Giovedì 19 febbraio - Il Santo del giorno: San Giorgio, Monaco di Vabres, Vescovo di Lodeve

Il tempo... ieri - Giornata Variabile con poche uscite del sole. L’alta pressione ha portato un irrigidimento del freddo, con valori della minima sotto lo zero. Temperature: mass. 4,7°C; min. -2,7°C; attuale -2,6°C (ore 23,50).
 
Quinta edizione di “Cinema e Psichiatria”

Al via oggi a Sulmona, a partire dalle ore 17.30, nella sala del Cinema Teatro Pacifico l’iniziativa culturale che ogni anno nel comprensorio provinciale propone incontri, proiezioni ed approfondimenti grazie al contributo di psichiatri, psicologi, operatori sociali e personaggi del mondo dello spettacolo.
L’iniziativa è’ organizzata dall’Istituto Cinematografico “La Lanterna Magica” e dal Dipartimento di Salute Mentale della Asl dell’Aquila con il concorso del Comune di Sulmona. Oggi la rassegna inizierà con la proiezione del film “L’uomo in più” di Paolo Sorrentino. Al dibattito saranno presenti il dott. Vittorio Sconci, psichiatra, la giornalista e sociologa Tiziana Pasetti e Enzo Decaro, regista, attore e sceneggiatore. Come ogni anno il programma prevede anche un momento di riflessione dedicato alle giovani generazioni con il coinvolgimento di insegnanti e di centinaia di studenti della città, con proiezioni mattutine. “L’immagine. Un prezzo da pagare” è il tema che verrà affrontato durante tutta l’edizione di “Cinema e Psichiatria.verrà arricchita da incontri letterari aperti alla città, alla presenza dell e del dott. Vittorio Sconci, psichiatra.
 
Università Sulmonese della Libera Età
«Il gran lombardo Carlo Emilio Gadda
visto da due abruzzesi:
Giuseppe Papponetti
e Lucilla Sergiacomo»
 
OGGI, Giovedì 19 febbraio 2015, ore 16,30, nell’Auditorium “G. Capograssi”, Agenzia di Promozione Culturale, Piazza Venezuela - Sulmona, la dott.ssa Lucilla Sergiacomo, terrà una lezione dal titolo: «Il gran lombardo Carlo Emilio Gadda visto da due abruzzesi: Giuseppe Papponetti e Lucilla Sergiacomo»
 
