Sabato 24 Dicembre - Il Santo del giorno: Sant'Adele di Pfalzel, Abbadessa benedettina

Il tempo... ieri - l’alta pressione ci ha portato una bella giornata di sole e non molto fredda. Poche le nebbie e nuvole mattutine che si sono ben presto diradate. Gelate notturne. Temp: mass. 8,1°C; min. 2,3°C; attuale 3,5°C (ore 23,30)
 
    evento del giorno
Fu probabilmente assegnata la data del solstizio d’inverno, perché è il giorno in cui il sole comincia il suo ritorno nei cieli boreali. Il Vangelo stesso parla del Messia come Sole di giustizia.
Nell’antica Roma dal 17 al 24 dicembre si festeggiavano i “Saturnali”, in onore di Saturno dio della rigenerazione. Si scambiavano doni e si facevano abbondanti banchetti.
La preferenza per il 25 dicembre sarebbe derivata dalla necessità di contrapporre una festa cristiana ad una pagana nel momento in cui si andava diffondendo il Cristianesimo.

BUON NATALE
da tutta la redazione
del Gazzettino Quotidiano
Buona Vigilia di Natale

Per i Cristiani la VigiLia di Natale è una delle giornate più dense di significati, con una grande valenza religiosa. La veglia notturna serve da transito verso il mistero della nascita del Dio che si fa uomo ed entra nella storia dell'umanità.
Si aspetta la mezzanotte dopo il rituale del cenone della Vigilia, fatto di antiche tradizioni, come quella delle sette minestre e delle tredici pietanze. In questo giorno ci si permetteva ciò che era raro se non addirittura introvabile per tutto il resto dell’anno. I prodotti erano perlopiù quelli che oggi definiremmo “a Km 0”, provenienti dal proprio orto o dal proprio ovile.
La data della nascita di Cristo non è nota e i Vangeli non ne indicano né il giorno né l’anno.
 
    l’elzeviro
UTOPIA contro RADICALIZZAZIONE
AMORE contro ODIO 

di Mario Setta

A distanza di un anno, tre gravi stragi rivendicate dall’ISIS. La prima a Parigi, al Bataclan, il 13 novembre 2015, 93 morti. La seconda a Nizza il 14 luglio 2016, 87 morti.  La terza a Berlino Lunedì  19 dicembre 2016, 12 morti e 48 feriti. Risorge la discussione, mai chiusa negli ultimi tempi, d’uno scontro di matrice culturale e in particolare religiosa. Oggi i giornali ricorrono al  termine “radicalizzazione”. E si torna al famoso libro di Samuel Huntington, “Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale”, pubblicato venti anni fa, nel 1996. Ma già dal 1993 l’autore aveva delineato la nascita di un nuovo scenario geopolitico, che è venuto creandosi in questi anni. Superata la guerra fredda e la conflittualità ideologica tra Est e Ovest, con la caduta del muro di Berlino, la politica mondiale e, forse meglio, la linea di convivenza umana, va alla ricerca di forme consone alla cultura delle proprie origini e all’affermazione delle proprie identità. Più che una ricerca del nuovo, sembra un riflusso verso il passato. Nel libro, Huntington riporta tabelle statistiche dalle quali si rileva che, durante il secolo appena trascorso, i Cristiani nel mondo sono passati da una percentuale del 26,9 al 29,9, mentre i Musulmani dal 12,4 al 19,2 e quelli che dichiarano di non  seguire nessuna religione dallo 0,2 al 17,1. L’avanzata dell’Islam (+6,8 %) è più che doppia rispetto all’avanzata del Cristianesimo (+3%). Il fantasma dell’islamizzazione dell’Occidente, soprattutto dopo il crollo delle torri gemelle di New-York e i numerosi attentati terroristici, hanno creato l’incubo dell’accerchiamento. L’Islam viene sempre più identificato con la jihad, la guerra santa.
La primavera araba non ha ottenuto quei risultati di apertura culturale che ci si aspettava, ma si sono radicalizzate le forme di “idéologie du combat”, come ha scritto il filosofo algerino Mohammed Arkoun. Un altro intellettuale, Malek Bennabi, ricorre alla dialettica hegeliana signore/servo, secondo la quale il servo prende coscienza della sua condizione  e si riscatta. C’è addirittura  una teologia islamica della liberazione, che interpreta il Corano in chiave marxista-rivoluzionaria.
Gilles Kepel, uno dei maggiori studiosi ed esperti di cultura islamica, autore di varie opere sull’argomento, ha scritto: “La parola d’ordine è diventata: bloccare il laicismo. Non si tratta più di un aggiornamento, ma di una rievangelizzazione            
dell’Europa, non più modernizzare l’Islam, ma islamizzare la modernità”.
Jack Goody, docente a Cambridge e antropologo di fama mondiale, (tra l’altro ex-prigioniero al Campo 78 di Fonte d’Amore a Sulmona), deceduto poco tempo fa, chiude il libro “Islam ed Europa” con queste parole: “I musulmani sono parte integrante dello scenario europeo”. Si sforza, come molti intellettuali occidentali, di mantenere vivo il dialogo tra Islam e Occidente cristiano.
Il problema del rapporto tra  religioni diverse e culture diverse è sempre un rapporto tra persone diverse. La cosiddetta regola d’oro, “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te stesso”, si trova sia nei Vangeli e sia nel Corano e nei dialoghi platonici. Basterebbe metterla in pratica.
Ma, a livello di politica internazionale, nulla è stato messo alla prova. D’altronde anche il Cattolicesimo e i Movimenti cristiani ecumenici non hanno dato prova di uscire dalle loro mura per aprirsi ad un vero spirito religioso che abbia l’Uomo come centro di riferimento. Quindi, non più chiese-fortezze, ma porte aperte per accogliere ogni uomo come fratello. Perfino la possibilità di trovare un unico giorno, uguale per tutte e tre le religioni monoteiste,  per santificare la festa all’Unico Dio non è stata minimamente presa in considerazione dalle tre religioni. Realizzare un accordo tra le religioni monoteiste per una giornata particolare in cui rivolgersi a Dio  sarebbe un enorme segno  di fratellanza tra gli uomini. Un dialogo costruttivo, foriero di nuove forme di solidarietà.  Una rivoluzione senza spargimento di sangue.
Forse solo la Chiesa Cattolica, con l’attuale papa Francesco, in virtù  della sua caratterizzazione  e del ruolo che ha sul piano internazionale, in collaborazione con l’ONU, potrebbe offrire un valido contributo al miglioramento dei rapporti. Una porta aperta per non radicalizzare lo scontro di civiltà.
 
