Lunedì 30 Marzo 2020 - San Giovanni Climaco, Abate

Il tempo... ieri - GIORNATA VARIABILE, coL SOLE AL MATTINO e nuvole nel pomeriggio, ma senza effetti metereologici di rilievo. Correnti d’aria fredda. Temperature in netto rialzo per la massima: mass. 12,2°; min. 1,8°C; attuale 5,1° (ore 23,30).
 
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La peste di Atene del 430 a.C.
In "La guerra del Peloponneso" di Tucidide (Parte III)
quanti. Ma la cosa più terribile in assoluto era lo scoraggiamento da cui uno era preso quando si sentiva male – subito, datosi con il pensiero alla disperazione, si lasciava andare e non resisteva – e il fatto che per curarsi a vicenda si contagiavano e morivano l’uno dopo l’altro: e questo causava la strage maggiore. Ma la cosa più terribile in assoluto era lo scoraggiamento da cui uno era preso quando si sentiva male – subito, datosi con il pensiero alla disperazione, si lasciava andare e non resisteva. Se per timore non volevano recarsi l’uno dall’altro, morivano abbandonati, e molte case furono spopolate per la mancanza di qualcuno che prestasse le cure necessarie; se al contrario si accostavano alle persone, morivano per il contagio, e in particolar modo quelli che cercavano di agire con generosità: per un senso di vergogna infatti costoro non si risparmiavano, ma si recavano dai loro amici, poiché anche il compianto sui morenti alla fine era trascurato, per stanchezza, persino dai familiari, sopraffatti dall’immensità della sciagura. Tuttavia i sopravvissuti avevano più compassione per chi stava morendo o era malato, perché ne avevano già fatto esperienza ed erano ormai al sicuro: la malattia infatti non colpiva due volte la stessa persona in modo grave».
L'esperienza della malattia la fece lo stesso Tucidide, che riuscì a salvarsi, mentre morirono Pericle (attuò in Atene la libertà democratica come in nessun altro luogo dell'antichità) e molti soldati e marinai. r.g.
(Continua)
La strategia di ritirarsi dentro le mura di Atene, seguita da molti abitanti delle campagne dell'Attica, generarono un sovraffollamento, con scarse condizioni igieniche e con mancanza di cibo e di altri rifornimenti. Con la calura estiva entrò anche la peste, con la sintomatologia che abbiamo riportato nella pagina di sabato, descritta da Tucidide, quale testimone diretto. Gli eserciti della lega Peloponnesiaca, dopo aver devastato l'Attica, posero l'assedio alla città, ma quando seppero della peste si ritirarono per paura del contagio.
Il morbo divenne inarrestabile. Colpiva con una violenza maggiore di quanto potesse essere sopportato. Si mostrò di essere diverso dalle solite epidemie. «I medici - scrive Tucidide-  non riuscivano a fronteggiare questo morbo ignoto ma, anzi, morivano più degli altri, in quanto più degli altri si avvicinavano ai malati, né alcuna tecnica umana veniva loro in soccorso». Gli uccelli e gli animali, avezzi a cibarsi di cadaveri, evitavano di avvicinarsi agli insepolti, lasciati per strada, e se cedevano alla fame, morivano. Tutto si rivelò inutile, persino le suppliche nei templi o le richieste agli oracoli di sapere cosa fare. Morivano non solo quelli che non erano curati, ma anche coloro che lo erano.
Seguiamo Tucidide: "Non esisteva nessuna medicina che si potesse applicare in generale: quello che a uno era di giovamento, per un altro era dannoso. Nessun organismo, forte o debole che fosse, riusciva a combattere il morbo, la malattia portava via tutti
Rita Pezzella
Ve lo racconto io
l'Abruzzo
fatti e personaggi
che hanno fatto la nostra storia fino all'Unità d'Italia

Il libro fa un excursus sulla storia d’Abruzzo dai primi insediamenti umani fino all’Unità d’Italia anzi, con esattezza fino al prosciugamento del Lago del Fucino (avvenuto qualche anno dopo), seguendo un filone cronologico e eventi e personaggi più rappresentativi per la regione.
Un racconto che, attraverso molti aneddoti, fa conoscere la storia della regione protagonista silenziosa di fatti rilevanti che hanno determinato le sorti dell'Italia.
Rita Pezzella è socia Touring dal 2016. È guida turistica abilitata dalla Regione Abruzzo, professione che esercita da ventisei anni. Le sue passioni sono la storia, l’arte e la lettura. Ha iniziato a scrivere racconti per gioco, per far ridere le amiche e questo è il suo primo libro anch’esso nato per “gioco”.
 
