeologia medievale: strutture della società, insediamenti ed organizzazione del territorio, attività produttive, con sede amministrativa L’Aquila.
 
   abruzzo
Salgono a 2923 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo

Salgono a 2923 i casi totali di Coronavirus accertati in Abruzzo dall'inizio della pandemia, un aumento di 24 casi su un totale di 1187 tamponi. 309 pazienti (-3 rispetto a ieri) sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva (41 in provincia dell’Aquila, 103 in provincia di Chieti, 124 in provincia di Pescara e 41 in provincia di Teramo), 19 (-2 rispetto a ieri) in terapia intensiva (5 in provincia dell’Aquila, 4 in provincia di Chieti, 4 in provincia di Pescara e 6 in provincia di Teramo), mentre gli altri 1648 (-9 rispetto a ieri) sono in isolamento Asl.
 
    uso delle mascherine
IL CORRETTO UTILIZZO
DELLE MASCHERINE-GUANTI

L’altra sera su Striscia la Notizia Staffelli ha effettuato un servizio sul non corretto utilizzo mascherine-guanti nello gestire soldi-merce. Molti utilizzano gli stessi guanti per toccare la merce e successivamente prendere soldi e dare resto. Non si può. Anche la mia esperienza diretta, purtroppo, mi ha permesso di verificare il non corretto uso delle mascherine sia per strada che all'interno di negozi e mezzi di trasporto.
Prego codesta redazione di pubblicare tutti i video e le eventuali comunicazioni al riguardo, per informare le persone in maniera corretta. Altrimenti se arriva il virus, può succedere di tutto, soprattutto alle persone che credono di essere in sicurezza. Grazie e cordiali saluti G. Cetrone.
(Per informazioni e video CLICCARE SUL’IMMAGINE)
 
   parchi d’abruzzo
Le gite di primavera in un click
In attesa di tornare a camminare nella natura

Da molte settimane, ormai, siamo tutti a casa per rispettare le norme di distanziamento sociale necessarie per evitare la diffusione della pandemia da Covid-19. Una condizione che ci accomuna alla popolazione di molti altri paesi, in Europa e nel Mondo, e che stiamo imparando a vivere, adattandoci a uno stile di vita inedito, che riconosce negli strumenti tecnologici e nei social media una risorsa importante, per lavorare in modalità smart, per tenerci in contatto con parenti e amici, ma anche per visitare musei e fare viaggi virtuali guardando lo schermo del nostro laptop, tablet o smartphone. Ecco allora un pacchetto di “gite di primavera in un click”, perché, se non possiamo andare a camminare nei parchi, i parchi vengono da noi, con alcuni brevi video che ci mostrano la loro maestosa bellezza e alcuni dei fiori che si possono incontrare lungo i sentieri e nelle radure, specie endemiche che il progetto Life Floranet ha scelto per un grande intervento di salvaguardia.
Mettetevi comodi, quindi. Si comincia con le immagini del Parco nazionale della Majella, dove tra il fascino delle altre quote e incantevoli torrenti faranno capolino i fiori, che sono il filo conduttore delle nostre “gite”. L'iniziativa proseguirà, dando appuntamento settimanale, con i boschi rigogliosi del Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise e, infine, con le magnifiche grotte e la dolcezza dei pascoli nel Parco regionale del Sirente Velino. Il Cypripedium calceolus, meglio noto come Scarpetta di Venere, l'Iris marsica, l'Astragalus aquilanus, sono alcune delle specie floreali di interesse comunitario al centro di un grande progetto di tutela e valorizzazione nei Parchi naturali dell'Appennino abruzzese che oggi possiamo ammirare rispettando la regola #iorestoacasa.
In attesa di poterle vedere a distanza ravvicinata, organizzando una bella escursione nel territorio dei tre Parchi, le specie protette si mettono in mostra, dunque, via social. Ogni settimana, sulla pagina facebook e via twitter @Floranetlife, oltre che sul profilo Instagram @LegambienteLab, verrà postato un video, per cominciare bene o finire in bellezza la giornata. Dopo i video, troveranno spazio sui social anche le meravigliose fotografie che hanno vinto il recente contest “Fiori appenninici. Bellezza in
posa”, corredate da una breve descrizione delle specie floreali per imparare a riconoscerle e apprezzarle. In attesa, a fine maggio, del lancio del nuovo contest fotografico, che vedrà in gara scatti “rubati” all'interno del Parco regionale del Sirente Velino.
Life Floranet - www.floranetlife.it - vede coinvolto il Parco Nazionale della Majella, in qualità di ente coordinatore, insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, al Parco Regionale Sirente Velino, all’Università di Camerino e Legambiente, allo scopo di tutelare le sette specie vegetali della flora appenninica di interesse comunitario oggetto del progetto, che è cofinanziato attraverso lo strumento Life dell'Unione europea. Nasce anche per informare e sensibilizzare turisti, operatori del territorio e comunità locali rispetto all'importanza della conservazione della biodiversità dei parchi. Laura Biffi
 
