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Sabato 11 Gennaio 2020 - Sant'Igino, Papa
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Il tempo... ieri - SOLE PER TUTTO L’ARCO DELLA GIORNATA. In serata innocue nuvole passeggere. Freddi venti di Maestrale hanno soffiato
interrottamente. Temperature in lieve rialzo: mass. 8,4°; min. 1,1°C; attuale 1,3° (ore 23,30).
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libri
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storie di emigrazione
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Edolo Anthony Lupi di Villalago
fu abile musicista
ed accordatore in Massachusetts
VILLALAGO - Edolo Anthony LUPI nacque a Haverhill, Contea di Essex, in Massachusetts, il 6
aprile del 1912, da Michele (1884-1947) e Almerinda Caputi (1887-1952) entrambi
nati a Villalago (AQ). Michele ed Almerinda decisero di tentare il “sogno americano”. Giunsero ad “Ellis Island” nel 1911 a bordo del piroscafo “Cedric”. Edolo a soli otto anni già suonava il violino. I suoi genitori ne incoraggiarono e favorirono la passione
per la musica. Da ragazzino si esibì nel quartiere e nella varie feste di matrimonio. Frequentò la “ Haverhill High School” dove imparò a suonare, con maestria, la tromba e il pianoforte. Divenne poi membro della “Haverhill High School Orchestra” e della “Chapel Orchestra”. Il titolo di studio musicale arrivò nel 1931. Negli anni successivi suonò anche a Boston e New York. Venne scritturato per orchestre che si esibivano su
navi che viaggiavano destinazione Caraibi e Sud America.
Era ritenuto indifferentemente se suonasse violino, pianoforte o tromba uno dei
più bravi. Fu anche violinista della “Merrimack Valley Philharmonic Orchestra”. Successivamente si distinse come uno dei migliore accordatori di pianoforte.
Anche in età avanzata la passione per la musica lo portò, come da ragazzo, a suonare il sabato e la domenica a matrimoni locali e in
vari club a Boston, Haverhill e Lawrence. Non mancò di avvicinarsi anche alla musica jazz. Sposò, il 20 ottobre del 1940, l’italo-americana Eda Forte (originaria di Bisegna in provincia dell’Aquila) che gli diede tre figlie: Patricia, Linda e Lorna.
Fu proprio la moglie ad incoraggiarlo a lasciare la fabbrica di scarpe, nella
quale lavorava, per dedicarsi esclusivamente e a tempo pieno a suonare, ad
insegnare musica e accordare i pianoforti. Romeo Lupi (1920-2019), un fratello
di Edolo, fu
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Orazio La Rocca
PAROLE
DI VITA NUOVA
"Parole di vita nuova", curato dal giornalista Orazio La Rocca (Marcianum di
Venezia), ha la prefazione di don Luigi Ciotti. Un libro dedicato agli
elaborati - tesi di laurea, racconti, poesie, disegni - proposti alla II
edizione del Premio nazionale “Sulle Ali della Libertà”, promosso dall'Isola Solidale e svolto tra gli istituti di pena italiani, che
ha ottenuto la medaglia di rappresentanza dal presidente della Repubblica
Sergio Mattarella.
Gli elaborati sono stati valutati da una commissione di esponenti del mondo
della cultura, del giornalismo e del sociale, presieduta da monsignor Paolo
Lojudice, arcivescovo di Siena, e da Stefano Anastasia, Garante dei detenuti
del Lazio. L'iniziativa è stata patrocinata dal Miur, dai ministeri della Giustizia, Interni, Lavoro,
Regione Lazio, dell'VIII Municipio di Roma Capitale, dalla Comunità ebraica di Roma, Acli Roma, Coordin. nazionale degli Operatori per la Salute
nelle carceri italiane, Fondazione Oza
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abile batterista e suonò anche nella Banda Militare Americana. Eda, la moglie, nata nel 1918 morì a cento anni il 7 settembre 2018. Edolo morì ad Haverhill, aveva novantotto anni, il 22 gennaio del 2011.
