Mercoledì 29 Aprile 2020 -  Santa Caterina da Siena, Vergine e dottore della Chiesa, patrona d'Italia

Il tempo... ieri - ANCORA UNA GIORNATA VARIABILE col sole al mattino. Nel pomeriggio sono arrivate le nuvole, senza fenomeni di rilievo, lasciando spiragli al sole. Temperature in lieve calo: mass. 15,1°; min. 6,5°C; attuale 8,8° (ore 23,30).
 
   evento del giorno
La Danza non conosce confini
e parla tutte le lingue del Mondo!

Il 29 aprile e la giornata ufficiale istituita nel 1983 dall'International Dance Council - Unesco e dall'International Theatre - Unesco per celebrare la Danza in tutto il mondo.
Per festeggiarla oggi, DanzaDance vi dedica un video su You Tube: non è il video realizzato da un grande danzatore ma da un ... viaggiatore!

RACCONTI DI POLITICA INTERIORE

E’ in lettura il racconto di politica interiore n. 74 di Angelo Di Gennaro dal titolo: SCANNO  È NEL MONDO Le persone come veicoli e promotori di informazioni anche virali.
 
   libri
 
   letture
Durante la peste di Palermo del 1575
il primo «lockdown» della storia
Su intuizione del protomedico Ingrassia
Facendo ricerca sul medico palermitano Giovani Filippo Ingrassia e sul suo saggio: “Informatione del pestifero et contagioso morbo”, riferito alla peste di Palermo del 1575-76, ho riscontrato diverse analogie con le misure messe in atto per contenere con la pandemia da Coronavirus, che imperversa
ai nostri giorni.
La peste non arrivò dall’aria «corrotta», né dalla terra o dall’acqua. Non c’era segno di putredine colpevole del morbo. Ingrassia comprese che  doveva essere stato un contatto diretto: la prima a morire a Palermo in modo “misterioso” fu una meretrice maltese il 9 giugno 1575. La donna aveva «praticato» con il capitano della galeotta (un’imbarcazione più piccola della più conosciuta galea) che era sospettata di portare la peste dall’Oriente, ma più precisamente dalla cosiddetta «Barberia» (costa nordafricana). È intorno alla donna che si verificarono una serie di casi sospetti. A qualche settimana dal primo in cui morì la donna, la scia di morti risaliva a quell’origine. Ingrassia combatté l’azione contagiosa del morbo nei modi e nei termini che oggi comprendiamo perfettamente. Fece in modo che «si prohibisse ogni conversatione, donde ne potesse nascere ampliation di contagio». Le restrizioni indirizzate all’allontanamento sociale colpirono «le schole publice, et i larghi, et lunghi visiti, che si solevano fare per li morti, et per gli infermi», oltre che «i venditori ad incanti, et i vaganti per la Città», come anche l’attività di prostituzione.
Oltre al barreggiamento delle abitazioni abitate o lasciate dai palermitani infetti, in seguito anche sequestrate e sorvegliate, si mise in atto la sistemazione di nove lazzaretti con la separazione in edifici diversi dei malati dai convalescenti. Coloro che erano in via di guarigione non dovevano assolutamente andare a contatto con gli infetti,    
vecchi e nuovi, per non rischiare una possibile “peste recidiva”. Si ricorse per combattere il contagio anche al fuoco per espurgare le robe infette e gli indumenti.
Già dalla metà di giugno alle autorità cittadine era stata fatta istruzione di ripulire le strade, «facendo nettare tutte le puzzolentie et cagioni di generar fetore». Bisognava levare di mezzo gli animali morti, risanare le paludi e richiamare al proprio dovere ogni “mastro di mondezza” (gli operatori ecologici di allora) «che non attendono ad altro, che a riscuotersi il suo salario».
Era inoltre importante che la propria abitazione rimanesse «limpida di qualsivoglia bruttezza, e di tener monde le sue latrine».
Fu deciso una sorta di lockdown. Venne chiesto da Ingrassia di «inserrare» per venti giorni donne e fanciulli sino ai dieci anni, impedendo loro di uscire di casa, di frequentare i luoghi sacri. Chiusa buona parte della popolazione in casa, un problema urgente fu quello delle carceri.
Per far fronte a questo problema fu disposta una prigione per gli infetti e un’altra per i sospetti. Una volta isolati, «veggendosi quel luogo molto brutto, sozzo, et puzzolente», furono destinate le stanze a pianterreno di Palazzo Aiutamicristo. dotate di «ogni comodità, e di pozzo, e di gran pila per lavarsi, et anco di latrina per nettarsi tutti i loro escrementi».
Ingrassia non pensò solo a come fermare il contagio ma anche al sostegno ai poveri, categoria più esposta al contagio, e a sostegno dei bambini rimasti orfani,  tassando i più ricchi.
Le istruzioni di Ingrassia costituirono sostanzialmente un vademecum per la pubblica sanità come nella pratica politico-sociale, prospettando l’uguaglianza delle persone di fronte al diritto alla salute, un concetto certamente rivoluzionario per l’epoca.
 r.g.
Rosalba Terranova Cecchini
Lingua Madre

