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Lunedì 13 Gennaio 2020 - Sant'Ilario di Poitiers, Vescovo e dottore della Chiesa
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Il tempo... ieri - IERI MATTINA IL SOLE HA FATTO FATICA A FARSI STRADA tra gli accumuli di nebbia. Durante la giornata nuvole passeggere e correnti di
venti gelidi. Temperature in lieve calo: mass. 7,1°; min. -0,5°C; attuale -0,2° (ore 23,30).
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libri
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terremoto della marsica
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105 anni fa alle ore ORE 7,53 del 13 GENNAIO 1915
Un tremendo sussulto della Terra distrusse Frattura
Morti e distruzioni anche a Villalago
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ERANO LE ORE 7,53 DEL 13 GENNAIO 1915, quando un forte e pauroso boato rimbombò in tutta la Marsica, seguito da crolli di palazzi, chiese, case, stalle. Fu il
Terremoto della Marsica (XI grado della Scala Mercalli - 7.0 Richter) che arrivò con la sua forza distruttrice anche nella Valle del Sagittario, distruggendo e
mietendo vittime. Il piccolo borgo di Frattura fu raso al suolo quasi del
tutto. Si contarono 162 morti, soprattutto donne e bambini (79 tra bambini e
ragazzi, il più piccolo aveva solo tre mesi), su 350 persone residenti. La maggior parte degli
uomini era altrove, nelle Puglie o in America. Venticinque morti e circa 100
feriti si contarono anche a Villalago. L’altro borgo della Valle dove si piansero i morti fu Casale di Cocullo, con otto
vittime. Scanno, Castrovalva e Anversa non ebbero perdite di vite umane.
Avezzano la più colpita ricevette i primi soccorsi solo nella serata del 13 gennaio. Nel
pomeriggio del giorno dopo vi arrivò in treno anche il Re Vittorio Emanuele III. Per Frattura la situazione fu molto
diversa. Il giorno del terremoto nevicava e questo rallentò i soccorsi. A correre a dare l’allarme a Scanno fu un giovane che si salvò per miracolo. Partirono subito i soccorsi. Vi arrivò anche un gruppo da Castrovalva, con badili e picconi, in aiuto di loro parenti,
acquisiti tramite matrimoni. I feriti vennero trasportati con rudimentali
barelle, trascinati da muli a Scanno, dove nella chiesa della Anime Sante venne
allestito un ospedale. Gli scampati al terremoto, che avevano perso tutto, si
rifugiarono presso parenti di Scanno, di Castrovalva o in casa di amici in
attesa che venissero costruite le
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Alessandro Greco
Il futuro
che non c’era
“Il futuro che non c’era” è un’operazione culturale stimolata da un argomento estremamente delicato: la
violenza sulle donne, con particolare riferimento a quella commessa dagli
uomini.
Otto giovani scrittori, raccontano in questo volume le vite di otto donne uccise
quasi certamente, da uomini (Simonetta Cesaroni, Elisa Claps, Yara Gambirasio,
Meredith Kercher, Carmela Petrucci, Melania Rea, Sarah Scazzi, Vanessa Scialfa)
partendo dal fatto di cronaca del quale hanno mantenuto solo il luogo e la
data, hanno raccontato la vita di queste donne, come fosse proseguita
normalmente, regalando loro “Il futuro che non c’era”. Una vita nuova, né perfetta né terribile. Un futuro semplice, fatto anche di sogni, infranti e realizzati, o
di desideri accessibili.
Tutti infatti conoscono nei dettagli quel che queste donne hanno fatto nella
loro breve vita.
Ma nessuno sa – e nessuno purtroppo saprà mai – quel che, invece, avrebbero voluto fare, quel che avrebbero potuto fare. Chi
avrebbero amato, dove avrebbero vissuto, quali emozioni avrebbero provato a
ogni piccola conquista dei figli che avrebbero avuto (o che avevano già, ma che non vedranno crescere).
