Venerdì 24 Aprile 2020 - Santa Maria Elisabetta Hesselblad, Vergine, Fondatrice

Il tempo... ieri - Giornata VARIABILE con prevalenza di nuvole durante tutta la mattinata e rasserenamenti nel pomeriggio con brevi spiragli di sole.Temperature in calo per le minime: mass. 9,9°; min. 4,6°C; attuale 4,8° (ore 23,30).
 
   evento del giorno
Oggi “Fridays for future”
Sciopero globale online per il clima

Come tutti, costretti dalla pandemia di coronavirus a rimanere in isolamento da oltre un mese, i ragazzi del clima hanno dovuto reinventare la loro forma di protesta, facendosi sentire attraverso i social network e sul web. Greta ha dettato la linea, invitando ogni venerdì a continuare lo sciopero virtuale con cartelli e foto postate sui social. Certo, non ha lo stesso impatto dei milioni di giovani scesi a protestare per le strade di tutto il Pianeta, ma è l'unico modo possibile "per continuare la battaglia climatica”.
 
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LA "PESTE DI Palermo" (1575-1576)
In “Informatione del pestifero et contagioso morbo”
di Giovan Filippo Ingrassia (Parte V)
Dalle sue osservazioni epidemiologiche il protomedico Giovan Filippo Ingrassia trasse la conclusione che il contagio prediligesse certe persone per predisposizione personale, peggiorata dalle scarse condizioni igieniche a dalla scarsa nutrizione. Per risolvere questi problemi sostenne la necessità di bonificare le paludi del Papireto e nel contempo recuperare fondi per sostenere le persone più indigenti e per l’alimentazione dei poveri. Se non erano sufficienti le gabelle a sostenere le spese, occorreva intervenire con collette tra i ricchi e tassare i medici. Per la questione del contagio, dovuto al contatto con gli ammalati, si ricorse al "barreggiamento" e alla costruzione di un lazzaretto, dove isolare gli ammalati e i sospettati. Fu individuato «un Real Palagio antico fatto a tempo dei re Mori, et perciò chiamato dai medesimi la Cubba», che apparteneva a «una certa vedova», fuori dalla città, ricco di acqua, arioso, considerato dai medici e dai componenti della Deputazione come il più adatto a essere adibito a nuovo ospedale «o vogliam dire, a guisa di Lombardia, Lazareto». Qui furono trasferiti a partire dal 26 di luglio da "San Giovanni dei Lebbrosi", ove erano ospitati tutti i malati già accertati e i nuovi arrivi. La struttura era capace di ospitare più di mille persone. Vi erano: saloni separati per le donne e per gli uomini con febbre e senza febbre, descritti con le misure delle stanze, il numero dei letti e le persone che vi potevano essere ospitate (due per letto; tre o quattro in caso di fanciulli); la cucina, la dispensa la spezieria, il guardaroba, le stanze per il personale sanitario (chirurghi, barbieri, fisici); la cappella dove praticare i sacramenti; il cimitero nelle immediate
vicinanze dove seppellire i morti, nudi e ricoperti di calce per limitare le esalazioni; il luogo «dove si dà la corda a i disubbidienti» e quello dove si bruciavano le robe infette. La novità più rilevante del sistema ideato da Ingrassia fu la separazione in edifici diversi dei malati dai convalescenti in via di guarigione («netti di febbre» da almeno 14 giorni, ma non ancora completamente guariti perché con qualche residuo di piaghe), i quali a contatto con gli infetti vecchi e nuovi erano seriamente a rischio di recidiva. A settembre (quando il numero dei morti era già salito a circa 2.100 unità), la Deputazione con l’assenso del duca fece fabbricare altri due edifici in legname all’esterno del complesso della Cuba, uno per gli uomini tra la Chiesa di S. Leonardo e il convento dei Cappuccini (per 250 persone e più) e l’altro poco distante per le donne (da 150 a 200 posti), ognuno dei quali era affidato a uno spedaliere, e rifornito di vettovaglie a spese della città, dove questi convalescenti erano ospitati per ventidue giorni. Qui ogni ospite dimorava almeno 22 giorni, e in pile grandi e comode poteva lavarsi continuamente con acqua corrente abbondante, cenere e sapone, forniti dall’amministrazione.
Gli ammalati, posti su una "seggia", venivano trasportati al lazzaretto, seguiti da un carro con la loro roba (il letto, le lenzuola, gli indumenti). Davanti alla seggia "qualcuno va innanzi sonando la campanella, per avvisare i passanti di fare attenzione”; il medico che procede accompagnato da due guardie; il protomedico con i rettori dell’ospedale, considerati responsabili del contagio. La convalescenza era di 14 giorni prima di ritornare in libertà. r.g. (Continua)
Rita La Rovere
Raccontami
L’Abruzzo

