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Lunedì 29 Ottobre 2018 - San Feliciano, Martire
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Il tempo... ieri - PESSIMA GIORNATA CON PIOGGIA BATTENTE. Scarsi i momenti di tregua. Il vento, a
volte con violenti folate, ha aiutato la pioggia ad essere tempestosa.
Temperature: mass. 13,3°C; min. 10,4°C; attuale 12,6°C (ore 23,30)
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libri
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LICEO CLASSICO OVIDIO, RADICI NOSTRE -
Racconti
Il libro sarà presentato a Sulmona martedì 30 ottobre. E’ una raccolta di racconti brevi scritti dalle alunne delle classi quarte. La
pubblicazione, edita da Ipersegno (RiccardoCondòEditore), è il frutto di un progetto di Alternanza Scuola-Lavoro che ha consentito agli
studenti di cimentarsi in prima persona nella creazione di un libro, che ha
previsto una serie di incontri con autori e
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professionisti del mondo librario e gli allievi del liceo si sono divisi i
compiti mettendo in piedi una vera e propria redazione editoriale, seguiti e
indirizzati dalle professoresse Sabrina Cardone, Alessandra Carugno e Barbara
Civitareale.
Il titolo “Radici nostre” sottolinea il forte legame del liceo sulmonese con il territorio e le sue
tradizioni.
Il libro verrà presentato in anteprima a Sulmona e sarà tra i protagonisti del “Festival delle Letterature dell’Adriatico” che si terrà a Pescara dall’8 all’11 novembre.
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sulmona
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UNA TARGA
IN RICORDO
DI CARLO TRESCA
Nel 75° anniversario dalla morte di Carlo Tresca è stata posta una lapide nella sua casa natale in via San Cosimo. L’iniziativa è stata promossa da sette associazioni che si sono autotassate (Il Centro studi e
ricerche “Tresca”, il collettivo AltreMenti, l’Università Sulmonese della Libera Età, l’Archeoclub Sulmona, l’associazione culturale
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“Clemente De Caesaris”, il collettivo Studentesco Sulmona e l’associazione culturale Panfilo Serafini). Nel primo pomeriggio si è svolto il convegno a Palazzo Corvi tenuto dai professori Mauro Canali ed
Edoardo Puglielli.
Carlo Tresca nacque a Sulmona il 9 marzo del 1879. Laureato in Giurisprudenza si
trasferì negli Stati Uniti nel 1904. Qui, per la sua attività di sindacalista e giornalista, venne ucciso con uno sparò nella schiena su ordine di Vito Genovese.
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mostra fotografica
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SCANNO - E’ stata inaugurata sabato scorso, nella sala espositiva della “Volta delle Idee”, la mostra fotografica in bianco e nero dei fratelli Giuseppe e Virgilio Del
Boccio di Sulmona. A presentarli è stato Claudio D’Alessandro, curatore della mostra, che ha sottolineato l’iter che l’ha portato “a scoprire” i due fotografi, che nei primi Anni Ottanta hanno fotografato con passione un
paese che vantava ancora una buona presenza di donne in costume. A
complimentarsi con loro è stato poi il sindaco Mastrogiovanni, che nelle foto - come ha detto - ha
rivissuto la sua età di ragazzo. D’Alessandro ha poi dato la parola ai due autori che hanno dichiarato di aver
conservato quegli scatti per decenni nel cassetto e di essere commossi per
averli portati a conoscenza di tutti gli Scannesi a cui dedicano il loro
lavoro, avendo avuto essi un ruolo primario e complementare alla splendida scenografia urbana; nei loro
scatti hanno provato a cogliere e a fissare lo spirito del luogo, delle sue
consuetudine quotidiane, con assoluta discrezione. A chiudere la cerimonia è stato l’assessore alla cultura Francesco Rotolo, che ha lanciato l’idea di una videogallery, per non lasciar disperdere il patrimonio fotografico,
che è la storia antropologica di Scanno.
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La mostra va visitata, perché i due artisti hanno saputo cogliere con i loro primi piani le emozioni, la
gioia delle donne e degli uomini di un paese ricco di cultura e di tradizioni.
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editoriale
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IL LUNEDI’ DEL DIRETTORE
Fusione dei Comuni di Scanno e Villalago
Proprio sabato (27 ottobre), parlando con un amico, mi è stato chiesto se avevo intenzione di riproporre il progetto di Fusione dei
Comuni di Scanno e Villalago, visto che nessuno se ne preoccupa. Ho risposto
che il progetto sarà riproposto quanto prima, con un’informazione preparatoria ad un nuovo incontro pubblico con i cittadini.