Il libro raccoglie nella prima parte riflessioni sul dialetto, il suo significato di lingua legata al territorio del luogo di nascita, la sua grande forza di comunicazione delle emozioni e dei sentimenti come avviene nella poesia dialettale.
E’ interessante perché si riferisce a grandi studiosi come Ernesto de Martino, Alfonso di Nola, e altri.
La seconda parte riporta 32 poesie in dialetto abruzzese, dei 32 poeti che hanno partecipato al “Recital di poesia dialettale abruzzese” in questi 10 anni di vita della manifestazione che si svolge in agosto a Castrovalva, promossa dalla Fondazione Cecchini Pace di Milano. Sono presenti poeti di grande notorietà, per esempio Raffaella Del Greco, Evandro Ricci, Nunzia Chiocchio, Enzo Malvestuto, ecc. ed altri meno noti; e soprattutto sono incluse anche produzioni poetiche di ragazzi, di grande augurio per la conservazione del nostro dialetto.
La prof.ssa Rosalba Terranova-Cecchini, di discendenza castrese, abita e lavora come medico psichiatra e psicopterapeuta transculturale a Milano, passa l’estate nella casa di Castrovalva. E’ presidente della Fondazione Cecchini Pace.
 
   abruzzo
Salgono a 2899 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo

Salgono a 2899 i casi totali di Coronavirus accertati in Abruzzo dall'inizio della pandemia, un aumento di 25 casi su un totale di 823 tamponi. 312 pazienti (-16 rispetto a ieri) sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva (40 in provincia dell’Aquila, 101 in provincia di Chieti, 129 in provincia di Pescara e 42 in provincia di Teramo), 21 (-2 rispetto a ieri) in terapia intensiva (6 in provincia dell’Aquila, 3 in provincia di Chieti, 5 in provincia di Pescara e 7 in provincia di Teramo), mentre gli altri 1657 sono in isolamento domiciliare Asl.
 
   parliamo di cose concrete
manifestata la difficile e difettosa convivenza che arricchisce chi è già ricco di suo, indebolisce ed impoverisce chi è già povero.
In grande sintesi, alla logica della finanza, dell’economia e della “concorrenza”, deve subentrare la logica del riconoscimento dei diritti della persona a costruirsi un legittimo sviluppo.

IL COVID-19 E L’EUROPA

Non era proprio necessaria la pandemia del CORONAVIRUS per farci scoprire il bisogno di riesaminare i rapporti tra gli Stati europei tra loro e tra le procedure istituzionali cresciute all’interno dell’Unione (dal 1957 ad oggi). Se ne parla da anni, in maniera ...

ASPETTANDO LA FASE DUE (3)

di Andrea Iannamorelli

Personalmente penso che se c’è una consapevolezza che dall’avventura della pandemia COVID-19 dobbiamo metabolizzare tutti, non soltanto noi Italiani, ma tutti gli Stati aderenti alla Unione Europea, tanto per incominciare, sperando di trascinare anche gli altri Stati, è che la cultura della globalizzazione nella quale viviamo ci penalizza e pretende di essere rinnovata e rinvigorita da una forte iniezione di solidarietà.
Lo slang “nulla sarà come prima”, per avere senso, dovrà pertanto tradursi in una visione forse completamente diversa dei rapporti tra i popoli (ricordiamoci sempre delle lezioni di questi giorni di Papa Francesco) sui quali, tra la fine del secolo scorso ed il presente, si è
 
   l’intervento
IL DISSESTO FINANZIARIO
E LA GIURISPRUDENZA
DEL CONSIGLIO DI STATO

di Roberto Nannarone

Il Consiglio di Stato è già intervenuto in passato sulla questione, con l’ordinanza n. 1152/2013 emessa dalla V Sezione il 27 marzo 2013, con riferimento al Comune di Paola, affermando che il dissesto è un evento di carattere eccezionale e drammatico nella vita di un comune, perché l’Ente comunale cede parte della sua autonomia allo Stato Centrale che penetra nell’Ente con un Organo Straordinario di Liquidazione, chiamato a gestire tutte le passività ed a recuperare tutte le entrate per farvi fronte.
Il Comune perde, inoltre, la propria capacità di autodeterminazione nelle normali scelte amministrative ed è obbligato, per i cinque anni successivi alla dichiarazione del dissesto, a predisporre delibere, non revocabili, di aumento massimo di tutte le aliquote/tributi e tasse, con l’obbligo di riduzione drastica del personale in eccedenza, il divieto di nuove assunzioni, il congelamento dei crediti e delle procedure esecutive e dei pignoramenti, il blocco assoluto dell’accensione di nuovi mutui o finanziamenti e il taglio dei servizi indispensabili (mense scolastiche, scuolabus, interventi sociali, contributi ad associazioni, etc.).
Nel caso esaminato, il Comune di Paola, omettendo il ricorso alla normativa anti-default prevista dal decreto Monti “Salva-Comuni”, aveva dichiarato il dissesto finanziario del Comune, ex art. 244 TUEL.
In primo grado, il TAR di Catanzaro aveva ...