Racconti e tradizioni della nostra terra, storie sconosciute recuperate ed immortalate per sempre in un magnifico libro che profuma di casa e ricordi, di quella gente forte e resiliente che, parola dopo parola, emoziona e commuove. Testimonianze sincere dell’amore immenso per l’Abruzzo, firmate da oltre 40 nomi scelti tra i migliori del panorama letterario abruzzese.
"Da quanto tempo ti sto aspettando? Dall'istante in cui l'affabulazione come filigrana dei monili che mi carezzano, mi ha reso irresistibile agli occhi del nostro pittore. Da quanto tempo mi stai aspettando? Da quando la nostalgia e i ricordi, la commozione e gli spilli al cuore, i luoghi e le immagini, i colori e i sapori, i riti e le tradizioni, si fanno abbraccio e restituzione,
testimonianze”
Gi affabulatori di questo libro raccontano la propria terra con un sotteso invito a conoscerla meglio, per amore solo per amore: scrittori, poeti e giornalisti hanno aderito all'idea di questo libro diventando un'unica voce narrante.
 
   abruzzo
Salgono a 2785 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo

Salgono a 2785 i casi totali di Coronavirus accertati in Abruzzo dall'inizio della pandemia, un aumento di 52 casi su un totale di 1234 tamponi. 322 pazienti (+13 rispetto a ieri) sono ricoverati in terapia non intensiva (43 in provincia dell’Aquila, 94 in provincia di Chieti, 135 in provincia di Pescara e 50 in provincia di Teramo); 31  stabile rispetto a ieri) in terapia intensiva (9 in provincia dell’Aquila, 5 in provincia di Chieti, 9 in provincia di Pescara e 8 in provincia di Teramo); 1747 (-17 rispetto a ieri) sono in isolamento domiciliare  seguiti dalla Asl.
 
   scanno
SCANNO non è un Comune in dissesto!
Il Tar Abruzzo ha accolto il ricorso
con sentenza n. 135 del 22 aprile 2020

SCANNO - “La decisione di dichiarare lo stato di dissesto finanziario non ... frutto di una scelta discrezionale dell’ente, rappresentando piuttosto una determinazione vincolata in presenza dei presupposti di fatto fissati dalla legge”, è quanto hanno stabilito i Giudici del Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo, che hanno dato ragione ai Consiglieri di Minoranza del Comune di Scanno, all’ex Sindaco Pietro Spacone e a due cittadini che avevano presentato ricorso contro la deliberazione n. 34 con la quale il Consiglio Comunale, con il voto favorevole della sola maggioranza, aveva dichiarato il dissesto finanziario. Nel mese di marzo, il Tar aveva già sospeso l’efficacia della deliberazione di dissesto, con il Decreto monocratico n. 50/2020 del Presidente Umberto Realfonzo, il quale aveva già ben motivato il suo provvedimento indicando puntualmente i motivi di merito che hanno indotto il Collegio, nella seduta del 22 aprile scorso, a confermarne l’orientamento già espresso a marzo.
Citando la normativa di riferimento, il Tar ha ribadito che il procedimento che deve portare il Comune ad accertare e dichiarare lo stato di dissesto finanziario richiede “una approfondita istruttoria dalla quale deve emergere l’impossibilità dell’attivazione di un diverso strumento giuridico”, quale è il piano di rientro pluriennale.
Come hanno ribadito i Giudici Amministrativi, “al 31 dicembre 2018 (ultimo esercizio chiuso con rendiconto approvato) il Comune di Scanno non risultava strutturalmente deficitario in base ai dati di cui alla predetta tabella e come riconosciuto anche nella relazione allegata alla delibera di dissesto nella quale si legge che l’Ente “non risulti essere strutturalmente deficitario secondo gli indici di deficitarietà strutturale…”.
Dalla sentenza pubblicata ieri, 23 aprile 2020, apprendiamo che il ricorso era diretto anche alla richiesta dell’annullamento degli atti conseguenziali, dei pareri e degli allegati alla deliberazione consiliare di dissesto e “segnatamente della relazione dell’organo di revisione economico-finanziaria dell’Ente del 29.11.2019 ex art. 246, comma 1, D. Lgs. 267/2000, della relazione a firma del Prof. Dr. Andrea Ziruolo del 19.11.2019 e del parere del responsabile del servizio dell’area finanziaria, Consigliere Anziano Marone Giuseppe”.
La circostanza riportata nella relazione tecnica del prof. Ziruolo a pag. 17, secondo cui “il piano di riequilibrio finanziario pluriennale ex artt. 243bis e ss. trova significativi limiti applicativi conseguenti  all’eccessivo ricorso da parte degli enti locali che non danno più tempi certi alle relative procedure, impedendo di poter gestire le transazioni con i creditori dell’ente che richiedono certezza dei tempi di monetizzazione del credito” è stata criticata dagli stessi Giudici, i quali hanno sostenuto che “denota una valutazione discrezionale che esula dalla valutazione relativa alla procedura di dissesto che, come sottolineato, è una determinazione vincolata in presenza dei presupposti di fatto fissati dalla legge.”
Pur avendo accolto il ricorso, annullando il provvedimento impugnato, il Tar ha ritenuto opportuna la compensazione delle spese di lite, per “la particolarità della fattispecie di diritto” che caratterizza la materia.
Inoltre, come risulta dalla Sentenza, la difesa del Comune ha depositato una nota che il Tar ha disatteso ritenendo “la causa matura per la decisione”, senza attendere la discussione nel merito il 20 maggio 2020.
«Ritiene il collegio - si legge nella sentenza - che al passaggio in decisione dell’odierna controversia non osti la nota a firma congiunta dell’Organo di Liquidazione e del Sindaco del Comune di Scanno,