   abruzzo
Salgono a 1293 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo

È entrata nella fase cruciale l’emergenza Coronavirus in Abruzzo, l’allerta è ancora alta e dai test eseguiti dai laboratori regionali di riferimento ancora arrivano dati impietosi. Nella giornata di ieri anche il numero degli attualmente positivi ha infranto inesorabilmente la soglia dei mille, frenandosi a 1027(+11%) con una crescita esponenziale di +81 casi in isolamento domiciliare attivo. Ci sono anche buone notizie: 29 pazienti sono clinicamente guariti e 7 hanno risolto i problemi dell’infezione.
 
   parliamo di cose concrete
“ANNO BISESTO, ANNO FUNESTO”

di Andrea Iannomorelli

Me l’ero sentita: la Pasqua di quest’anno sarà una Pasqua da
ricordare davvero.
Ecco perché il 27 febbraio avevo avuto il coraggio di proporre che le immagini de “LA NOSTRA PASQUA” fossero messe in rete nel mondo, anche come semplice messaggio pubblicitario per i turisti che quest’anno non ci saranno e che magari, incuriositi, potremo recuperare (in un futuro che ci auguriamo più bello di questo presente che stiamo vivendo). Quindi, i “riti” popolari che non soltanto a Sulmona (Venerdì Santo e Madonna che Scappa), ma quasi dappertutto, nel comprensorio, quei riti di fronte ai quali tutti (anche i laici) hanno dato da sempre una forte pregnanza emozionale (lacrime, gioie, auspici futuri di positività o anche di negatività...) quest’anno non ci saranno (come nel 1944, per chi ha l’età di ricordarlo) e forse li svolgeremo a metà settembre,      se “andrà tutto bene”, come, ottimisticamente, ci ostiniamo a ripete; e ci
mancherebbe altro! Tuttavia, “Se tutto finisse all’inizio dell’estate potrebbe essere un vero miracolo”, ha detto ad OndaTV il primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale dell’Aquila Alessandro Grimaldi. E personalmente, privo come sono di competenze specifiche, di quello che dicono i responsabili sanitari, mi fido.  Dobbiamo prenderne atto. Non c’è altro da dire.
Aveva ragione mio padre: “Anno bisesto, anno funesto”.
Ci risentiremo dopo Pasqua; per ora auguri a tutti. E, per i curiosi, l’appuntamento è con una mia “Narrazione fantasiosa sulle ali della speranza”, che troverete nella tradizionale edizione primaverile, a stampa, della rivista “Il Gazzettino della Valle del Sagittario”. Quanto ad una valutazione su quello che sta accadendo in questi giorni, per ora lasciamo perdere. Avremo modo, tempi e luoghi per parlarne, con la franchezza di sempre.

 
   editoriale
IL LUNEDI' DEL DIRETTORE
"Signore, non t'importa di noi?"

