Mercoledì 25 Ottobre 2017 - Il Santo del giorno: San Frutto, Eremita
 

Il tempo... ieri - GIORNATA metereologicamente invernale. Forti venti settentrionali hanno soffiato per tutto il
giorno. Folate di grandine e pioggia. Calo termico. Temp: mass. 16,2°C; min. 5,1°C; attuale 12,1°C (ore 23,30)
 
 
    incontro pubblico
    cocullo
 
    libri
    vienna cammarota
 
    congresso sip
 
    comunicato del pnalm
 
   pescara
 
scolpita con un disegno a forma di H collegato ad una
piccola vasca A prima vista, sembrava raffigurare un
uomo a braccia aperte. Successivamente sono stati
scoperti nello stesso territorio altri quindici monoliti simili,
ma non identici. Per mezzo secolo ci si è interrogati
sull’origine e sulla funzione di questi misteriosi manufatti
che sono stati trovati unicamente nel territorio abitato nel
primo millennio a.C. dal popolo italico dei Vestini
Cismontani.  Nella maggior parte dei casi sono stati
trovati lungo percorsi tratturali e presso corsi d’acqua e
sorgenti. In quattro casi sono direttamente collegati a
templi, due dei quali dedicati ad Ercole.
Congresso di Pediatria

Sabato 28 Ottobre, alle ore 9,00, nella
sede dell’Ordine dei Medici di L’Aquila si
terrà il Congresso Regionale della Società
Italiana di Pediatria (SIP). Il corso, che
tratterà di Neurosviluppo in età pediatrica, è
stato accreditato per pediatri, PLS, infermieri
ed ostetriche e prevede 5 crediti ECM. E’
possibile effettuare l’iscrizione all’evento sul
sito della formazione dell’ASL Avezzano,
Sulmona e L’Aquila.
Su proposta del Presidente dott. Giuseppe
Collacciani il direttivo regionale ha stabilito
che  il Congresso Regionale, che            
negli anni precedenti  si era tenuto sempre
tra Chieti e Pescara, si terrà a rotazione tra
le 4 province abruzzesi. Quest’anno sarà a
L’Aquila e il prossimo anno a Teramo. La
Società Italiana di Pediatria (SIP) è nata
nel lontano 1898 proponendo
un’innovazione che avrebbe segnato un
grande cambiamento nei decenni
successivi: separare la cura e l’assistenza
del bambino malato dalla Medicina
generale dell’adulto. Alla SIP fanno capo
19 Sezioni Regionali, 16 Società
scientifiche, 8 Gruppi di studio permanenti
con diversi interessi e competenze.
VIENNA CAMMAROTA
E’ ENTRATA IN ABRUZZO

Venerdì 27 Ottobre arrivo di Vienna
Cammarota al Centro Polifunzionale di
Civitella Alfedena. Vienna, Guida Ambientale
Escursionistica AIGAE, è partita da sola, il 28
Agosto, giorno del compleanno di Goethe, da
Karlovy Vary, Repubblica Ceca, per entrare
nella storia. È la prima donna al mondo a
fare lo stesso viaggio dello scrittore tedesco.
Wolfgang Goethe partì da Karlovy, in
carrozza, il 3 Settembre del 1786, per un
lungo viaggio che durò ben 2 anni e che
passò alla storia della Letteratura con il libro
Viaggio in Italia, pubblicato nel 1816 – 17.
Vienna ha 68 anni ed i suoi 2000 chilometri li
ha fatti da sola. La Guida prima di arrivare in
Abruzzo ha incontrato istituzioni, cittadini
comuni, intellettuali, raccogliendo
documentazione fotografica e scritta in tutti
i luoghi di Goethe. Un grande progetto per
riscrivere il tessuto socio-culturale dell’Italia
di oggi. Il Viaggio in Italia di Goethe,
contribuì a divulgare nel mondo il mito del
Bel Paese. Era il periodo del Gran Tour. A
distanza di 231 anni, una sola donna,
Vienna Cammarota che a piedi ha già
attraversato il Tibet, Nepal, Israele,
l’Amazzonia, in kayak il Madagascar, sta
entrando nella storia. Vienna  ed è
campana, esattamente salernitana. Il
popolo delle Guide accoglierà Vienna al
suo arrivo a Civitella Alfedena. Sarà
presente a Civitella Alfedena anche Marco
Loperfido la guida partita il 1 Maggio da
Viterbo e che ha raggiunto a piedi la sede
del Parlamento Europeo dopo 5 mesi e
mezzo di cammino.
Riprendiamo a parlare di fusione amministrativa
dei Comuni di Scanno e Villalago

