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Lunedì 10 Luglio 2017 - Il Santo del giorno: Sant'Amalberga di Maubeuge, Vedova e
monaca
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Il tempo... ieri - Ancora una giornata di gran caldo che ha richiamato, essendo domenica, molti visitatori nelle zone turistiche
della nostra Valle. Notte di luna piena. Temperature: mass. 33,5°C; min. 17,0°C; attuale 20,7°C (ore 23,30)
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teatro in comunità
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In scena ad Anversa nella Comunità terapeutica il Castello la commedia
"I Quattro Giorni di Mercuzio"
rappresentata dalla “Compagnia teatrale In-stabile” del Castello
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ANVERSA - E’ andata in scena sabato scorso 8 luglio, alle ore 18,45, la commedia “I quattro giorni di Mercuzio”, scritta dal giovane Luigi Beatrice, con la regia di M. Bezzu e M. Calvi.
Tredici attori in scena, non in cerca di autore, ma tre Mecuzio a rappresentare
i dolori, le ansie, le preoccupazioni, i disagi, sedimentati in tutti gli
uomini. Un calendoiscopio di situazioni psicologiche, difficile da descrivere,
perché tutta intessuta di ascolto, per la maggior parte monologhi, in cui mancava la
scena, fatta di azioni. Bravi tutti gli attori, applauditi “a scena aperta” dal numeroso e attento pubblico, mentre il sole faceva capolino dietro le
montagne.
Al termine abbiamo chiesto all’autore di aiutarci a capire. Ci spiega che lo spettacolo si base su tre
personaggi, anche se in realtà sono state divise le parti per coinvolgere più attori. Essi sono tre Mercuzio, che rappresentano nel processo creativo la
tesi, l’antitesi e la sintesi. All’inizio, nella prima scena, cercano appunto di venirsi incontro, ma l’antitesi dice sempre di no, mentre la sintesi cerca di riassumere la situazione
a tutti quanti. Quello che succede è che sintesi vuol semplicemente fare in modo che la storia, ma lui stesso,
riesca a definirsi in uno stadio creativo.
D - Il caffè, che spesso entra in scena con la tazzina, cosa simboleggia?
R - E’ un parallelismo tra il processo creativo e le persone. Fondamentalmente è la difficoltà che hanno a definirsi. E’ come se fossimo sempre in dipendenza della definizione di terzi. Il caffè è la dipendenza dalla definizione che gli altri hanno su di noi.
D - Nei monologhi entrano spesso gli stormi di uccelli.
R - Lo stormo degli uccelli rappresenta il pubblico.
D - E perché lo vogliono spennare, uccidere?
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R - Chiunque si trovi su di un palco teatrale, si trova davanti la paura che gli
uccelli non riescono a definirli come loro vogliono. Si ha paura che avvenga in
maniera negativa. La recensione negativa da parte degli stormi vuol dire morire
sul palcoscenico.
D - Gli attori cosa hanno voluto far capire al pubblico?
R - Da un lato sicuramente una visione della loro vita. Si parla di personaggi
che condividono una situazione di fallimento del loro processo creativo.
La commedia sarà riproposta il 23 luglio a Trani al festival del teatro della disabilità.
