Lunedì 16 Marzo 2020 -  Sant'Agapito di Ravenna, Vescovo

Il tempo... ieri - L’ALTA PRESSIONE HA CEDUTO LA SUA FORZA, facendo entrare un tempo instabile tra nuvole, squarci di sole, tentativi di pioggia e venti freddi grecali. Temperature in ribasso: mass. 8,8°; min. -0,4°C; attuale -0,6° (ore 23,30).
 
   libri
 
  coronavirus
RILEGGENDO “I PROMESSI SPOSI” di A. Manzoni
Al tempo del Coronavirus (Parte VI)
Dopo la processione solenne dell'11 giugno, che avrebbe dovuto, almeno nelle intenzioni, fare il miracolo, la peste aumentò la propria virulenza e la popolazione del lazzaretto passò in breve tempo da duemila a dodicimila per arrivare di lì a poco a sedicimila appestati. Le autorità sanitarie a mala pena riuscivano a rifornire il lazzaretto di tutto il necessario per mancanza di denari.
Il lazzaretto era un recinto di forma rettangolare all'esterno delle mura di Milano, vicino a Porta Orientale, destinato al ricovero degli appestati, posti in quarantena. Il nome è collegato al lebbroso Lazzaro, anche se il termine propriamente deriva dalla storpiatura del nome dell'isola veneziana di S. Maria di Nazareth, destinata ai malati contagiosi, provenienti dalla Terrasanta.
La struttura poteva accogliere non più di quattromila malati. Per far fronte al numero sempre crescente vennero approntate alla meglio delle capanne di legno e paglia nello spazio interno della struttura, mentre un'altra simile venne costruita con un semplice recinto di legno. Per assicurare ai malati le cure necessarie, i decurioni (i magistrati municipali che governavano la città) si rivolsero ai padri cappuccini. Vi confluirono in molti. Svolsero il ruolo di infermieri, confessori, portantini, supplendo alle mancanze del potere pubblico che si era mostrato incapace di provvedere alle circostanze. Non rari furono i casi in cui al lazzaretto mancarono medici o cibo. Si riuscì a farvi fronte non solo grazie alla solerzia infaticabile dei padri cappuccini, ma anche  per le donazioni in denaro di privati. Anche il
cardinale Borromeo fu nel lazzaretto fra le persone che si prodigavano per l'assistenza ai malati. Scrive Manzoni «Federigo dava a tutti, com’era da aspettarsi da lui, incitamento ed esempio. Mortagli intorno quasi tutta la famiglia arcivescovile, e facendogli istanza parenti, alti magistrati, principi circonvicini, che s’allontanasse dal pericolo, ritirandosi in qualche villa, rigettò un tal consiglio, e resistette all’istanze, con quell’animo, con cui scriveva ai parrochi: “siate disposti ad abbandonar questa vita mortale, piuttosto che questa famiglia, questa figliolanza nostra: andate con amore incontro alla peste, come a un premio, come a una vita, quando ci sia da guadagnare un’anima a Cristo».  Il cardinale ne uscì illeso. Per portare gli appestati al Lazzaretto e i morti alla sepoltura c'erano i monatti (parola di origine incerta). «Birboni - come li chiama Manzoni - ai quali l’attrattiva delle rapine e della licenza potesse più che il terror del contagio, che ogni naturale ribrezzo che la peste risparmiava e non atterriva […] Entravano da padroni, da nemici nelle case, e, senza parlar de’ rubamenti, e come trattavano gl’infelici ridotti dalla peste a passar per tali mani, le mettevano, quelle mani infette e scellerate, sui sani, figliuoli, parenti, mogli, mariti, minacciando di strascinarli al lazzeretto, se non si riscattavano, o non venivano riscattati con danari».
Ad annunciare il loro passaggio c'erano gli "apparitori" con un campanello attaccato a un piede.
La peste si diffuse, secondo Manzoni, per l'incuria e l'indifferenza del potere pubblico nel fronteggiarla. L'assistenza ai malati venne assicurata solo dagli ecclesiastici. Molti di questi vi lasciarono la vita.
Derry Brabbs
Cammini
Vie di pellegrinaggio
in Europa
Ed. Touring club italiano