Un recente studio dell’economista Aldo Ronci sull’andamento demografico della popolazione in
Abruzzo tra il 2013 e il 2016 rileva che la Valle del Sagittario, in percentuale, è quella che ha un
saldo  negativo più rilevante. La popolazione da 4257 unità è scesa a 4048, con un saldo negativo di
-209. Scanno e Villalago nel loro insieme hanno avuto un decremento di -129. In particolare: Scanno
-105; Villalago -24. La popolazione a Scanno è scesa da 1927 a 1822; a Villalago da 577 a 553. Il
saldo migratorio a Scanno è di -40 di cui 18 all’estero e 22 in altri paesi italiani. I dati sono
preoccupanti. I nostri due paesi, Scanno e Villalago, in tre anni hanno subito un decremento tale che
chiede una politica amministrativa diversa, “rivoluzionaria”. Il “Gazzettino della Valle del Sagittario”  
porta avanti l’idea di fusione amministrativa, considerato che le leggi statali e regionali lo prevedono
con incentivi finanziari per dieci anni. Lo scorso 19 agosto, in uno dei nostri incontri dei “Sabati
Letterari” abbiamo deciso, come giornale, di tornare sull’argomento, con un’assemblea popolare,
prima a Scanno e poi a Villalago. A Scanno si terrà il prossimo sabato 28 ottobre, ore 17,00
nell’Auditorio Guido Calogero. Le assemblee hanno il compito non solo d’informazione, ma
soprattutto di coinvolgere direttamente i cittadini nelle scelte che si vorranno fare, convinti che ogni
decisione debba venire dalla base. Il tema della fusione amministrativa dei Comuni di Scanno e
Villalago è progressivamente emersa tra la gente, ponendo termine ad ogni forma di campanilismo.
Si è compreso che i singoli comuni non possono da soli far fronte alla promozione territoriale e alla
qualità dei servizi. Governare al meglio il nostro territorio è possibile soltanto con l’istituzione di
un’unica amministrazione. La fusione consentirebbe di contare di più a livello provinciale e regionale
e di dare maggiori speranze di lavoro alle nostre imprese, ai nostri giovani.
Incontriamoci sabato 28 ottobre per discutere di questo e verificare se c’è la volontà di unire
Alberto Rapisarda,
I monoliti-torchio dell'Abruzzo
aquilano e il culto di Ercole

OGGI 25 ottobre, alle ore 16.30, nel Palazzo Fibbioni,
in Via S. Bernardino n. 1 a L'Aquila, verrà presentato il
volume di Alberto Rapisarda, “I monoliti-torchio
dell'Abruzzo aquilano e il culto di Ercole”.
L’Autore è giornalista professionista. Nel 1965 fu scoperto
per caso a sud della città de L’Aquila, un monolite dal peso
di circa tre tonnellate che aveva la superficie            
amministrativamente i nostri comuni.
Vi aspetto! (Roberto Grossi)
La settimana della lettura al corso
serale dell’Istituto Aterno-Manthonè

L’altra sera, nell’aula magna dell’Istituto tecnico commerciale
Aterno-Manthonè, diretto dalla preside Antonella Sanvitale, è partito il
primo appuntamento del progetto “Il benessere della conoscenza… A
teatro e al cinema”, coordinato dalle docenti di italiano Mariadaniela
Sfarra e Paola Colarossi e dalla prof di inglese Roberta Polimanti in
collaborazione con la compagnia teatrale Artis di Pescara, un percorso
rivolto agli studenti del corso serale per studenti-lavoratori.
È la settimana della lettura e anche i circa duecento studenti del corso
serale si sono avvicinati ad essa con il progetto di libriamociascuola.it, un
blog dedicato a insegnanti, associazioni, bibliotecari, librai, editori,
educatori, operatori culturali interessati alla promozione della lettura nei
confronti di un pubblico più ampio possibile.
Gli incontri-laboratorio vogliono offrire spunti di riflessione sul connubio tra
letteratura, teatro e cinema. Dopo una lettura ad alta voce di alcuni brani,
gli studenti assistono alla relativa interpretazione teatrale e alla
trasposizione cinematografica. Il fine è accompagnarli a una lettura
profonda dei passi scelti, per cogliere affinità e differenze                        
dei diversi linguaggi. Nel primo appuntamento le attrici Denise Coletta,
Elena Fanti, Alice Petrongolo, Roberta Polimanti hanno avviato la lettura
del monologo teatrale "Novecento" di Alessandro Baricco e
successivamente gli studenti e i docenti si sono cimentati anche loro
nella lettura espressiva del testo.
Nelle prossime date gli studenti saranno coinvolti nella visione della
Leggenda del pianista sull’oceano di Giuseppe Tornatore, tratto dal
monologo di Baricco, e di 1984 di Orwell seguita da una lettura del libro
in lingua italiana e in lingua inglese.
Il Dirigente Scolastico, Prof.ssa Antonella Sanvitale
La straordinaria storia genomica
della residua popolazione di orsi marsicani
Le mutazioni, probabilmente accumulatesi per caso,
potrebbero avere reso meno aggressivo il comportamento
degli orsi nella popolazione appenninica