Ho seguito venerdì pomeriggio (27 Marzo), come credo la maggior parte dei Cristiani, la preghiera e la benedizione "urbi et orbi" di Papa Francesco. La solitudine del vicario di Dio nell'immensa piazza di San Pietro e il Cielo lacrimoso mi hanno laicamente intenerito.
Nell'omelia il Papa, riferendosi alla situazione difficile che stiamo vivendo, ha detto: «ci siamo ritrovati impauriti e smarriti, come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa». "Signore non t'importa di noi?", chiesero i discepoli a Gesù, che nonostante la barca in pericolo sul Lago di Tiberìade, dormiva.
Se in quest'istante venisse Gesù in mezzo a noi e ci facesse questa domanda: "Mi ami tu?", quale sarebbe la nostra risposta? ricordando che amarlo significa seguire la sua parola.
«E’ tempo di scegliere - secondo il Papa - che cosa conta, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso il Signore e verso gli altri».
Gesù ai discepoli che lo svegliarono disse: "Perché siete paurosi?
non avete fede?“
La pandemia di questi giorni è certamente una tempesta che ci sta scuotendo fisicamente e psicologicamente, con i tanti morti e le incertezze sul domani. E noi tutti abbiamo paura nel vedere i nostri cari morire senza il conforto di una nostra vicinanza, di una nostra parola.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?»  Potrei capirlo, ma non comprenderlo, se comprendere significa prendere dentro, interiorizzare completamente, essere, in questo caso, ricolmo di Fede.
Sarebbe un miracolo se capissimo che è "tempo di reimpostare la rotta della vita" verso un approdo dove l'umanità ci porta a stare con gli ultimi, con i tanti immigrati che fuggono dalla miseria e dalle guerre, con chi è solo, con chi è sofferente.
Un miracolo dell'uomo che farebbe a se stesso, dopo questa terribile prova. Un miracolo per risvegliare e attivare la solidarietà, il sostegno ai più bisognosi, non solo ora che siamo nella tempesta, ma anche quando arriverà la bonaccia.
Non ci sono più diluvi universali, ma prove di sofferenza, che l'uomo stesso provoca, nel lasciare la via maestra, per incamminarsi per diverticoli che portano alla corsa agli armamenti, allo sfrenato edonismo, all'insensato consumismo, al maltrattamento della natura.
Abbiamo mangiato la mela dell'albero della scienza, dando retta a chi ci ha detto che saremmo stati simili a Dio. Se l'Essere Supremo è Bontà Infinita, è Amore Assoluto, perché noi non lo siamo? C'è un inganno primordiale che ci perseguita in continuazione.
"Signore non t'importa di noi?" Non sono un sacerdote, né tantomeno un teologo per saper dare una risposta a questa domanda.
Nella mia semplicità spero che quest'ultima prova c’insegni come ritrovare la via maestra, come riscoprire, stando chiusi nelle nostre case, che tutti siamo "un solo corpo", senza distinzione di razza e di religione. r.g.
 
   anversa
Da Nunzio Marcelli, Presidente Associazione
allevatori Ovino-caprini d'Abruzzo (arpo)
Un virus si aggira per le montagne: l'AGEA

L'economia pastorale e di montagna è stata colpita dal COVID-19, certamente. Ma aveva le difese immunitarie già basse, e ora rischia definitivamente di scomparire, a causa di un malanno ben più grave, che risponde al nome di AGEA. L'Agenzia nazionale che riceve miliardi dall'Europa per sostenere la nostra agricoltura, che persino durante questa emergenza ha rilasciato tronfie dichiarazioni di aver erogato milioni di fondi, e che ha ancora in pancia i contributi del 2018 e 2019.
L'AGEA, che dovrebbe sostenere l'agricoltura, e in particolare quella delle aree interne, invece di versare i pagamenti previsti, li blocca, e uccide un intero settore.
Si può essere penalizzati per una “anomalia” di cui non si riuscirà mai a capire chi è colpevole, come sanarla, quando sarà rimossa; si può essere bloccati e non riuscire a parlare con un funzionario o un impiegato per mesi. Intanto la crisi che colpisce tutta la nostra economia in conseguenza dell'emergenza sanitaria, danneggia aziende che non possono interrompere la produzione: le pecore non si fermano, e i prodotti restano invenduti. Le filiere corte, che potrebbero oggi essere una risorsa anche in termini di sicurezza, perchè muovono molto meno le persone e i trasporti, riducendo i rischi di diffusione del contagio, non sono mai state sostenute; la grande distribuzione ignora i prodotti locali, e alimenta catene lunghe di forniture, incrementando i contatti con le
aree ad alto contagio.
Dopo aver lasciato che i nostri pascoli fossero predati da società che hanno sottratto i terreni e munto i soldi dei contributi europei, oggi siamo due volte penalizzati, perchè quelle stesse società, che non hanno mai avuto animali né produzioni, oggi non hanno il problema del prodotto invenduto. Hanno incassato i fondi europei, svuotato il territorio, e lasciato dietro il deserto. Il Governo con il decreto emergenza obbliga la pubblica amministrazione a procedere con tutti i pagamenti: ma in Regione chi doveva avere i danni da cinghiali        
non ha incassato nulla, e a livello nazionale l'AGEA fa grandi proclami, ma i soldi non arrivano mai, neanche in piena emergenza. E' questo il virus che ci sta uccidendo.
 
