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Giovedì 20 Febbraio 2020 - Santa Giacinta Marto, Fanciulla
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Il tempo... ieri - NELLA BASSA VALLE DEL SAGITTARIO sono fioriti i mandorli. Ieri dopo una mattinata di sole sono arrivate nel
pomeriggio le nuvole e la pioggia. Temperature decisamente in calo: mass. 9,4°; min. 1,1°C; attuale 1,2° (ore 23,30).
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libri
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concerti
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Il chitarrista Angelo Ottaviani
in concerto a Sulmona
OGGI, giovedì 20 febbraio, alle 17.30, per i “Giovedì della Camerata Musicale Sulmonese”,nel foyer del Teatro Caniglia, saranno di scena il chitarrista sulmonese Angelo
Ottaviani ed il suo gruppo: Vincenzo De Ritis, alla fisarmonica, Gabriele
Pesaresi al contrabbasso e Antonio Franciosa batteria e percussioni.
Eseguiranno brani musicali classici e moderni ma anche musica da film e musica
leggera. Angelo Ottaviani, compositore, polistrumentista e cantante, si è diplomato in chitarra classica al Conservatorio “U.Giordano” di Rodi Garganico con il Maestro Marco Salcito. Vanta centinaia di esibizioni e
concerti in Italia e all’estero, come solista e in formazioni diverse. Per dieci anni ha curato la
direzione artistica del “Premio Nazionale per cantautori Augusto Daolio”, in collaborazione con il celeberrimo gruppo dei Nomadi. Ha pubblicato due
metodi per chitarra
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“EasyChitarra” e “Suonare la chitarra è Facile” e sta ultimando il metodo per ukulele scritto in collaborazione con il famoso
YouTuber Fabio Vetro. Nel 2018 è nata la sua linea di chitarre “Ottaviani Guitar”. Nel 2019 è stato protagonista di una tournée di concerti in Italia, nord America e estremo oriente.
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Paola Mastrocola
L'anno
che non caddero
le foglie
L’autrice racconta di un evento straordinario, in cui la fogliolina Lina non vuole cadere
dal suo albero di Tiglio, perché innamorata di Ippi, la piccola foglia dell’Ippocastano che si trova vicino. Per non cadere dai loro alberi, Lina e Ippi
indicono una campagna elettorale democratica a sostegno della vita delle foglie
affinchè non cadano, contrastando l’autunno e l’inverno nel loro equilibrio naturale. Il passaggio delle stagioni modifica il
percorso della natura, perché “ciò che sembra bello, non è mai così bello”, se non si gode di una nuova esperienza e non si crea una nuova “storia di vita”; per questo le foglie cadono e lasciano spazio a nuove foglie.
La mancanza della loro caduta genera altri problemi per insetti, uccellini e
altri animali, tra cui la piccola scoiattola Squitti, che osserva il piccolo
Volpo nascosta dalle numerose foglie attaccate agli alberi, senza possibilità di essere notata dal volpacchiotto. Il vento, che è indice di cambiamento e non ama l’immobilità, insieme alla pioggia, che è una tipa sveglia e “ha un suo modo speciale ed efficace di battere sempre sullo stesso punto”, da buoni amici troveranno insieme la soluzione capace di salvaguardare lo
scorrere del tempo. Adatto a lettori di 10-12 anni, ma anche agli adulti.
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ricorrenze
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Il ricordo
di don Manfredo
a quarant’anni
dalla morte
Il 19 febbraio di quarant’anni fa, a dieci giorni dal ricovero in ospedale, moriva don Manfredo
Carfagnini. Aveva 71 anni, troppo presto per lasciare così improvvisamente la sua parrocchia di Scanno, dove si era insediato il 28
dicembre 1953, succedendo a don Pietro Ciancarelli.
Una di quelle figure che non si dimenticano, come uomo della Chiesa e della
Comunità, con quella capacità di essere autorevole ma anche ricco di forza nel saper trasmettere l’amore per la crescita spirituale e culturale dei ragazzi della sua parrocchia.
Si era dedicato al suo ministero con attenzione ed intelligenza, riscuotendo la
fiducia di coloro che a lui si rivolgevano per avere consiglio, spesso sull’educazione dei figli nel caso di mamme con i mariti lontani. La sagrestia era
sempre piena di chierichetti impegnati nelle funzioni religiose, nei funerali,
nei riti pasquali, nei presepi ed altro ancora. Se non c’erano posti per sedersi, i gradini sotto la balaustra erano pieni di bambini.
