Mercoledì 8 Aprile 2020 - Santa Giulia Billiart, Vergine, Fondatrice

Il tempo... ieri - giornata DAL TEPORE primaverile. Il sole è stato presente fino al tramonto. Cielo sereno, solo con qualche nuvola passeggera e trasparente. Temperature in ulteriore rialzo: mass. 15,4°; min. 2,7°C; attuale 5,2° (ore 23,30).
 
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LA "PESTE DI GIUSTINIANO" IN ITALIA
da "Historia Longobardorum" di Paolo Diacono (Parte II)
"La peste di Giustiniano" (così detta perché si manifestò sotto l'imperatore Giustiniano), scoppiò nel 541, cominciando dall'Egitto.  Nel 542 arrivò a Costantinopoli, capitale dell'Impero Romano d'Oriente, spandendosi in tutta la regione. Arrivò in Italia durante le guerre gotiche, nel 543 fu colpita l'Italia del Nord, sotto l'impero di Giustiniano.
In "Historia Longobardorum" è il monaco Paolo Diacono a darne un resoconto, non per averla vissuta direttamente, ma secondo quanto aveva sentito raccontare, sebbene fossero trascorsi quai due secoli. Egli scrive nel capitolo secondo, paragrafo quarto: «All’epoca del governo di Narsete, scoppiò una terribile pestilenza, particolarmente intensa nella provincia di Liguria. All’improvviso, sui muri delle case, sulle porte, su vasellame e stoviglie, sui vestiti comparivano certe macchie che più uno si sforzava di tirare via e più diventavano evidenti.
A un anno di distanza da questo fenomeno, la gente cominciava a soffrire di ghiandole grosse pressappoco come una noce o un dattero, che si formavano all’inguine o nelle altre parti più delicate del corpo, e a cui seguivano un’insopportabile arsura e una febbre che portavano alla morte entro tre giorni. Se una persona riusciva a superare questo periodo, poteva nutrire qualche speranza di sopravvivere. Dappertutto c’erano solo dolore e lacrime. Poiché la gente era comunemente convinta che se fosse fuggita avrebbe evitato la morte, nelle case vuote di abitanti restavano solo i cani, e il gregge restava solo sui
pascoli, non custodito da nessun pastore. Su villaggi e borghi, prima pieni di uomini, l’indomani, dopo che la gente se n’era fuggita, regnava un profondo silenzio. Fuggivano i figli, lasciando insepolti i cadaveri dei genitori. I genitori, dimentichi del frutto delle loro viscere, abbandonavano i figli in preda alla febbre. Se l’antica pietà spingeva qualcuno a voler dare sepoltura al prossimo, poi, perendo di quel che compiva, era lui a rimanere senza sepoltura. E mentre si sforzava di recare agli altri le estreme onoranze, ne restava privo. Il mondo pareva ricondotto al silenzio di ere lontanissime: non un grido nelle campagne, non il fischio di un pastore, non un’aggressione di fiere contro le greggi, non un furto nei pollai. I frumenti, con il tempo del mietere ormai trascorso, aspettavano ancora intatti il mietitore. Le vigne, nell’inverno che già s’avvicinava, mostravano sui tralci senza foglie i grappoli lustri. Di notte e di giorno s’udiva suonare una tromba di battaglia, e da molti s’era udito uno strepito d’esercito. Non si vedeva orma di gente che viaggiasse né si compivano assassini: eppure i morti erano tanti che occhio umano non avrebbe potuto contarli. Gli antri dei pastori diventavano sepolture umane, e le case degli uomini rifugio di fiere. E queste sventure colpirono soltanto i Romani (nel testo originale latino Diacono utilizza il dativo “Romanis”, perché diretti discendenti dell’impero romano) e soltanto l’Italia sino al confine degli Alemanni e dei Bavari» . r.g. (Continua)
Roberto Carlo Deri
Domenico Rosa
AVVENTURE
IN ABRUZZO
Fra natura e mistero

Abruzzo terra di contrasti e di infinite certezze. All'ombra del Gran Sasso c'è un'Italia dove avventura, cultura popolare e spiritualità fanno parte di una ritualità antica intrisa di misticismo, persino preistorica. Tra le rocce che, sollevatesi al nascere dell'uomo, riscendono al mare, sopravvive la curiosità di osservare il mondo con purezza cognitiva.
Avventure in Abruzzo" s'immerge negli interstizi di una regione affascinante, che più di ogni altra in Italia ha mantenuto le tradizioni maggiormente ataviche, dove la dimensione cristiana si innesta con ritualità precedenti, talora preistoriche, attraverso un lungo viaggio compiuto dagli autori nel territorio alla ricerca di "storie" poco conosciute. Ci sono tradizioni che viverle significa dare valore all'esistenza.
 
