Martedì 26 Agosto 2014 - Il Santo del giorno: Sant' Alessandro di Bergamo, Martire

Il tempo... ieri - GIORNATA VENTILATA MA BELLA. Il sole è stato presente fino al tramonto, anche se il termometro è sceso di qualche grado nei valori della massima. Temperature: max 25,9°C; min 116°C; attuale 16,5°C (ore 23,50).
 
Una secchiata
d’acqua gelida
per aiutare
il mio amico residente
in Argentina
malato di SLA
Non chiamo nessuno
ad imitarmi perché tutti
abbiamo il dovere di contribuire
alla ricerca per trovare una cura

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Sui social network molti stanno cercando di raccogliere fondi per la lotta contro la SLA, La Sclerosi Laterale Amiotrofica di cui soffrono milioni di persone nel mondo. Per farlo, le celebrità si tirano in testa una secchiata di acqua gelida, filmano il tutto e sfidano altre tre persone a fare lo stesso nelle 24 ore successive. Ricordiamo che tutti i personaggi famosi che hanno fatto il video nel quale si sono rovesciati un secchiello pieno d’acqua in testa, hanno donato soldi a favore della ricerca contro la Sla. L’associazione che opera da anni per trovare una cura per combattere questa grave malattia nei giorni scorsi ha emesso un comunicato nel quale si diceva che negli ultimi giorni, grazie a questa iniziativa, sono stati raccolti oltre 81 milioni di dollari; nello stesso tempo lo scorso anno solo 1 milione. Anche il nostro capo del  
governo, Renzi si è sottoposto alla secchiata d’acqua e ha chiamato ad imitarlo Roberto Baggio, un suo amico medico, che cura i malati di sla, e a tutti i direttori dei giornali.
Io sono uno sconosciuto direttore di un modestissimo giornale locale, ma ho risposto all’invito del Presidente Renzi perché un mio amico villalaghese, residente in Argentina, è stato colpito da questa grave malattia. Non chiamo nessuno ad imitarmi. Occorre che tutti spontaneamente contribuiamo con le nostre offerte, piccole o grandi che siano, a finanziare la ricerca per la cura di questa terribile malattia,
In Italia, i malati di Sla sono 5 mila e sono stati raccolti finora solo 100.000 euro.
 
CHIUSA LA MOSTRA DEL MERLETTO A TOMBOLO DI SCANNO
SESTA EDIZIONE DAL 4 AL 24 AGOSTO 2014
Scanno - Dopo 20 giorni di esposizione, si è conclusa il 24 agosto la sesta edizione della mostra del merletto a tombolo scannese nell’Auditorium ex Anime Sante. Tenuto conto del successo di visite dell’anno scorso, quest’anno è stato deciso di concentrarla nei giorni di maggior afflusso di turisti e di prolungarne la durata, prenotando sin dall’inizio dell’anno lo spazio che poi, per forza di cose, ha dovuto condividere con l’altra, “ Il Tempo Qui”, allestita il 2 agosto dalla Fondazione Genti d’ Abruzzo. L’arch. Giovanni Di Cesare è riuscito a conciliare le due mostre con una disposizione equilibrata della seconda, che non disturbasse la prima. Nella parte centrale della sala sono stati esposti i pezzi più rappresentativi: La tovaglia del Settecento, con le bordure e i ricami in filo d’argento, abbinata ai lavori eseguiti con filato speciale, secondo le ultime tendenze e, in tutta evidenza, come ultima scoperta, un bordo circolare per tovaglia dal diametro di cm. 110, lavorato più di un secolo fa dalla scannese Anna Del Fattore, classe 1881. Nella parte superiore, nelle bacheche e su alcuni pannelli, sono stati disposti i lavori della tradizione classica e quelli della scuola salesiana, compresi quelli di ultima generazione. La mostra, ospitata sin dalla prima edizione del 2006 nell’Auditorium, con lo scopo di portare alla luce quanto resta nascosto del nostro artigianato femminile, ha ricevuto anche questa volta molti consensi, riscontrabili dalle note lasciate accanto alle firme dei visitatori e dai loro commenti di approvazione. Ha attirato l’attenzione dei turisti, affascinati dal merletto scannese e dalle immagini delle donne che l’hanno prodotto. Gli scannesi hanno trovato un interesse in più nelle foto rievocative delle prime suore salesiane arrivate a Scanno nel 1954 con le attività di laboratorio femminile. Il lavoro di ricerca, sebbene a buon punto, è ancora da portare avanti, con lo stesso impegno volontario, senza sponsor alcuno, con l’unica soddisfazione che in questi ultimi tempi c’è stato un risveglio e un interesse maggiore per il tombolo. Ci si auspica che prima o poi la mostra del merletto, da temporanea possa diventare permanente e gestita dal Comune , per lasciare la storia dell’artigianato femminile, per quanto possibile recuperata, alle nuove generazioni e dimostrare finalmente che essa non deve a nessun’altra cultura il suo percorso. (MAM)
 