5600 chilometri, per circa 9 mesi di cammino: tanto misurano le 11 vie di pellegrinaggio raccolte in questo libro illustrato. Vie e Cammini che ci portano dalla Scozia alla Germania, dalla Francia all'Italia, in un giro d'Europa inconsueto e affascinante. Attraverso le splendide e suggestive fotografie di grande formato e il racconto del fotografo e autore Derry Brabbs, il volume illustra alcuni dei cammini storici più belli oggi nuovamente percorribili: dalla St Cuthbert's Way, che attraversa incantati paesaggi scozzesi sulle tracce della vita di san Cutberto, al Chemin du Mont-St-Michel, che in Francia unisce Rouen a Mont-Saint-Michel in 330 km. Dal Münchner Jakobsweg, la Via di San Giacomo in Germania, alla Via di Francesco, che in Italia collega i luoghi del Santo di Assisi. Senza naturalmente dimenticare il Cammino di Santiago, e la Via Francigena in tutta la sua lunghezza da Calais a Roma.
 
   abruzzo
Salgono a 137 i casi positivi
al coronavirus in Abruzzo

Non si arresta il numero dei contagiati in Abruzzo: positive al test 23 persone, molte a Penne. Un aumento si registra anche nell’Aquilano e nella Marsica, con contagi all’Aquila, Avezzano, Sulmona, Pescina, Cerchio, Scurcola e San Benedetto dei Marsi. Ben 51 pazienti sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva, 14 in terapia intensiva, mentre gli altri sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva. Dall’inizio  il laboratorio di Pescara ha eseguito 1232 test, di cui 530 sono risultati negativi.
 
   l’intervento
PANDEMIA E GLOBALIZZAZIONE

di Mario Setta 

Dalle vicende politiche di questi ultimi tempi è evidenziato un indebolimento e addirittura un fallimento dell’idea di globalizzazione. Tutto ciò che è successo nei tempi più recenti: la politica di Trump, il riassembrarsi delle piccole nazioni e piccoli governi, l’esito della Brexit, con l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, pone un interrogativo nuovo, drammatico, che coinvolge l’intera umanità.              
Il problema non è più quello di salvare l’Europa, ma di salvare il mondo. E la Brexit non è altro che il segno di un malessere che condurrebbe le società a creare isole, mentre il pericolo sta nel grande contenitore terrestre. Un pianeta in pericolo di estinzione.
La fuga verso i nazionalismi rappresenta un atto di debolezza e di autodistruzione. D’altronde, come afferma Yuval Noah Harari, “il nazionalismo non è una componente naturale ed eterna della psiche umana e non ha radici nella biologia”. La corsa attuale verso...

 
   parliamo di cose concrete
dell’assistenza sanitaria. Che sia “il più bello del mondo” (parleremo anche di questo a momento opportuno) lo stanno vedendo dappertutto, specie in Europa! (Pensate che in America, per farsi fare un tampone occorrono 3200 dollari!).
Non ci sono farmaci, contro quest’epidemia. In queste ore qualche buona notizia arriva da Napoli. Ma calma, ci vuole tempo perché si possa dire che “abbiamo trovato il rimedio”.
L’unico consiglio per un rimedio vero, che pare abbia funzionato, viene dalla Cina, che lo ha esportato. Ora ci si dice che da quelle parti arrivano segnali di rallentamento, segnali positivi. E qual è stato il rimedio utilizzato dai Cinesi, per bloccare la diffusione dell’epidemia? L’isolamento. (E’ vero, la Cina è un altro mondo, rispetto al nostro. Lì non si può discutere, le disposizioni si attuano a basta, con controlli preventivi).
Ora io che credo alla validità della medicina che utilizza la sperimentazione per capire se un comportamento funziona o no, dico per ora restiamocene a casa, in attesa di trovare un farmaco che davvero ci protegga, ovvero in attesa che la nostra assenza (collettiva) blocchi la trasmissione del virus. Basta così. Auguri a tutti.
Ci risentiamo tra quindici giorni, nella speranza di poter dare segnali davvero positivi, in questa sorta di diario, su quest’epidemia terribile. a.i.

#iorestoacasa

di Andrea Iannamorelli

Mi sembra il comportamento più appropriato e giusto da tenere per tutelarci dal coronavirus e tutelare gli altri. E’ guerra; una guerra contro un nemico invisibile, impalpabile, spesso inidentificabile che tuttavia, se ti prende, in certe condizioni, può fare anche molto male. Un nemico che comunque sta stravolgendo (e in alcuni casi fa bene, ne parleremo quando sarà tempo di farlo) la “nostra” vita, quella alla quale siamo abituati da tempo, che vogliamo cambiasse, ma di fatto non cambia mai. Ora sì. Un nemico contro il quale, in assenza di farmaci, l’unica arma da combattimento che possiamo utilizzare è l’isolamento. Ecco perché #iorestoacasa e mi permetto di invitare tutti coloro che conosco, virtualmente e direttamente, a fare altrettanto.
Non è soltanto importante lavarsi le mani, disinfettarle, evitare baci abbracci ed effusioni varie, quando ci vediamo, tenere il famoso metro e ottanta di distanza per parlarci. Non sono soltanto queste le raccomandazioni da seguire, ma evitare, con i nostri comportamenti (sbagliati) che siamo abituati a tenere, di rendere ancora più drammatica una situazione complessiva che è già al collasso, nonostante gli sforzi, soprattutto negli ospedali e nel variegato mondo
 