E’ stata pubblicata ieri su PNAS, la prestigiosa rivista dell’Accademia nazionale delle
scienze degli Stati Uniti, lo studio di un gruppo internazionale di ricercatori, coordinato da
Giorgio Bertorelle dell'Università di Ferrara sul genoma della residua popolazione di 50 orsi
appenninici, gli orsi bruni marsicani che vivono nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Lo studio, grazie all'analisi di genomi completi, ci rivela la straordinaria e complessa storia
evolutiva di questa piccola popolazione: crolli demografici e accumulo di mutazioni deleterie, ma
anche inattesa diversità nei geni del sistema immunitario e olfattivo, e specifici aspetti
morfologici e comportamentali.
La ricerca è stata voluta dal Parco e dall’Università di Roma "La Sapienza", Dipartimento di
Biologia e Biotecnologie "Charles Darwin", per approfondire le conoscenze sull’orso marsicano
ed è stata realizzata utilizzando campioni ematici, raccolti da animali catturati a scopo di ricerca
nel PNALM, a partire dai quali sono stati sequenziati i genomi.
I dati genomici hanno permesso di scoprire che circa 3-4000 anni fa una singola grande
popolazione europea di orsi bruni venne ridotta ad una serie di piccole popolazioni più o meno
isolate tra loro. “La causa principale di questo processo è stata probabilmente l'intensa
deforestazione operata dai primi agricoltori Neolitici, e in Italia centrale l’orso marsicano subì un
vero e proprio collasso demografico e rimase isolato” sostiene Giorgio Bertorelle. Le
conseguenze a livello genomico per questo gruppo di orsi furono una perdita enorme di
variabilità e l’accumulo di molte mutazioni potenzialmente deleterie. “Questi sono gli effetti
negativi prodotti dal caso, che possono portare rapidamente all’estinzione le piccole
popolazioni”,  dice Andrea Benazzo. Come è possibile quindi che l’orso appenninico sia
sopravvissuto per così lungo tempo e che appaia tutto sommato in buona salute? “Analizzando
con maggiore dettaglio i genomi, abbiamo scoperto alcune corte regioni dove l’orso appenninico
non ha subito alcuna sostanziale perdita di variabilità” dichiara Emiliano Trucchi, “e questi tratti
sono più frequenti dove ci sono geni importanti per la risposta immunitaria e il sistema olfattivo”.
Tale risultato suggerisce che la sopravvivenza dell’orso appenninico sia legata ad un processo
particolare di selezione, detto bilanciante, che ha permesso di mantenere alti livelli di variabilità
a questi geni. La selezione bilanciante è stata sorprendentemente efficiente nonostante le
piccole dimensioni della popolazione, e ha permesso di mantenere adeguate difese dagli
organismi patogeni e una buona rappresentazione olfattiva del mondo esterno.
Un commento a parte meritano alcune mutazioni che, rare e dannose in altre popolazioni, si
sono diffuse nell’orso marsicano favorendone il differenziamento da altri orsi e forse anche
contribuendo alla sua sopravvivenza.
In particolare, questo studio ha scoperto che alcuni
geni che regolano l'aggressività in altre specie di
mammiferi mostrano un elevato numero di
differenze nell'orso appenninico in confronto con gli
altri orsi europei. Queste mutazioni, probabilmente
accumulatesi per caso, potrebbero avere reso
meno aggressivo il comportamento degli orsi nella
piccola popolazione appenninica: “Non si
conoscono casi di attacco diretto all’uomo”, dice
Paolo Ciucci dell’Università di Roma “La Sapienza”,
“e questa maggiore docilità potrebbe aver mitigato
la percezione di minaccia da parte delle popolazioni
locali e quindi la persecuzione dell’orso marsicano”.
L’orso appenninico sembra quindi aver trovato,
almeno per il momento, una serie di contromisure
per resistere al vortice dell'estinzione. “Questa
popolazione deve essere costantemente
monitorata, ma rappresenta anche un bellissimo
esperimento naturale che ci può aiutare a capire
meglio come il delicato equilibrio tra caso e
selezione naturale determina l’evoluzione e la
sopravvivenza nelle piccole popolazioni”, conclude
Giorgio Bertorelle.
Il rito dei serpari
di cocullo sulla via
del riconoscimento Unesco
COME BENE IMMATERIALE

COCULLO - A fine mese la pratica per il riconoscimento del Rito dei
serpari, come Bene Immateriale da conservare, sarà depositata sul tavolo
della commissione Unesco per l’ultima e decisiva valutazione.
Ricordiamo che il rito, che ha reso Cocullo nota in tutto il mondo, si svolge il
1 maggio in occasione della festa di San Domenico Abate, protettore    
contro i morsi velenosi dei serpenti. Già dallo scorso 23 febbraio il
Comune ha presentato la suddetta richiesta, ottenendo parere
favorevole, tanto da essere inserita nella lista di “salvaguardia urgente”,
ritenendo che il rito potesse subire negli anni delle flessioni, con il
rischio, a lungo andare, di scomparsa, come è successo in altri centri
cultuali del Santo. Per questo motivo ne è stata riconosciuta l’urgenza,
perché fossero in tempi brevi adottate misure di salvaguardia.
Cocullo in questa sua scelta ha avuto il consenso e l’apporto di tutti i
paesi dove ancora è vivo il culto verso San Domenico Abate, monaco
eremita, riformatore e fondatore di monasteri in Abruzzo, nel Lazio e nel
Molise. In Abruzzo fondò il Monastero di San Pietro del Lago nel
territorio di Villalago, dove fu eremità intorno all’Anno Mille.