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editoriale
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IL LUNEDI’ DEL DIRETTORE
Con il Vescovo Mons. Spina
al Monastero di San Pietro del Lago
Venerdi scorso (7 luglio 2017) in un pomeriggio di gran caldo mi faccio guida di Mons. Spina,
Vescovo della Diocesi di Sulmona-Valva, per condurlo al Monastero di San Pietro
del Lago. Mi chiede di voler affrontare a piedi tutto il percorso, lungo la
strada sterrata interpoderale. Ci incontriamo al piazzale del cimitero di Villalago. Lo trovo in tuta e con le scarpe da trekking. Ci
avviamo ognuno con un piccolo zaino sulle spalle, in cui si cela una piccola
riserva d’acqua, e a conforto un bastone. Sono le ore 16,30. Il sole non rispetta l’ora legale, per cui è di poco in là dello zenit. Il caldo si fa sentire, ma ci viene di tanto in tanto in soccorso
una leggera brezza soprattutto dopo la prima salita. Essendo la strada
abbastanza larga, camminiamo quasi appaiati. Parliamo poco, sia per la fatica
dell’ascesa, sia perché personalmente sono nell’imbarazzo di esprimermi. Quando la vista spazia su Villalago, noto nei suoi
occhi lo stupore del magnifico paesaggio che si apre alla nostra sinistra sul
paese, disteso lungo lo sperone di Monte Argatone. Me lo manifesta a parole,
quando la vista si appaga e gioisco per la sua piacevole sorpresa.
Dopo 15 minuti di cammino, arriviamo al “Viale delle Ginestre”. Ci accoglie la loro particolare fragranza. Da qui si scorge la distesa del
Lago di Scanno, circondato dal verde dei colli e delle montagne, con la breve
pianura che va verso Villalago.
Quando arriviamo a Colle Berardo la salita ha termine. Da qui si va nell’altro versante, quello che si affaccia sul territorio di Castrovalva e sulle
Gole del Sagittario. Lasciamo alle spalle la visuale di Villalago. La strada è tutta in discesa. Racconto al Vescovo dei ritrovamenti in quella zona di
materiali di epoca romana da parte dei contadini. Gli faccio notare l’ipotesi dell’Acropoli del pagus. Per il Monastero bisogna camminare ancora, per una discesa
più ripida, perché dai 1100 bisogna arrivare ai 1010 metri sul livello del mare. Fa proprio caldo,
ma c’è la brezza di valle a darci sollievo. Dopo alcune centinaia di metri finalmente
ci appare dall’Aia dei Monaci il rudere del monastero, illuminato dal sole. Si erge solitario
con tutte le crepe della vecchiaia, accellerate dai continui terremoti. Il
Vescovo si ferma a guardarlo, come preso da magia. Ci avviamo ad incontrarlo.
Sebbene gli ultimi terremoti lo abbiano quasi dimezzato, conserva la sua fierezza. Poi scendiamo nell’area dello scavo archeologico. Mons. Spina sembra preso da incantamento. Si
rende conto dell’immane lavoro e me lo manifesta, ringraziandomi
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di aver riscoperto ciò che non poteva e non voleva più restare nascosto. Gli racconto dagli inizi la storia di quello scavo,
mostrandogli i muri e le tombe rinvenute. Egli osserva tutto attentamente. Poi
ci sediamo all’ombra di una quercia per consumare quella poca frutta che mi sono procurato di
portare. Mi parla dell’importanza del monachesimo benedettino su tutta la Valle del Sagittario e di San
Domenico, promotore della rinascita spirituale ed economica di quei popoli.
Scattiamo alcune foto e ci rimettiamo in cammino per tornare a Villalago. La
discesa è divenuta salita. L’affrontiamo con spirito “benedettino”. Ci fermiamo spesso, ma per guardarci mentre parliamo. A differenza dell’andata, il ritorno è più ricco di parole. Ho rispetto per la persona autorevole che mi è d’accanto, ma mi sento più libero di esprimere le mie idee, perché si è instaurato un comune sentire “d’amicizia”. E così arriviamo di nuovo a Colle Berardo, dove ora la salita si è fatta discesa. Appaiono Villalago e il Lago di Scanno, indorati dai raggi del
sole che si sono fatti obliqui, disegnando lunghe ombre, che danno vivacità al paesaggio. La brezza è divenuta piacevolmente intraprendente. Il nostro è un continuo discorrere, finché non arriviamo a destinazione.
Ognuno di noi due ringrazia l’altro per la compagnia. Poi un arrivederci al prossimo 12 agosto per l’arrivo dell’Urna con le spoglie di San Domenico e per la presentazione del libro sugli scavi
archeologici al Monastero di San Pietro del Lago. Sono le ore 19,40.
