Venerdì 22 Agosto 2014 - Il Santo del giorno:  Beata Vergine Maria Regina

Il tempo... ieri - giornata bella durante tutta la mattinata. Nel primo pomeriggio sono arrivate le nuvole che hanno portato la pioggia di breve durata. Poi di nuovo il sole. Temp: max 27,4°C; min 15,0°C; attuale 16,7°C (ore 23,30).
 
OGGI FESTA SOLENNE
DI SAN DOMENICO
A VILLALAGO
Ieri festa in onore
della Madonna di Loreto
e arrivo dei pellegrini
con l’incontro all’inizio
del paese in località
Lago Buono

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Villalago - Ci sono stati ieri i festeggiamenti in onore della Madonna di Loreto, alla quale è intitolata la Parrocchia. Dopo la messa solenne la statua della Vergine è stata portata in processione. Nel pomeriggio, verso le ore 16,30, sono arrivati i pellegrini partiti da Fornelli la sera del 19. Ieri mattina hanno fatto il loro ingresso a Scanno. Al loro seguito l’asina Giulia, con la piccola statua del Santo in groppa, accompagnata quest’anno dal suo puledro. Senza sostare in paese, ma avvertiti dai loro canti e dal suono del campanello, si sono diretti all’Eremo. Sono entrati ginocchioni in chiesa fino all’altare, cantando le Lodi a San Domenico, secondo un rito molto antico. Poi  hanno fatto visita alla Grotta, dov’era il giaciglio del Santo e poi, prima di riprendere il cammino verso Villalago, hanno fatto una breve sosta per il ristoro offerto dal comitato della festa. Intanto alle ore 18,00 dalla piazza si è formato un corteo, preceduto dalla banda, con il clero e le autorità civili, per andare a depositare al monumento ai Caduti la corona d’alloro portata dagli Alpini. E’ stata la prima volta in pubblico per il sindaco dei ragazzi, José Grossi, che ha affiancato il sindaco nel cerimoniale e nell’incontro con i pellegrini, che numerosissimi sono ripartiti dall’Eremo, dopo aver cantato il rituale inno di saluto, accompagnati dal sindaco di Fornelli. Al Lago Buono si è ripetuto il bacio delle croci delle due confraternite e l’abbraccio dei due priori, esaltato dall’applauso della gente e dagli spari dei mortaretti. E’ seguita la santa messa concelebrata da don Alain e don Luigi. Molti dei pellegrini hanno pernottato in canonica per prendere parte oggi alla processione di
San Domenico, che si caratterizza per la loro presenza e i loro canti. La famiglia Garofoli ha preparato già i “peccellati” (foto in alto) per la processione di oggi. La banda musicale di Conversano terrà il concerto serale.

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Orgogliosi di essere villalaghesi
Eccomi di nuovo a parlare
di Villalago o per meglio dire
della gente di Villalago