    natale nella rsa
NATALE ALLA RSA
SAN DOMENICO DI VILLALAGO
con la Santa Messa e la recita
dei bambini della scuola
per una mattinata di festa

VILLALAGO - Natale è anche stare vicino alle persone più deboli e bisognose di un gesto d’amore. Ieri ne hanno avuto concreta conferma gli anziani ospiti della RSA San Domenico con gli atti di affetto ricevuti da quanti sono stati insieme a loro per condividere un giorno di festa.
Alle ore 10,30, nel salone a pianterreno, è stata celebrata la Santa Messa dai parroci di Scanno e Villalago, che non fanno mancare le loro visite periodiche e il conforto della fede. Don Carmelo, nell’esprimere il suo messaggio cristiano, li ha esortati ad affidarsi a Dio con la preghiera e di avere fiducia nel personale medico che garantisce l’assistenza che non possono più avere nelle loro case. A fine celebrazione sono stati i bambini della scuola primaria a regalare a loro dei momenti di allegria. Preparati dall’insegnante Carla Giuliani, hanno espresso nei canti e nella recitazione tutta la gioia del Natale. Sono stati bravi, disinvolti, pieni di entusiasmo. Il loro impegno è stato premiato poi da un ricco buffet condiviso con gli anziani pazienti, la direttrice della struttura e tutti i suoi collaboratori, accompagnato da uno scambio di doni.
 
    i presepi
IL PRESEPE NELLA CHIESA PARROCCHIALE DI VILLALAGO
VILLALAGO - Il presepe è nell’ala destra della chiesa parrocchiale, detta “Cappellone”. Agli scorci villalaghesi o dei paesi di montagna anche quest’anno è stata preferita l’ambientazione classica dell’antica Palestina. Si sviluppa orizzontalmente in un’unica strada, che porta                      
alla grotta della natività, dove i vari personaggi sono intenti nei mestieri quotidiani. Un presepe molto semplice, ma non per questo privo di “incanto” natalizio.
 
IL PRESEPE SEMOVENTE NELLA CHIESA PARROCCHIALE DI SCANNO
SCANNO - Come da anni è allestito nella navata sinistra della chiesa parrocchiale un elaborato presepe semovente, con tanti ambienti e personaggi, che rivivono antiche usanze e mestieri ormai scomparsi. Gli artefici delle ambientazioni e dei movimenti sono Giovanni Gavita ed Eustachio Mansilli. In uno sguardo d’insieme dalla capanna                  
della Natività, posta in alto, in posizione centrale, si dipartono i personaggi maschili, che animano la scena con il loro lavoro di pastori e di contadini, insieme alle donne, nel costume giornaliero e festivo, intente alle faccende domestiche.

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