Venerdì 20 febbraio - Il Santo del giorno: Sant' Eleuterio di Costantinopoli, Martire

Il tempo... ieri - L’alta pressione ha portato una bella giornata di sole. Peccato che le persistenti correnti gelide, hanno fatto scendere il termometro. Notte stellata. Temperature: mass. 7,2°C; min. -5,4°C; attuale -1,2°C (ore 23,50).
 
Il libro del prof. Piero Rovigatti
Un Eco villaggio
nella Valle del Sagittario
Sarà presentato ad Anversa il 7 marzo

Il Comune di Anversa e la Riserva hanno il piacere di  presentare il libro del prof. Piero Rovigatti "Un Eco villaggio nella Valle del Sagittario - L'esperienza del Piano di Recupero per l'Aia delle Piagge ed altre storie di urbanistica partecipata ad Anversa degli Abruzzi e dintorni".
Il libro raccoglie i materiali, gli studi e i progetti realizzati in collaborazione tra il Comune di Anversa degli Abruzzi, la Riserva Regionale delle Gole del Sagittario, il WWF Abruzzo e un piccolo gruppo di ricercatori del Dipartimento Ambiente, Reti e Territorio (ora Dipartimento di Architettura, sezione Architettura e Urbanistica) a partire dal 2006, l’anno in cui si è dato avvio alla formazione del Piano di Recupero di una piccola parte, marginale ma strategica, del Centro
storico di Anversa degli Abruzzi. Durante l'incontro verranno, inoltre, descritti i tanti progetti realizzati dalla nostra Riserva. L'appuntamento è fissato per il 7 marzo 2015 alle ore 16:00 presso la sede municipale di Anversa.
 
Chi ricorda Rocco Di Pillo?
di Ezio Pelino

A Pratola si discute a chi dedicare il nuovo rondò stradale. L’orientamento che appare dominante è quello di intitolarlo alla memoria delle Foibe, cioè all’eccidio  degli italiani da parte dei “titini”. Una strage terribile, feroce, che non va assolutamente dimenticata. Ma, sostengono  altri,  perchè non ricordare un personaggio locale, un eroe pratolano del tutto dimenticato , sconosciuto ai più? Rocco Di Pillo. I giovani, sicuramente, non lo conoscono, solo i vecchi ne conservano il ricordo, che non passa più attraverso la comunicazione orale padre figlio, nonno nipote. Rocco era un orfano di guerra. Il padre era  morto a seguito delle ferite riportate nella prima guerra mondiale. Era un antifascista, un anarchico, un pacifista che rifuggiva da ogni violenza. Era nato povero da famiglia numerosa, ma riusciva ad essere generoso con i più poveri di lui. Durante il servizio militare, nell’aprile 1943, fu condannato dal Tribunale Militare di Bologna a due anni e sei mesi di  reclusione per “disubbidienza continuata”. Il 16 maggio 1943, viene internato nel Reclusorio di Pizzichettone. Poco dopo l’armistizio, il 20 ottobre del 1943, è deportato dai tedeschi in Germania e internato nel campo di lavoro di Natzweiler, un lager dove è attiva la  camera a gas e il forno crematorio. Viene, poi,  trasferito nel più terrificante, famigerato campo di sterminio, il Konzentrationslager, k.z. di Flossemburg. Con la matricola  n°5339, viene condannato ai lavori forzati  per la fabbricazione
di motori di aerei. Il campo era, soprattutto, finalizzato ad essere la tomba per polacchi e russi, secondo il criminale progetto di Hitler di cancellare  dalla faccia della terra il popolo slavo. Il forno crematorio, pur ardendo giorno e notte, non riusciva  a “smaltire” i cadaveri, tanto che venivano anche sotterrati in fosse comuni e nei cimiteri dei dintorni. Gestito dalle SS,  perseguiva con  feroce sadismo lo sterminio attraverso il lavoro. Dodici massacranti ore di fatica, dalle 6 alle 18, sottoposti alle frequenti  botte, ai morsi dei cani addestrati dalle SS, sottoalimentati con cibo scarsamente calorico. Con  l’ossessiva minaccia dell’eliminazione per chi non fosse più in condizioni di produrre. L’arrivo degli Alleati, il 20.4.45, liberò gli schiavi sopravvissuti. E’ difficile immaginare la gioia di quegli spettri. Rocco pesava solo 30 chili. Una larva. Dai registri del campo risulta che 111.400 fossero le immatricolazioni. Le vittime, secondo la maggioranza degli storici, furono 73.296. Nello stesso campo di sterminio di Rocco, c’erano  anche nomi illustri, come Eugenio Pertini, fratello del futuro Presidente della Repubblica, Filippo D’Assia, Francesco di Baviera, Dietrich Bonhoeffer, l’ Ammiraglio Canaris.
La domanda non è se la sua città debba dedicare il rondò a Rocco Di Pillo, ma perché non ha fatto niente finora per ricordarlo, per farlo conoscere ai suoi giovani concittadini. I giovani, se frequentano una buona scuola, sanno dei campi di sterminio, ma non sanno sicuramente che un loro concittadino quel calvario, che loro leggono solo sui libri,  lo ha vissuto e che fino al 1998 viveva a Pratola, portando, in silenzio, le terribili ferite del suo spirito.
 
