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Mercoledì 14 Giugno 2017 - Il Santo del giorno: Sant'Eliseo, Profeta
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Il tempo... ieri - l’anticiclone africano ha portato ancora una bella giornata con temperature al disopra della media.
Qualche nuvola passeggera del tutto innocua. Temperature: mass. 29,2°C; min. 14,1°C; attuale 19,1°C (ore 23,30)
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l’elzeviro
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LA DONNA: DA OVIDIO A NOI
di Mario Setta
Le celebrazioni del bimillenario della morte di Ovidio offrono l’occasione per riflettere e ripensare il ruolo della donna. Donna, spesso
condannata all’annichilamento della propria natura, della propria essenza, a causa dei
travisamenti delle diverse religioni. Se il Cristianesimo evangelico ha
liberato la donna, la chiesa-istituzione ha tentato, in un passato non troppo
remoto, di schiavizzarla. Ridotta a “merce”, tanto da prescrivere il “debitum coniugale” per la moglie e lo “jus in corpus” per il marito. In realtà solo diritti per gli uomini e solo doveri per le donne. Una morale lontana
dagli insegnamenti e dagli atteggiamenti di Gesù. Ma, in altre forme religiose, la sessualità della donna viene negata, cancellata, eliminata fisicamente. Si pensi alle
Mutilazioni Genitali Femminili, contro le quali, proprio cinque anni fa, il 14
giugno 2012, fu approvata una risoluzione congiunta del Parlamento Europeo per
porne la fine (END FGM). Mutilazioni addirittura diversificate nei minimi
particolari fisici come circoncisione, escissione, infibulazione,
cauterizzazione. La storia della Donna è una storia di ingratitudini, repressioni, violenze. La donna come oggetto, come
strumento.
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mostre
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Sala delle Feste di Palazzo Bastogi a Firenze, alla presenza, tra gli altri,
degli artisti invitati, della cantante Patty Pravo, dei curatori dell’evento e del Presidente del Consiglio Regionale della Toscana. La conferenza
stampa si svolgerà alle ore 16:00 presso il teatro della Compagnia in via Cavour 50/r.
La mostra proseguirà fino al 12 luglio 2017 con apertura al pubblico dal lunedì al venerdì, negli orari 10:00/12:00 e 15:00/19:00.
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Vincenzo Bonanni
“Patty Pravo Metamorfosi
di una diva”
L’artista aquilano Vincenzo Bonanni esporrà a Firenze per la mostra “Patty Pravo Metamorfosi di una diva”, dedicata alla cantante veneziana. La mostra, patrocinata dalla Regione
Toscana, sarà inaugurata venerdì 16 giugno alle ore 17:00, nel magnifico scenario della
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mostre
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Interverranno: l’Assessore Dott. Giacomo Cuzzi, il Presidente Flag Dott. Mauro D’Andreamatteo, il Direttore Flag, Arch. Andrea Mammarella, Direttore Fondazione
Zimei, Arch. Massimiliano Scuderi.
Ore 21.00 Opening Change of the world starting in Tel Aviv, a cura di
Massimiliano Scuderi
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Conferenza e Mostra
di Peter Fend
al Mercato Ittico a Pescara
La Fondazione Zimei, in collaborazione con il FLAG Costa di Pescara, organizza per oggi alle ore 18,30 al Mercato Ittico di Pescara (Lungofiume
Paolucci) la Conferenza e Mostra di Peter Fend da titolo: “Potenza del Mare: perché Pescara”.
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incontri
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L’auspicio è di mettere al centro la cultura e la sua produzione in un linguaggio semplice
ma non semplicistico, in un’atmosfera conviviale.
Massimiliano Aschi, chimico all’Università dell’Aquila, illustrerà alcune questioni sull’energia, fondamento delle nostre attività e della nostra storia passata, presente e futura. Qual è il rapporto tra il cammino dell’umanità e l’energia? Per rispondere a questa domanda, è necessario esplorare e comprendere gli aspetti fondamentali che regolano il concetto stesso di energia, in particolare i principali processi chimico-fisici alla base della produzione di energia.
Cercheremo quindi di capire quali strade dovremo prendere in futuro per la sfida energetica.
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A L’Aquila iniziano oggi
i mercoledì della Cultura
Per dare una nuova opportunità affinché la cittadinanza possa incontrare e dialogare con studiosi e ricercatori, l’Ateneo aquilano propone I mercoledì della cultura, presso il locale “Nero Caffè” (Corso Vittorio Emanuele 45).