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da anversa
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Dalla Comunità parrocchiale di Anversa
LETTERA APERTA
A DON OLIVIERO LIBERATORE
Reverendo Parroco, caro Don Oliviero,
la Comunità Parrocchiale di Anversa ha appreso inaspettatamente e con un certo turbamento
la notizia della possibile imminente conclusione del tuo ministero sacerdotale
nel nostro paese.
In questi giorni i fedeli e i cittadini anversani si stringono idealmente a te,
confidando che la saggezza di S.E. il Vescovo e le disposizioni delle Autorità ecclesiastiche possano almeno consentire un prolungamento della tua permanenza
insieme a noi.
Vorremmo però cogliere questa occasione per rivolgerti il caloroso ringraziamento e per
esprimerti il sincero apprezzamento per il periodo che hai trascorso con noi.
Da quando hai assunto la guida della nostra Parrocchia,
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nonostante i tuoi gravosi impegni di studio a Roma, abbiamo avuto il privilegio
di condividere la tua delicata missione pastorale, la tua pronta disponibilità in ogni circostanza, la grande cura profusa verso le nostre Chiese, il costante
esercizio delle Sante Messe e delle funzioni religiose, il prezioso contributo
apportato nelle Feste tradizionali, la tua profonda conoscenza delle Sacre
scritture, la tua straordinaria competenza dell’Arte Sacra. Riconosciamo in te un Sacerdote “speciale” con una ricca personalità e spiccata sensibilità, sobrio e socievole, schietto e dinamico, scrupoloso e rassicurante, autorevole
e amico di tutti, di grande spessore culturale e di efficace capacità di comunicazione.
Vorremmo concludere questa breve lettera aperta esprimendo l’auspicio che tu prosegua nel modo più fruttuoso il tuo brillante camminino spirituale e con la speranza che anche tu
possa conservare a lungo un positivo ricordo della tua esperienza ad Anversa.
Grazie di cuore e fervidi auguri, La Comunità Parrocchiale di Anversa
(Anversa degli Abruzzi, 9 Luglio 2017)
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lettere al giornale
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Da Simona Nonono (sic)
In risposta all'articolo pubblicato ieri (sulla pagina del 7 luglio dal titolo, “Piu’ rispetto per un luogo di preghiera e di meditazione”, ndr) mi preme metterla al corrente, in quanto gerente del chioschetto ed
annessi servizi, che purtroppo viviamo in un paese (inteso come Italia) in cui
per aprire un punto di ristoro vengono richieste mille cose... non è più come una volta che per servizio pubblico andava bene anche un cesso con un buco
fatto in terra dove poter scaricare ogni tipo di "cosa"... aggiunto al fatto
che purtroppo la civiltà umana ha smesso di evolversi visto che non hanno nemmeno la decenza di non
defecare in luogo inappropriati... ma questo serve alla stampa quando non si
hanno purtroppo notizie più importanti di cui occuparsi. A presto... per offrirle un caffè... chissà, forse!
Gentile SIMONA, ho il dispiacere di non conoscerla, per cui non ho ben capito perché si sia risentita proprio lei sulla “sporcizia” a Prato Cardoso, la cui cura spetta ad altri (lei del chioschetto
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attualmente è una “gerente” a porte chiuse).
Si dice sempre che la stampa debba avere occhi ed orecchi da per tutto e non
esistono fatti più importanti di un altro. Avendo scelto di fare il giornalista, ho il dovere di
denunciare alcuni fatti, che a lei, purtroppo, sembrano di poca importanza. Se
questo giornale (dandole credito) parlasse di spopolamento, di mancanza di
lavoro per i giovani, sarebbero parole vuote, perché non risolverebbe questi problemi. Denunciare, invece, piccole “disattenzioni”, si è quasi certi che chi di dovere trovi la giusta soluzione.
