Lunedì 07 Luglio 2014 - Il Santo del giorno: San Giuseppe Maria Gambaro, Martire
CON LA BCC ROMA IN NAVIGAZIONE SULLA MSC ARMONIA
NEL MARE ADRIATICO E NEL MARE DI ULISSE
Primo giorno: 27 giugno 2014
ROMA - VENEZIA

E’ una bella giornata di sole. Attraversiamo il ponte ferroviario che unisce Mestre a Venezia alle ore 11,30. In laguna ci sono barche da diporto e pescherecci che solcano le acque.
Siamo partiti Antonietta (mia moglie) ed io dalla Stazione Termini di Roma alle ore 7,55. Il treno “Freccia Verde” era ad attenderci sul binario tre. Tanta era la gente che con borse e valige saliva a bordo con l’assistenza del personale della Banca Credito Cooperativo di Roma, che ha organizzato la crociera per i suoi soci in occasione dei sessanta anni dalla sua fondazione: sette giorni di svago, di visite culturali e di dibattiti, con la finalità di socializzare con tutti i soci una ricorrenza così importante.
Nelle tre ore e più di viaggio, tutto è andato per il meglio, tra il chiacchiericcio e qualche pianto annoiato dei bambini. Il paesaggio mutevole ha fatto la sua parte per tener desta l’attenzione.  
Arriviamo alla stazione di Venezia Santa Lucia alle ore 11,40. I nostri bagagli vengono presi dai facchini per essere portarti direttamente sulla nave MSC Armonia, attraccata alla Stazione Marittima. Alcune ragazze dello staff della BBC ci guidano verso il battello che ci dovrà condurre all’imbarco.
Venezia è un via vai continuo di barche lungo i vari canali intorno alla stazione. Saliamo sul battello e per le ore 12,00 siamo all’imbarco della MSC, che ci appare in tutta la sua grandezza. Controllo dei documenti, foto ricordo, e poi via libera all’entrata a bordo. Andiamo alla reception per avere la carta della cabina. La nostra è sul ponte otto. Ci dà il benvenuto il cameriere Ferdinand del Madagascar che ci conduce al numero assegnato. I bagagli non sono stati ancora portati in camera. Dopo una veloce doccia fredda saliamo al ponte undici per pranzare al self-service. La nave non ci emoziona. Nelle nostre quattro crociere precedenti ne avevamo viste di più maestose e sontuose. Il personale spesso non risponde alle nostre richieste, perché non tutti parlano l’italiano. Comunque, da persone esperte, riusciamo ad arrivare al ponte undici. Non c’è ancora molta gente e quindi possiamo servirci speditamente. La cucina è buona e i piatti diversificati.
Dopo pranzo facciamo un giro veloce per conoscere i vari ambienti e poi in camera. Fuori ci sono ad attenderci i bagagli. Li portiamo dentro. Sistemiamo tutto nell’unico armadio. La cabina non è molto grande e dobbiamo alternarci nei movimenti.
Il comandante, tramite radio, dà il benvenuto a tutti gli ospiti, invitandoli al ponte sei per l’esercitazione di salvataggio. Con il suono prolungato della sirena ci rechiamo al luogo convenuto con il salvagente, in dotazione in ogni cabina. Dopo l’esercitazione optiamo per un breve riposo fino alla partenza della nave. E questa alle ore 17,00 comincia a muoversi. Andiamo sulla terrazza del ponte otto. L’Armonia guidata dai rimorchiatori va piano piano per il canale della Giudecca. Il moto ondoso è quasi impercettibile. Venezia si apre ai nostri occhi in tutta la bellezza dei suoi canali, dei suoi palazzi, dei suoi ponti, delle sue piazze, delle sue chiese indorate dal sole. Dall’alto della nave ci appare come una ninfea. All’incrocio con il Canal Grande ci viene incontro la bella chiesa di Santa Maria della Salute, che lascia subito il posto a Piazza San Marco con la sua basilica, il suo campanile e Palazzo Ducale. Qui i molti turisti agitano le braccia in segno di saluto. E poi è un andirivieni di ponti, canali e giardini fino a che non appaiono le sue isole più maestose. La nave sempre lentamente raggiunge il largo per uscire dalla laguna. Appena fuori i motori entrano in azione e la spingono sempre più lontano da Venezia fin quando questa scompare all’orizzonte, mentre il sole inizia la sua discesa.
Rientriamo in cabina. Ci cambiamo d’abito e scendiamo al ponte cinque dove vi sono i negozi. Passeggiamo fino all’ora della cena. Il tavolo che ci è stata assegnato lo condividiamo con altri sei croceristi. Dopo i convenevoli, ci sentiamo subiti con loro a nostro agio. La cena è al menu ed ognuno sceglie quello che più desidera. I due camerieri assegnatici, indonesiani, sono giovani e simpatici.
Dopo cena preferiamo ritirarci, perché la stanchezza comincia a farsi sentire. L’indomani ci aspetta Spalato, che vedrò per la seconda volta, mentre Antonietta per la terza.