(Fonte, Abruzzo news)
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mostra
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“Arte e Design per la tutela ambientale”
E’ stato inaugurata ieri, venerdì 10, in Corso Umberto I, 87 a Pescara la mostra “Arte e Design per la tutela ambientale”. La Mostra è l’esito del concorso nazionale promosso dalla Fondazione Pescarabruzzo per
favorire la diffusione dell’educazione ambientale.
Artisti e designers sono stati invitati a misurarsi col tema dei rifiuti e del
loro riutilizzo. Ognuno di loro ha raccolto la sfida creando opere innovative a
partire da materiali di riuso. Si è così prodotta una trasformazione virtuosa: oggetti, spesso mercantili, sono
diventati espressioni d’arte. Da questa trasformazione si è voluta enfatizzare l’idea che anche dietro un gesto creativo possa nascondersi un potente alleato per
aprire percorsi inattesi alla cultura della sostenibilità.
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teatro
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Il TeatroZeta dell’Aquila vola a Parigi, e lo fa con lo spettacolo “Cronache dalla Shoah, filastrocche della nera luce”. Uno spettacolo di Giuseppe Manfredi, con Manuele Morgese – che del TeatroZeta è fondatore e direttore artistico – che sarà in scena all’Istituto italiano di Cultura, in Rue de Varenne nella capitale francese il
prossimo 28 gennaio alle 19,30. Lo spettacolo prevede la partecipazione di
Giulio Spinozzi alla tromba e Pablo Corradini al pianoforte e bandoneon. L’indomani, il 27 gennaio alle ore 19 lo spettacolo viene replicato all’Auditorium del Parco dell’Aquila, nell’ambito della stagione concertistica della Società “Bonaventura Barattelli”: in questo caso ci saranno Fabrizio Bosso alla tromba e Julian Oliver
Mazzariello al pianoforte.
I due appuntamenti sono parte di un tour che prevede tappe al Teatro delle
Saline di Cagliari, il 22, 23, 24 e 25 gennaio, e al Teatro Predazzoli di
Reggio Emilia il 1 febbraio.
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convegno
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“IL CAMMINO DI SAN GERARDO”
Convegno a Scanno, oggi, sabato 11 Gennaio
OGNI ANNO, da tempo immemorabile, dal 10 al 12 agosto, a sugello dei secolari e solidi
legami religiosi in onore di S. Gerardo Confessore, venerato nel Comune di
Gallinaro (FR), i cittadini di Fornelli, Minturno, Pettorano, Scanno, Opi,
Pescasseroli, S. Donato Val di Comino, Settefrati, Scapoli, ed altri ancora,
percorrono a piedi i secolari sentieri di montagna che conducono al centro
laziale, lungo un cammino che riunisce aspetti storico - religiosi,
attraversando luoghi di alto valore ambientale e naturalistico.
Il Circolo Acli di Scanno e Villalago e la Sezione CAI Gallinaro in Val Comino,
hanno avanzato la proposta ai Comuni di Scanno, Gallinaro e Pettorano di
attivare tutte le iniziative necessarie per ottenere il formale riconoscimento
del “Cammino di San Gerardo”, da parte delle Regioni Abruzzo, Lazio e Molise, ai fini dell’inserimento nella rete dei Cammini previsti dalle rispettive Regioni e
successivamente all’inserimento nell’Atlante Nazionali dei Cammini.
Alcuni dei Comuni interessati hanno già prodotto gli atti necessari, propedeutici per la sottoscrizione di un protocollo di intesa
per perseguire l’obiettivo. Nel corso dell’incontro verrà illustrata l’idea progetto, lo stato dell’arte ed il cronoprogramma delle future iniziative.