   editoriale
IL LUNEDì DEL DIRETTORE
Restate in casa, non uscite!

A raccomandarci di "restare in casa" appaiono in televisione personaggi  dello spettacolo che vivono in abitazioni grandi, in ville. Loro sì che ci possono restare! Ma tutti gli Italiani hanno case simili alle loro? Dove abita la povera gente? Dove stanno i tanti immigrati?  E i Rom? E coloro che una casa proprio non ce l'hanno? E i tanti che per questioni di lavoro vivono in affitto in una stanzetta minuta? E i terremotati che sono ancora nei container? So cosa significa abitare in città in più persone in trenta metri quadrati (ridotti a quindici dai vari mobili), in uno stabile di cento e più famiglie: fare la fila per andare al bagno, totale mancanza di privacy, urla di bambini e liti varie. E quando tu stai zitto ci sono le urla dei vicini, il pianto dei bambini, il calpestio di chi ti sta sopra, il rumore di qualche oggetto che sfugge dalle mani. La sera e la mattina il rumore dei divani letto che si chiudono e si aprono.
La realtà non è tutta quella che la televisione ci mostra: appartamenti con ampi saloni, dove si passa il tempo chiusi in casa, in modo idilliaco, ognuno dedito all'attività che preferisce. Le case ad edilizia popolare permettono questo? Permettono di leggere concentrati un libro?
Ricordo (bambino abitavo in un paese) che mia madre quando, dopo mangiato, doveva riassettare la casa, ci metteva tutti fuori.  A mio padre diceva di uscire, di andare a trattenersi in piazza. Da grande ho capito perché le piazze di paese sono sempre piene di uomini!
Susan Saegert, docente di psicologia ambientale, dice chiaramente: “Non riesco ad immaginare nessuno con bambini piccoli che non diventi  
pazzo in una mini abitazione”.
Il nostro è un "ritiro sociale" imposto per combattere il coronavirus. Un noto intrattenitore televisivo ci invita ad accompagnarci allo smartphone o al monitor di un computer, per socializzare in uno spazio virtuale, utilizzarli per parlare con familiari lontani e amici, guardare la tv insieme a distanza, e qualche altra amenità, che non tutti si possono permettere.
E' vero che noi siamo in emergenza per il coronavirus, ma ho l'impressione che lo siamo per tutto. Abbiamo preso a modello quello cinese. Lo stare chiusi in casa per tanti giorni, 24 ore su 24, ha scombussolato tante famiglie cinesi, messo in crisi la convivenza. Usciti dall'emergenza, secondo Il Global Times con la riapertura di tutti gli uffici, le richieste di divorzio sono aumentate in più di un distretto. La condivisione forzata ha messo in crisi molte coppie, dovuta ad una situazione stressante. Se poi tutto è andato bene si stima che fra nove mesi avremo in Cina un aumento esponenziale di nascite.
Ci auguriamo che da noi in Italia non ci sia l'aumento di divorzi, ma un aumento di nascite!
Sono trascorsi appena cinque giorni e noi italiani stiamo dimostrando di essere cittadini diligenti e patriottici con il nostro senso di responsabilità e battendo le mani dai balconi e finestre a chi veramente lo merita e rischia ogni giorno di ammalarsi a contatto con il coronavirus.
Come sono stati i Cinesi modelli per noi ora noi lo siamo per i Francesi.
Tra dieci giorni (se basteranno!) saremo ancora capaci di abbracciarci, di guardarci senza sospetto? "Restiamo a casa - Sono le regole"!
Per ora, "Chi vuol esser lieto, sia: / del doman non v’è certezza" ci direbbe Lorenzo de’ Medici, il Magnifico. (R. Grossi)
 
   scanno
SCANNO: NESSUN CONTAGIATO
Dieci persone in quarantena
in via precauzionale

