Lunedì 18 Gennaio - Il Santo del giorno: Santa Margherita d'Ungheria, Principessa e religiosa

Il tempo... ieri - E’ arrivata un’altra spolveratina di neve dopo quella di dicembre. E’ nevicato piano piano nella notte tra sabato e domenica. Freddo intenso. Temp: mass. -3,0°C; min. -4,4°C; attuale -5,1°C (ore 23,30)
 
    tradizioni
Con la presenza del Vescovo della Diocesi e la distribuzione delle “Sagne con la Ricotta”
SI E’ SVOLTA A SCANNO TRA TRADIZIONE E CULTURA
LA FESTA DI SANT’ANTONIO ABATE, detto barone DAI LOCALI
Una lezione-performance si è tenuta sabato sera sull’arte iconografica che raffigura il Santo
SCANNO - Con la celebrazione eucaristica della Vigilia, presieduta dal Vescovo di Sulmona, Mons. Angelo Spina, hanno avuto inizio i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate, rappresentato nella nicchia aperta sopra l'altare in una statua con il saio sotto il mantello nero, il bastone a "Tau" dell'eremita e il maialino accanto. Dai locali è detto “Barone”. Uno dei motivi è legato al fatto che vicino alla sua chiesa abitava un barone caritatevole, che donava in questo giorno un piatto di minestra ai poveri, ma anche perché i Santi sono i Baroni della Chiesa
In ricordo della vita del Santo, all’imbrunire di sabato 16 gennaio, dopo la celebrazione della messa delle ore 17,30, nella piazzetta antistante alla chiesa è stata accesa la “Gloria”, grande falò purificatore intorno al quale tutti i convenuti hanno gustato tradizionali panini con la porchetta. Questa consuetudine è stata iniziata nel 1988 dalla famiglia Maiorano per uno scampato pericolo di incendio alla propria casa in Piazza Codacchiola.
E’ seguito, poi, un incontro culturale presso l’Auditorium Calogero, ex Anime Sante, patrocinato dal Comune di Scanno, con una lezione-performance sull’arte iconografica che raffigura il Santo e la sua storia, tenuta dal prof. Pietro Antonio Bernabei, alla quale è seguito l’intervento del Vescovo che ha sviluppato il tema delle tentazioni del “diavolo”, da Adamo ed Eva ai nostri giorni. Il video di Domenico Di Vitto, girato nel 2010, con belle immagini ed interviste, ha concluso la serata della vigilia della festa di Sant’Antonio Barone.
La concomitanza con la domenica, la neve caduta durante la notte ed il freddo del mattino non hanno scoraggiato fotografi e turisti a partecipare al rito della distribuzione delle “sagne con la ricotta”. Alla fine della celebrazione della S. Messa domenicale da parte del Parroco di Scanno don Carmelo e dopo la benedizione impartita dallo stesso, è iniziata l’offerta del gustoso cibo, delle “Sagne” con la ricotta (striscioline di pasta bianca condite con ricotta salata e lardo), ancora fumante, distribuito ad una folla di fedeli intervenuti con i più disparati recipienti per portarne a casa almeno un mestolo da consumare per devozione.
Un tempo di buon'ora, la famiglia Di Rienzo, faceva disporre all'esterno del “Palazzo”, uno o più caldai di rame ricolmi di fumanti "sagne" con la ricotta. I devoti dopo aver ascoltato la messa nella vicina chiesa di Sant'Antonio Abate, si avviavano con il prete in testa al corteo verso casa Di Rienzo. Quì dopo il rito della benedizione del cibo, con una speciale formula che richiama l'incipit del cantare medievale, ognuno si serviva di un mestolo di minestra che consumava per devozione. Oggi il rito della minestra viene ripetuto e organizzato dalla Parrocchia, con il concorso di numerosi devoti al Santo.   La cerimonia, anche per lo scenario in cui si svolge, è molto suggestiva e dà avvio al lungo periodo del Carnevale.
La festa  di S. Antonio Abate o Barone, si fa risalire ai secoli XIV-XV, quando esisteva fuori le mura del paese, ai piedi del cd. “Colle”, dove sorgeva un’Abbazia, con la modesta chiesta di Sant’Antonio Abate, che ebbe con tutta probabilità la sua fondazione, come altre dell’Abruzzo e di altre provincie del mezzogiorno d’Italia, per opera dell’Ordine dei Chierici Ospedalieri di S. Antonio Abate di Vienne.
La Chiesa esisteva sicuramente ancor prima del 1569: la data indicata sulla lapide che ricorda Ercole Ciorla come colui che “fieri fecit”, induce a ritenere che questo fosse l’anno della fondazione.
Ma già nel 1515, secondo un documento conservato presso l’Archivio di San Panfilo in Pentima, vengono conferiti al sacerdote                          
don Pasquale Di Pietro, Arciprete di Scanno, la chiesa di Sant’Antonio, indicata come “Ruralis Abbadie vulgariter nuncupata de Scando”, ed il beneficio appartenente alla medesima chiesa, tenuto in precedenza dall’altro Arciprete don Marino Ciolli. Dopo un periodo di interruzione intorno al ‘700, con la ricostruzione della chiesa avvenuta nel 1850 per volere dei fratelli Antonio ed Adriano Di Rienzo, la cui famiglia aveva acquistato i diritti di enfiteusi sul “casaleno” nel 1837, l’usanza della distribuzione delle “sagne” nella mattina del 17 gennaio fu ripristinata.
(Testo e foto di Roberto Nannarone)
 