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campo 78
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AL CAMPO DI PRIGIONIA 78
IL MUSEO DELLA MEMORIA
SULMONA - Con la smilitarizzazione del campo di prigionia e la sdemanializzazione dell’area Celestiniana, potrà realizzarsi il progetto per la valorizzazione di tutta l’area che comprende l’eremo di Celestino, l’Abbazia di S.Spirito al Morrone, il Campo 78 e il parco archeologico di Ercole
Curino. Il progetto prevede un investimento di 950mila euro, in modo da creare
un percorso integrato che passi dalla cultura alla storia fino ad arrivare alla
memoria. Il Campo 78 è stato campo di prigionia nelle due guerre mondiali, soprattutto nella seconda,
quando nel campo vennero tenuti prigionieri i soldati angloamericani. Dopo un lungo iter presso il demanio, il ministero Beni e Attività Culturali e il ministero della Difesa, è stato approvato il programma di valorizzazione e lo schema di accordo per il
trasferimento del bene al Comune di Sulmona, dopo la dismissione del bene dal
ministero della Difesa al demanio.
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dal pnalm
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TUTTI I NUMERI SUL CAMOSCIO
DEL PNALM NEL 2019
Sono almeno 657 i camosci presenti nel Parco nel 2019, di cui il 18% sono nuovi nati (n = 119
capretti), mentre il 12% circa sono giovani di un anno (n = 81 yearling). I
conteggi, come sempre da oltre 25 anni, vengono svolti ogni anno sia in estate
che in autunno e coinvolgono circa 60 persone, tra personale del Parco,
Carabinieri Forestali e volontari, che simultaneamente percorrono tutte le aree
di presenza del camoscio per avere una fotografia del numero minimo di
individui presenti. Il numero di camosci conteggiati quest’anno è il più alto registrato a partire dal 1998 cioè da quando la popolazione viene monitorata con i metodi attuali. Anche il tasso
di sopravvivenza al primo anno (cioè il numero di capretti che sopravvive al primo anno di età) e quello ...
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vittime del dovere
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Detenuti per sopperire a carenze personale
in Procura? Critiche da Vittime del dovere
Da Sulmona con il caso del servizio di guardiania comunale affidato ad un affiliato di
ndrangheta, con condanne anche all'ergastolo che sconta la sua pena ai servizi
sociali e nemmeno pentito, alla Campania dove il progetto di lavoro diventa ancora più inquietante perché frutto di un protocollo d’intesa dello scorso dicembre per reclutare detenuti come ausiliari giudiziari.
Una contestazione che viaggia sulle linee del Meridione per l’associazione Vittime del dover dopo la decisione presa dal provveditorato
regionale dell’amministrazione penitenziaria in accordo con la procura della Repubblica di
Napoli e il garante dei detenuti della Campania. Il testo del protocollo che
permette tutto questo, in Campania, non è reperibile e l'associazione avanza delle considerazioni sulla base di quanto
pubbicato, sull'argomento e sino ad ora, dai media.
"Pur partendo dal presupposto sancito dall’art. 27 della Costituzione …le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.. e da quanto previsto dal decreto ministeriae 88 dell'8 giugno 2015, sulla messa
alla prova dell’imputato in contesti di pubblica utilità, la scelta di servirsi di detenuti per sopperire a carenze di personale in
procura, lascia molto perplessi - spiega la presidente dell'associazione
Emanuela Piantadosi - Tale opportunità di reinserimento è proposta in un contesto istituzionale in cui si gestiscono informazioni e dati
sensibili che potrebbero essere facilmente acquisiti o addirittura manipolati
da coloro che, paradossalmente, hanno dimostrato nei fatti un rapporto
conflittuale con la giustizia".
Per l'associazione sembra contraddittorio consentire a soggetti, seppure
selezionati e solo per brevi periodi, di familiarizzare con l’ambiente di una Procura addirittura importante come quella di Napoli, molto
impegnata nel difficile contrasto alla criminalità organizzata.
