| ||||||||||||||||||||||||||||
Sabato 4 Aprile - Il Santo del giorno: Sant'Isidoro di Siviglia, Vescovo e
dottore della Chiesa
| ||||||||||||||||||||||||||||
Il tempo... ieri - Le condizioni del tempo sono mutate da un giorno all’altro. Ieri son tornate la pioggia e le correnti di Maestrale che hanno
riportato il freddo. Temperature: massima 7,4°C; minima 2,5°C; attuale 2,8°C (ore 23,50).
| ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
BUONA PASQUA
Come augurio di Buona Pasqua, simbolo di nuova vita, non c’è immagine più significativa e bella di questi
tre bimbi, Christian, Ginevra e Francesco, nati in gennaio da tre giovani mamme
scannesi, e dei tre pulcini dell’anatra del Lago di Scanno.
AUGURI di una Buona e Santa Pasqua
| ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
Elegie dal mondo estremo
Ovidio sul Mar Nero.
Con l'approssimarsi del bimillenario della morte del poeta latino Ovidio, il Consorzio Polo
Universitario di Sulmona e Centro Studi e Ricerche V. Monaco promuovono la
conferenza - Elegie dal mondo estremo.Ovidio sul Mar Nero - a cura di Roberto
Andreotti alias Il Manifesto. Sulmona 10 aprile ore 17 Sala Conferenze di
Palazzo Sardi. Interverrano Fabrizio Politi e Pasquale Orsini.
Di Ovidio, salvo rapidi ed elusivi accenni che lui stesso affida ai propri
versi, si ignora il vero motivo per cui Ottaviano Augusto ne dispose
l'espulsione da Roma e la relegazione nelle fredde regioni a nord del Ponto
Eusino. Il poeta finì i suoi giorni nell'esilio di Tomi, tormentato dal sogno di un ritorno che non
ci sarebbe stato.
| ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
“PASQUA IN RISERVA”
Nelle Gole del Sagittario
Anversa degli Abruzzi
La Riserva Regionale Gole del Sagittario ed Oasi apre le porte per Pasqua a tutti i visitatori.
Riapre il Centro Visite e la Riserva rimane sempre aperta.
Orari di apertura del Centro Visite:
Venerdì 3 aprile, ore 10,00 - 13,00
Sabato 4 aprile, ore 10,00 - 13,00
Lunedì 6 aprile, ore 10,00 - 18,00
La Riserva è attrezzata per trascorrere una giornata all’aria aperta, lontano dal traffico in riva al Fiume Sagittario.
| ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
La Madonna
che scappa in piazza
La Pasqua sulmonese ha anche il ritmo di uno scatto nel cielo di mezzogiorno, mentre le
campane suonano a festa la domenica mattina, con il sole e la luce che inondano
il proscenio di un’altra rappresentazione, unica e originale come poche, quella della Madonna che
scappa. La mattina di Pasqua alle ore 11 piazza Maggiore è ricolma di gente che aspetta trepidante di vedere socchiudersi il portale della
chiesa di San Filippo, nel frattempo dalla parte opposta, sotto l’acquedotto medievale la statua del Cristo risorto rimane in attesa. La folla
attende che dalla chiesa esca la statua della Madonna vestita a lutto, scura e
chiusa nel suo dolore, e lentamente si avvii verso il centro della piazza. Ci
sono le esitazioni, le pause e le indecisioni che la tradizione attribuisce all’episodio della resurrezione: le statue di San Pietro e San Giovanni che si
alternano davanti all’ingresso della chiesa per annunciare la notizia dell’avvenuta resurrezione, ricostruiscono la scena dei dubbi e della diffidenza di
Maria che non crede alla lieta novella riportata dai due santi, almeno all’inizio. Poi, si lascia convincere da San Giovanni: finalmente il portale si apre
e la statua della Madonna compare sulla soglia, e quindi lentamente si avvia
verso la piazza. E’ all’altezza della fontana monumentale in pietra, il fontanone, che accadrà qualcosa, qualcosa di irripetibile e miracoloso. La folla, intanto, freme,
ondeggia, rumoreggia; i balconi, le terrazze, le scalinate che risalgono verso
corso Ovidio, le salite di costa dei Sardi sono strapieni. I portatori della
statua della Madonna sono arrivati al fontanone, si fermano, la folla trattiene
il respiro, loro prendono il tempo giusto: poi, è un attimo: sollevano la statua della vergine e, sospinti dal boato della folla,
