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Lunedì 27 Aprile - Il Santo del giorno: San Lorenzo Nguyen Van Huong, Sacerdote e martire
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Il tempo... ieri - la bassa pressione ha portato tempo instabile, soprattutto nel pomeriggio, quando sono arrivate le
nuvole e le correnti di Maestrale. Temperature: massima. 20,6°C; minima. 8,6°C; attuale 13,8°C (ore 23,50).
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Presentazione del film “Mi chiamo Maya”
Domani, Martedì 28 aprile, a Pescara tutta la giornata ruoterà attorno al film “Mi chiamo Maya”, per la regia di Tommaso Agnese, in uscita nelle sale il 7 maggio e proiettato
in anteprima presso il Cinema Massimo. Il film racconta la storia dell’adolescente Niki che, rimasta sola con la sorellina ancora bambina, decide di
fuggire dalla casa famiglia cui è stata affidata. Insieme affrontano un viaggio alla ricerca di un’utopica libertà, attraverso la Roma conosciuta e quella sconosciuta, incontrando persone molto
diverse tra loro: punk, artisti di strada, cubiste… Una “traversata iniziatica” che, tra mille difficoltà, traghetterà Niki e Alice verso una nuova vita.
La mattinata sarà dedicata ai ragazzi delle scuole, che, prima della proiezione del film,
parteciperanno ad una vera e propria lezione di regia. Alle 18.30 verrà proiettato in anteprima nazionale il film Mi chiamo Maya. Saranno in sala il
regista Tommaso Agnese e l’attrice Valeria Solarino, per incontrare il pubblico pescarese ed introdurre il
film, definito da Mario Abis come “ un film autentico”.
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IL 25 APRILE A SULMONA
Ennio Pantaleo il ragazzo di 14 anni
che si arruolò nella Brigata Maiella
In occasione del 25 aprile, ricorrenza della Liberazione, festeggiata a piazza Tresca con l’intervento del Sindaco di Sulmona, alla presenza dei rappresentanti delle varie Armi e dei reduci della Brigata Maiella, viene da
ricordare, fra i tanti, la figura di un ragazzo che, mentendo sulla sua età al Comandate Ettore Troilo, riuscì a farsi arruolare.
Ennio Pantaleo aveva solo 14 anni, oggi si direbbe un bambino.
A quell’età è assurdo pensare di potersi arruolare. Ma se la volontà è forte, si inventano bugie. D’altra parte, in quelle circostanze di estrema emergenza non si sta a chiedere documenti e a sottilizzare. E, poi, Ennio la guerra la conosceva già e come lui la conoscevano persino donne e bambini, perché per la prima volta nella storia la guerra non si faceva in trincea. Gli aerei colpivano dovunque, portavano
distruzione e morte senza fare distinzione di età e di sesso. Nessuno si accorse della sua bugia da libro Cuore, d’altra parte, era già abbastanza alto e anche il viso non era da ragazzino. Anche se successivamente venne scoperto, il Comandante non volle
umiliarlo rispedendolo a casa. Ennio aveva visto per la prima volta i maiellini
in piazza Garibaldi, a Sulmona, circondati da una folla curiosa e festante. Era
il 9 giugno del ’44. Era la liberazione, la fine della guerra, la fine della paura, del terrore,
che dall’armistizio e dall’occupazione tedesca, era diventato un incubo collettivo, un’immane tragedia. Fu una sorpresa: la città era stata tappezzata con manifesti di saluto in inglese quando, invece, si vide
arrivare una formazione italiana, mal vestita, dall’armamento più vario, comandata da un uomo che portava un grande cappello con una falda ripiegata da un lato che montava un imponente
cavallo bianco con macchie di colore marrone. Superata la sorpresa, i
festeggiamenti furono calorosi. Fu in questa circostanza che Ennio cominciò ad interessarsi a questa sorta di compagnia di ventura, per maturare lentamente
il grande passo di farne parte. Lui non era vissuto nella bambagia. Per
curiosità e per fame girava in bicicletta per le campagne in cerca di qualcosa da mangiare, verdure ed erbe. Un po’ di latte per il padre malato se lo procurava dai nonni a Fonte D’Amore, vicino al campo di concentramento. Un prigioniero fuggiasco se l’era portato a casa con incosciente generosità e dovevano “dividere con lui il pane che non c’era”. Si era salvato per un puro miracolo dal feroce mitragliamento in piazza Garibaldi.