A partire dalla formula del caffè culturale, si illustreranno in forma divulgativa questioni, opere e idee legate
alla ricerca universitaria; inoltre si racconteranno recenti eventi, scoperte,
premi internazionali nei vari settori della cultura umanistica, scientifica e
tecnologica.
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lettere al direttore
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da ivano buccini
Winnipeg, Canada
Egregio Signor Roberto Grossi,
dal 2000, sono tornato molte volte a Villalago, il mio paese di nascita e
infanzia, che ha un posto speciale nel mio cuore. Quello che ho scoperto nei
miei ritorni è che i paesani ancora non capiscono il motivo per cui il Canada è diventato il mio Paese e sarà il mio luogo di riposo finale. Inoltre, aiuterà a capire perché i canadesi non amano essere chiamati americani.
Questo luglio il Canada celebrerà il suo 150 ° anniversario. Il mio modo di celebrare questa occasione è stato quello di riflettere su ciò che significa essere canadese per me personalmente, per gli Italo-Canadesi di
Winnipeg e per dare a i miei paesani d'infanzia l'idea perché siamo veramente lasciati Villalago ma soprattutto perché siamo rimasti in Canada.
L'articolo è un po' lungo (591 parole) ma spero che lo pubblicherai.
Spero di incontrarvi questa estate. Sto tornando per la mia ottava volta. Grazie
per il vostro lavoro. Mi piace leggere il Gazzettino ogni giorno.
Ivano Buccini, Winnipeg, Manitoba, Canada
Buon compleanno Canada!
Ti salutiamo!
di Ivano Buccini
La celebrazione di 150 anni è una meravigliosa occasione per divertirsi e onorare il Canada (dalla parola
"kanata" della lingua degli Irochesi). Questo è anche un momento per riflettere su: Che cosa significa essere canadesi o specificamente un italo-canadese?
Prendiamo innanzitutto l'idea che i canadesi siano canadesi e che la versione
sillabata come Italo-Canadese non debba essere utilizzata o esistente. Questo
argomento è piuttosto assolutista e non rispecchia la realtà. Un albero trapiantato è per la maggior parte, ancora lo stesso albero se piantato in un posto o un
terreno diverso. Non può spargere le foglie e trasformarsi in una foglia di acero rosso brillante in una
stagione. Richiede tempo, nutrimento e pazienza. Dopo tutto, i canadesi (ad
eccezione delle Popolazioni Indigeni, gli unici veri canadesi) sono, nella
migliore delle ipotesi, di origine britannica, di origine francese, e di
origine italiana ecc. Anche dopo molte generazioni, i termini possono ancora
essere applicati. Questo argomento semantico è dunque laborioso, infruttuoso, e inutile.
La bellezza di essere canadesi è che abbiamo origini diverse e che abbiamo immigrato in questa terra per ragioni
molto simili. Inoltre, condividiamo tratti simili; siamo avventurosi,
lavoratori eccellenti e sognatori e costruttori. I nostri sforzi collettivi
hanno culmato
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nella creazione di una migliore nazione economica, politica, e sociale eccetto i
Popoli Indigeni. Gli immigrati e i governi passati e presenti hanno creato un
tipo di identità impossibile da descrivere nel senso tradizionale e da una prospettiva
occidentale. Non parliamo una sola lingua, non pratichiamo una sola religione e
non aderiamo ad una singola cultura. Inoltre, è prevalente la meritocrazia che contraddice completamente l'elitismo e il
nepotismo di molte nazioni da cui siamo venuti. Il Canada non può essere definito in termini occidentali, ma possiamo essere definiti da
caratteristiche più significative e democratiche. Abbiamo una società multiculturale in espansione. Abbiamo un esperimento di costruire un'unica
nazione da una miriade di culture diverse. Abbiamo e una nazione molto più democratica che permette e promuove anche tale diversità. Abbiamo un popolo che si identifica con diversi descrittori e caratteristiche
come la diversità, l'inclusione, il multiculturalismo, la credenza nella libertà collettiva, l'avanzamento dei diritti individuali, la fraternità e per la maggior parte siamo diventati inseguitori di "pace, ordine e buon
governo" (British North America Act, 1867). Questi descrittori, che parlano di
giustizia, equità, libertà, fraternità e uguaglianza per tutti i cittadini (ad eccezione degli aborigeni) sono molto
diverso descrittori di quelli usati dai nostri paesi d'origine. Questi
descrittori, che parlano di giustizia, equità, libertà, fraternità e uguaglianza per tutti i cittadini tranne i Popoli Indigeni, sono molto
diversi da quelli usati dai nostri Paesi d'origine come l'Italia.