Dal Presidente
di quartiere
della zona peep
DI SULMONA

Il Comitato di Quartiere della Zona Peep esprime gratitudine al Sindaco RANALLI per l'impegno e l'energica azione di contrasto alla paventata chiusura del punto nascite presso l'Ospedale di Sulmona.
Nel contempo invita i politici che rappresentano il territorio a tutti i livelli, a non limitarsi a dichiarazioni di circostanza ma ad intraprendere iniziative concrete per ostacolare la chiusura di un reparto di vitale importanza non solo per la città di SULMONA  ma per l'intero comprensorio. (Il Presidente del comitato di quartiere, Bruno Acreman)
 
IL SINDACO DI BUGNARA
CONTRO LA RIDUZIONE DI ORARIO
DELL’UFFICIO POSTALE

Bugnara - Giuseppe Lo Stracco, sindaco Bugnara, non ha accettato la proposta di Poste Italiane di ridurre i giorni di apertura dell’ufficio postale. E’ contro perché, secondo lui, non è ammissibile che proprio Bugnara debba subire scelte che vanno a pesare sullo sforzo complessivo di recupero che il paese sta portando avanti, con il positivo risultato di aver avuto negli ultimi anni un tasso di crescita, anche demografica, consistente. Proprio in questi giorni - sostiene il Sindaco - nell’ambito della nuova politica della gestione associata dei servizi nel territorio, Bugnara è divenuta stazione unica appaltante per i paesi della Valle del Sagittario, senza tralasciare consistenti progetti di natura turistica e culturale che stanno per partire, ne consegue che una riduzione dei servizi postali nel capoluogo comporterebbe la penalizzazione di un territorio che più di ogni altro merita invece attenzione e giusta considerazione. Nei prossimi giorni il Consiglio comunale deciderà la strategia migliore da sviluppare sul piano politico e in occasione del confronto con Poste Italiane.
 