I tedeschi gli avevano una volta sparato e in un’altra occasione lo
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avevano pestato ben bene. Era la prima volta che vedeva una formazione di
volontari. Infatti, nella nostra zona non avevano operato formazioni
partigiane. Tutte quelle bande, di cui si è poi favoleggiato, sono nate dopo la guerra, come il moltiplicarsi di
garibaldini a conclusione delle imprese di Garibaldi. Liberata la regione, la
Brigata Maiella si sarebbe dovuta sciogliere e i volontari sarebbero dovuti tornare a casa, dove li
attendevano gli affetti e l’immane compito di ricostruire dalle macerie le case, i paesi e riprendere le attività economiche. Ma successe quello che forse nessuno si sarebbe aspettato, una cosa
incredibile. Invece di tornare a casa, la Brigata continuò a risalire la penisola. E a Recanati, in previsione dell’ultima decisiva spallata da dare ai tedeschi, rafforzatisi dietro una nuova linea difensiva, la linea Gotica,
promosse una campagna di nuovi arruolamenti. Fu in quei giorni che Ennio Pantaleo maturò la decisione di farsi soldato. Sarà il più giovane della Brigata. L’amore per la mamma e una tenerezza particolare per la sorellina (si commuove
ancora oggi nel ricordarla mentre addentava con l’avidità della fame la pagnotta che lui aveva rubato ai tedeschi rischiando la vita) non
gli impediscono di scappare di casa, insieme ad un compagno, per raggiungere Recanati con un avventuroso autospot. La mamma,
angosciata, andrà con un viaggio altrettanto fortunoso, data l’inesistenza dei mezzi pubblici, a riprenderselo e riportarlo a casa. L’abbraccio fra i due sarà fortemente drammatico. Il ragazzo soldato piange abbracciato alla madre. Ma non torna indietro. E così Ennio seguì la Brigata nella sua avanzata verso il nord, oltre la linea Gotica, attraverso
il fuoco delle battaglie.
Il 21 aprile del ’45 la Maiella entrava finalmente a Bologna. Per prima. Festosamente accolta. Quell’avventura straordinaria, tragica ed eroica, di una formazione del tutto atipica,
aveva vittoriosamente termine.
Ezio Pelino
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IL LUNEDI’ DEL DIRETTORE
Il giovane villalaghese Renzo Sciore
Martire della Brigata Maiella
Il 25 aprile, Festa della Liberazione, nessuna cerimonia a Villalago. Il paese ha l’onore di aver dato i natali al giovane Renzo Sciore, martire della Brigata
Maiella. Sarebbe stato opportuno, ricorrendo i 70 anni dalla Liberazione,
ricordare con una cerimonia pubblica questo giovane, che ha dato la sua vita di
solo 17 anni per liberare l’Italia dall’oppressione nazifascista. Era nato il il 15 ottobre 1927. Negli anni 40 la
famiglia risiedeva a Sulmona, per via del lavoro del padre nelle ferrovie. Dopo
la licenza media trovò da lavorare come fattorino alle poste.
Il giovane Renzo, quando il comandante Troilo arrivò con i suoi “banditi” a Sulmona, pochi giorni dopo la liberazione della città, chiese di arruolarsi, non rivelando la sua vera età. Venne inquadrato nei ranghi della Brigata Maiella il 17 giugno 1944 con
matricola 671.
I nostri partirono per le Marche. Renzo seguì le azioni del XIV plotone, impegnato il 4 il 5 e il 7 luglio in azioni di
combattimento contro pattugle tedesche. A Poggio San Marcello trovò ad attenderlo la morte, dopo solo 38 giorni dal suo arruolamento. Era il 25
Luglio del 1944. Venne sepolto con tutti gli onori nel cimitero del paese. Una
stele lo ricorda a futura memoria. Solo nei primi anni cinquanta i suoi resti
mortali vennero traslati al cimitero di Sulmona. Il fratello ventunenne, Igino,
si arruolerà nella Brigata Maiella il 28 settembre’44, con Matr. 1103. Vi resterà solo un mese. La madre lo pregò di tornare a casa, avendo il terzo figlio deportato in Germania, quale IMI
(Internati Militari italiani).