VILLALAGO - La presentazione del libro “Pane e olio”, tenutasi a Villalago il 16 agosto, ha avuto un riscontro molto positivo con la presenza di un pubblico molto attento e numeroso. La maggior parte degli intervenuti sono di Villalago, ma molti gli acquisiti cioè persone che da anni vengono a villeggiare a Villalago. Inoltre alcuni sono venuti da Formia, da Scanno e da Sulmona e, gradita, inoltre, la presenza della Sig.ra Brunella Quaglione, in qualità di Assessore alla cultura del Comune di Villalago. Pertanto un elogio grande va a tutti coloro del pubblico che sono stati ascoltatori attenti ed interlocutori critici e fattivi. La presentazione è stata fatta dalla dott.ssa Giovannucci Paola e dal dott. Galante Carlo. Ambedue hanno apprezzato il lavoro ed hanno dato vita ad un dibattito animando l’ascolto con altrui ricordi e con un loro personale ed originale apporto.
 I tre autori, ognuno con il proprio stile, hanno cercato di dare vita ai tanti ricordi e all’intreccio delle tante storie. Simone Lupi ha introdotto il lavoro e poi successivamente ha vivacizzato il racconto con episodi relativi ai giochi, alle musiche e ai complessi degli anni ’60, alle attività sportive e ricreative di quegli anni.
Antonietta Garofoli ha letto una poesia “ La lucciola” dedicata alla nostra amica Ornella che ci ha lasciato tanti anni fa. L’emozione in tutti è stata grande così anche il forte e caloroso battito di mani.
Laura Carla Galante ha proposto una chiave di lettura relativa “all’dentità sociale” che unisce la storia di ognuno con la storia di Villalago e con le origini. Gli interventi sono stati molti, tutti pieni di entusiasmo e di proposte per continuare questa opera  che non vuole dimenticare le origini, non vuole che Villalago perda le sue bellezze e la sua storia.
Siamo tutti d’accordo nel creare idealmente quel filo conduttore che unisca il passato al presente e prospetti un futuro che faccia rivivere la forza, la cordialità, l’originalità della gente di Villalago. Ognuno di noi ha il dovere di intervenire e nel contempo il piacere di continuare a vivere e a lavorare per il nostro bel paese. Un grazie va a tutte le nostre amiche che hanno contribuito alla preparazione della sala e al rinfresco finale. In particolare un grazie a Vittoria, Doriana, Consolata, Tecla
e Giovanna. Tutti hanno partecipato e apprezzato i dolci fatti in casa e tutti insieme abbiamo gustato una fetta di pane e olio.
Un caro saluto va comunque ad un grande assente, il prof. Roberto Grossi, nonché direttore del Gazzettino della Valle del Sagittario. Noi autori speriamo di aver presto anche un suo riscontro ed inoltre siamo pronti ad intervenire e a collaborare con voi tutti. Ancora grazie a tuttui e prepariamoci ad un risveglio culturale che apprezzi le nostre tradizioni.
(Laura Carla Galante)
 
con sangue sloveno in Trentino di quanti che ancora portino sangue trentino nelle loro vene. E gli orsi del Trentino (come quelli dell’Abruzzo, dei Pirenei e della Spagna) erano e sono meno aggressivi verso l’uomo ed i suoi animali domestici di quanto non siano gli orsi bruni dell’Est Europa, dell’Asia o del Nord America. Forse bisognava rinsanguare, ma senza eccedere sull’immissioni di individui, affinché la popolazione si riformasse in tempi più lunghi (come si sta facendo nei Pirenei francesi): forse si è sbagliato solo nell’avere avuto fretta nel ricreare al più presto una popolazione ritenuta “vitale”! Dio non voglia che lo stesso processo di “rinsanguamento” non sia proposto per l’Orso marsicano, una popolazione di orsi ancora più miti di quelli del Trentino, tanto miti da aver fatto sparire dalle collettività locali l’atavica paura dell’orso che ha sempre caratterizzato l’uomo e che è ancora presente dove l’orso si è estinto facendone perdere la memoria. Allora sì, si giungerà allo sterminio di tutta la popolazione! Quindi, lungi dalle autorità la tentazione di dare ascolto a qualche studioso troppo ligio... o interessato!
E’ vero che gli orsi e l’uomo possono convivere, come hanno scritto alcuni animalisti, ma alla condizione che agli orsi gli si riservino quegli spazi di vita che poi non gli si vuole lasciare, pretendendo di farne delle attrazioni turistiche ad ogni costo, quindi a farli credere (o farli divenire!) quasi domestici pur di soddisfare l’esigenza turistica (che poi significa business, per qualcuno!). Gli orsi ed i lupi devono avere i loro spazi, e l’uomo deve rispettarli e deve rimborsare i danni che arrecano, ma anche, l’uomo deve fare in modo che solo in quegli spazi essi possano continuare a vivere, e non pretendere di farli ritornare a vivere anche là dove la presenza dell’uomo deve essere primaria. Altrimenti si mente all’opinione pubblica, come fanno quasi tutti gli animalisti cercando di far credere che gli orsi sono solo degli “Yoga” ed i lupi dei “Lupo Alberto”. Paciocconi e... intoccabili! Impedire l’eliminazione dei cosiddetti “orsi problematici” del Trentino è un fatto meramente animalista e non già conservazionista, in quanto trattandosi di orsi reintrodotti, basterà reintrodurne altri dei molti che vivono nell’Est Europa e tutto ritornerà come prima. Non dimentichiamoci che l’orso del Trentino oggi è divenuto, di fatto, un orso di importazione slovena, quindi non più a rischio di estinzione, in quanto se ne potranno reintrodurre quanti vorremo dall’Est Europa, se proprio lo vogliamo avere come elemento della biodiversità alpina. C’è chi sostiene che “non si chiudono mica le autostrade perché c’è stato un incidente”, e sembra un ragionamento giusto; ma, purtroppo, è proprio chi scrive queste cose che chiederebbe la chiusura delle autostrade se un orso vi venisse investito! E prova ne è il fatto che quando un orso è stato investito sulla Roma-L’Aquila c’è stato chi ha subito chiesto costose “barriere anti orso” lungo le autostrade d’Abruzzo! Al solito, l’animale posto al di sopra del valore uomo! Ah, quanta ragione hai Papa Francesco! (Franco Zunino Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness, già primo studioso sul campo dell’Orso bruno marsicano)
L’ORSA “DANIZA”:
QUALE PROBLEMA?