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baracche. A Frattura restarono solo una trentina di famiglie che non avevano la
casa distrutta. Solo dopo diversi mesi poterono entrare nelle baracche,
costruite nella zona del cimitero. Vi vissero fino al 1941, quando entrarono
nelle case della Frattura nuova.
A Villalago due sacerdoti che si prodigarono, con grande abnegazione, in aiuto
della popolazione. Essi sono don Marzio Ubaldi di Scanno, parroco, e il suo
coadiutore, don Giovanni Mancini di Villalago. Si unirono ad una squadra di
Soccorso della Croce Gialla di Ancona che giunsero in paese pochi giorni dopo
il disastro; subito impiantarono un reparto sanitario e curarono tutti i
feriti. Inoltre, costoro costruirono baracche dove trovarono alloggio circa 200
persone.
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teatro
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La strategia del colibrì
Al Castello Orsini di Avezzano
Sarà in scena il prossimo venerdì 17 gennaio, ore 21, al castello Orsini del capoluogo marsicano.
Una favola moderna, grottesca, frizzante ed attuale che risponde alla distanza
della politica dei poteri occulti, dei meccanismi tradizionali con la forte e
calda umanità di due persone comuni, nelle quali tutti possiamo riconoscersi e attraverso le
quali fronteggiare il corrosivo senso d’impotenza che pervade tutti noi di fronte alla durezza e alla apparente mancanza
di risposte dell’epoca attuale.
Protagoniste due donne, l’una l’opposto dell’altra. Paola assistente del sindaco della città, Cloé organizzatrice di eventi. Ideologie politiche diverse, caratteri e sensibilità incompatibili, vite private agli antipodi, eppure costrette ad affrontare una
situazione che le metterà alla prova con la propria reciproca umanità. Un politico misterioso detto “Il Presidente” le convoca nello stesso ufficio in piena notte per organizzare i dettagli di un
convegno che dovrebbe cambiare le sorti dell’umanità. Come sono finite in quel luogo? E perché proprio loro due? E chi è questo misterioso “Presidente?”.
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editoriale
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IL LUNEDI’ DEL DIRETTORE
Considerazioni d’inizio anno
Più di qualcuno mi ha chiesto perché non scrivo più sui problemi amministrativi di Villalago sia in questo giornale on line che
nella rivista cartacea. E' vero! Ho tralasciato di farlo per diversi motivi, ma
soprattutto per questi due: 1 - mancanza di fatti di rilievo, di interesse
giornalistico; 2 - consapevolezza che sono parole al vento che non sortiscono
un effetto positivo. In una società democratica il giornalista è libero di esprimere le proprie opinioni e, secondo me, non deve avere remore a
farlo. Il semplice cittadino in generale è restio a manifestarle pubblicamente (o le dissimula), soprattutto se pensa di
andare contro il potere costituito. Per questo spera che al suo posto lo
facciano i media. L'ho fatto spesso, sia come critica, sia come proposta.
Alle critiche mi è stato sempre risposto con supponenza e offese di ogni natura; alle proposte non
è stato mai dato seguito, ma addirittura la delegata alla cultura ha invitato in
modo arrogante il sindaco e i suoi accoliti a non rispondere.
Cari lettori, il paese è più mio che di quelle persone, perché, per via dell'età, l'ho vissuto di più e, soprattuto, perché ho dedicato molte delle mie forze a realizzare qualcosa che andasse a suo vanto. Per questo, e non solo, meriterei
più rispetto e considerazione dagli amministratori locali, perché la loro carica non è piovuta dal Cielo, ma hanno fatto di tutto per averla e conservarla.
Senza andare molto indietro nel tempo vi segnalo solo questi due fatti. Con un articolo del 21 dicembre 2018 li ho invitati a togliere la segnaletica
stradale posta sulla facciata della chiesetta di Santa Maria, perché è fuori di ogni logica e deturpa un bene storico. Inoltre, il 9 maggio 2019 li ho
invitati a riscoprire l'aia che si trova al disopra del Lago Pio, quale memoria
di un'archeologia contadina, e di dare una degna sistemazione al fontanile ivi
posto e mai entrato in funzione.