Ricordare Renzo è un dovere di qualsiasi amministrazione comunale di Villalago, perché il dono della sua giovane vita ai valori della Libertà sia di monito alle nuove generazioni, per essere “combattenti” contro ogni oppressione che falcidia la dignità umana.
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CELEBRATA A SCANNO
LA FESTA DELLA LIBERAZIONE
SCANNO - Come da programma alle ore 10,30 il corteo delle autorità civili e militari è partito dalla sede del Comune, preceduto dal gonfalone comunale, per andare a
deporre una corona d’alloro al Monumento ai Caduti. Presenti i rappresentanti dei combattenti,
alpini, carabinieri in congedo, croce rossa, con i loro labari e bandiere. Il
Sindaco ha ricordato la resistenza civile della popolazione di Scanno, che ha
dato aiuto ai rifugiati sia ebrei che militari. Tra questi il Presidente
emerito Carlo Ciampi, giovane tenente arrivato a Scanno dopo l’8 settembre del 1943. A chiusura della manifestazione è intervenuto Amedeo Fusco, Presidente del Consiglio Comunale.
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A GRAN VOCE SI CHIEDE
A GABRIELE GIANNI DI NON LASCIARE
Il Sindaco ha deciso di candidarsi esclusivamente come consigliere
ANVERSA - Sabato scorso nella bacheca comunale, sita in piazza, è apparso un manifesto non firmato (foto a lato) che chiede al Sindaco Gabriele
Gianni di sentirsi obbligato a ricandidarsi, perché Anversa “lo stima e lo apprezza e lo vuole”. «La sua persona - si legge nel manifesto - è importante per garantire la continuità di quanto è stato fatto e di quanto bisogna fare ancora». L’anonimo - a nostro dire - teme che “ogni cambiamento porta sempre nuove opportunità e nuove idee”, che potrebbero stravolgere l’attuale linea polica e amministrativa. Comunque, abbiamo saputo che Gabriele
Gianni non abbandonerà l’Amministrazione Comunale, ma la servirà come semplice consigliere. Sarà - secondo noi - un degno “pater familias”, che saprà consigliare tutto il gruppo. E’ acclarato che candidato sindaco per l’attuale gruppo di maggioranza sarà il vicesindaco Gianni Di Cesare, già sindaco dal 2005 al 2010.
Sul fronte della minoranza consiliare sembrebbe che il gruppo abbia indicato
come candidata a sindaco la dott.ssa Emanuela Cozzi. Parrebbe - usiamo ancora
il condizionale - che sia tramontata del tutto la possibilità di una lista unitaria. La condizione posta dalla maggioranza è quella di poter indicare il candidato Sindaco, in contrapposizione alla
richiesta opposta che vorrebbe una scelta condivisa, pur non avendo nulla
contro la persona di Gianni Di Cesare.
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AUGURI
PER I 25 ANNI
DI MATRIMONIO
Villalago - Auguri a Giuseppina e a Vincenzo Di Cesare che sabato 25 aprile a Villalago
hanno festeggiato le nozze d’argento con le due figlie, tanti parenti e moltissimi amici. Dopo la messa di
ringraziamento hanno offerto un lauto pranzo a tutti gli invitati nel loro
Ristorante “Lo Chalet”.
Auguri da tutta la nostra redazione.
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GIORNATA
ECOLOGICA
AL LAGO
DI SCANNO
Sabato 25 aprile si è svolta la “Giornata ecologica” al Lago di Scanno, organizzata dall’Associazione pescatori di Scanno e Villalago.
C’ è stata una buona partecipazione di volontari, sia di Scanno, sia di Villalago.
Sono stati raccolti decine di sacchi di immondizia e alcune barche abbandonate,
come mostra il video a lato.
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