DA AMEDEO FUSCO
CAPOGRUPPO DI “SCANNO INSIEME”

La sentenza del TAR ABRUZZO, accogliendo il ricorso della minoranza, dell’ex Sindaco Pietro Spacone e di due privati cittadini, ha annullato la deliberazione di dichiarazione del dissesto finanziario: la più brutta ed indegna della storia di Scanno! Il giudice amministrativo da un canto sancisce il corretto operato della precedente amministrazione e la tesi sostenuta con forza dalla minoranza, dall’altro rileva la debolezza dell’impostazione di una deliberazione frutto di incapacità, incompetenza e arroganza politiche senza precedenti. Si voleva mandare in dissesto il Comune e l’assessore al bilancio, il dottor Giuseppe Marone, non era a conoscenza neppure dell’ammontare delle tasse non riscosse. Il COMUNE DI SCANNO non era in dissesto e il TAR lo ha confermato! Se non ci fosse stato questo ricorso, pagato di tasca propria dai ricorrenti, gli SCANNESI, per cinque anni, oltre ad avere le tasse al massimo, avrebbero dovuto pagare anche l’addizionale IRPEF, un balzello che, nel drammatico periodo che stiamo vivendo, sarebbe apparso odioso oltremisura. La decisione del giudice amministrativo dà ora la possibilità al Consiglio comunale di lavorare ad un piano di rientro, che, in breve, potrebbe consentire anche la riduzione delle tasse per gli Scannesi. Più volte chiedemmo, nel Consiglio comunale del 6 dicembre scorso, di ponderare la decisione, di ascoltare i Cittadini, gli amministratori del passato, le forze sociali e politiche, prima di assumere una decisione così sciagurata. Ci trovammo di fronte ad un muro. Oggi il TAR dà a tutti e soprattutto al paese una nuova possibilità. Se chi ha responsabilità di governo dovesse perseverare negli atteggiamenti pregressi, nella volontà di tentare di far fallire la nostra SCANNO; se dovesse continuare a ignorare i sacrifici e i danni che potrebbero subire i Cittadini ed il paese, chiediamo che lo faccia di tasca propria e che si dimetta. In meno di due mesi, ci sono stati ben due ricorsi al giudice amministrativo contro gli atti della maggioranza, cosa mai accaduta nella nostra storia! Non è un buon segnale per una Comunità, che merita un’amministrazione operativa, di risultato insomma. Amministrare è assumersi responsabilità e lavorare silenziosamente per il bene comune. L’azione di governo, per quanto valide siano come iniziative, non può esaurirsi tra palline di Natale e uova di Pasqua, tra passerelle e processioni! (Amedeo Fusco)

contenente il formale impegno a non dare concreta attuazione alle deliberazioni impugnate, n. 34 del 6 dicembre 2019 e n. 41 del 30 dicembre 2019, in relazione alla sospensione dei procedimenti amministrativi disposta in via generale dall’art. 103 D.L. 17 marzo 2020, n. 18 e dall’art. 37 D.L. 8 aprile 2020, n. 23, essendo la causa matura per la decisione». La nota è stata prodotta in relazione alla necessità di consolidare la legittimità dei provvedimenti sulla base dei quali procedere alle azioni necessarie per fronteggiare la situazione di dissesto, fino alla pubblicazione della sentenza che avrebbe deciso il ricorso.
Con l’assunzione di tale impegno, che avrebbe eliminato in radice la sussistenza del “periculum in mora”, il Comune aveva chiesto la revoca del decreto presidenziale di sospensione dell’efficacia della deliberazione di dissesto. Per nostra incapacità non comprendiamo la necessità della firma congiunta dell’Organo di Liquidazione e speriamo che qualcuno
ce lo faccia capire.
 
