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Lunedì 14 Agosto 2017 - Il Santo del giorno: San Massimiliano Maria Kolbe, Sacerdote
francescano, martire
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Il tempo... ieri - Ancora calo delle temperature, dovuto al vento di Maestrale che ha soffiato per tutto il giorno. Il tempo è stato, comunque, bello e gradevole. Temperature: mass. 25,5°C; min. 14,9°C; attuale 13,5°C (ore 23,30)
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villalago
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L’URNA CON LE venerande reliquie DI SAN DOMENICO
ACCOLTA SOLENNEMENTE A VILLALAGO
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VILLALAGO - L’urna in pietra che custodisce le reliquie di San Domenico “ OSSA ET CINERES”, come indicato nella lastra che la ricopre, secondo l’ultima ricognizione del 1951 in occasione del Millenario della sua nascita, è stata portata a Villalago sabato scorso, prelevata dalla chiesa abbaziale di
Sora che la custodisce sotto l’altare della cripta. L’arrivo era previsto alle ore 11,00. La chiesa già cominciava a riempirsi di fedeli per prendere posto, altra gente attendeva
nella piazza, rigorosamente chiusa al traffico e controllata da forze dell’ordine e da un gruppo di alpini di Sulmona. Molti altri invece erano ad
aspettare all’ingresso del paese, lì dove erano il vescovo mons. Angelo Spina con il clero, raggiunti poi dalla
processione formata dalla Confraternita, dai bambini con bouquets di fiori
bianchi, dalle autorità civili e militari, dal popolo. Il ritardo del furgone che trasportava l’urna faceva accrescere l’ansia della gente in attesa. Quando finalmente ha raggiunto il punto dell’accoglienza, si è scatenato un lungo applauso. Al suono continuo delle campane e con il canto
delle litanie dei santi, la processione ha percorso la Via Risorgimento.
Intanto le persone disposte ai margini della larga scalinata infiorata per l’occasione, con lo sguardo orientato verso la sinistra della piazza, ne hanno applaudito a loro volta l’arrivo. L’emozione era palpabile e le lacrime sfioravano il viso. Ci sono stati altri
momenti di attesa per liberare l’urna dalle corde che la tenevano imbrigliata alla base di legno. Ognuno cercava
di farsi vicino il più possibile per scattare le foto, ma veniva allontanato per avere spazio di
azione. Occorreva sollevare l’urna con l’ausilio di quattro assi di ferro tubolare e la forza di tante braccia che, la
portano a spalla in chiesa, scortata da due carabinieri in alta uniforme.
Questa viene poggiata su una base predisposta a lato dell’altare maggiore, ricoperta di un drappo rosso vellutato. I fiori bianchi dei
bambini vengono deposti davanti. Formano una grande macchia bianca in sintonia
con tutto l’addobbo della chiesa. Il Vescovo, prima della celebrazione eucaristica, si
inginocchia e prega su quelle reliquie, poi le incensa. Concelebrano i parroci
di Villalago, Scanno, Anversa, Pretoro, l’abate don Sante e don Felice dell’Abbazia di Sora, con don Luigi nelle funzioni di cerimoniere. La chiesa è stracolma, molti pellegrini sono giunti da Cocullo, da Fornelli e da altri
paesi. Mons. Spina nella sua omelia parla della santità di San Domenico e invita a vivere le virtù della Fede, della Speranza, della Carità. Ringrazia la Congregazione dei Santi e il Capitolo di San Pietro, che dietro
richiesta del vescovo di Sora, del priore dell’Abbazia, della diocesi di Sulmona
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e del parroco di Villalago hanno reso possibile la Peregrinatio delle Spoglie di
San Domenico, il Santo che ha lasciato in questa valle delle testimonianze
concrete: la grotta dell’Eremo dove aveva avuto due visioni divine e il Monastero di San Pietro del Lago,
i cui resti sono stati riportati alla luce da alcuni cittadini di Villalago
negli anni scorsi. Il priore della Confraternita Roberto Di Ianni ringrazia le persone che si sono prodigate per questo evento, annunciando la
vigilanza dell’urna dalle 7,00 alle 24,00 di due confratelli, fino al giorno del
riaccompagnamento a Sora.