   abruzzo
Salgono a 1799 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo

Rispetto a mARTEDì ieri si è registrato un aumento di 78 nuovi casi, su un totale di 683 tamponi analizzati. Sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva 337 pazienti  (53 in provincia dell’Aquila, 75 in provincia di Chieti, 127 in provincia di Pescara e 82 in provincia di Teramo); 67 in terapia intensiva (13 in provincia dell’Aquila, 18 in provincia di Chieti, 29 in provincia di Pescara e 11 in provincia di Teramo), mentre gli altri 1087 sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl.
 
   abruzzo libri
“Un libro contro il Coronavirus”
coinvolta anche la Lupieditore di Sulmona

Parte dall’Umbria la campagna “Un libro contro il Coronavirus”, ma si è già estesa in tutta Italia ed è arrivata in Abruzzo e nella città di Sulmona. Ad oggi, infatti, sono sette le case editrici italiane che hanno aderito, mettendosi insieme per combattere contro il Coronavirus. L’iniziativa prevede che per ogni libro o ebook venduto, durante il mese di aprile, sul sito di ognuno degli aderenti, sarà devoluto 1 euro a favore di enti o associazioni che sono in prima linea per la lotta al Covid-19. Ad oggi le sette case editrici, provenienti da diverse regioni italiane, sono: Piè di mosca (Perugia); Bertoni Editore (Perugia); Masciulli edizioni (Pescara); Zefiro book (Fermo); Lupieditore (Sulmona); Alessandro Polidoro Editore (Napoli); Giacovelli editore (Bari).
Una campagna che vede la cultura scendere in campo a sostegno della sanità, in un periodo così tanto difficile come quello che stiamo vivendo. La speranza è che anche altre case editrici seguiranno l’esempio di queste sette realtà regionali, che vogliono dare un loro contributo in questa dura battaglia. L’obiettivo di questa campagna vuole essere duplice, da un lato promuovere la lettura che aiuta          
in un momento di isolamento come questo che tutti stiamo vivendo, e dall’altro un piccolo ma concreto aiuto per le strutture ospedaliere delle nostre città.
 
   necrologio
ADDIO AL MAESTRO GAETANO PALLOZZI
IL RICORDO DI RAFFAELE GIANNANTONIO PRESIDENTE
DEL CIRCOLO ARTE E CULTURA “IL QUADRIVIO”
L’artista e fondatore del Circolo di arte e cultura “Il Quadrivio” di Sulmona, Gaetano Pallozzi, si è spento questa mattina all’età di 95 anni (ieri mattina 7 Aprile, ndr) La notizia si è subito diffusa non solo a Sulmona, sua città natale, ma in tutta Italia e all’estero, suscitando la commozione e il cordoglio di artisti, amici, concittadini, giornalisti ed esponenti del mondo politico.
Il Presidente del Circolo di arte cultura “Il Quadrivio”, Raffaele Giannantonio, che da alcuni anni è alla guida del sodalizio fondato 47 anni fa da Gaetano Pallozzi e Olindo Pelino, ha ricordato a nome di tutta l’associazione la figura di Gaetano Pallozzi. Al cordoglio si unisce anche il presidente di giuria del Premio Sulmona di giornalismo, Paolo Corsini.
“Te ne sei andato alla fine, Piccolo Grande Uomo. Pensavamo restassi con noi per sempre, dopo quasi cento anni passati a Sulmona, la tua città che hai conosciuto in tutti i suoi pregi e i suoi difetti”, scrive il Presidente del Circolo di arte e cultura “Il Quadrivio”, Raffaele Giannantonio, “Sei stato un grande artista, un grande organizzatore, un grande marito e un grande padre: questo lo hanno già scritto molte persone molto più importanti di me in queste ore e io non voglio ripeterne le belle parole. Io voglio solo ringraziarti a nome mio e di tutta la città, per tre motivi: innanzitutto per aver creato un Premio che con gli anni è diventato sempre più grande e di statura internazionale. Inoltre crescendo il Premio cresceva la Pinacoteca Comunale, che era una tua esclusiva invenzione. Poi per aver saputo resistere per più di quaranta anni alle tempeste e alle bonacce, alle critiche e ed ai finti elogi, che sono stati ancora peggiori. Soprattutto alla mancanza di quei fondi pubblici che tu facevi reclamare ad ogni presentazione del Premio, la cui vita era fragile, quasi un’eterna scommessa. Più di quarant’anni a veleggiare fra i marosi di una città splendida e ingrata che ora ti piange, a ragione. Per ultimo - e qui sta la tua grandezza – quando hai capito che il tempo era passato anche per te, hai deciso di cedere il timone che mi hai affidato contro qualche coetaneo che certamente non aveva la tua lungimiranza.            
Non volendo fare come Arpagone, che trapassò ingurgitando il suo tesoro, tu hai scelto quella transizione morbida e rispettosa che ha consentito al “tuo” Premio di sopravvivere per sempre. E in cambio il Premio ha preso il tuo nome consentendoti di goderti questa eredità in vita (rarissimo caso come ha sottolineato il tuo fedele amico Vittorio Sgarbi) ed ora, purtroppo, anche nell’aldilà. Per questo grazie tre volte, Piccolo Grande Gaetano: tre volte e tremila, per aver saputo interpretare il tempo senza pretendere di combatterlo. Cosa che a noi umani non è data e che tu, con la tua simpatica furbizia, hai evitato di fare, guadagnandoti così l’eternità.
Ciao Gaetano, continua a dipingere per tutti noi nella tua stanzetta presso il Paradiso degli Artisti, dove certamente sarai”. (Antonio Ranalli)
 
