Giovedì 26 Giugno 2014 - Il Santo del giorno: San Josemaria Escrivá, Sacerdote, Fondatore dell'Opus Dei

Il tempo... ieri - Giornata piovigginosa con pochi spazi di sole. La pioggia è caduta a tratti, a volte anche con intensità, soprattutto nelle ore mattutine. Temperature: mass. 25,1°C; min. 13,3°C; attuale 13,4°C (ore 23,30).
 
"L'Umbria chiama L'Aquila"

Si svolgera' a Norcia, il prossimo 28 giugno, il convegno, propedeutico al Forum delle citta' celestiniane, "L'Umbria chiama L'Aquila", iniziativa nata dal primo Forum che si e' svolto lo scorso giugno all'Aquila. Lo ha annunciato l'assessore al Turismo Lelio De Santis spiegando che l'intento e' quello di valorizzare la figura di Celestino V e favorire la creazione di una rete delle citta' celestiniane che abbia la funzione di attrattore turistico religioso, di sviluppare iniziative durante tutto l'anno e di promuovere la Perdonanza al di fuori dei confini della provincia aquilana.
 
Il Vino Montepulciano d’Abruzzo
si conferma il più ricercato
Emergono bianchi autoctoni

Il Montepulciano si conferma il vino di maggiore appeal, ma piacciono anche i bianchi autoctoni: è quanto emerso da due giorni di trattative con i compratori esteri - 560 appuntamenti in un giorno e mezzo di incontri business to business - a conclusione dell'Evento Wine del Siaft 5, promosso dall'Agenzia di Sviluppo della Camera di Commercio di Chieti nel centro espositivo dell'ente camerale. Il numero degli incontri, molti di più rispetto ai 400 previsti, conferma la validità dell'iniziativa. Apprezzati dagli espositori il centro espositivo dell'ente camerale e il buon lavoro dei sommelier. La sorpresa sono state le visite alle aziende, non inserite nel programma, ma richieste a gran voce dai buyer esteri e prontamente allestite dall'organizzazione. Oltre al consueto interesse per il Montepulciano, la delegazione giapponese ha prestato grande attenzione ai vini bianchi che cominciano a imporsi a dimostrazione che i risultati dell'evoluzione nel mondo enologico abruzzese raccoglie i primi frutti e comincia a scalzare il monopolio di Veneto e Friuli.
 
LE DELEGHE AGLI ASSESSORI
DEL GOVERNO REGIONALE
DELL’ABRUZZO

Il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, ha conferito, in apertura della prima riunione dell'Esecutivo regionale della nuova legislatura, le deleghe amministrative agli assessori nominati giovedì scorso. Il Presidente della Giunta Regionale esercita direttamente, oltre le funzioni che gli sono proprie in forza dell art.121 della Costituzione e dell art.44 dello Statuto della Regione Abruzzo, tutte quelle non espressamente conferite agli Assessori.
Il Vicepresidente della Giunta Regionale, Giovanni Lolli, svolge le funzioni vicarie di cui all art.45 dello Statuto Regionale. Al Vice Presidente sono altresì conferite le funzioni: Attività Produttive; Crisi Industriali; Valorizzazione Beni Culturali; Politiche della Ricostruzione; Appennino Italico; Rapporti con le Commissioni Consiliari; Impulso e Monitoraggio per le Riforme Istituzionali.
All'Assessore, Bartolomeo Donato Di Matteo, sono conferite le funzioni: Lavori Pubblici riferiti ai territori comunali; Urbanistica; Parchi, Riserve e Montagna; Abruzzesi, Emigranti e Tradizioni Locali; Progetti Speciali Territoriali; Impiantistica Sportiva.
All'Assessore, Mario Mazzocca, sono conferite le funzioni: Enti Locali; Assistenza Tecnica ai piccoli Comuni; Associazionismo Territoriale; Protezione Civile; Servizio Idrico Integrato; Ambiente ed Ecologia; Cave e Torbiere; Termalismo.
All'Assessore, Silvio Paolucci, sono conferite le funzioni: Programmazione Economica; Legge di Stabilità Finanziaria;
Programmazione Sanitaria; Politiche del Benessere Sportivo e Alimentare; Rivoluzione della Pubblica Amministrazione; Digitalizzazione e Dematerializzazione del Sistema Amministrativo della Regione Abruzzo; Politiche per le Risorse Umane, Strumentali, Tecnologiche e Patrimoniali. All'Assessore, Dino Pepe, sono conferite le funzioni: Agricoltura; Caccia e Pesca; Economia del Mare; Demanio Marittimo; Cicloturismo; Contratti di fiume.
All'Assessore, Marinella Sclocco, sono conferite le funzioni: Politiche Sociali; Politiche Attive del Lavoro; Pari Opportunità; Politiche Giovanili; Diritto all Istruzione; Associazionismo-Terzo Settore e Sussidiarietà Orizzontale; Piano Regolatore dei Tempi e Tempo Liberato.
 