Era alta la frequenza della Messa del Fanciullo nella chiesa di Sant’Eustachio la domenica alle nove, con l’assistenza delle suore salesiane arrivate nel 1954. Grande attenzione Egli aveva
per l’oratorio, con gli incontri domenicali all’Asilo dedicati alle ragazze, per prevenire quella che allora si riteneva “gioventù bruciata”. Insegnante di religione nella scuola media, istituita come statale
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nel 1959, spesso svolgeva, all’occorrenza, le funzioni di preside o di insegnante di lettere. Aveva fortemente
sostenuto la sua istituzione perché tutti i ragazzi potessero frequentarla. Prima ancora dell’obbligo scolastico fino ai 14 anni, quando ancora non tutte le famiglie
possedevano un televisore, accoglieva nella sua casa in Via Paliano i ragazzi
per seguire le lezioni pomeridiane trasmesse da “Telescuola”. Si interessava degli esiti scolastici di quelli che poi andavano fuori a
continuare gli studi e delle giovani che si preparavano al matrimonio,
mettendole in guardia contro i pericoli delle separazioni. Il 16 dicembre del
1979 avvenne il furto della Madonnina del Lago. Se ne addolorò tanto.
Soltanto qualche anno prima nella sua Chiesetta aveva assistito al mio
matrimonio, celebrato dallo zio di mio marito.
M. Antonietta Mancini
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parasite
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SUL FILM COREANO
“PARASITE”
Sig. Direttore,
ho visto il film coreano “Parasite”. L’ho trovato molto noioso, banale, difficilmente credibile: sono stupito che gli sia stato assegnato addirittura l’Oscar.
E’ molto lontano, infatti, dalla grandezza dei nostri film neorealisti. Il
messaggio è piuttosto banale: poveri contro ricchi. Il finale è scontato ed eccessivo. Non si riesce a comprendere come questi film orientali abbiano così tanto successo. Per non parlare, poi, della recitazione che non regge il confronto con gli attori italiani, europei ed americani. Al confronto alcune pellicole italiane
appaiono dei capolavori. Mi interesserebbe conoscere il suo qualificato e
sempre e stimato giudizio, il mio non vuole assolutamente apparire
rivendicazione pregiudizialmente patriottica.
Ezio Pelino
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dalla provincia dell’aquila
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Il Prefetto e il Presidente della Provincia
dell’Aquila hanno visitato Telespazio
Il Prefetto della Provincia dell'Aquila, Cinzia Torraco e il Presidente della Provincia
dell'Aquila, Angelo Caruso, hanno visitato questa mattina il centro spaziale
del Fucino "Piero Fanti", accompagnati dal direttore, Gianni Riccobono e il
responsabile della sicurezza industriale, Alessandro Fusco. Nel corso della
visita il Presidente della Provincia dell'Aquila, Angelo Caruso, ha ricordato
ai presenti che il consiglio dell'ente, nella seduta del 30 dicembre 2019, ha
stabilito la riclassificazione e acquisizione dei tratti stradali ricadenti nei
Comuni di Trasacco, Ortucchio, Pescina e San Benedetto dei Marsi della strada
cosiddetta "Cintarella", riconoscendo l'importanza strategica e internazionale
dell'azienda. Oggi Telespazio, con oltre 200 dipendenti, è il più grande teleporto al mondo per usi civili utilizzato per il controllo dei
satelliti artificiali per le telecomunicazioni e i servizi di rete hosting,
televisivi e multimediali, dichiara il Presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, e non è più prorogabile l'impegno di dotare il centro di una strada percorribile e sicura
per dipendenti e cittadini. Purtroppo il Ministero non ha mai risposto alle
nostre sollecitazioni ed è
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per questo motivo che abbiamo avviato l'iter per acquisire la "Cintarella",
assumendoci, con un atto di responsabilità, di provvedere alle necessità del territorio e alle carenze del governo.
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chiarimenti
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DALL’AVV. DOMENICO CIANCARELLI
Gentile Direttore,
in merito all'articolo apparso in data 19 febbraio sul Gazzettino della Valle
del Sagittario, relativo alla vertenza giudiziaria per le Case Popolari di Via Difesa, in Villalago, il sottoscritto deve fare alcune doverose precisazioni.
Innanzitutto la causa davanti al Tribunale di Sulmona, conclusasi con la
sentenza del 2016, che ha condannato il Comune al pagamento dell'Impresa
Candeloro, non è stata da me patrocinata.
Nell'anno successivo, il 2017, la stessa Impresa Candeloro chiese, con un
ricorso al TAR, di essere subito pagata, in ottemperanza a tale sentenza.
Il Comune, tramite il sottoscritto difensore, si oppose al pagamento immediato,
perché nel 2017 il Comune, in dissesto dal 2013, non poteva in quel periodo essere
soggetto ad azioni esecutive da parte dei creditori; i quali, se non avessero
accettato trattative con l'organo della liquidazione - ed il Candeloro in
effetti rifiutò l'offerta transattiva propostagli- avrebbero dovuto attendere la fine della
procedura, che si è conclusa nel 2019.
Quindi il TAR avrebbe dovuto ritenere il ricorso del 2017 inammissibile, e,
dunque, rigettarlo. Tuttavia, con una inesatta valutazione delle date, il TAR
ha ritenuto che il ricorso del 2017 fosse ammissibile, considerando il dissesto
a quella data terminato; errore evidentissimo, in quanto, com'è noto a tutti, il dissesto è terminato solo nel 2019.