Le mie segnalazioni sono cadute nel nulla, come il mio invito ad avere
attenzione verso i muretti a secco che si trovano in quell'area, divenuti
patrimonio dell'Unesco. E' successo anche che per il fontanile e l'aia mi hanno
fatto rispondere con cattiveria ed enfasi da un tal signore di Raiano,
presidente dell'Associazione che gestisce la Riserva Lago di San Domenico-Lago
Pio.
Essere una voce che grida nel deserto è deprimente (credetemi!), soprattuto quando ti accorgi che a soffrire è il tuo paese, che vorresti amministrato con più intelligenza ed energia. Eppure questi amministratori hanno trovato tutto: la
centralina idroelettrica, la Riserva, l'associazione dei borghi più belli, ma anche i debiti, per gloriarsi di essere i salvatori del paese, tanto
da avere addirittura l'ammirazione dei loro colleghi del Comune di Scanno,
senza sapere che i Villalaghesi
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seguitano a pagare le tasse con le aliquote al massimo, nonostante che la fase
del dissesto sia terminata, e che ancora oggi debbono scervellarsi nel cercare
le ricevute di cinque anni fa, che al Comune non figurano.
Questo giornale non ha il potere di dare una svolta positiva ai fatti, se non
trova terreno fertile e accogliente.
Considerato che la minoranza consiliare, come ha scritto "Flaturno", "non vede,
non sente, non parla", secondo me non occorrono "chiacchiere di giornali" ma è urgente costituire un gruppo politico, che sappia opporsi ad una cattiva
amministrazione e dialogare con la gente, per dare una svolta alle prossime
amministrative del 2021.
Cari compaesani, se non lo facciamo, ci dobbiamo considerare tutti complici! (R.
Grossi)
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scanno
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Convegno a Scanno su il "Cammino di San Gerardo Confessore"
"Sono ammirato che più Comuni, più Enti e Associazioni collaborino, cosa non di tutti i giorni"
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Scanno - Nel pomeriggio di sabato scorso si è svolto nel salone delle Conferenze dell'Asilo Buon Pastore il convegno su il
"Cammino di San Gerardo" propedeutico al progetto che coinvolge 29 paesi (Alfedena, Alvito, Arpino, Atina, Balsorano, Barrea, Belmonte Castello, Campoli
Appenino, Casalvieri, Castel San Vincenzo, Ceprano, Cerro a Volturno, Colli a
Volturno, Fornelli, Opi, Pescasseroli, Picinisco, Pizzone, Posta Fibreno, Rocca
d’Arce, San Biagio Saracinisco, San Donato Valcomino, San Vincenzo Valle Roveto,
Santopadre, Scapoli, Settefrati, Sora, Vallerotonda), voluto e portato avanti
dal Circolo Acli di Scanno e Villalago, insieme al Cai di Val Comino.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Scanno, ci sono stati gli interventi
di Antonio De Panfilis, vicesindaco di Pettorano, di Mario Piselli, Sindaco di
Gallinaro, di Giovanni Di Meo, Sindaco di Vallerotonda, di Giovanni Gatta,
vicepresidente del Circolo Acli di Scanno e Villalago, di don Carmelo Rotolo,
Parroco di Scanno e di S.E. Mons. Michele Fusco, Vescovo di Sulmona - Valva . Sono seguite le
relazioni di Franco Valente (La figura di San Gerardo) e di Gerardo Coppola (Il
Cammino di San Gerardo). Coordinatori del convegno sono stati Eustachio Gentile
e Antonio De Panfilis.