cominciano a correre in direzione della statua del Cristo. Il manto della
Madonna, quel manto nero e luttuoso cade a terra, svelando una veste ricamata
in oro che risplende, mentre un volo di colombi sale nel cielo. Dodici,
quindici
| ||||||||||||||||||||||||||||
secondi di corsa, accompagnati dagli sguardi carichi di tensione della folla
emozionata e commossa, tra strepiti e urla d’incitamento e scoppiar di petardi che si concludono con l’abbraccio ideale al figlio Gesù. Dodici, quindici secondi che sembrano infiniti, una breve lunghissima
interminabile traiettoria durante la quale la piazza, la città, le migliaia di persone che assistono all’evento sono concentrati idealmente a sostenere quella statua che corre, quel
manto verde in movimento che ha fretta di raggiungere il punto d’arrivo, e nella corsa, nella frenesia, nella concitazione mista di paura e
allegria si definisce e sostanzia il senso di questa rappresentazione, il
significato di una festa, la festa della vita che rinasce, di una rievocazione
commovente, semplice e indimenticabile come una favola popolare, la favola più bella della Pasqua sulmonese.
(Abruzzo Appennino)
| ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
PROCESSIONE A SCANNO
DEGLI INCAPPUCCIATI
SCANNO - Interrotta dal 2009, per l’interdizione della chiesa della Madonna delle Grazie per il sisma, la
Processione degli Incappucciati del venerdì santo dall’anno scorso esce dalla chiesa di Sant’Eustachio. Ieri, con inizio alle ore 9 i confratelli della Madonna delle Grazie,
con il cappuccio bianco che nasconde il volto, preceduti dalla Croce e seguiti
dal sacerdote con i fedeli, hanno raggiunto dapprima la chiesa della Madonna
del Carmine. Davanti al sepolcro sono state contemplate le cinque piaghe del
Cristo e i sette dolori di Maria. Nella chiesa di Sant’Antonio è stato visitato il secondo sepolcro, allestito quest’anno nell’altare maggiore, quindi la processione si è diretta nella chiesa madre, per sostare in preghiera davanti al SS. Sacramento.
Poi ha fatto ritorno alla chiesa di Sant’Eustachio, passando davanti alla chiesa chiusa della Madonna delle Grazie e
risalendo per Via Canestro. A conclusione è stato cantato l’antico canto in latino del Miserere. Anche quest’anno il rito ha richiamato molti appassionati di fotografia, che ne hanno
ritratto ogni passaggio.
| ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
LA PROCESSIONE
DEL CRISTO MORTO
A VILLALAGO E A SCANNO
I riti del Venerdì santo culminano nella processione del Cristo morto, seguito dalla Madre Addolorata,
rappresentata nell’immagine
|
del dolore. A Villalago ha avuto inizio alle ore 21, dalla chiesa parrocchiale, per
percorrere le vie del paese. Ala suono della banda d’Introdacqua le statue, scortate dagli alpini, sono state portate quest’anno dai confratelli di San Domenico. Nonostante il freddo, non ci sono state
precipitazioni che ne impedissero lo svolgimento.
Anche a Scanno la processione, suggestiva per le musiche e il canto del
miserere, è stata seguita con molta partecipazione di gente in tutti gli angoli del paese.
| |||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
RIPRESE VIDEO A SCANNO
PER L’EXPO DI MILANO
SCANNO - Ieri a Scanno era presente una troupe per un servizio video per l’Expo di Milano, Dopo aver visitato nella mattinata l’agriturismo Valle Scannese con le pecore produttrici della lana dal marchio
Abruzzo, nel pomeriggio hanno effettuato delle riprese oltre l’arco di Sant’Eustachio. Con Roberta Castiglione, alcune donne dimostravano la lavorazione
della lana di pecora con l’uncinetto. Al gruppo si sono unite anche due turiste milanesi, lì per caso per visitare la chiesa.
Roberta Castiglione ha messo in mostra un abito da sposa interamente lavorato
con la lana, posto a confronto con quello della tradizione scannese, indossato
per l’occasione da una ragazza.
| ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||