GLI ALPINI RICORDANO IL CAPORALE CARLO DE BERARDINIS
Classe 1888 di Bellante, una delle “morti bianche” del Monte Cauriol
Nel quadro delle attività culturali connesse con la ricorrenza del centenario della prima guerra mondiale e in concomitanza della prossima 88^ Adunata Nazionale degli Alpini a L’Aquila, la Sezione A.N.A. Abruzzi presieduta da Giovanni Natale, intende tra l’altro far conoscere e promuovere in questa occasione non solo gli alpini decorati al valore militare, ma anche singolari figure di alpini meno noti, che per fatti d’arme meritano anche loro la giusta attenzione. L’incarico di riproporre singolari fatti d’arme è stato affidato all’alpino Sergio Paolo Sciullo della Rocca decorato medaglia d’oro mauriziana della Repubblica Italiana, esperto di storia militare, delegato per il coordinamento degli alpini abruzzesi all’estero, che in occasione di un recente briefing tenutosi a L’Aquila, ha ricordato tra l’altro che l’Italia è entrata in guerra il 24 maggio 2015 e nel prossimo mese di maggio oltre all’adunata nazionale degli alpini ci saranno anche varie iniziative culturali per la commemorazione del centenario della prima guerra mondiale. Appuntamento questo che in buona parte ha visto impegnato gli alpini nei duri e aspri combattimenti in montagna, Sciullo della Rocca ha precisato che alla prima guerra mondiale gli alpini parteciparono con 88 battaglioni e 66 gruppi di artiglieria da montagna per un totale di 240.000 uomini mobilitati, tra questi vi furono anche molti abruzzesi. E’ in quarantotto mesi di continui combattimenti scrissero pagine memorabili di eroismo nella nostra storia patria. In questo contesto ha presentato la figura del caporale degli alpini Carlo De Berardinis di Bellante un paese nella Provincia di Teramo che per l’Abruzzo, risulta essere una singolare testimonianza storica. Lo stesso era già alpino nel 1908 nel Battaglione Alpini Pieve di Teco inquadrato nel 1° Reggimento Alpini, prima ancora dell’ inizio della Prima Guerra Mondiale. Successivamente viene inviato in Cirenaica nel 1912, dove conosce il Generale Antonio Cantore, morto successivamente nelle Dolomiti ampezzane. Il fatto è significativo in quanto il Generale Cantore venne poi considerato dagli Alpini nella Gerusalemme Celeste un pò il San Pietro della situazione, cioè quando muore un Alpino questo va tra gli alpini, accolto nel Paradiso di Cantore. Altra coincidenza significativa la partecipazione del soggetto con il Battaglione alpini “Feltre” ai combattimenti sul Monte Cauriol, dove morirono ben oltre 10.000 militari italiani sia in azioni di guerra e sia a causa del freddo e del gelo. Questi caduti vennero definiti “le morti bianche”, è tra queste morti bianche, rientra anche il caporale Carlo De Berardinis di Bellante deceduto il 15 settembre 1917 a Canal San Bovo. Lo stesso meritò “La Medaglia per l’Unità Nazionale” – “La Medaglia commemorativa della guerra Italo – Turca” e la “Medaglia a ricordo della guerra 1915 – 1918” la sua figura per singolarità, è stata segnalata al
Sindaco di Bellante Mario Di Pietro per un giusto ricordo in ambito locale. Giova inoltre ricordare che il Monte Cauriol per gli aspri combattimenti divenne il simbolo del sacrificio degli Alpini e oggetto di numerosi libri di storia e di canti militari. Il Cauriol è una vetta della catena montuosa del Lagorai ed è sita tra il Monte Grappa e il Monte Ortigara, campi di battaglia questi, oggi assunti a simbolo perenne della prima guerra mondiale, la sua conquista facilito lo sfondamento italiano sul Piave e l’arretramento dell’esercito Austro-Ungarico.
L’addetto stampa, Giuseppe Del Zoppo
 
SULLA CHIUSURA DELLA CASA DI RIPOSO “Anni azzurri” DI CANTONE
LA MINORANZA consilare di Introdacqua PRETENDE
SPIEGAZIONI RitenendolA immorale
INTRODACQUA - Dopo la chiusura della residenza per anziani “Anni azzurri” sita ad Introdacqua (AQ) nella contrada Cantone, avvenuta il 12 febbraio scorso, Il Gruppo Consiliare “Uniti per Introdacqua” prende fermamente posizione su questo “triste” fatto.
Afferma la minoranza “Visto il clamore che ha suscitato, per usare un eufemismo, questo “misero” accadimento, richiederemo un consiglio comunale per avere spiegazioni sui motivi che hanno portato alla chiusura della residenza per anziani di via Mandolella, che probabilmente, poteva essere evitata.Inoltre, faremo istanza di accesso agli atti per avere tutta la documentazione inerente alla vicenda”.
Allo stato non si conoscono con esattezza le irregolarità riscontrate nella struttura, ma da quanto dichiarato dal legale degli attuali gestori della casa di riposo attualmente chiusa, non sembrerebbe esserci alcun provvedimento di carattere igienico sanitario, ma il sequestro effettuato è solo frutto di una controversia con il Comune.

 
E’ TORNATO A FORMARSI
Il lago Cupaione
a Villalago

VILLALAGO - Le piogge e le nevicate di questi ultimi mesi hanno fatto di nuovo il “miracolo” di riportare al massimo il livello del Lago di Scanno. Qualche giorno fa le acque si sono incanalate verso il “Cupaione”, riformando il laghetto che ha una grande funzione di equilibrio idraulico.
Il canale, dopo la ripulitura da frascame e pietre, che lo intasavano (vedi foto a lato) ha allontanato il pericolo di esondazione. L’imbocco è stato liberato da tronchi, siepi e pietrame. Appena dopo il ponte il canale è stato ripulito da tutta la vegetazione, senza toccare i resti dei muri, ancora visibili, segno dell’antico perimetro, e senza mutarne la pendenza. Prima dei lavori il lago aveva messo più volte in pericolo le costruzioni riveriasche e lo stesso Prefetto dell’Aquila nell’ultima esondazione ne ordinò la ripulitura. I lavori sono stati eseguiti dal Genio
Civile. Appena il Lago Cupaione raggiungerà il suo livello massimo, le acque si incanaleranno verso un altro bacino, il Lago Lucciola.