LA “FANOGLIA DEI GIOVANI” HA APERTO A VILLALAGO
I RITI DEL FUOCO IN ONORE DI SAN DOMENICO ABATE
PER LA FESTA DEL 22 GENNAIO, GIORNO DELLA SUA MORTE
“Porticella”, dove hanno composto la catasta di legna, lasciando il rione del Colle, deputato in passato per questa festa. All’imbrunire, dopo la benedizione della “fanoglia” da parte del parroco, don Alain, è stata festosamente accesa. Poi man mano sono arrivati tutti giovani del paese e i loro amici, provenienti da fuori. Subito “i cuochi” si sono affaccendati a preparare una succulenta cena, servita con varie bevande. In allegria hanno trascorso la serata fino a tarda notte. Il miracolo del Santo è stato quello di far ritrovare nel suo nome tantissimi giovani. I fiocchi di neve hanno reso tutto più suggestivo
Il 21 e 22 gennaio verranno accese le fanoglie rionali.
VILLALAGO - E’ ormai entrata nelle usanze villalaghesi l’accensione della “Fanoglia dei giovani” il sabato precedente la festa di San Domenico Abate del 22 gennaio. Il Santo è il Patrono del paese e la data del 22 ricorda il giorno della sua more, avvenuta nel 1031 a Sora. Villalago gli dedica durante l’anno tre feste e questa di gennaio s’innesta ai riti del fuoco, comuni in Abruzzo, che si accende in onore di alcuni Santi, la vigilia della loro festa. In paese, in ogni rione, vengono innalzati sia la vigilia, sia il giorno di festa, delle cataste di legna a forma di cono, dette dai locali “Fanoglie”. Tutto il popolo concorre nel giorno di festa all’accensione della “fanoglia cittadina”, al centro della Piazza principale del paese. I giovani si sono ritrovati sabato scorso alla              
 
FESTEGGIATO AD ANVERSA
IL PATRONO SAN MARCELLO

ANVERSA - Sabato 16 gennaio è stato festeggiato San Marcello, il patrono del paese.
Dopo la S. Messa solenne celebrata dal Parroco Don Oliviero Liberatore, in Piazza Belprato c'è stata la tradizionale distribuzione di vino brulè.
In considerazione delle difficili condizioni atmosferiche, invece della consueta cena collettiva all'aperto, si è svolta una allegra conviviale presso il Ristorante La Fiaccola, allietata da musiche e canti, alla quale hanno partecipato fino a tarda ora numerosi anversani giovani ed anziani.
San Marcello, Romano, fu eletto papa nel 308 (esistono date discordanti sul giorno esatto dell’elezione) dopo un periodo di sede vacante in seguito alla persecuzione di Diocleziano. Morì martire il 16 gennaio 309 durante le persecuzioni di Massenzio. Venne sepolto a Roma, nelle catacombe di Santa Priscilla. I resti sono deposti nell’urna antica di basalto verde all’altare maggiore di S. Marcello al Corso. Fino al IX secolo era venerato nel cimitero di Priscilla. L’Inventario (1870) indica nella chiesa anche la reliquia di un suo osso, posta in un reliquiario dorato a forma di testa. San Marcello, avendo confessato la fede cattolica, per ordine del tiranno Massenzio, fu prima percosso con bastoni, poi destinato alla custodia delle bestie.
 