Don Luigi Ferrari, dopo la lettura del verbale di ricognizione dell’integrità dell’urna, invita alla firma il vescovo, come Amministratore Apostolico della diocesi di
Sulmona, il priore dell’Abbazia di Sora, il sindaco di Villalago, il priore della Confraternita. Una
storia lunga un millennio si è rinverdita con questo evento straordinario. L’urna viene venerata continuamente dai fedeli non soltanto villalaghesi. Ieri
mattina i pellegrini di Fornelli, con l’accorato canto a San Domenico, sono entrati in chiesa per la santa messa. Prima
della partenza, con il toccante canto dell’addio, dopo essersi accostati sfilando l’uno dopo l’altro all’urna, sono usciti procedendo all’indietro, secondo la consuetudine di non voltare le spalle all’altare.
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villalago
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Presentato sabato sera, 12 agosto
Il libro di Roberto Grossi,
direttore del “Gazzettino
della Valle del Sagittario”
VILLALAGO - Sabato 12 agosto, alle ore 22, nel sagrato della chiesa parrocchiale S. Maria
di Loreto si è tenuta la presentazione del libro “Il monastero di S. Pietro in Lago - Scavo archeologico alla ricerca delle
origini” del prof. Roberto Grossi. Relatore d’eccezione il Vescovo Angelo Spina, relatrice il funzionario della Soprintendenza
per i Beni Archeologici dell’Abruzzo, dott.ssa Rosanna Tuteri, e la coordinatrice e protagonista dello scavo
prof.ssa Agnese De Angelis. L’evento ha assunto rilevanza pregnante per la concomitanza dell’arrivo a Villalago delle sacre spoglie del nostro protettore S. Domenico Abate.
Il Vescovo A. Spina è stato un relatore appassionato, accattivante e particolarmente coinvolgente
catturando l’attenzione di un pubblico numerosissimo, interessato e plaudente. Dopo aver
lodato il lavoro del prof. Grossi e dei volontari villalaghesi ha tenuto a
sottolineare l’importanza della misericordia, l’attenzione e la solidarietà da profondere verso gli umili, del resto è il pensiero del nostro papa Francesco. Ma ha posto soprattutto l’accento sull’unità della nostra comunità nel nome di S. Domenico che ne è stato il fondatore.
La dott.ssa Tuteri ha esposto tutte le fasi del progetto del prof. Grossi, dopo
aver scoperto il sito del Monastero nel 2003, che lei accolse con fervore
credendoci fermamente e che non fu facile mettere in atto, ma il tempo le ha
dato ragione visto i risultati che ne sono scaturiti. Oltre alla dignità ritrovata del Monastero la Tuteri ha preconizzato altri orizzonti che non siano
solo quelli della riqualificazione del manufatto monacale ma insieme alla
eredità e valenza storica di questi lo sviluppo di futuri scavi nell’area che ha restituito testimonianze di una presenza romana precedente il
Monastero: una lapide funeraria di Obidia Amor, figlia del decurione Lucius
Obidius Sagites - fine I sec. a.c. - che ebbe come esito il cambiamento della
denominazione del fiume Fluturnum in Sagittario, ne dà la certezza, come lo testimoniano i numerosi reperti.
L’importanza del Monastero di S. Pietro del Lago era dovuta al fatto che sorgeva
su un’arteria importante: un pezzo dell’antica Salara ma anche e soprattutto al fatto che era un tratturello di quello
più importante Celano-Foggia che passava proprio ai margini del Monastero nell’intento di raggiungere, tramite il Monte Genzana, il Piano delle Cinque Miglia,
la Val di Sangro e le Puglie. Quindi non solo luogo di lavoro e preghiera ma
sito di ristoro e riposo per i pastori transumanti e le greggi.
L’archeologa e professoressa Agnese De Angelis, valida coordinatrice dell’evento, con dovizia di particolari ha illustrato tutte le fasi, le difficoltà, le criticità dello scavo al quale ha partecipato del tutto gratuitamente e con passione.
Infine la parola è passata all’autore che ci ha reso partecipi dell’emozione provata al momento del ritrovamento delle tombe. La sua narrazione è stata talmente efficace che sembrava di essere con lui e con i tanti volontari
che si sono prodigati gratuitamente, con sacrificie duro lavoro allo scavo. Ne è emersa la vera villalaghesità degli abitanti di questo piccolo ma splendido paese, l’unione che fa la forza in un comune intento. Infine, ha ringraziato i suoi
compagni di lavoro, che hanno condiviso con lui la fatica dello scavo e tutti
gli enti e le persone che hanno permesso, come la famiglia Lupi, e autorizzato,
come la dott.ssa Tuteri, lo scavo archeologico al Monastero.
