Mercoledì 15 Gennaio 2020 - Sant'Arsenio di Reggio Calabria, Eremita

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    mostra
“LE MURA DELL’AQUILA”
IN MOSTRA Al MUSEO
NAZIONALE D’ABRUZZO

Al MuNDA (Museo Nazionale d’Abruzzo) dell’Aquila è stata allestita una mostra sulle mura della città, ideata da Lucia Arbace e realizzata dal Polo Museale dell’Abruzzo. La mostra, intitolata “Le mura dell’Aquila”, sarà inaugurata domani, 16 gennaio alle 18, e resterà aperta fino al 29 marzo.
La mostra è maturato dal ritrovamento nella collezione di Maurizio Pace di ben otto piante della città, alcune rare databili dal tardo XVI al XVIII secolo, e dal fortuito incontro con un appassionato aquilano che ha realizzato con matita gomma e inchiostro nero, dopo attenti studi su testi storici e sulla cartografia dell’Aquila, una serie di disegni delle mura come verosimilmente potevano apparire tra il 1622 e il 1680, riprodotti in una prospettiva orizzontale in un inedito
scroll lungo oltre cinque metri. Include anche un video con la ricostruzione 3D della cinta muraria, la stessa che si trova riprodotta in scala 1:1000 nel plastico collocato nell’atrio del museo, realizzato dalla “Creative” di Massimiliano Crea.
Sergio Bonamico,
Giulio Tamburini

Centri antichi
minori d'Abruzzo.
Recupero e valorizzazione

L'Abruzzo, terra di antica civiltà, sulla quale i secoli hanno lasciato impronte notevoli, è paradossalmente oggi tra le Regioni meno note del Paese, sia a cittadini italiani che stranieri.| Bellezze ambientali e paesaggistiche, profili naturali ed architetture sono ancora in buona parte sconosciute al grande pubblico, che ne apprezza quasi esclusivamente in senso turistico le costiere ed i poli di sport invernali.| E' peraltro probabile proprio per questo che speculazione edilizia ed appetiti pseudo industriali hanno inciso di meno che in altre aree del Paese sugli aspetti originari dei luoghi, per cui molte preesistenze naturali ed antropiche hanno potuto uscire indenni "dall'ubriacatura consumistica" che, nel secondo dopoguerra, ha così negativamente influito su gran parte del territorio italiano. Le dimensioni dell'area di studio, le peculiari finalità della indagine, la complessità della tematica hanno indotto ad impostare lo sviluppo della presente ricerca su una serie articolata di differenti momenti di approfondimento in grado di esprimere l'intero arco conoscitivo e metodologico della tematica. Confronti intermedi tra le diverse aree hanno poi consentito una più precisa puntualizzazione dei quadri metodologici approntati e di riferimento.
 
    scanno
VENERDì 17 GENNAIO FESTA A SCANNO
DI S. ANTONIO BARONE
CON LA DISTRIBUZIONE
DELLE SAGNE CON LA RICOTTA

SCANNO - Concluso il periodo natalizio, la prima festa comunitaria che gli Scannesi si apprestano a celebrare, nel cuore dell’inverno, è quella di Sant’Antonio Abate il 17 gennaio. Non c’è a Scanno alcuna benedizione di animali, né viene riproposta come altrove, attraverso canti popolari, la vita del Santo nello scontro con il demonio. Qui il Santo è detto Barone e la festa si distingue per il rito delle sagne con la ricotta, cotte davanti alla piccola chiesa in un grande caldaio e distribuite alla fine della messa. Un altro rito, introdotto alcuni decenni fa dalla famiglia Maiorano, è quello dei panini con la porchetta, un segno devozionale per lo scampato pericolo di incendio alla propria abitazione. Il 16 a sera sarà acceso il fuoco, inteso non proprio come elemento purificatorio, davanti alla chiesa e a fine celebrazione religiosa saranno distribuiti i panini preparati dai collaboratori di Augusto Maiorano, insieme a quelli con il formaggio offerto da Gregorio.
S. Antonio Abate è detto Barone dagli Scannesi
perché nel rione dov’è la chiesa del Santo vi era un barone caritatevole, ma anche perché i Santi sono i Baroni della Chiesa. L’offerta delle sagne è una tradizione che risale ai tempi dei chierici ospedalieri di Sant'Antonio Abate, quando a Scanno (XIV-XV) avevano un monastero e usavano offrire ai poveri un piatto di sagne, condite con la ricotta, per ricordare il Santo, di nobile famiglia, che si era spogliato di tutti i suoi averi, prima di ritirarsi eremita nel deserto.
 