Come qualcuno dei nostri lettori certamente ricorderà, il 28 ottobre dell’anno scorso ci fu un’assemblea di cittadini a Scanno, a nome del nostro giornale e in collaborazione
con l’Ass. “Ripensiamo il territorio”, proprio sulla fusione dei due Comuni. Non si ebbe quella partecipazione che ci
si aspettava. Mancarono soprattutto i giovani. Cercai di coinvolgerli in un
incontro informale con una decina di loro, ma, convocati in un’assemblea, la disertarono.
Intiepidirono l’entusiasmo iniziale soprattutto per la mancanza di adesione per formare dei
gruppi di lavoro.
Nel gennaio del nuovo anno (2018) ci si cominciò a muovere per il rinnovo dell’amministrazione comunale di Scanno. Questo ci suggerì una certa prudenza, e non si diede più corso al progetto, anche perché si sperava che a discuterne fossero proprio i gruppi che si andavano formando.
Questo non è avvenuto. Né poi si è letto di fusione nei programmi delle due liste in competizione.
La nuova amministrazione, che si è insediata nel giugno scorso, negli indirizzi di governo ha indicato, non la
fusione, ma l’unione dei comuni, in sintonia con l’amministrazione comunale di Villalago.
Voglio ricordare che l’istituto delle unioni dei Comuni è stato un fallimento a livello nazionale e non è stato mai realizzato nella nostra Valle del Sagittario. Esso prevede, oltre a
quelli già esistenti nei singoli paesi, la costituzione di un consiglio dell’Unione tra tutti i paesi associati e senza nessun contributo finanziario a livello statale e regionale, mentre
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l’Istituto della Fusione, dà vita ad un unico consiglio. Al nuovo Comune spetterebbero circa 600 mila euro
all’anno e per un totale di dieci anni. Risorse importanti che meritano di non
essere tralasciate. Per quanto riguarda Scanno e Villalago, ci sono condizioni
territoriali, culturali e sociali, che non ostano la fusione, ma messe insieme,
diventano una ricchezza, che non va sottovalutata e tantomeno disconosciuta.
Nemmeno il concetto di “Identità” verrà meno, perché i Comuni conserverebbero le loro tradizioni e la loro cultura. L’identità - detta per inciso - è un processo dinamico, che muta e si accresce nel tempo, e per questo non
bisogna farne un mito.
E allora? Questo potrebbe essere l’anno della definizione del progetto, da sottoporre alle due amministrazioni
comunali e ai rispettivi cittadini. Occorre, però, essere in più persone ad elaborarlo e a diffonderlo. Se sarò ancora da solo, non riuscirò a portarne il peso e mi capiterà di “buttare la soma” alle prime difficoltà. L’appello è rivolto a tutti e spero che ci sia chi lo raccoglierà.
Il progetto ha un account Facebook (Villalago-Frattura-Scanno un Comune Unico
per un Futuro Insieme). Vi sono riportate le azioni intraprese e le opinioni di
alcuni cittadini. (R. Grossi)
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sulmona
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DECLASSAMENTO
E DEPOTENZIAMENTO DELL’OSPEDALE
di Sulmona
di Aldo Ronci
Il Piano di riqualificazione del Sistema Sanitario Abruzzese
(approvato con Delibera del Commissario ad Acta (DCA) n.55 del 10 Giugno 2016):
- Declassa L’Ospedale di Sulmona da Ospedale DEA di I livello a Presidio Ospedaliero di base
che ha diritto ad avere la presenza delle seguenti specialità: - Pronto soccorso - Anestesia - Medicina - Chirurgia - Ortopedia.
La gravità di tale declassamento sta nel fatto che se anche la Regione decide per adesso
di lasciare, in più rispetto a quelle sopra menzionate, l’Unità Operativa Complessa di Cardiologia e qualche Unità Operativa Semplice, nel tempo può tranquillamente decidere di chiuderle attivando la tecnica del mancato rinnovo
del turnover o facendo prestare servizio presso altri Ospedali a dipendenti
assegnati al SS. Annunziata; comportamenti questi ultimi preordinati per creare
disservizi che saranno la giustificazione alla chiusura.
- Farà chiudere il Punto Nascita dell’Ospedale di Sulmona non appena sarà pronto il Servizio di Elisoccorso prescritto dall’AGENAS senza prendere in considerazione la possibilità di avvalersi della deroga ai 500 nati all’anno. (Nel Piano di riqualificazione a pag. 57 si conferma la riorganizzazione dei
Punti Nascita intervenuta con Delibera del Commissario ad Acta (DCA) n. 10 dell’11 Febbraio 2015 che prevede la chiusura dei Punti Nascita compreso quello di
Sulmona).