residente e agli ospiti. Per quanto il dono sia stato fatto senza un secondo fine concreto, si è sperato che quel poco o tanto che è stato donato venisse riconosciuto da chi di dovere, tanto da compartecipare e incentivarlo per il futuro. Così non è stato. L’esperienza non ha avuto seguito per difficoltà economiche.
E’ opinione generalizzata che una società in crescita non può più fare a meno di internet. Il lavoro, lo studio, il divertimento, l’informazione e molto altro ancora sono legati a questo potente strumento. Un’amministrazione lungimirante dovrebbe investire su biblioteche virtuali, ibride, impiegando giovani che possano mettere on line tutti i cataloghi e i libri rari. Ci sono a riguardo progetti che la regione finanzia. Oggi è possibile, direttamente da casa o da qualsiasi altro luogo, dotato di una postazione internet, consultare bibliografie e cataloghi, cercare libri e periodici. Le biblioteche non sono più luoghi silenziosi, dove si andava per leggere, depositi polverosi di libri, che nessuno più leggerà, se non in rari casi di studio o ricerca. Sono cambiati i modi di consultazione e di ricerca di un testo, perché sono mutate le distanze tra cose e persone e di conseguenza lo stesso luogo fisico. Oggi molte biblioteche hanno postazioni multimediali per vedere films, ascoltare musica ed altro ancora. Un’amministrazione non solo questo dovrebbe fare per i suoi ragazzi, ma investire anche sui nuovi strumenti tecnologici, quali e-book e sitografie.
Chi sta dietro un computer non è affatto un fannullone, perché col computer si lavora e si studia. (R. G.)
IL LUNEDI’ DEL DIRETTORE
“Se webmaster vuol dire fannullone”

Il titolo “Se webmaster vuol dire fannullone” è stato ripreso dall’articolo di Roberto Saviano, che si può leggere nel numero di questa settimana della rivista “L’Espresso”. L’illustre articolista parla di una mentalità vecchia, che ritiene i profili professionali legati al web perdita di tempo. Cita, uno per tutti, il governatore della Campania De Luca che apostrofò Luigi Di Maio, deputato del “Movimento 5 Stelle”, come “sfaccendato”, perché nel suo curriculum scrisse webmaster.
Mi è venuto da sorridere, ripensando che un giudizio similare è stato espresso più volte anche da alcuni nostri amministratori (e non solo!).
Ma “non ragioniam di loro” e torniamo a Roberto Saviano.
Il quaranta per cento della popolazione italiana è offline e interi settori non sono ancora completamente informatizzati. Secondo Saviano, “in stazioni, aeroporti, in piazze e luoghi pubblici dovrebbero esserci wifi gratuiti”. L’associazione L’Atelier, da me presieduta, che edita il “Gazzettino della Valle del Sagittario”, per tre anni nel periodo estivo, di maggiore afflusso turistico, con la compartecipazione della Pro Loco e di alcune attività commerciali, ha installato nella piazza principale di Villalago una postazione wifi per permettere il collegamento gratuito ad internet. L’impegno non è andato solo nella considerazione di Saviano, ma anche come dono di un’associazione culturale alla comunità                    
 

UN PENSIERO PER IL PROF. ROBERTO FUSCO

Abbiamo perso un uomo, un amico, un Professore. Un riferimento di onestà intellettuale, di passione professionale, di generosità cristiana. Una persona sobria, che mi ha donato la sua stima e il suo incoraggiamento, partecipando non poco alla mia maturazione culturale. E’ stato il mio insegnante, più precisamente il mio maestro, quello che per primo mi ha trasmesso la passione per lo studio. Gli devo l’amore per la letteratura e lo ringrazio ora sommessamente. Era non solo un insegnante ma anche una persona come difficilmente se ne incontrano. Senza di lui tutti noi saremmo stati infinitamente più poveri.
Arrivederci Professor Fusco. Rossella Gavita