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Martedì 17 Marzo 2020 - San Corrado di Chiaravalle, Monaco e eremita
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Il tempo... ieri - BEL TEMPO PER TUTTA LA GIORNATA. Le condizioni metereologiche hanno fatto registrare cielo sereno e tanto sole,
presente sempre più a lungo nella sua risalita. Temperature: mass. 11,9°; min. -1,2°C; attuale 3,4° (ore 23,30).
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libri
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coronavirus
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RILEGGENDO “I PROMESSI SPOSI” di A. Manzoni
Al tempo del Coronavirus (Parte VII)
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La peste da Milano non tardò a a superare il confine e a diffondersi altrove, soprattutto nel bergamasco. La
credenza alle unzioni venefiche e malefiche si rafforzò. “Era opinion comune, - scrive Manzoni - che di questi unguenti se ne componesse
in vari luoghi, e che molte fossero l’arti di metterlo in opera». Si parlava di congiura diabolica. «… due testimoni deponevano d’aver sentito raccontare da un loro amico infermo, come, una notte, gli eran
venute persone in camera, a esibirgli la guarigione e danari, se avesse voluto
unger le case del contorno; e come al suo rifiuto quelli se n’erano andati, e in loro vece, era rimasto un lupo sotto il letto, e tre gattoni
sopra, sino al far del giorno vi dimororno».
«D’ugual valore - ancora Manzoni - se non in tutto d’ugual natura, erano i sogni de’ dotti; come disastrosi del pari n’eran gli effetti. Vedevano, la più parte di loro, l’annunzio e la ragione insieme de’ guai in una cometa apparsa l’anno 1628, e in una congiunzione di Saturno con Giove». Un’altra cometa, apparsa nel giugno dell’anno stesso della peste, si prese per un nuovo avviso; anzi per una prova
manifesta dell’unzioni. Pescavan ne’ libri, e pur troppo ne trovavano in quantità, esempi di peste... citavano cent’altri autori che hanno trattato o parlato incidentemente di veleni, di malìe, d’unti, di polveri»
Manzoni fa questa riflessione, attualissima anche ai tempi del coronavirus: "Da’ trovati del volgo, la gente istruita prendeva ciò che si poteva accomodar con le sue idee; da’ trovati della gente istruita, il volgo
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prendeva ciò che ne poteva intendere, e come lo poteva; e di tutto si formava una massa
enorme e confusa di pubblica follia».
Ci furon però di quelli - secondo il nostro autore - che pensarono fino alla fine, e fin che
vissero, che tutto fosse immaginazione, ma non ebbero il coraggio di
manifestarlo apertamente. Tra le carte del tempo della peste c’è una lettera in cui il gran cancelliere informa il governatore d’aver ricevuto un avviso che, in una casa di campagna di gentiluomini milanesi,
si preparava veleno in tanta quantità.
In questo disordine mentale, nella mancanza più assoluta di saper cosa fare, i monatti, con le loro birbonate più atroci, divennero i padroni della città.
Di questo vi racconterò domani, con "gli occhi" di Renzo, arrivato a Milano alla ricerca di Lucia.
Prima di prendere tra le mani "I promessi sposi" ho dato uno sguardo a Facebook.
Per dirla con Manzoni vi ho ritrovato tra gli iscritti sensati e insensati "una
massa enorme e confusa di pubblica follia". Non ho trovato nemmeno il rispetto
per il Santo Padre, che umilmente e silenziosamente ha fatto visita al Cristo
per chiedergli la grazia. Un atto, giudicato da alcuni sfrontato, senza
rispetto delle prescrizioni dello Stato Italiano.
Ho letto di congiure tra Stati, di preparazione di armi chimiche, e via di
questo passo, per non parlare di un linguaggio, definirlo boccaccesco è un eufemismo.
Ho il sospetto che lo stare chiusi in casa per alcuni stia divenendo più pericoloso del coronavirus.