IL PARCO D’ABRUZZO
E LA TUTELA DELL’ORSO:
OGNUNO FACCIA LA SUA PARTE

L’Associazione Salviamo l’orso, con un comunicato stampa diffuso ieri, così come aveva già fatto in passato, torna ad esprimere la propria preoccupazione sul focolaio di TBC aperto nel mese di agosto scorso in un allevamento di Gioia dei Marsi e a tutt’oggi non ancora chiuso. La preoccupazione dell’Associazione rispetto alla possibile diffusione della malattia nella popolazione di orso marsicano è ovviamente una preoccupazione che L’Ente Parco condivide ed esprime da quando il primo focolaio di TBC fu aperto nel 2012 in un altro allevamento sempre a Gioia dei Marsi. La preoccupazione è divenuta più pressante a seguito della morte di un’orsa nel marzo dello scorso anno che presentava una diffusa infezione di tubercolosi, causata da un micobatterio della tubercolosi bovina, appartenente allo stesso profilo genetico di quello che era stato isolato 2 anni prima in un allevamento di Gioia dei Marsi, come hanno stabilito gli accertamenti compiuti dall’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, Centro di referenza nazionale sulla tubercolosi bovina, a seguito dell’interessamento del Ministero dell’Ambiente e del Ministero della salute.
“Non ci piace stare a fare distinzioni tra amministrazioni pubbliche alle quali i cittadini chiedono di risolvere i problemi - afferma il Presidente del Parco Antonio Carrara - ma non possiamo accettare che le responsabilità vengano distribuite nel mucchio indistintamente. E’ sempre utile capire quali sono le competenze in gioco ed evitare di scrivere sciocchezze.
Per essere chiari: il PNALM ritiene di aver fatto e di fare tutto ciò che è in suo potere sul focolaio di TBC aperto a Gioia dei Marsi.”
Non a caso a partire dal mese di aprile 2014, quando le analisi di laboratorio hanno rivelato la presenza di tubercolosi sull’orsa deceduta, il Parco ha sollecitato le altre amministrazioni interessate, e dato la propria disponibilità a collaborare, per realizzare azioni utili a riportare sotto-controllo la situazione. Fin dalla prima riunione, svoltasi presso il Comune di Gioia dei Marsi in accordo con il sindaco, il Parco ha posto ai servizi veterinari della ASL il problema di effettuare i controlli sanitari sugli animali così come prevede la legge. La richiesta di sospendere il pascolo in alcune aree per ragioni precauzionali, fortemente voluta dal Parco, nel corso di una riunione svoltasi al Ministero della salute su iniziativa della Regione Abruzzo nello scorso
mese di maggio, e fatta propria dal Ministero, non fu ritenuta opportuna dai servizi veterinari. La necessità di effettuare i controlli sanitari dovuti si è ulteriormente chiarita in quanto sul territorio di Gioia un allevamento di bovini di oltre 100 capi aveva perso la qualifica di ufficialmente indenne già dal 2013, poiché i Servizi veterinari non avevano potuto effettuare i controlli sanitari previsti per legge a causa del pascolo brado, e l'ordinanza del Sindaco, che obbligava l'allevatore ad effettuarli, era rimasta di fatto senza esecuzione. La lunga e problematica azione di recupero degli animali e di controlli sanitari da parte della ASL , avviata dal maggio scorso, ha portato, nel corso del mese di agosto, ad evidenziare una nuovo caso di TBC bovina. La gestione del focolaio aperto è stata particolarmente difficile come dimostrano le vicende registrate dalla cronaca dei mesi scorsi e la difficoltà a chiudere definitivamente il focolaio.
L’Ente Parco ritiene necessario:
1)chiudere al più presto il focolaio di TBC ancora aperto e prendere ulteriori misure per evitare il ripetersi di situazioni simili;
2) vietare la pratica del pascolo brado, attualmente consentita da una norma regionale, perché non si concilia con l’esigenza di una corretta gestione della zootecnia e dell’area protetta;
3) vietare la pratica, diffusa in aree fuori Parco, di lasciare all’aperto e incustodite risorse alimentari che creano una promiscuità tra fauna e animali domestici;
4) interdire il pascolo nei territori frequentati da animali risultati positivi alla TBC per un periodo necessario al loro risanamento.
5) garantire una sorveglianza sanitaria sulla fauna selvatica atta a prevenire il diffondersi di malattie letali per l’orso marsicano.
(Ufficio di Presidenza Antonietta Ursitti)
 
 
Rinvenuto il corpo di una Lupa
vicino alla riva del Fiume Tasso
In località "Centrale Elettrica" di Scanno

SCANNO - Ieri mattina, su denuncia di un cittadino, le guardie forestali hanno rinvenuto presso le rive del Fiume Tasso, in località “Centrale Elettrica” di Scanno il corpo di una lupa. Sconosciute le cause della morte, ma i primi rilievi sul posto da parte dei veterinari della Asl di Sulmona hanno scoperto fori sull’animale che fanno supporre che sia stata uccisa con un’arma da fuoco. I motivi sono per il momento sconosciuti. E’ questo un periodo in cui i lupi si avvicinano alle stalle fuori paese e spesso sono stati visti non lontano dall’abitato. Tra le ipotesi: colpi di fucili per difendersi da un eventuale attacco o per salvare gli animali di allevamento. Il corpo della lupa è stato recuperato dagli agenti del Parco e portato all'Istituto zooprofilattico di Teramo.
DAL PRESIDENTE GIUSEPPE MARONE

SCANNO - Il sottoscritto Presidente non ha ritenuto opportuno rispondere alla mail del Sindaco, in quanto riteneva corretto prima creare un tavolo di lavoro o di discussione, e poi discutere dell’aspetto economico. istituzionale.

 
Enio Mastrangioli
Capogruppo PD - Provincia Dell’Aquila
Sul Punto Nascite di Sulmona
IL DIRITTO DI UN TERRITORIO