   dal pnalm
strage di cani torna
l’incubo dei bocconi avvelenati

Non è vero che nulla sarà come prima del COVID19, perché così, almeno per ora, non è. Almeno per quanto riguarda certe bruttissime abitudini e comportamenti deleteri di alcuni personaggi che proseguono imperterriti a spargere morte tra gli animali, domestici e selvatici. È accaduto nello scorso fine settimana a Settefrati (FR), dove è stata registrata la morte di 5 cani e l’avvelenamento di almeno altri 4 cani da guardiania in località “Fondicelle”, ai margini della Zona di Protezione Esterna del PNALM.
L’episodio è stato segnalato venerdì 24 aprile scorso da alcuni residenti che hanno subìto la morte o l’avvelenamento dei propri animali. Prontamente intervenuti sul posto i veterinari della ASL, il personale del Servizio di Sorveglianza del PNALM e i Carabinieri Forestali della Stazione di Atina e di quella di Picinisco.
La mattina di sabato 25 aprile c’è stata l’ispezione da parte del Nucleo Cinofilo Antiveleno (NCA) dei Carabinieri Forestali della Stazione Parco di Villetta Barrea, che perlustrando l’area ha rinvenuto diversi reperti tra cui i resti di una capra, eviscerata e senza marche auricolari, e alcune ossa. Proprio durante queste operazioni si è sfiorata la tragedia perché il pastore belga malinoise
Noche, che del NCA è componente essenziale insieme al suo conduttore l’App. Sc. Alessandro Carfagnini, si è intossicato probabilmente fiutando uno dei reperti. Solo grazie all’intervento ed alle cure mediche del veterinario del Parco, il Dr. Leonardo Gentile, è stato possibile evitare conseguenze gravi per il cane antiveleno che, per fortuna, il mattino seguente aveva smaltito la grave sintomatologia. Tutti i reperti sono stati sottoposti a sequestro da parte dei Carabinieri Forestali della stazione di Atina, che hanno predisposto gli atti per la competente Procura della Repubblica di Cassino. “Ancora una volta veleno e quindi morte – commenta il Direttore del Parco – seguendo il solito vecchio schema della “guerra” diretta ad animali innocenti che muoiono con atroci sofferenze. Purtroppo gli strumenti per attuare un contrasto efficace di questo fenomeno in fase di prevenzione non sono molti anche a causa della facilità con cui è possibile reperire certe sostanze usate nelle esche. Ancora una volta ci siamo trovati a raccogliere carcasse, stavolta di cani, ma forse del tutto casualmente. L’azione di contrasto proseguirà, anche se il pericolo corso da Noche, che ha solo fiutato un reperto, ci rende ancora più consapevoli di quanto siano potenti alcune sostanze utilizzate nelle esche avvelenate, potenzialmente pericolose anche per le persone”.
 

UN DOVEROSO OMAGGIO A CONCETTA

Tutti abbiamo stimata e amata Concetta per quello che era: una semplice, instancabile grande donna. Tante volte l'ho presentata come attrice delle commedie in piazza scritte da Igea Grossi. La sua bravura era innegabile ed era corredata da vera modestia come solo i grandi possiedono. Concetta non si vantava mai delle sue innumerevoli doti. Madre Teresa ha detto: “il Signore chiama a se quando l'esempio di una persona e' stato dato. Concetta ha abbondantemente profuso l'esempio della splendida donna che e' stata”. Mariella Grossi da Milano
 
Villalago