Un metodo, quello delle fucilate, che potrà quindi presto utilizzarsi (ma chissà se veramente bisogna però augurarselo!) per risolvere il problema dei tanti altri orsi problematici che in un crescendo continuo dalla Ciociaria al Molise, al sulmonese, alla Marsica stanno facendo notare la loro presenza vicino ai paesi ed alle fattorie, dove riescono a trovare quel cibo animale e vegetale di origine antropica cui erano da sempre abituati; quel cibo che non trovano più nelle aree naturali del Parco e loro strette vicinanze a causa dell’abbandono dell’agricoltura e della riduzione della pastorizia, quest’ultima magari non proprio favorita dalle autorità. Quelle attività dell’uomo alle quali l’orso da millenni collegava la presenza di cibo appetitoso ed abbondante, e che oggi si spera le autorità del Parco possano presto riprendere a favorire con azioni dirette e pubbliche (i fondi ci sono, e le promesse sono state verbalmente ribadite) affinché si possa sopperire alla crisi del mondo rurale da anni non più aiutato con contributi e congruo pagamento di indennizzi per mancati redditi causati dalle azioni predatrici di lupi ed orsi, questi ultimi spinti ad allontanarsi sempre più dall’area protetta anche a causa della competizione alimentare con i cinghiali e del mai realmente controllato turismo escursionistico. In merito, proprio in questi giorni sta per essere incentivato da oltre 70 volontari che sparsi in tutte le aree più delicate per la vita dell’orso (i ramneti, in particolare) per l’ennesimo inutile (o, quanto meno, non indispensabile) conteggio degli orsi vivi,... affinché, non auguriamocelo, ad essi si possa poi sottrarre quello degli orsi morti! Perché, caro Presidente Carara, #nonpossiamocheesserefiduciosi ma ben altri sono i provvedimenti urgenti che andrebbero presi per riportare l’orso in montagna, anziché i soliti, datati ennesimi censimenti che fanno solo la gioia degli studiosi!
Con la speranza che durante questo censimento almeno si accerti la presenza di qualche femmina con cuccioli dell’anno e, magari, che l’orsa “Gemma” si faccia inoppugnabilmente rivedere da qualche parte! (Franco Zunino Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness)

Invitiamo il dottor Franco Zunino a leggere l’articolo “L’ORSA GEMMA ALLA FESTA DI SAN DOMENICO ABATE A VILLALAGO”, pubblicato nella pagina di ieri, 25 agosto 2014 (ndr).
L’ORSA “GEMMA”:
ovvero, come si risolve a colpi
di fucile il problema degli “orsi problematici” in Abruzzo!

L’orsa “Gemma” (non si conosce la sigla datagli dai ricercatori) da quasi due mesi non è più “problematica”: sono bastati alcuni colpi di fucile per risolvere il problema! Sembra un paradosso, ma è la verità.
Dopo averle provate tutte per cercare di tenerla lontana dai paesi e dall’uomo, i “risolutori”, la nuova (?) professione creata per affrontare il problema degli “orsi problematici”, praticata da esperti e conoscitori dell’animale, visto che non riuscivano a risolverlo lo scorso mese di luglio gli hanno infine sparato contro diversi colpi di fucile... con pallottole di gomma, ovviamente. Ciò dietro la pressione della collettività locale che addirittura aveva indetto una raccolta di firme per spingere le autorità del Parco Nazionale d’Abruzzo ad impedire le sue (di “Gemma”) ripetute incursioni nei pollai, conigliere e porcilaie e finanche nelle piazze (e sui terrazzi!) del paese, cosa che stava mettendo a rischio anche l’incolumità della gente. Fatto sta che da allora l’orsa “Gemma” è sparita da Scanno e suoi dintorni e pare stia scorazzando per altre vallate del Parco, ovvero ha provveduto da sola a spostarsi risolvendo così il problema; stranamente con un comportamento che non aveva mai funzionato in precedenza quando gli orsi “problematici” (fenomeno nuovo che MAI si era verificato in Abruzzo: un mistero che ancora non è stato risolto, o che nessuno ha ancora avuto il coraggio di rivelarne le ragioni!) furono più volte catturati e spostati altrove dalle autorità senza che... si chiedesse loro (agli orsi!) il permesso (come non ricordare l’ormai storica orsa “Yoga”, la prima di questi orsi problematici, poi finita , come era prevedibile e come qualcuno aveva anche previsto, nel recinto di Villavallelonga), i quali sempre ritornavano ai luoghi d’origine. Evidentemente i colpi di fucile, lo ripetiamo, ovviamente a pallottole di gomma, hanno più effetto dei trasferimenti coatti!
 
Ciò che conta non sono i nomi, puri accidenti, ma la sostanza di quello che vogliono trasmettere ai lettori. Non sono di quelli che rifiutano gli anonimi, tanto i guai di una eventuale querela (come è successo in passato) ricadrebbero comunque sul direttore responsabile del giornale, anche se i volantini fossero firmati. Capita, proprio perché anonimi, che gli autori usino un’aggettivazione che non condivido, perché lesiva della dignità delle persone prese “di mira” e per questo oscuro le parole da me giudicate irrispettose. E nulla più, anche se personalmente non apprezzo alcuni contenuti, ma non per questo Pasquino e Marforio non meritano di essere pubblicati. So che qualcuno non è di questo parere. Un giornale, secondo me, deve avere anche il coraggio di andare contro le usuali tendenze.

UN ALTRO VOLANTINO
DI PASQUINO E MARFORIO,
I due fustigatori di Scanno,
GIUNTO IN REDAZIONE
VIA POSTA ORDINARIA

Quale Direttore responsabile di questo giornale quotidiano non ho remore a pubblicare il volantino di un signore o due signori che si firmano Pasquino e Marforio. Come ho scritto la volta scorsa non m’interessa sapere chi si nasconde dietro questi pseudonimi. E nulla cambierebbe se firmassero i volantini con il loro nome di battesimo.
 
i “S. Angels al rimorchio” vincitori della quinta edizione
della caccia al tesoro, intitolata
"La Valle delle meraviglie" 
(domande sui sei paesi della Valle del Sagittario)
Hanno partecipato sette squadre per un totale di 48 bambini