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Dal direttore artistico
di Lectus, Renato Pilogallo
Perché Lectus Home? Perché siamo chiusi in casa, perché leggere ci piace, perché nello spirito di Lectus Vox Populi leggiamo di tutto: articoli di giornale,
sceneggiature, storia, letteratura e poesia. Ci sono tante iniziative in rete e
ci piacciono tutte ma noi non inseguiamo la bella dizione (ne abbiamo eh,
abbiamo anche quelli) e i “lettori forti” piuttosto Lectus mantiene il suo spirito originario che è quello della rete sociale. In questo particolare frangente dobbiamo stare
insieme mantenendo le distanze: leggeremo e ascolteremo. Lo faremo per non
sentirci soli, per dare una voce e un volto a chi deve rimanere a casa, a chi
affronta l’emergenza in prima linea, e chi ha paura e a chi invece vuole coraggio agli
altri; ascolteremo i figli, i nonni, gli amici che sono lontani. Come funziona Lectus home? Bisogna registrare un video lettura di tre minuti con il cellulare in posizione
verticale; presentarsi con il proprio nome e la città dove si vive.
Il video va inviato a
lectusteramo@gmail.com
I video saranno montati in sequenza (4/5 per volta) e pubblicati ogni giorno
sulla pagina FB di LectusTeramo.
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abruzzo
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Salgono a 176 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo
Non si arresta il numero dei contagiati in Abruzzo, saliti al 176. 71 pazienti sono ricoverati
in ospedale in terapia non intensiva, 37 in terapia intensiva, mentre gli altri
57 sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl.
Nel numero dei casi positivi sono compresi anche 4 pazienti deceduti (non si sa
se per coronavirus), 5 pazienti clinicamente guariti (diventati asintomatici) e
2 guariti (che hanno cioè risolto i sintomi dell’infezione e sono risultati negativi in due test consecutivi).
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comunicato stampa
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ASTENSIONE DAL LAVORO
ALLA MAGNETI MARELLI
DI SULMONA
DALLE ORE 22,00
DEL 16 marzo FINO
A DOMENICA 22 MARZO
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applicazione del DPCM per il contrasto del Coronvirus;
Vista la richiesta effettuata alla ASL1 competente per territorio;
Vista la criticità sanitaria del territorio;
Vista la mancata risposta da parte dell’Azienda alle perplessità espresse dalle RSA e RLS di FIM e UILM
SI INVITANO i lavoratori tutti, in osservanza del Comunicato Stampa Nazionale di
FIM/FIOM/UILM – che ribadisce “… mettere in sicurezza e riorganizzare tutti i luoghi di lavoro…” ad ASTENERSI DAL LAVORO DALLE ORE 22,00 DEL 16 marzo FINO A DOMENICA 22 MARZO
c.a.
(RSA/RLS, FIM e UILM)
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Visto l’incontro tenutosi, in mattinata (ieri mattina per chi legge,ndr), tra l’Azienda e Le RSA e RLS di FIM e UILM in merito alla corretta
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anniversario
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RICORDATI GLI ALPINI
DEL BATTAGLIONE BASSANO
MORTI SOTTO LA VALANGA
DELLA CRODA SCABRA
Ricordato il 50° anniversario della tragedia della Croda Scabra avvenuto il 7 marzo 1970 dove
sette alpini della 62^ Compagnia del Battaglione “Bassano” del 6° Reggimento Alpini, morirono sotto una valanga nel corso di un’attività addestrativa invernarle in località Ponticello nelle Dolomiti di Braies. Gli alpini erano Franco Bagolin di
Veronella, Fausto Baietta di San Pietro Carlano, Angelo Benedetti di Malcesine,
Vittorio Bonfante di Gazzo Veronese, Bruno Pighi di Avesa, Luigi Rigo da
Quinzano e Luciano Turata di Verona tutti della classe 1949, è tutti della Provincia di Verona. Alla commemorazione hanno preso parte i Gruppi
ANA di Mozzecane, Rosegaferro, Pizzoletta, Grezzana, San Candido e Monguelfo,
nella circostanza è stata letta la preghiera dell’alpino e deposta una corona di alloro. Al fine di favorire l’incontro, gli alpini di Monguelfo e San Candido hanno battuto una lunga traccia
per raggiungere la chiesetta alpina e scavato oltre un metro e venti la neve
per offrire la possibilità ai convenuti di leggere i nomi e le varie targhe commemorative, in questa
circostanza il Capogruppo Roberto Ballini, ha saluto i convenuti e raccontato l’impegno profuso per più decenni dai soci Gino Tomasi, Sergio Paolo Sciullo della Rocca, Brenno Rossi e
Giovanni Fontana per la ristrutturazione e manutenzione della cappella poi