   cocullo
Date a Cesare quel che e’ di Cesare
BRAVO! AL SINDACO DI COCULLO

In questi giorni cupi, inconsueti soprattutto perché coincidenti con le solennità pasquali e che ci costringono ad un autoisolamento volontario (non da troppi perché ritenuto… un sacrificio e perciò non rispettato), giorni turbati dalle geremiadi di autorevoli personaggi, si sono alternate voci contraddittorie: erano state respinte  addirittura delle mascherine con il pretesto che non erano ritenute adatte. Di più, qualcuno ha auspicato che quelle arrivino almeno …per la fine del disastro. Certo, serviranno anche allora; ma intanto hanno lasciato contagiare quei professionisti che, fedeli seguaci di Ippocrate, hanno dimostrato che dietro la loro abnegazione c’era la missione: le autorità si sono limitate a ringraziarli, a parole; e neanche tutti: i medici di base, in gran parte e specialmente all’inizio, hanno lavorato senza protezione alcuna e dopo qualche giorno si son procurati una maschera improvvisata o “fai da te”. Anche molti cittadini consapevoli  ne hanno seguito l’esempio in qualche modo. Ma le autorità centrali hanno soltanto emanato ordinanze senza poi controllare bene che fossero eseguite. Dopo tante parole inutili, alcuni Sindaci abruzzesi, fra cui quello di Cocullo, un paesino con poche centinaia di abitanti, hanno contattato delle ditte e hanno fatto confezionare        
una mascherina per ogni componente di tutti i nuclei famigliari del loro territorio. Il Sindaco di Cocullo le ha fatte distribuire ad ognuno di quei nuclei. Non so se l’iniziativa sia stata preceduta o seguita in altri centri, ma questo non ci esime dal complimentarci con Sandro, il nostro Sindaco. Bravo! Nino Chiocchio
 
   abruzzo
eccezione le farmacie e parafarmacie purché sia consentito l’accesso, se poste all’interno di centri commerciali, alle sole predette attività.
Inoltre le attività commerciali possono rimanere aperte dal lunedì al sabato dalle ore 07:00 alle ore 20:00, fatta eccezione per le farmacie e parafarmacie che si attengono agli specifici orari, anche notturni, già in vigore. In ogni caso - recita l’ordinanza - deve essere garantita la distanza interpersonale di almeno un metro ed è consentito l’accesso all’interno dei locali ad un solo componente del nucleo familiare, salvo comprovati motivi di assistenza ad altre persone.
Con l’Ordinanza n. 26 del 7.4.2020
Chiusura in Abruzzo di tutte le attività
commerciali nei giorni festivi

Con l’ordinanza del Presidente della Giunta Regionale dell’Abruzzo, n. 26, emessa ieri, si ordina la chiusura nei giorni festivi delle “attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità sia nell'ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell'ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali”. Fanno    
 
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DAL SEGRETARIO DEL CIRCOLO PD DI SCANNO

DOMANI, Giovedi 9 aprile, ore 17.00, il Circolo PD di Scanno organizza una videoconferenza sul tema: "Dopo l'emergenza sanitaria, l'emergenza economica”. Dopo il Covid 19 che fare? Ne parleremo giovedi alle ore 17.00.
Il segretario, Cesidio Giansante
PS - Vi daremo in tempo utile il link di riferimento per collegarsi alla videoconferenza.
 
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