Quindi, cosa significa essere un italo-canadese? Significa che custodiamo il
nostro luogo di nascita perché ci ha dato qualità degne. Queste qualità ereditate riflettono, in parte, chi siamo e ci danno l'opportunità di condividerli con i canadesi. In realtà gli immigrati italiani hanno aggiunto e continuano ad aggiungersi
all'espansione multiculturale del Canada che ha avuto inizio nel 1760 (Il
Canada è diventato una nazione ufficialmente composta da cultura inglese e francese).
Comunque, significa anche che abbiamo respinto molte delle ingiustizie
esistenti in Italia e abbracciato una serie di valori diversi universali e
canadesi. Noi, italo-canadesi, in modo molto veloce e orgoglioso, cominciamo a
vivere e mostrare i valori del Canada che sono simbolicamente incarnati nella
foglia di acero rosso.
Venimus, Vidimus, Mansimus. (Siamo venuti, abbiamo visto, siamo rimasti.) Sono
nato in Italia ma morirò come un canadese estremamente orgoglioso. Che regalo fantastico dai miei
genitori e dal Canada!
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scanno
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La devozione degli scannesi
per Sant’Antonio di Padova
SCANNO - Dopo i festeggiamenti di sabato e domenica in onore di Sant’Antonio, anche ieri, festa liturgica, c’è stata grande partecipazione di fedeli alle sante messe celebrate nella sua
chiesa. A fine celebrazione, come durante “La Tredicina”, è consuetudine benedire le pagnottelle, che vengono distribuite per essere
riportate a casa e consumate in famiglia.
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Si tratta di una ritualità che ricorda il “pane dei poveri”, donato dai frati del convento alle persone bisognose, per lo più anziane e ce ne erano di quelle che vivevano senza sostegno dei familiari e
senza percepire una pensione. E’ questo un gesto di generosità di alcune persone in segno di devozione al Santo sull’esempio di una mamma che come riconoscenza per il miracolo della guarigione del
suo bambino, decise di offrire una quantità di pane equivalente al peso del figlio per altre mamme più povere.
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commemorazioni
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GLI ABRUZZESI DEL TRENTINO
HANNO RICORDATO IL CENTENARIO
DELLA NASCITA DI DEAN MARTIN
FIGLIO DI EMIGRANTI ABRUZZESI
La Libera Associazione Abruzzesi Trentino Alto Adige, presieduta da Sergio Paolo Sciullo della Rocca Ambasciatore
d’Abruzzo nel Mondo, nel quadro delle attività culturali, ha organizzato a Bolzano dal 7 al 11 giugno una serie di video
proiezioni d’epoca su Dean Martin presso la sede sociale, per fare meglio conoscere la figura
di questo grande personaggio che fu cantante e attore negli Stati Uniti, nella
ricorrenza del centenario della nascita. Giova ricordare che Dino Paul Crocetti
nacque il 7 giugno 1917 a Steubenville, nello stato dell’Ohio, da genitori di origine abruzzese. Il padre, Gaetano Crocetti, era
originario di Montesilvano mentre la madre, Angela Barra, nacque in America da
genitori di origine abruzzese. Per motivi artistici cambiò legalmente il proprio cognome da Crocetti in “Martin” essendo egli stesso fervente estimatore del grande tenore veronese Nino
Martini. Una carriera di successi divisi tra cinema e canto, a lui il merito di
avere spodestato dal podio delle classifiche i Beatles nel 1964 dalla vetta dei
dischi più venduti con «Everybody Loves Somebody Sometime» ("Tutti amano qualcuno prima o poi") che poi divenne anche l’epitaffio sulla sua tomba nel cimitero di Westwood in California. Tra i video
proposti, i più apprezzati dai convenuti sono stati : “Colpo grosso”, “Texas oltre il fiume”, “Tre contro tutti”, “Un dollaro d’Onore”, mentre nel canto hanno suscitato maggiore meraviglia: “Mambo italiano”, “Sway”, “Buonasera Signorina”, “That’s Amore” questo il video che ha destato più simpatia in quanto ha pienamente evidenziato l’attaccamento di Dean Martin alle tradizioni italiane della convivialità, della famiglia, della buona cucina e della musica folcloristica.
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La rievocazione storica, è il fascino del mito sulla vita artistica e la scelta dei video proposti, è stata curata dallo storico Gabriele Di Lorenzo, mentre i vari aspetti
documentali sono stati seguiti da Sciullo della Rocca esperto dell’emigrazione italiana del novecento.
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