"Anche se per il semplice trasporto di atti e fascicoli, quale mansione
specificata, riteniamo
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pericolosa questa iniziativa che potrebbe rappresentare un modo inconsapevole
per affrancare delinquenti, i quali potrebbero coltivare relazioni, amicizie o,
comunque, umane simpatie, utili nell’immediato o in un prossimo futuro. Stiamo infatti parlando di detenuti che
stanno scontando la pena e che pertanto stanno compiendo un percorso
rieducativo ma che non può dirsi certo concluso, dovendo essere testato nel tempo l’effettivo ravvedimento. Per tali ragioni chiediamo che siano chiariti i criteri,
le modalità, i limiti e le verifiche che verrebbero poste in essere per gestire questa
iniziativa, bilanciando i diritti della collettività - aggiunge la coordinatrice dell'associazione -Unica spiegazione addotta, per
il momento, pare essere la mancanza di personale nella Procura, che verrebbe
colmata con queste aleatorie risorse impiegate in modo temporaneo. La
motivazione appare ancora più inconsistente ed assurda se si pensa sia agli eventuali rischi per la
riservatezza delle informazioni ivi reperibili, sia al diverso trattamento
riservato ad un qualsiasi operatore del tribunale che oltre a dover superare un
concorso pubblico di accesso per un qualsiasi ruolo, deve essere privo di
precedenti penali, rispettando specifici requisiti di condotta e di qualita'
morali (decreto presidente della repubblLica 487 del
9 maggio 1994)".
Una scelta presa in risposta alla mancanza di ausiliari giudiziari, si
giustificano i promotori, ma i colletti bianchi da impiegare potrebbero essere
ingaggiati partendo dai centri per l’impiego, nati e pagati per fornire supporto nel collocamento dei cittadini, con
particolare riguardo a coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza in
attesa di un lavoro e alle categorie protette, tra cui rientrano le Vittime del
Dovere, terrorismo e criminalità organizzata.
"Perché invece di voler tentare strade insidiose non si pensa di rieducare i detenuti
impiegandoli in lavori effettivamente spendibili una volta scontata la pena,
come artigiani oppure come maestri d’arte e mestieri di cui si sta perdendo capacità e tradizione? - domanda Piantadosi - Honestum et utile diceva Cicerone (De
officiis, trattato filosofico scritto nel 44 a.C.) sui doveri morali necessari
per la convivenza civile: Ciò che è onesto è anche utile e ciò che è davvero utile è anche onesto - conclude la presidente di Vittime del dovere - Sarebbe opportuno che in ambito pubblico lavorino soltanto coloro che non hanno
precedenti penali, rispettano le leggi, le regole e soprattutto gli altri,
valorizzando un principio etico fondamentale che è l’onestà".
Maria Trozzi
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italica
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ITALICA
contro
I CONSIGLIERI
REGIONALI
PELIGNI
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si debba far finta di nulla e poi cantare persino vittoria per aver recuperato qualche risorsa da destinare
ai soliti rami secchi?”. Con due consiglieri regionali in maggioranza all’Emiciclo siamo riusciti ad ottenere qualcosa per il territorio? Dichiarare di
aver portato denaro alla cultura non ha senso se poi soprattutto nella città di Sulmona i servizi in tal senso sono stati chiusi o accorpati ad altre realtà. Non è chiaro a quale cultura giovi il finanziamento regionale. Quali sono i progetti finanziati, culturalmente parlando? Potrebbero questi
garantire davvero una rivitalizzazione degli assetti turistici del territorio o
abbiamo di nuovo scambiato un’abbazia per un salvadanaio e un intero comprensorio per una discarica? Perché spendere a casaccio, senza una programmazione, senza un obiettivo? Perchè accontentare i soliti con iniziative che, sostenute da decenni, non hanno fatto
altro che accompagnare l’impoverimento di una intera comunità».
Italica conclude ritenendo che i fondi ottenuti dalla Regione rappresentano una
vittoria di Pirro davanti a tanti problemi che affliggono il comprensorio e il
capoluogo peligno.
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SCRIVE ITALICA (movimento sulmonese “Identità e Territorio”) contro i consiglieri regionali Antonietta La Porta e Marianna Scoccia: «Solo con la cultura non si mangia, non si sfama un’intera popolazione non garantisci lavoro alle famiglie di un territorio
orograficamente già penalizzato. Molti sono costretti a lasciare le aree interne non solo per
lavorare, ma per curarsi. Persino gli anziani sono costretti, in questo periodo
invernale, a viaggiare per i servizi sanitari che sono stati cancellati, anche
a nostra insaputa, dall’ospedale di Sulmona. Nel cuore d’Abruzzo la popolazione invecchia e gli ospedali si svuotano di servizi e
personale. Possibile che
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