Il Sindaco di Scanno Giovanni Mastrogiovanni ha emesso ordinanza di quarantena per dieci cittadini residenti.
“Il provvedimento si è reso necessario – riferisce il Sindaco – a seguito di una nota pervenuta dal Dipartimento di Prevenzione – Servizio di igiene e Sanità Pubblica- della Asl1 Abruzzo che dopo un’indagine epidemiologica effettuata su un turista risultato positivo al COVID-19, ha riscontrato che i destinatari di tale provvedimento sono soggetti che potrebbero aver avuto contatto con quest’ultimo”.
La persona non residente che ha contratto il virus ha soggiornato a Scanno nei primi giorni di marzo ed ha avuto contatti con alcuni cittadini tutti tempestivamente individuati, il provvedimento è stato adottato a scopo precauzionale e nel rispetto del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
«Ho sentito telefonicamente i destinatari dell’ordinanza – continua Mastrogiovanni - ho offerto loro tutto il sostegno e la massima
disponibilità da parte di tutti i componenti del Consiglio Comunale, mi hanno riferito di essere in buone condizioni di salute. Colgo l’occasione per rassicurare tutta la popolazione ed invitarla a rispettare, con assoluto senso di responsabilità, le disposizioni emanate dal Governo».
«Nessun allarmismo dunque - sostiene il sindaco - la situazione è sotto controllo e monitorata costantemente dai sanitari dell’Asl».
«Colgo l’occasione - conclude - per salutare gli amici turisti, invitandoli a visitare il nostro borgo, non appena l’emergenza sarà cessata».
 
   diocesi
SUI RITI TRADIZIONALI A SULMONA
DELLA SETTIMANA SANTA
OGNI DECISIONE E’ PREMATURA

“E’ ancora presto, è prematuro per prevedere o decidere se i riti pasquali sulmonesi potranno svolgersi regolarmente”. A dichiararlo è il vescovo di Sulmona-Valva, Michele Fusco, a proposito delle ipotesi sortite in queste ore, dopo che il Prefetto della Casa Pontificia ha stabilito che i riti della Settimana Santa saranno celebrati dal Papa a porte chiuse, senza la presenza fisica dei fedeli. Non c’è quindi nessuna relazione tra quanto stabilito in Vaticano e i riti della tradizione pasquale. E’ infondata per ora qualsiasi ipotesi che vorrebbe il rito della Madonna che scappa senza pubblico o, men che meno, di una processione del Cristo Morto
dove sono quasi duecento persone che partecipano, una vicina all’altra. Ma la disposizione venuta dalla Santa Sede, come spiega il vescovo Fusco, è stata emanata anche per motivi organizzativi, oltreché precauzionali in relazione al rischio coronavirus. “Siccome un mese prima già cominciano le prenotazioni per partecipare ai riti della Pasqua e siccome non è prevedibile quello che accadrà nelle prossime settimane, circa le disposizioni sul coronavirus, allora la Casa Pontificia ha ritenuto di stabilire riti a porte chiuse” chiarisce il vescovo.
“Non è nemmeno da escludere che la Pasqua possa essere celebrata oltre la data del 12 aprile – ipotizza il vescovo – ma anche su questo a decidere sarà la Conferenza episcopale italiana, tutto da vedere, quindi dobbiamo solo attendere l’evolversi delle situazioni e poi verranno
le decisioni”.
 
   inps
Rivalutazione pensioni

L’INPS comunica che con la mensilità di aprile 2020 sarà posta in pagamento la pensione nella misura stabilita dalla legge di Bilancio (articolo 1, comma 277, della legge 27 dicembre 2019, n. 160).
La citata legge ha introdotto un nuovo meccanismo di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici per il triennio 2019-2021, parzialmente diverso da quello applicato in occasione della prima rata di gennaio 2020.
La novità consiste nella eliminazione della fascia di rivalutazione delle pensioni comprese fra tre e quattro volte il trattamento minimo, che viene
ora accorpata alla fascia di rivalutazione pari al 100% dell’indice di rivalutazione. Conseguentemente è stata effettuata una seconda operazione di rivalutazione solo per i pensionati i cui trattamenti complessivi si collocano nella fascia compresa fra 3 e 4 volte il trattamento minimo. A questi pensionati, nel mese di aprile, saranno corrisposti anche gli arretrati da gennaio a marzo oltre l’adeguamento della relativa mensilità. Sarà a breve pubblicata la circolare illustrativa dell’operazione.
Infine, si rammenta a tutti i pensionati che il pagamento della rata mensile di pensione sarà effettuato, come da calendario, il primo giorno bancabile del mese, quindi mercoledì 1° aprile 2020.
 
Anversa