    posta
2020, navighiamo nello spazio, però per loro il tempo si è fermato alla Preistoria e non capiscono, o non voglio capire, che scrivendo con la penna si danno consiglii utili e importanti.
Io credo che coloro che si credono onnipotenti debbano riflettere e pensare che "siamo nati per dare e non
per avere"
Ciao Roberto, prosegui nella speranza che prima o poi ti ascolteranno

Franco Lupi
LETTERA AL DIRETTORE

Caro Roberto,
che dire del Tuo “lunedì del direttore”! Sei stato sempre attento a divulgare le notizie e dare consigli da giornalista, purtroppo coloro che gestiscono la cosa pubblica si credono, padroni del loro essere, e tralasciano ciò che il popolo chiede e desidera, che venga risolto alla luce del sole e in modo chiaro e costruttivo.
I Padroni esistevano in tempi remoti, ora siamo nel
 
    storia in cronaca
I paesi della Valle del Sagittario in cronaca sul quotidiano "Il Centro d'Abruzzo"
dal 26 agosto 1986 al 10 Luglio 1987 con gli articoli di Roberto Grossi
Le proposte della sezione socialista in un incontro pubblico
Con il Parco per rilanciare Scanno

SCANNO — La sezione del Psi di Scanno, in occasione dei lavori di preparazione al 4° congresso nazionale di Rimini, ha organizzato sabato scorso, all'hotel Pace, una manifestazione politica pubblica in cui è stato discusso il tema: «Proposta politica e programmatica per il rilancio di Scanno».
Oltre al - numerosissimo pubblico, sono intervenuti anche il consigliere regionale Paolo Pizzola, l'assessore alla Comunità Montana Peligna Franco Pinque, il sindaco Mastrogiovanni, il presidente della Cotas (cooperativa Operatori turistici Alto Sagittario) e i segretari di tutti i partiti politici del centro lacustre.
Nella relazione introduttiva, il segretario del Psi Guido Nannarone, dopo aver analizzato criticamente la situazione attuale, ha fatto una serie di proposte sulle possibili strategie utili a riportare l'economia di Scanno a livelli onorevoli.
Secondo il Psi, il turismo deve continuare ad essere il settore trainante    
di tutto lo sviluppo del paese, e deve essere collegato al Parco nazionale d'Abruzzo, con cui bisogna avviare una fattiva collaborazione che si concretizzi in una serie di iniziative, mirate a fare di Scanno il centro più importante del Parco.
Accanto al turismo, per i socialisti è necessario riattivare e rilanciare le attività collaterali, quali l'edilizia, l'allevamento, l'artigianato, modificando l'attuale piano regolatore, che ha bloccato ogni possibile sviluppo edilizio e, per l'allevamento, facendo ricorso ad iniziative cooperativistiche e creando le infrastrutture necessarie, che possano permettere di rendere più efficiente l'occupazione in questo settore.
Riguardo alle possibili alleanze future, il Partito socialista ha dichiarato di essere completamente disponibile a collaborare con tutti quei partiti. che vogliono portare avanti discorsi di progresso e di sviluppo per il centro lacustre.