seguita successivamente dalla Sezione di Verona, rivolgendo altresì un vivo apprezzamento al Capo Gruppo di San Candido Aldo Ronco per la fattiva
collaborazione fornita. A termine della cerimonia è giunta anche la telefonata del Maresciallo degli alpini “cinofilo” Miche Tortorella di Chieti, oggi in pensione e al tempo in servizio presso il
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Battaglione “Trento” a Monguelfo che nel 1970 fu tra i soccorritori che così si è espresso: “ Quel triste giorno, è impresso fortemente nella mia memoria perché sono stato lì appena dopo la tragedia con il mio cane “Basco” da valanga a partecipare alle ricerche, un dramma dove trovammo il fronte della
valanga ampio e molto alto, tutti i soccorritori per raggiungere i travolti
dovettero raddoppiare la lunghezza delle loro sonde da valanga. Non mi
prolungo, ma vi assicuro che era qualcosa di tremendo e d’indescrivibile”. La foto in bianco e nero del 1970, ritrae il cinofilo Tortorella con il suo
cane e l’elicottero leggero con cui giunsero sul luogo della valanga. (Foto: Archivio
privato Asmodeo Rennes)
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cogesa
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Le disposizioni dell’Istituto Superiore
di Sanità sulla raccolta differenziata
al tempo del coronavirus
Stop alla raccolta differenziata per chi è positivo al Coronavirus o per chi è in quarantena obbligatoria. Le disposizioni sono contenute in un decalogo
divulgato dall’Istituto Superiore di Sanità in questa fase di emergenza.
In pratica, le persone positive o in quarantena obbligatoria non dovranno più separare i loro rifiuti, ma conferirli tutti insieme nel mastello (se ce l’hanno) dell’indifferenziato, utilizzando due o tre sacchetti resistenti uno dentro l’altro, da chiudere con lacci o nastro adesivo, avendo cura di utilizzare i
guanti.
Un piccolo cambiamento riguarda anche tutti gli altri (non solo i positivi o in
isolamento), che dovranno – in questa fase e fino a nuove disposizioni – gettare i fazzoletti di carta utilizzati per soffiarsi il naso nell’indifferenziato e non più nell’organico.
Di fatto la ratio che sottostà al decalogo emanato dall’Istituto Superiore di Sanità sulla raccolta differenziata è quella di evitare nuovi contagi e il propagarsi del Coronavirus, oltre che
tutelare i nostri operatori impegnati quotidianamente nel servizio.
“Chiediamo, dunque, alle persone un atto di responsabilità nell’autodeterminarsi in questo senso per consentirci di svolgere il servizio in
sicurezza ancor di più in questa fase di emergenza – interviene l’amministratore unico di Cogesa, Vincenzo Margiotta - con il massimo impegno da
parte di tutti e il massimo rigore sulle misure di sicurezza che il
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momento impone, torneremo alla normalità e andrà tutto bene”. (Ufficio Comunicazione Cogesa SpA)
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sulmona
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senso civico” spiega il sindaco, che tiene a specificare “La Polizia Locale è impegnata quotidianamente sulle strade cittadine per effettuare il controllo a
pedoni, auto e attività economiche, per verificare il rispetto della disposizione per tutti di restare
a casa, salvo motivo di necessità e con le dovute precauzioni. A Sulmona ad oggi non si sono registrati casi autoctoni di contagio da
coronavirus e questa assenza di emergenza sanitaria locale ha consentito di non
istituire l’apertura del COC, di concerto con le funzioni di supporto comunali ed in
particolare con il rappresentante del Dipartimento di Prevenzione della Asl1, per la Funzione
Sanitaria, seguendo le disposizioni della Regione e della Protezione Civile
Nazionale. Torno a ribadire che restare a casa è necessario in queste settimane per contenere la diffusione del virus. Così” conclude il sindaco “contrasteremo tutti insieme
il contagio”.
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DALLA SINDACA CASINI DI SULMONA:
CHI RIENTRA In citta’
DEVE SEGUIRE LE REGOLE
“Tutti coloro che fanno rientro a Sulmona per qualsiasi motivo devono seguire scrupolosamente
il protocollo previsto, restando in quarantena e con grande senso di
responsabilità e rispetto doveroso nei confronti di tutti, effettuare la comunicazione al
medico di famiglia o alla Asl1 al numero 118”. E’ un accorato appello quello che lancia il sindaco Annamaria Casini, chiedendo
massima collaborazione e richiamando alla stretta osservanza del Decreto del
Governo e dell’Ordinanza regionale, rispettando le misure precauzionali per la salute di tutti.