 
   anversa
CONVOCATO
in videoconferenza
IL CONSIGLIO COMUNALE
DI ANVERSA

ANVERSA - Il Consiglio Comunale di Anversa convocato per giovedì 30 aprile alle ore 16:30, in osservanza alle disposizioni di legge per l’emergenza Coronavirus, per la prima volta si terrà in videoconferenza e diretta streaming sul profilo Facebook del Comune
https://www.facebook.com/pages/category/Government-Organization/Comune-di-Anversa-degli-Abruzzi-102015298090483/
All'ordine del giorno approvazione delle modifiche al Regolamento della tassa rifiuti e delle tariffe TARI, il Bilancio di previsione finanziario 2020-2022, progetto preliminare per la ristrutturazione di un immobile da destinare alla pubblica utilità, determinazioni per la cessione del ramo di attività di vendita energia elettrica in maggior tutela e relativa convenzione.
 
   necrologio
NECROLOGIO DA VILLALAGO

Ieri mattina, prima del chiarore del nuovo giorno, in un’agonia che l’ha spenta piano piano nell’intimità della sua casa, Concetta Giovanna Mancini è giunta alla fine del suo viaggio terreno. Con tutta la sua forza, il suo coraggio e la grande voglia di vivere, per se stessa, per la sua famiglia, non è riuscita a vincere quel male contro il quale ha lottato con dignità, nella speranza di prolungare i suoi anni di vita. Aveva 64 anni! Avrebbe potuto ancora provare altre soddisfazioni dai figli, per i quali è stata sempre attenta e premurosa, ma anche esigente nel loro percorso di studi. I suoi richiami alla serietà finivano in una risata, come quelle divertenti che sapeva suscitare con le numerose sue interpretazioni nel teatro dialettale di Igea. I suoi erano ruoli di una tipica donna villalaghese, brava e brillante nell’esposizione del dialetto locale. La sua è stata una vita molto impegnativa, fra il lavoro, come assistente d’infanzia prima e poi come cuoca nella scuola materna, e la famiglia, che le ha dato tante soddisfazioni, senza risparmiarle l’angoscia della malattia.
Lascia un testamento morale al marito Tonio, ai figli Paola, Stefano e Roberta, ai quali ci sentiamo particolarmente vicini unitamente alla suocera, al genero, alle nipoti, al fratello e a tutti i suoi famigliari. (la redazione)
(Nella foto: Concetta nel ruolo della protagonista femminile nella commedia
“La tromba di zio Pasquale!”, di Igea Grossi)
A CONCETTA

IERI, 28 aprile 2020 ci ha lasciato, a causa di un male incurabile la nostra concittadina villalaghese Concetta Mancini, una vera e propria eccellenza per la nostra comunità. Per tutta la sua vita la nostra carissima amica ha dato sempre tutta se stessa: come madre e moglie esemplare, vero asse portante della sua bella famiglia per la quale si prodigava incessantemente; come lavoratrice instancabile e premurosa della nostra scuola materna ed elementare, dove prestava servizio come cuoca, cercando di soddisfare tutti i bisogni dei bambini. Infine come dimenticare tutti i ruoli da lei interpretati nel teatro dialettale della maestra Igea Grossi, teatro che si è tenuto per ben più di dieci anni in serata agostana in Piazza Celestino Lupi? Interprete magistrale ed ineguagliabile della donna villalaghese d’altri tempi, Concetta ci ha fatto ridere, sorridere e
rivivere piacevolmente situazioni verosimili accadute nella nostra comunità ma con un piglio interpretativo ed un’espressione dialettale ineccepibile quasi ormai scomparsa ai nostri giorni. Cara Concetta, mi faccio interprete del dolore e dello sconcerto che ha colpito tutti noi, avremmo voluto venirti a trovare più spesso per farti compagnia, ma le circostanze di cui tutti stiamo soffrendo ce lo hanno impedito, come ci hanno impedito di renderti omaggio con una cerimonia funebre più consona al triste evento e con una foltissima partecipazione. Ma ciò non toglie nulla al valore della tua persona che tutti noi porteremo sempre nel nostro cuore. La nostra comunità sarà più povera senza di te, la tua voce, il tuo brio, la tua gentilezza e generosità ci mancherà molto. Uniamoci a te in un forte abbraccio virtuale così come ai tuoi figli, a tuo marito Antonio ed ai tuoi parenti tutti. Ti volevamo e continueremo a volerti bene, sempre. Lucrezia
 
Frattura