Perché uccidere un orso se l’orso aggredisce una persona? E’ questa la domanda di fondo che in tanti si pongono dopo l’aggressione ad un cercatore di funghi da parte dell’orsa denominata “Daniza” dai ricercatori del progetto Life Ursus del Trentino (ma non era meglio un’anonima sigla per definire questi animali soggetti di studi – sigla da dimenticare a ricerca conclusa –, anziché un nomignolo umano che è già di per sé è segno di addomesticamento e di assoggettamento all’uomo, quindi di animalismo viscerale?) e di cui tutta la stampa ed i media nazionali hanno scritto e parlato in questo uggioso mese d’agosto. Una domanda alla quale non è facile rispondere, perché è valida sia una risposta positiva che una negativa. Se un orso aggredisce una persona, per colpevole che la persona possa essere stata (eccessivo volontario avvicinamento?), è certo che lo rifarà, perché con quel comportamento l’orso ha superato quella barriera psicologica che gli faceva vedere nell’uomo un pericolo, quindi una paura che lo spingeva a rifiutare il contatto ravvicinato: aggredendo l’uomo l’animale ha avuto la prova di essere lui il più forte. E’ lo stesso fenomeno che spinge tigri, leoni, leopardi,  elefanti, orsi bianchi ed orsi bruni, ed anche lupi e pescecani, a divenire aggressivi e, qualche volta, anche “antropofagi”. Nonostante questo, in molti casi (e potrebbe essere quello di Daniza) l’uomo ha il dovere primo di “perdonare” il gesto, di giustificarlo, in quanto l’orso non ha alcuna colpa degli errori commessi dall’uomo. Ma a condizione che non si ripeta, o che riveli atteggiamenti similari, perché altrimenti l’esigenza di difendere l’uomo diviene più importante che non la difesa di un animale ormai resosi un pericolo per chiunque frequenti i suoi luoghi. A meno che non si voglia riservare a quell’orso uno spazio naturale in cui lasciarlo vivere senza intrusioni umane: ma, per ovvie ragioni, questo non è più possibile nel nostro Paese e forse neanche altrove. Di solito, ovunque nel mondo gli animali che diventano uomo dipendenti vengono eliminati, o con la cattura o con l’uccisione. Cosa, quest’ultima, che si fa quasi sempre nel caso di Grizzly, Tigri e Leoni, animali di grande mole e di forte indole aggressiva. Se proprio si vuole essere clementi si dia quindi ancora una chance a Daniza (sebbene già in passato abbia creato problemi similari), ma poi, se il fatto si ripeterà, si decida una delle due soluzioni; e forse, umanamente, quella dell’uccisione è quella più pietosa e “compassionevole”, perché chiudere in una gabbia o in un recinto un animale vissuto in libertà per quindici anni sarebbe ancora più crudele! Pagherà lei una colpa che è dell’uomo. Ma l’uomo se ne faccia una ragione e da questa ragione impari a non sbagliare più. Ma anche non si gridi allo scandalo se chi ne ha responsabilità dovesse decidere di cautelarsi ordinando fin da ora la cattura o anche l’abbattimento di Daniza! Perché un errore e/o mancanza di previsione è già stato fatto con Daniza e/o con gli altri suoi compagni: se ne sono liberati troppi, per cui da una politica di rinsanguamento si è passati ad una di vero e proprio ripopolamento, essendovi oggi più orsi
 
DOMENICA 31 AGOSTO 9° RADUNO DI TRIAL
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