Le rimetto il passo della sentenza - che Lei potrebbe già avere, in quanto ne cita varie parti - in cui risulta evidente l'errore dei
Giudici Amministrativi:
"Nella sostanza, quello che qui rileva è che il presente giudizio è stato ritualmenteintrodotto in un momento in cui la competenza dell'organo
straordinario diliquidazione era del tutto venuta meno e con questa anche l’inibitoria delle azioniesecutive individuali per debiti in precedenza inseriti
nella procedura e rimastiinsoddisfatti. In altre parole, una volta che si sia
definitivamente esaurita la procedura di riequilibrio è conseguentemente venuta meno la necessità di garantire, nella fase di risanamento di cui all'art. 5, comma 2, d.l. n.
80/2004 (conv. in l. n. 140/2004 ) e degli artt. 252 e 254, la par condicio
creditorum, indirettamente presidiata dalla
impossibilità di esperire nelle more singole azioni esecutive (arg. ex Consiglio di Stato,
sez. IV, 04/09/2018, n. 5184).
Il presente ricorso per l’ottemperanza è dunque pienamente ammissibile".
La sentenza, quindi, è erronea, e sarebbe soggetta a impugnazione davanti al Consiglio di Stato.
Tuttavia il TAR non ha condannato il Comune alle spese legali, e, peraltro,
attualmente, non essendoci più il dissesto, a prescindere da quanto statuito dai
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Giudici Amministrativi, si deve procedere da parte del Comune in bonis al
pagamento dei creditori insoddisfatti.
Pertanto, nonostante l'evidente errore della sentenza, si ritiene che non
sussista interesse a ricorrere al Consiglio di Stato, perché né si devono recuperare spese legali alle quali non si è stati condannati, né si può continuare a procrastinare un pagamento che solo la persistenza del dissesto
potrebbe giustificare: dissesto nel frattempo non più sussistente dal maggio 2019.
Concludo ricordando che il progetto delle case popolari di Via Difesa è degli anni 2008-2009, e la relazione sui progetti e sulle somme che il Comune
deve versare, che la sentenza del TAR non ha minimamente modificato, sono state
inviate a suo tempo dal Commissario al Dissesto alla competente Corte dei
Conti, cui dovranno essere inviati tutti i successivi atti relativi al
pagamento del debito.
Tanto dovevo per opportuno chiarimento, affinché venga posto all'attenzione dei lettori del Suo giornale.
Distinti saluti. Avv. Domenico Ciancarelli
La nostra cronaca sulla pagina di ieri si è basata esclusivamente sulla sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per
l’Abruzzo, pubblicata il 14/2/2020, senza aggiungere nulla di nostro.
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dal pnalm
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Controlli per la tutela del Camoscio
In un inverno troppo caldo e con scarso innevamento, sui prati ripidi di alta quota della
dorsale dal Monte Petroso al Monte Metà, i branchi di camoscio appenninico hanno preferito rimanere sui pascoli di
altitudine piuttosto che rifugiarsi nei boschi della Val Canneto e della Valle
Pagana, come è loro consuetudine durante le stagioni invernali. Questa situazione anomala ha
fatto sì che, soprattutto il massiccio della Metà, area di riserva integrale del Parco, venga sottoposto ad un particolare
monitoraggio da parte dei Guardiaparco anche perché quest’area, che declina verso sud est sulla catena delle Mainarde, è una delle naturali zone di espansione della straordinaria popolazione di
Camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata).
Ma il massiccio della Meta è anche uno dei terreni preferiti per alpinisti ed escursionisti che si
avventurano sui canaloni innevati in questo periodo, andando fuori sentiero,
provocando così estremo disturbo agli esemplari di camoscio che stazionano in zona. I controlli
dei giorni scorsi hanno portato le guardie del PNALM ad accertare la presenza
di alcune persone fuori dai sentieri autorizzati e per questo sanzionati
proprio per il disturbo arrecato alla fauna selvatica in violazione delle norme
di tutela del Parco oltre che le misure di conservazione dei SIC e ZPS, ovvero
delle aree della Rete Natura 2000, per le quali sono vigenti particolari misure
di conservazione. Ma alla voce “disturbo” appartengono anche altri comportamenti scorretti che non di rado di registrano
tra gli amanti della montagna quali la ricerca di foto sempre più sorprendenti, quindi sempre più vicini agli esemplari, senza contare la cattiva abitudine di richiamarsi ad
alta voce tra
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amici, che, in montagna assume un effetto parecchio amplificato che crea
ulteriore disturbo.
I controlli continueranno al fine di assicurare le migliori condizioni di tutela
a tutte le specie presenti che meritano rispetto e anche per questo si invitano
tutti gli escursionisti, amanti delle montagne e della Natura, a rispettare le
norme, a restare lungo i sentieri autorizzati, consapevoli che si sta
attraversando e godendo di un ambiente delicato, di grande valenza
naturalistica e soprattutto patrimonio di tutti noi e delle future generazioni.
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