Articolo del 10 Marzo 1987
 
   opinioni
Mafia Pascoli: comunicato Pd
con nostre integrazionI

di Maria Trozzi

A Sulmona i rappresentanti locali del Partito Democratico oggi s'impegnano a promuovere iniziative utili per promulgare una legge che risolva la questione dei pascoli nell'ambito delle quote e degli aiuti garantiti dall'Unione europea.
Come un qualsiasi Stato membro dell'Unione europea, l'Italia può decidere quali agricoltori ammettere ai contributi diretti comunitari e può intervenire in caso di violazione del quadro normativo comunitario.
Eppure, in tutti questi anni il Belpaese è rmasto in silenzio e immobile di fronte all' "Immondo mercato"  delle quote. Così il circolo Pd sulmonese definisce il sistema degli aiuti  agli allevatori assegnati attraverso un meccanismo che non giova, anzi danneggia i pastori del Centro Sud. Parliamo degli Italiani che non possono concedersi il lusso di fare politica, categorie che vanno maggiormente assistite, rappresentate e difese, soprattutto nel Meridione. Anche perchè si tratta di milioni di euro di contributi comunitari che fanno gola alle aziende del Nord capaci di accaparrarsene una quota abbondante vista la efficienza di certe associazioni di categoria in altre regioni.
La risposta all'interrogazione dell'onorevole Andrea Cozzolino (giugno 2019) è arrivata: "Nel contesto della gestione concorrente, spetta agli Stati membri valutare l'ammissibilità degli agricoltori ai pagamenti diretti. Il quadro giuridico vigente lascia agli Stati membri una certa flessibilità nell'attuazione delle norme in materia di pagamenti diretti, incluse, tra le altre, quelle relative agli agricoltori in attività, agli ettari ammissibili, all'attivazione e al trasferimento dei diritti all'aiuto e alla convergenza del valore di questi ultimi. Disposizioni specifiche circa il sistema integrato di gestione e di controllo consentono agli Stati membri di affrontare i casi di violazione della normativa. Quanto all'acquisto e alla locazione di terreni, tali aspetti sono disciplinati dal diritto nazionale ed esulano dall'ambito di applicazione della politica agricola comune (PAC)”.
Il movimento degli allevatori (Cospa), con diverse denunce ed esposti alle forze dell'ordine, rappresentò il caso e denunciò il tutto già dal 2012.
Gli indennizzi sono commisurati al valore dei terreni, ed erano assegnati in passato senza nemmeno possedere bestiame e poi con mucche che
all'anagrafe bovina risultavano superare gli 83 anni di vita. Un record se si considera che in media vivono  20 anni. E gli animali poi sono stati dati in prestito e ceduti dagli allevatori che non hanno più terreni per il pascolo e nemmeno più l'indennizzo comunitario, almeno da quest'anno.
Al Nord i terreni su cui definire i contributi comunitari hanno avuto una valutazione superiore rispetto al resto della Penisola perchè più produttivi e coltivati con prodotti come il tabacco, quindi remunerativo, ma anche per una importante influenza delle associazioni di categoria. Valori  interessanti rispetto a quelli legati ai fondi del Sud destinati semplicemente al pascolo e dunque valutati una miseria.
Con l'andare del tempo la situiazione  è peggiorata al punto che molti hanno abbandonato la pastorizia cedendo proprietà ed animali alle aziende del Nord. Diverse le proteste messe in campo dagli allevatori in tutte le regioni del Meridione per i contributi che hanno arricchito solo certe aziende che possono quindi permettersi di pagare somme inaccessibili agli allevatori locali per ottenere in affitto i terreni da pascolo e poi gli indennizzi europei. Si rischia l'estinzione dei pastori locali dal momento in cui le quote Ue cesseranno e le montagne si svuoteranno con la vegetazione che invaderà i territori e creerà a catena ulteriori disagi e disastri ambientali. Con l'interrogazione: "Si è demandato al Parlamento di ogni singolo Paese membro della comunità di disciplinare legislativamente la materia - scrivono dal Pd - come Circolo di Sulmona impegneremo il Pd a promuovere tutte le iniziative utili affinché venga finalmente promulgata una legge che ponga fine a questo immondo mercato, a salvaguardia di lavoratori e territorio che di tutto hanno bisogna tranne che di una subdola infiltrazione malavitosa".
 