“E’ importante segnalare e restare in casa” prosegue il sindaco “Ognuno di noi deve fare la propria parte al fine di contrastare la diffusione
del contagio di un virus molto aggressivo, capace di trasmettersi in maniera
veloce. E’ una situazione di emergenza nazionale che richiede grande sacrificio e grande
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prevenzione
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Prevenzione covid-19 nei luoghi
di lavoro, ecco il protocollo
CGIL, CISL E UIL ABRUZZO:
“UN RISULTATO DI BUON SENSO”
Un risultato di buon senso. Così Carmine Ranieri, Leo Malandra e Michele Lombardo, rispettivamente segretari
generali di Cgil, Cisl e Uil Abruzzo, all’indomani della sottoscrizione a livello nazionale del documento che introduce
regole stringenti nei luoghi di lavoro per combattere l’emergenza Covid-19. Il protocollo prevede, tra l’altro, l’obbligo per i lavoratori con febbre superiore a 37,5 di rimanere a casa,
controllo della temperatura all’ingresso nei luoghi di lavoro, processi di sanificazione, previsione di
dispositivi di protezione individuale a partire dalle mascherine, gestione
degli spazi comuni che tenga in conto le distanze di sicurezza, l’organizzazione aziendale e gli orari di lavoro che favoriscano movimenti
scaglionati, la gestione di una persona sintomatica in azienda alla
sorveglianza sanitaria. Tutte misure adottate per garantire ad ogni lavoratore
di svolgere la sua attività in una condizione di sicurezza e di protezione rafforzata, rispetto ai rischi
rappresentati
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dall’epidemia di Coronavirus. Qualora tutto ciò non fosse possibile, il protocollo prevede la riduzione o la sospensione delle
attività lavorative ed inserisce il ricorso agli ammortizzatori sociali per sostenere
economicamente i lavoratori e scongiurare i licenziamenti.
“Il protocollo – dichiarano i tre segretari – è stato firmato dalle organizzazioni sindacali, i datori di lavoro e il Governo,
e rappresenta un importante risultato anche per l’Abruzzo per tre motivi. Innanzitutto, perché dà giusta precedenza alla sicurezza sui luoghi di lavoro rispetto a qualunque
altra considerazione di ordine economico e produttivo: è una battaglia che nella nostra regione portiamo avanti da sempre, e ora più che mai assume un’importanza cruciale. In secondo luogo, perché coinvolge fattivamente i rappresentanti sindacali nelle aziende, tenuti a
monitorare l’effettiva esecuzione del protocollo stesso: auspichiamo che venga subito attuato
in tutti i luoghi di lavoro, dove anche in questa circostanza il sindacato è pronto a fare la sua parte. Infine, perché ribadisce il ricorso agli ammortizzatori sociali e alla riduzione o alla
sospensione delle attività lavorative qualora si rendano necessarie. In definitiva, è un risultato di buon senso, cui abbiamo contribuito fattivamente e con
responsabilità, in un momento difficile per tutta l’Italia e per l’Abruzzo”.
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agricoltori
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Semplificazione procedura
assegnazione gasolio per gli agricoltori
“Considerata la particolare situazione che stiamo vivendo, tenuto conto dei decreti del
presidente del Consiglio dei ministri in relazione al Codiv-19, in particolare
che è necessario evitare il più possibile lo spostamento delle persone e il contatto fra queste, considerato
che il lavoro nei campi continua e che nel prossimo periodo si intensificherà, che molti agricoltori non ancora ricevono l’assegnazione del gasolio o non ancora provvedono a inoltrare la richiesta per l’anno in corso,
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chiediamo di semplificare la procedura che consente l’assegnazione, a chi ne faccia richiesta, del 50% di quanto ricevuto nell’anno precedente”.
Lo afferma in una nota il presidente di Cia- Agricoltori Italiani Abruzzo, Mauro
Di Zio, in una lettera inviata al Dipartimento Agricoltura della Regione
Abruzzo che ha approvato il provvedimento.
“La procedura di assegnazione del 50% avverrà attraverso un’autodichiarazione dell’agricoltore, in cui si attesta che non vi siano state sostanziali variazioni
colturali rispetto all’anno precedente e, solo successivamente, superato l’attuale momento, si procederà alla definizione della pratica nel suo complesso”.
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