Eustachio Gentile, socio del Circolo Acli di Scanno e Villalago, ha introdotto
il tema del convegno, soffermandosi sull'importanza del progetto, a cui hanno
aderito tantissimi comuni abruzzesi, molisani e laziali, legati al
pellegrinaggio a Gallinaro per la festa di San Gerardo. Occorre ora - ha
sostenuto Gentile - un accordo di programma per fare sistema ed essere inseriti
nell'Atlante Nazionale dei Cammini. Esso - ha concluso - ha una valenza non
solo religiosa ma anche turistico-economico e per questo va portato avanti e
unito, per quanto riguarda Scanno, al Cammino di San Giovanni Paolo II, che nel
2003 arrivò a Scanno per poi fermarsi tutto il giorno nella contemplazione della bellezza
del Creato in località Ferroio. Dopo il coordinatore è intervenuto il sindaco di Scanno, che ha ringraziato il Circolo Acli per il
progetto che può aprire delle prospettive importanti, nell'ambito del turismo religioso, con
valori storico-culturali, perché si inserisce in una tradizione che a Scanno ha radici profonde. Gli stessi
interventi del vicesindaco di Pettorano e del sindaco di Gallinaro hanno
evidenziato il valore religioso-culturale e la possibilità di un'unione di più comuni in differenti regioni, ma uniti dallo stesso culto.
Il vicepresidente del circolo Acli, Giovanni Gatta, ha ricordato ai presenti il
lavoro di tutti i soci e l'impegno profuso nei vari eventi proposti e come
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il progetto del "Cammino di San Gerardo" sia nato per unire e non per dividere.
Un pensiero è stato rivolto al socio Acli Nicola Lancione, deceduto prematuramente.
Don Carmelo ha tenuto a precisare che il "Cammino" non sostituisce il
pellegrinaggio degli Scannesi a Gallinaro. Egli ha detto che sono due eventi
ben distinti e che il pellegrinaggio si continuerà a fare, perché è la parrocchia che si fa ricevere a Gallinaro. Poi ha parlato del pellegrinaggio
di San Giovanni Paolo II. Il Papa - ha detto - arrivò a Scanno la mattina in cui si svolgeva la processione con la statua di San
Gerardo e vedendo le donne con la corona del Rosario tra le mani ebbe ad
elogiare il popolo di Scanno per la sua religiosità. Un Santo ha attraversato il paese e questo gli ha dedicato una statua a "Le
Prata" e ogni 12 agosto vi si reca in pellegrinaggio per celebrare lì una Santa Messa.
Il vescovo ha esordito dicendo: "Sono ammirato che più Comuni, più Enti e Associazioni collaborino, cosa non di tutti i giorni". Poi si è soffermato sul significato cristiano del Cammino, come comunione di Fede, di
crescita umana e spirituale, nonché di crescita sociale ed economica. Ha infine sottolineato che in questa
riscoperta del turismo religioso la Chiesa è protagonista nel far conoscere le bellezze culturali e ambientali.
La relazione di Franco Valente ha illustrato storicamente la figura di San
Gerardo, mentre Giovanni Di Meo ha presentato con diapositive il "Cammino di
San Gerardo" in tutte le sue tappe, prevedendo la sistemazione dei sentieri che
portano a Gallinaro.
Il Convegno si è concluso con un buffet offerto dal Circolo Acli di Scanno e Villalago.
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auguri
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E sono 104 gli anni di Bettina
Oggi 13 Gennaio Bettina Di Paolo (vedova Ramunno) festeggia i suoi 104 anni nella sua casa in
Via Armando Diaz a Sulmona, insieme ai suoi figli, ai suoi nipoti e ai suoi
cari. Un giorno di festa e di allegria per un genetliaco così importante. Maria Bettina Ilarina, ultima di nove figli, nata a Villalago, si
sposò con Venanzio, originario di Sulmona, nel 1939. Vissero in paese per un anno. Vi
nacque il loro primo figlio. Poi si trasferirono a Sulmona, quando Venanzio
iniziò a lavorare nelle Ferrovie, senza dimenticare mai Villalago, dove tornavano ogni
estate. Nacquero altri tre figli. Rimasta vedova ancora giovane e con i quattro
figli da allevare (due maschi e due femmine), fece la sarta, prendendo il lavoro in casa.
Bettina è totalmente autosufficiente e gode buona salute, tenendo conto dei suoi 104
anni.
A lei vanno gli auguri di tutta la nostra redazione e felicitazioni a tutta la
sua famiglia.
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