Per il mio paese e per quel particolare luogo ho una tale venerazione che non
posso restare cieco e muto su situazioni che l’offendono. E’ un radicamento avuto sin da bambino e tutti i Villalaghesi ne sono possessori.
L’articolo in questione non ha chiamato in causa nessuno, men che lei, per cui mi
sembra pretestuoso il suo risentimento contro questo giornale. (R. Grossi)
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il Bed and Breakfast Angela dove soggiorniamo. In tutto ciò aggiungo che abbiamo un ragazzo disabile di 13 anni. Non so come avremmo fatto
senza il suo aiuto visto che avevamo al seguito diverse valigie ed in più l'ingombrante carrozzina di mio figlio che non avrebbe potuto entrare in un
auto normale. Inoltre ha anche provveduto a farci accompagnare e riprendere al
lago, nel pomeriggio. A quanto pare esistono ancora persone che si prodigano
per il prossimo, anche se sono veramente rare.
Grazie ancora.
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Da Daniela Salvatore
Gentile Direttore,
tramite il suo giornale vorrei pubblicamente ringraziare il sindaco di Villalago
Fernando Gatta per la Sua gentilezza nel soccorrerci. Noi veniamo dalla
Provincia di Chieti e proprio in prossimità della sua abitazione la nostra auto si è rotta e non sapevamo cosa fare. Sono subito arrivati lui e la sua gentilissima
moglie ed hanno prontamente provveduto a mandarci un mezzo per poter
raggiungere
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villalago
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Conclusi a Villalago i festeggiamenti
in onore di Sant’Antonio
e della Madonna delle Grazie
VILLALAGO - Festa in paese nello scorso fine settimana per le prime festività religiose della stagione estiva. Sabato scorso, con la benedizione delle
pagnottelle portate in processione dai più piccoli dopo la messa solenne, il popolo ha venerato Sant’Antonio. Ha fatto seguito la festa della Madonna delle Grazie, prelevata dalla
sua chiesetta ed esposta nella chiesa madre per essere venerata con i vespri e
la messa solenne della domenica, prima della processione di mezzogiorno per le
vie del paese. Nella serata di ieri la statua è stata riaccompagnata e, prima del rientro nella chiesa di Santa Maria, il
parroco ha espresso alcune considerazioni mariane, seguite dalle preghiere alla
Vergine e dalla benedizione. E’ consuetudine dei fedeli entrare poi nella chiesetta per un ultimo saluto alla
Madonna. Domenica 16 luglio è la solennità della vergine del Carmelo. La sua immagine, custodita nella cappella del
cimitero, sarà portata in parrocchia martedì prossimo e vi resterà una settimana. Martedì 18 luglio, prima che venga riportata nella sua cappella al cimitero, ci sarà una messa solenne in suffragio di tutti i defunti della comunità. A partire dal’11 luglio, dopo ogni celebrazione, verrà recitata la preghiera a San Domenico, in preparazione all’arrivo dell’urna con le sue spoglie da Sora il 12 agosto prossimo.
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NECROLOGIO
SCANNO - All’età di 90 anni, nel pomeriggio di venerdì scorso, è venuto a mancare Leonardo Tito Tarullo, amorevolmente assistito dalla moglie e
dai figli, che mai gli hanno fatto mancare il loro sostegno negli anni bui
della sua malattia. Una persona gentile e rispettosa, che si faceva voler bene
da tutti e la grande partecipazione di gente al suo funerale ne è stata la dimostrazione. Il parroco, che ha officiato la cerimonia funebre, ha
messo in risalto la sua laboriosità e la disponibilità dimostrata durante i lavori eseguiti nella chiesa madre dopo il sisma dell’”84. E’ stata questa una dimostrazione di stima per Titino e di vicinanza alla moglie
Antonietta, ai suoi tre figli Alfonso con la moglie e le figlie, Mario e
Adriano, a tutti i suoi parenti, ai quali vanno le nostre più sentite condoglianze.
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