   comunicato cna
Iban il Terribile: credito bancario
off limits per le micro imprese

Sportelli bancari chiusi a doppia mandata per le piccole imprese e gli artigiani abruzzesi. L’ennesima conferma di quanto il credito sia diventato ormai un miraggio per alcune categorie produttive della nostra regione arriva da uno studio realizzato, per conto della Cna Abruzzo, da Aldo Ronci. A settembre, dice infatti la ricerca realizzata su dati di Bankitalia, il credito alle micro imprese ha subito, rispetto ai 12 mesi precedenti, una contrazione davvero pesantissima: ben 73 milioni in meno. Una diminuzione in aperta controtendenza, illustra il curatore dell’indagine, «sia rispetto alle imprese medio-grandi, per cui è cresciuto di 85 milioni, ma sia soprattutto per le “famiglie consumatrici”, accreditate di 215 227 milioni di incremento».
In valore percentuale, le differenze si notano in maniera ancora più netta, se possibile. Così, se il credito al mondo delle micro imprese in Abruzzo è diminuito del 2,7%, contro il 2,3% nazionale, quello erogato alle imprese medio-grandi risulta addirittura di segno opposto: l’aumento registrato in Abruzzo (un punto percentuale in più) risulta infatti in netta controtendenza rispetto alla media nazionale (-0,7%). Complessivamente, dunque, a fine settembre del 2019 il barometro del credito ha segnato in Abruzzo una consistenza (ovvero il valore complessivo del totale degli impieghi effettuati dal sistema bancario a favore di imprese e famiglie, ndr) di 20 miliardi e 727 milioni di euro, registrando, sui 12 mesi precedenti, al netto delle cessioni delle sofferenze, un incremento di 227 milioni con un incremento di 227 milioni sull’anno precedente. Quanto ai depositi e al risparmio postale,
infine, lo stesso periodo registra, rispetto al 2018, un aumento di 394 milioni di euro: 27 miliardi e 121 milioni, contro 26 miliardi e 727 milioni.
«La differenza macroscopica tra raccolta del risparmio e impieghi – esordisce il presidente regionale di Cna, Savino Saraceni - fotografa fedelmente l’andamento di una terra che destina altrove una parte consistente dei suoi risparmi, in un momento in cui al contrario l’economia regionale, e soprattutto le imprese di minori dimensioni, avrebbero assoluto bisogno di liquidità».  «Lo studio dimostra inoltre, come abbiamo più volte denunciato – aggiunge – che le regole che governano il mondo bancario, dominato dagli algoritmi, impatti in modo negativo sul sistema delle piccole imprese, anello debole della catena. Sono loro a pagare in termini di minor concessione di credito i danni prodotti alle banche dall’ammontare enorme di sofferenze prodotte dalla grande clientela più strutturata».
«Così – conclude Saraceni – diventa impossibile non contare sul sostegno pubblico della Regione nell’accesso al credito, tramite il sistema dei confidi. E in questo contesto diventa impossibile non parlare della difficile situazione che sta vivendo un grande gruppo, come la Banca Popolare di Bari, che in Abruzzo ha acquisito due Casse di Risparmio, con 800 dipendenti, oltre 100 sportelli e impieghi miliardari: gli esiti di questa vicenda, in termini di contrazione nell’erogazione del credito, saranno ancor più visibili a breve tempo. Riteniamo giusta dunque l’alleanza tra istituzioni, imprese e sindacati per salvaguardare un patrimonio costruito dagli abruzzesi in decenni di lavoro».
(Comunicato CNA Abruzzo)
 
Lago di San Domenico