Dialogo estemporaneo
col Presidente del Parco
dottor Antonio Carrara

Premetto subito che quanto vado a scrivere non l’ho sognato. Molti ricordano ancora il mio sogno, raccontato nella pagina di lunedì 10 febbraio 2014. Questa volta, però, l’incontro è avvenuto da sveglio ed è stato molto casuale, non predeterminato. Eravamo entrambi al distributore di benzina. Appena l’ho visto mi sono avvicinato. Conosco Antonio da diversi anni, da quando sono stato consigliere della Comunità Montana Peligna, e lui ne era Presidente. I nostri rapporti sono stati sempre cordiali e di reciproca stima, anche se “militavamo” in coalizioni politiche contrapposte.
Antonio si è fermato volentieri: il tempo necessario per far controllare la sua macchina.
Alla domanda come si trova nel nuovo incarico di Presidente del Pnalm, ha risposto senza finzioni, di trovarsi bene anche se i problemi da risolvere sono molti. Ha sorriso, quando gli ho chiesto come si comportavano i “frondisti”, coloro che si erano opposto alla sua nomina e avevano minacciato “la scissione”. Mi ha risposto che tutto è rientrato nella saggezza responsabile del ruolo che i protagonisti del dissenso ricoprono in seno alle loro comunità.
- E per l’orso confidente che frequenta assiduamente gli abitati di Scanno e Villalago?
- Per cercare di risolvere il problema ho proposto al Sindaco di Scanno un distaccamento in paese delle guardie del parco e l’inserimento di alcuni volontari del luogo, disposti a collaborare.
- Quando un umano devia dalla norma, viene sottoposto a domicilio coatto. Perché l’orso “confidente” non viene ricoverato coattamente in strutture idonee, con ampi spazi?
- Questa è un’estrema soluzione che va ponderata e presa, sentiti gli esperti, quando ogni strategia risulterà vana.
- Gli Scannesi stanno raccogliendo le firme per chiederti un intervento sollecito e risolutivo.
- Sono con loro, capisco il problema e cercherò di fare quanto è nel potere del Parco.
Prima di lasciarci, gli chiedo se aveva letto “il mio sogno”. Antonio mi
risponde di sì e che quello che avevo sognato stava per divenire realtà, perché è stato tentato più volte, in seguito alle tante polemiche, di rinunciare alla nomina.
Gli rispondo che ha fatto bene a non lasciarsi sopraffare e che il Parco, dopo tanti tecnici, forse ora ha bisogno di un politico, con una visione più ampia e aperta al dialogo.
Ci salutiamo con una stretta di mano e con la promessa di un’intervista per il “Gazzettino” cartaceo.
(R. Grossi)
 