Villalago e comuni limitrofi devono lo sviluppo agro-silvo-pastorale ai monaci
benedettini che insegnavano la coltura della terra, l’omeopatia, l’arte della ceramica. A loro si deve la costruzione dei mulini, presenti nella
nostra valle, l’allevamento degli animali domestici, oltre che la preghiera: ora et labora. Noi
dobbiamo a S. Domenico Abate, costruttore di monasteri, la nascita di Villalago
e dobbiamo avere estremamente cura di ciò che testimonia la sua presenza nella nostra area, al di là della sua santità. Il progetto della messa in sicurezza e riqualificazione del Monastero che l’attuale Amministrazione sta intraprendendo
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va in questa direzione ma deve essere di imput alla inclusione, alla
collaborazione di tutti, non importa in quale misura per unire tutta la comunità villalaghese, per intraprendere insieme un nuovo cammino per il bene di
Villalago.
L’evento si è concluso, come è del resto iniziato, con una performance del M° Mazàr Péshtani che con il suo flauto ha eseguito magistralmente arie di Gounod,
Telemann, Gluck, Bach. A lui un grande grazie per aver reso l’incontro più piacevole e per avergli dato un valore aggiunto.
Il libro è stata patrocinato dalla Parrocchia di S. Maria di Loreto e dalla Confraternita
di S. Domenico. Lucrezia Sciore
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cocullo
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solennemente celebrato nella famosa festa di maggio, dopo aver lasciato
Villalago - dove erano giunte il 12 - e dopo aver fatto sosta ad Anversa.
L'urna tornerà poi alla cripta della chiesa abbaziale di Sora, dov'è custodita, nei cui pressi sembra che il santo abate sia morto il 22 gennaio del
1031.
Auspichiamo che la splendida iniziativa riporti ancora le spoglie del Santo
dalla vicina Sora nella nostra Valle quando sarà riaperta al culto la terremotata chiesa cocullese del Patrono. (Nino Chiocchio)
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Nel pomeriggio del 16 agosto
le sacre spoglie di San Domenico
giungeranno a Cocullo
COCULLO - Dopodomani 16 agosto nel pomeriggio le sacre spoglie di San Domenico di
Foligno giungeranno a Cocullo, di cui è il Patrono
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Ricordato a Bolzano
l’eroe garibaldino Raffaello Sernesi
Venerdì 11 agosto, i soci della Sezione Provinciale di Bolzano dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini presieduta da Sergio Paolo
Sciullo della Rocca, riuniti presso la sede sociale hanno ricordato la figura
del garibaldino Raffaello Sernesi, nato a Firenze il 29 dicembre 1838 che
partecipò come volontario alla terza guerra d’indipendenza inquadrato nel 6° Reggimento del Corpo Volontari Italiani comandato dal Colonnello Giovanni
Nicotera. Combattè in Trentino, ferito a una gamba il 16 luglio 1866 a Cimego nel corso della
battaglia di Condino, mori l’ 11 agosto 1866 per cancrena, presso l’Ospedale di Bolzano. La relazione storica è stata tenuta dal presidente, Sciullo della Rocca coadiuvato dal Segretario
Gabriele Di Lorenzo che ha dato lettura di alcune pagine di storia
risorgimentale e di una nota della lettera che il Sernesi scrisse alla sorella
Olimpia, il 21 luglio 1866: “Dopo appena 3/4 d'ora di combattimento fui colpito da una palla nell'estremità della gamba sinistra e restai sul campo fino alla fine del combattimento. Gli
Austriaci restati padroni del campo vennero a prendere i feriti per
trasportarli negli Ospedali. Io ora mi trovo nell’ospedale di Bolzano dove siamo ricolmati di cure e di gentilezze, che fano
dimenticare un poco l'esser lontano dalla Patria” Oltre ad essere stato un valido patriota italiano è stato un valente pittore dell’ottocento dipinse molti quadri nella campagna toscana con la tecnica del
macchiaiolo, studiò presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove fu anche insegnante. Alla
commemorazione ha preso parte anche una rappresentanza dell’Associazione Italiana Combattenti Interalleati, che al termine in segno di
omaggio all’eroe hanno cantato l’inno di Garibaldi congiuntamente ai garibaldini altoatesini.
(Foto Arte Asmodeo Rennes)
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