   valle del sagittario
Le somme che andranno ai Comuni
della Valle del Sagittario per fronteggiare
l’emergenza alimentare

Il governo ha deciso di stanziare 400 milioni di euro destinati ai Comuni per finanziare i buoni spesa, per venire in aiuto di quelle famiglie che non sanno come fare la spesa, perché prive di reddito in questo triste periodo di pandemia che sta sconvolgendo l’Italia. I Comuni, ricevute le somme, in base al numero degli abitanti, dovranno a loro volta devolvere il dovuto a chi ne ha bisogno. Queste le somme per ogni comune della Valle
del Sagittario.
Anversa: Euro 2.012,70; Bugnara: Euro 7.830,55;
Cocullo: Euro 1.367,79; Introdacqua: Euro 14,189,99;
Scanno: 14.191,67; Villalago: Euro 3.882,13.
Il decreto ha stabilito che "le risorse ricevute da ciascun Comune per la solidarietà alimentare saranno destinate, con un vaglio preventivo molto semplificato e flessibile (evitando requisiti rigidi) da parte dei servizi sociali comunali, a tutti coloro che versano in situazione di necessità alimentare". "Tali risorse dedicate potranno essere rafforzate da ciascun comune (o dall'ANCI, con un riparto pro quota in base alle esigenze) con donazioni defiscalizzate di generi alimentari o di buoni d'acquisto o buoni sconto da parte di privati, di produttori, dei distributori".
"Si prevede altresì - si legge ancora nel decreto - la possibilità da parte dei Comuni di acquistare buoni spesa, buoni pasto o generi di prima necessità senza procedura di gara".
 
   comunicato stampa
   scanno
LA Sezione d’appello
della CORTE DEI CONTI
ha confermato la condanna
nei confronti
di Cesidio Spacone

LA CORTE DEI CONTI, Sezione Prima Giurisdizionale Centrale d’Appello, nella camera di consiglio del 23 gennaio 2020, ha rigettato l’appello proposto dal sig. Spacone Cesidio e, per l’effetto, conferma l’impugnata sentenza, ponendo a carico dell’appellante anche le spese di giudizio, di € 96,00.
Spacone Cesidio venne condannato dalla Sezione giurisdizionale per la Regione Abruzzo “al pagamento della complessiva somma di € 80.282,95, di cui € 75.282,95 a titolo di mancati riversamenti di somme presso la tesoreria comunale ed € 5.000,00 a titolo di danno da disservizio; oltre interessi legali in favore del Comune di Scanno (AQ) ed alle spese di giudizio in favore dello Stato.
Avverso tale sentenza era ricorso il signor Spacone, adducendo una serie di controdeduzioni, che la Sezione d’Appello
ha rigettate in toto.
Il Popolo della Famiglia Abruzzo:
“Rivendichiamo il diritto alla preghiera
in Chiesa, pur rinunciando alla messa

Il Popolo della Famiglia Abruzzo reagisce negativamente alle nuove disposizioni diramate dal Ministero dell’Interno sulla frequentazione delle chiese:  “Leggiamo con grave preoccupazione la nota di risposta del Ministero dell’Interno ai quesiti proposti dalla CEI in merito alla frequentazione delle chiese in questo difficile momento. Il capo del dipartimento per le libertà civili, Michele di Bari, comunica a mons. Ivan Maffeis che l’accesso alla chiesa può avvenire solo ‘in occasione di spostamenti determinati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità’ e a patto che ‘la chiesa sia situata lungo il percorso’. Non sono disposizioni accettabili”.
Il presidente nazionale del Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi, dichiara: “Posso andare liberamente dal tabaccaio a 400 metri da casa mia, ma non a dire una preghiera nella chiesa a 300 metri. Questa disposizione è inaccettabile e annuncio fin d’ora disobbedienza civile perché la libertà religiosa è diritto insopprimibile.
Rinuncio alla messa per ordine delle autorità, non al per me essenziale rapporto con Cristo nel tabernacolo”.
 
Villalago