Piano di riorganizzazione della rete Ospedaliera
(approvato con Delibera del Commissario ad Acta (DCA) n.79 del 21 Luglio 2016):
- Fa perdere 6 UOC - Neurologia che diventa UOS - Ostetricia e Ginecologia che diventa UOSD - Anestesia e Rianimazione che diventa UOSD - Urologia che
diventa UOSD - Radiologia che diventa UOSD - Direzione Sanitaria che diventa UOSD.
La gravità di questo provvedimento sta nel fatto che figure professionalmente valide
difficilmente accetteranno incarichi per diventare Responsabili di UOSD per
motivi economici e professionali e quindi, venendo a mancare i responsabili e
affidando incarichi a figure di secondo piano , si determineranno le condizioni
per la chiusura
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anche di queste Unità Operative.
- Chiude Laparoscopia chirurgica che era una UOSD - Fa scomparire Medicina
nucleare perché da UOSD diventa Servizio - Fa perder 6 Servizi - Ematologia - Malattie
endocrine - Nefrologia - Allergologia - Diagnostica vascolare e Angiologia -
Terapia fisica - Fa perdere 6 posti letto che da 166 della dotazione attuale
diventano 160 (I posti letto attualmente in dotazione sono 166 e non 146 come
sostenuto in quanto bisogna considerare anche i 20 posti di lungodegenza che erano e sono tuttora in dotazione al SS.
Annunziata anche se inattivi).
A tutto ciò si deve aggiungere che Il Centro Abruzzo oltre al declassamento dell’Ospedale di Sulmona, vede anche il depotenziato l’Ospedale di Castel di Sangro.
Per le Aree Interne Montane in via di spopolamento, la disponibilità dei servizi essenziali (scolastici, sanitari e dei trasporti) contribuisce ad
aumentare il benessere dei residenti e costituisce la pre-condizione per l’innesco dello sviluppo locale in quanto garantisce il permanere della
popolazione e incrementa l’attrattività dei territori.
Il declassamento e il depotenziamento dell’Ospedale di Sulmona, descritti prima: - costituiranno un ostacolo per qualsiasi
strategia locale di sviluppo perché renderanno incerte e insoddisfacenti le prospettive di vita degli individui che
risiedono o vorranno venire a risiedere in questi territori; - comporteranno,
per i residenti nel Centro Abruzzo, un peggioramento della qualità della vita e li costringerà a spostamenti lunghi, defaticanti e costosi verso l’Ospedale dell’Aquila; - determineranno un progressivo ulteriore spopolamento e una crescente
emarginazione del Centro Abruzzo.
Lo svuotamento dell’ospedale di Sulmona dipende dal fatto che il decreto Lorenzin prevede per i
presidi ospedalieri di I livello un bacino di utenza compreso tra 150.000 e 300.000 abitanti. Ci troviamo di fronte a un tipico taglio lineare che la stessa
Lorenzin ripetutamente dichiara di non voler applicare. Viene spontaneo
chiedersi come mai nessuno ha riflettuto al fatto che un bacino di utenza non
può essere lo stesso nei territori della Pianura Padana o del Tavoliere delle Puglie e nei territori che si trovano sulla Dorsale
Appenninica caratterizzati da piccoli comuni in via di spopolamento, in zone
montagnose e con bassa densità abitativa. Si pensi alla Provincia dell’Aquila che ha il suo territorio tutto in zona montagnosa nella quale si trovano le tre vette più alte dell’Appennino (Gran sasso, Maiella e Monte Velino).
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scanno
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ESONDATO IL FIUME TASSO A SCANNO
Per le abbondanti e tempestose piogge
SCANNO - Quella di ieri è stata una giornata con piogge abbondanti e tempestose. Soprattutto nel
pomeriggio il tempo è stato pessimo con violenti folate di vento.
I fiumi Sagittario e Tasso si sono ingrossati notevolmente. Se il primo non ha
causato problemi, non attraversando il paese ma scorrendo a Valle verso il lago
di San Domenico, il secondo, il Fiume Tasso, ai piedi di Scanno scorre con
lieve pendenza fino al lago. E proprio qui al termine di Viale degli Alpini l’alveo non ce l’ha fatto a trattenere le acque ed esse sono esondate invadendo la strada carrabile,
gli orti e mettendo in pericolo gli animali ricoverati nelle stalle
sottostanti.
La situazione di pericolo ha sollecitato il sindaco ad allertare il Coc e a
richiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco e la Protezione Civile, che hanno scongiurato
con l’installazione di argini artificiali che la fiumana entrasse nelle stalle.
La pioggia nel tardo pomeriggio ha rallentato notevolmente la sua potenza e, al
momento (ore 23,45) in cui mettiamo sul web questa cronaca, non piove più.
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