I VESCOVI ABRUZZESI DIFENDONO LA CASTA
Nella “lettera aperta” della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana (Ceam)

di Mario Setta
la nostra persuasione che monsignor D’Ercole, da noi incaricato a seguire l’iter procedurale della pratica, ha sempre operato in buona fede e animato da spirito di servizio”.
Proprio il vescovo D’Ercole ha recentemente dichiarato: "Ed io sono personalmente stanco di essere così trattato, come cioè un intrallazzatore e non un pastore che prende a cura le sue pecore".
E’ evidente che chi ha cura delle sue pecore ha anche “odore di pecore”, come sottolinea papa Francesco nella “Evangelii Gaudium” (24), ma né dalla Lettera né dai comportamenti si avverte questo “odore di pecore” da parte dei vescovi abruzzesi.
Risultano più vere, oggi,  le parole di S. Antonio di Padova: "Il vescovo del nostro tempo è come Balaam, seduto sopra l'asina, che vedeva l'angelo che Balaam non poteva vedere. Balaam significa colui che calpesta la fraternità, turba la gente e divora il popolo. Questo è il tronco inutile, il vescovo infatuato che con il suo malesempio getta la fraternità dei fedeli nel peccato e quindi nell'inferno; con la sua insensatezza, perché è ignorante, turba la gente; con la sua avarizia, divora il popolo... Vendono fantasmi, perché predicano per denaro... Sono cani senza alcuna vergogna, perché la loro fronte si è mutata in fronte di prostituzione.... Sono insaziabili e dicono continuamente: Porta, porta e niente basta. Essi sono pastori che pascono se stessi... Tutti hanno proceduto per il proprio cammino, tenebroso e sdrucciolevole, dal primo all'ultimo, dal signore-porco fino al porcello ("a summo usque ad novissimum, a domino porco usque ad porcellum").
D’altronde anche papa Francesco non sembra meno drastico di S. Antonio di Padova, quando accusa vescovi e preti di essere “untuosi, sontuosi, presuntuosi, personaggi farfalla che vivono nella vanità” (11.1.2014; 17.4.2014).
La recente “lettera aperta” della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana (CEAM) in riferimento all’inchiesta sulla ricostruzione delle chiese nel post-terremoto appare come una “excusatio non petita, accusatio manifesta”. Come le celebri parole di San Girolamo: “dum excusare credis, accusas” ("mentre credi di scusarti, ti accusi").
“Abbiamo atteso che l’orizzonte mediatico fosse meglio delineato - scrivono i vescovi - per fare chiarezza su alcune situazioni che, recentemente, ci ha visti citati nel circuito delle comunicazioni.
Con questa lettera aperta vogliamo anzitutto esprimere il nostro convinto apprezzamento e la cordiale fiducia nei confronti della Magistratura e delle Forze dell’Ordine…Insieme a Papa Francesco condanniamo ogni forma di corruzione e affermiamo la volontà alla trasparenza e alla dedizione che non ammette complicità con il male”.
Che si tiri in ballo il nome di papa Francesco non può che essere “doveroso” da parte dei vescovi, ma è strano che non abbiano citato o volutamente taciuto  le parole e le raccomandazioni di papa Francesco nella Esortazione apostolica del 24 novembre 2013, “Evangelii Gaudium”: “ Preferisco  una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze” (n.49).
La stessa difesa, aprioristica,  di Mons. D’Ercole appare come un tentativo di alzare il dito o la voce nei confronti della Magistratura, alla quale tuttavia si dichiara piena fiducia e totale rispetto. Che il predetto vescovo, in precedenza ausiliare all’Aquila di mons. Molinari, ed oggi vescovo di Ascoli Piceno, abbia sollevato dubbi sul suo comportamento è un fatto di cronaca mediatica, anche se la Magistratura lo ha scagionato da qualsiasi forma di reato. Resta il “chiacchiericcio”, per usare un termine curiale, che non si può né si dovrebbe zittire con queste parole della “Lettera aperta”: “ È doveroso manifestare, altresì,