Sul Punto Nascite di Sulmona sono ancora molti gli interrogativi aperti sulla sua soppressione o meno. Sono molte le ipotesi, le conferme e le smentite che leggiamo sulla stampa in questi giorni, con la sottolineatura da parte dell’Assessore Regionale Paolucci che l’obiettivo è di realizzare una rete, dei presidi nel territorio regionale, in grado di garantire la sicurezza delle madri e dei nascituri.
La conclusione, sottesa a questo ragionamento, è che i presidi con un numero basso di parti durante l’anno non è garanzia di adeguata e professionale assistenza a fronte di eventuali gravi patologie.
Non intendo entrare in un confronto simile che va avanti da anni, molto specialistico e delicato, certamente ereditato dall’attuale Giunta e Assessore Regionale alla Sanità, al quale va riconosciuto, comunque, il merito di agire con molta prudenza, attenzione e ascolto.
Il quesito che vorrei porre, e al quale invito la Giunta Regionale a riflettere e a dare una risposta, è il seguente:
•  il diritto di un territorio ad avere servizi pubblici o di interesse generale è determinato dai “numeri” o da considerazioni attinenti il diritto stesso di una comunità, che vive in un’area specifica e di particolare identità, ad avere pari opportunità e uguaglianza di trattamento?
E’ evidente che se la preminenza é data ai numeri, nell’Area Territoriale della Valle Peligna, Alto Sangro e Valle Subequana, quasi tutti i presidi pubblici presenti nelle nostre comunità come Scuole, Caserme dei Carabinieri, Poste, Banche, etc, dovrebbero essere soppressi o accorpati. Può essere questa una logica?
 Evidentemente no, poiché significherebbe decretare la morte, l’annichilimento di un territorio, in barba a tutte le discussioni teoriche sul suo rilancio, sulle promesse di finanziamenti, che ritualmente ascoltiamo dalle varie rappresentanze politiche.
E’ noto e comprovato dai fatti che l’attrattività di un territorio dipende dalla quantità e qualità dei servizi presenti, in mancanza dei quali c’è l’emigrazione verso altri lidi, c’è lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione. Per queste ragioni un’Area Territoriale come quella della Valle Peligna, Alto Sangro, Valle Subequana, vasta, montana, orograficamente particolare e con una viabilità difficile, seppur con un numero di abitanti non elevato, non possa essere continuamente privata di servizi essenziali e identitari come, nel nostro caso, può essere considerato il Punto Nascite di Sulmona.
L’aquilano, la Marsica, il teramano e la costa pescarese-chietina, aree territoriali ben definite e omogenee come la nostra, possono godere di servizi e presidi in quantità e qualità, anche a pochissima distanza. Perché le nostre comunità non dovrebbero avere gli stessi diritti che hanno quelle di tali aree? Quali sono le ragioni ostative, a prescindere dai numeri, che impediscono di dotare il nostro Punto Nascite, di locali, attrezzature, personale a sufficienza e qualificato, mezzi di trasporto specializzati per gravi esigenze, così da garantire la sicurezza delle madri e dei nascituri? Oltretutto quando è in programma la costruzione di un nuovo Ospedale, che può essere definito tale se dietro le mura dello stesso ci siano i contenuti.
E’ chiaro che il problema è politico e la politica può e deve scegliere, senza alibi e fumo negli occhi, in coerenza con una logica di solidarietà, in questo caso di solidarietà territoriale, bilanciando i costi della sanità in maniera equilibrata, che significa assicurare a tutta le popolazioni abruzzesi pari opportunità e condizioni di assistenza nei territori in cui risiedono ed in cui vogliono far nascere i propri figli.
Enio Mastrangioli
 
INIZIATI IERI DOPO SETTE ANNI I LAVORI ALLA FRANA
DELLA CIRCUMLACUALE DEL LAGO DI SCANNO
Avvenuta nel lontano 16 aprile 2008
VILLALAGO - Sono iniziate ieri mattina le indagini geologiche per dar corso, dopo i risultati, ai lavori di ripristino del tratto di strada al Km. 1+400 della Strada Provinciale Circumlacuale nel territorio di Villalago, franato il 16 aprile 2008. La geologa, dott.ssa Catia Di Nisio, ci ha spiegato che i sondaggi servono per monitorare il movimento franoso. Li sta eseguendo l’Impresa Geo S.a.s. Taddei Ing.bruno & C dell’Aquila.
La frana avvenne il 16 aprile del 2008. Trascinò con sé anche parte della pista ciclabile (foto a lato). Il Settore Viabilità della Provincia dell’Aquila emise subito l’ordinanza di chiusura al traffico per motivi di sicurezza. Ne seguì il sopralluogo per verificare quali lavori mettere in cantiere e dopo solo tre giorni iniziarono per risolvere quanto prima i problemi del traffico. L’urgenza derivava anche dal fatto che il lato opposto della circumlacuale con la limitazione di sagoma, dovuta al ponte della chiesetta della Madonna del Lago, impediva il traffico ai mezzi pesanti e ai pullman turistici. Dopo appena venti giorni la strada venne riaperta a senso unico alternato. I lavori di sistemazione dell’intero tratto, nonostante le promesse, non furono mai eseguiti. Ieri finalmente si sono visti i mezzi e gli operai in azione.
 
 
Foto del 16 aprile 2008