   villalago
DA MAURO D’ANTONIO
Consigliere comunale di “Villalago 2.0”

Gentile DIRETTORE,
a causa della situazione venutasi a creare con la diffusione del Covid-19, gli operatori che ormai sono fermi da oltre un mese stanno subendo dei danni notevoli e gli interventi governativi, seppur positivi, non saranno sicuramente sufficienti per affrontare la crisi in cui già versavano e che in questo periodo si va tremendamente amplificando. Ritengo sia importante che anche le Istituzioni locali facciano la loro parte, stando vicine a quelle realtà che con notevoli sacrifici operano ancora sul territorio, specialmente in paesi, come Villalago, in cui lo spopolamento in primo luogo sta determinando il loro fallimento.
A tal proposito, leggo con piacere le misure che sono state già applicate da alcuni Comune, come Roccaraso, che ha ridotto la TARI del 33% per addirittura 300 attività. Un segnale importante per chi realmente dimostra di tenere alla salvaguardia del proprio sistema socio-economico.
Allo stesso modo, già dallo scorso 12 marzo ho inviato tramite e-mail al Comune di Villalago, in qualità di consigliere del gruppo “Villalago 2.0” una proposta, chiedendone la discussione nella prima seduta consiliare utile ed avente ad oggetto: “ Eliminazione della Tosap: eliminazione della tassa di occupazione di suolo pubblico; eliminazione o riduzione al 50% della TARSU per tutto il 2020 a favore delle attività commerciali ed artigiane aventi sede ed operanti sul territorio locale”.
Sono certo che tale misura potrebbe essere fortemente significativa a fronte di una diminuzione delle entrate per il Comune sostenibile, in considerazione del limitato numero di attività operanti su Villalago. Ma se, da un lato, per l’Ente le Entrate diminuiranno di poco, dall’altro, il risparmio per questa annualità per il singolo imprenditore locale potrà essere vitale. Le allego la nota contente la proposta suddetta.
Cordiali saluti, Mauro D’Antonio,
Consigliere del gruppo “Villalago 2.0”.
 
   scanno
APPELLO DEL SEGRETARIO DEL CIRCOLO PD
AL SINDACO DI SCANNO PERCHE’ INTERVENGA
PRESSO I RESPONSABILI DELLE POSTE
Per l’apertura dell’ufficio in tutti i sei giorni
lavorativi della settimana

SCANNO - Da quando e' iniziata l'emergenza sanitaria abbiamo registrato, almeno a Scanno le limitazioni di alcuni servizi pubblici essenziali,mi riferisco in particolare alla locale filiale di Poste Italiane,che ha deciso di aprire gli sportelli di Scanno solo nei giorni di,martedi,giovedi e sabato fino alle 12,35 .
Limitazioni che non pochi problemi hanno creato agli scannesi,costretti a  lunghe file e attese  interminabili (anche di qualche ora)fuori dai locali delle Poste,problemi sopratutto per le persone anziane che fanno fatica ad aspettare al freddo solo,per pagare una semplice bolletta.
Senza parlare del DPCM del Presidente del Consiglio che prevede  di evitare,pena multe salatissime,assembramenti per contenere al massimo il contagio del Covid-19. Ebbene la decisione delle Poste Italiane di ridurre l'orario di apertura degli sportelli ha determinato esattamente il contrario di quanto previsto dal decreto.
Ieri in particolare, giovedi23 aprile, l'assembramento e' stato massimo, considerando che sabato è il 25 aprile, festa della Liberazione, e quindi l'apertura successiva è prevista per martedi 28 aprile,una fila interminabile e attese di circa un'ora e mezza.
Detto questo mi appello al Sindaco di Scanno perche interceda, nei confronti dei responsabili di Poste Italiane affinché si possa ripristinare da subito l'orario normale di apertura degli sportelli.
Cesidio Giansante, Segretario Pd Scanno
 
Villalago