Sabato 07 Giugno 2014 - Il Santo del giorno: San Roberto di Newminster, Abate cistercense

Il tempo... ieri - L’ESTATE SEMBRA ESSERE ARRIVATA! La giornata è stata particolarmente calda e assolata, anche se in serata sono arrivate delle nuvole passeggere. Temp: mass. 23,7°C; min. 11,1°C; attuale 20,5°C (ore 23,30).
 
Verrà presentato il 13 giugno all’Aquila il libro
“QUEL GIUGNO DI LUCE E DI CALOR
A SETTANT’ANNI DALLA LIBERAZIONE
DELL’AQUILA” di Errico Centofanti
Edizione One Group

Venerdì 13 giugno, ore 17,30, nell’aula del Consiglio Comunale dell’Aquila sarà presentato il libro “Quel Giugno di Luce e di Calor - A settant’anni dalla liberazione dell’Aquila”, di Errico Centofanti, scrittore e giornalista. Interverranno il sindaco Massimo Cialente, il segretario della sezione Anpi dell’Aquila Fulvio Angelini, David Adacher per l’istituto abruzzese per la Storia della Resistenza, Giampiero Berti de Marinis già vicepresidente della Regione Abruzzo, Betty Leone assessore alla Cultura del Comune dell’Aquila.
 
Settant’anni fa Villalago si liberò dall’occupazione tedesca
Nella notte tra l’8 e il 9 Giugno 1944
LE TRUPPE TEDESCHE LASCIARONO IL PAESE
Nella primavera del 1944, la morsa poliziesca si allentò, pur seguitando le perquisizioni, fatte, però, sempre con meno brutalità. La gente ebbe libertà di movimento e di poter continuare a svolgere le atti- vità di sempre, nel rispetto scrupoloso dei bandi tedeschi. Finirono i rastrellamenti per le fortificazioni alla linea del fronte. Per i lavori ordinari c'era la collaborazione di molti, costretti unicamente dalla fame. Nei confronti della popolazione si attuò un certo lassismo e tutti avvertivano che al più presto i Tedeschi se ne sarebbero andati.

Io non mi nascondevo più. Andavo regolarmente con l'asino ogni mattina in campagna e se incontravo i soldati tedeschi, questi non mi dicevano niente. Ormai non rastrellavano più nessuno, anche perché molti di Villalago collaboravano con loro in tutti i lavori.C'era molta miseria e lo facevano per avere qualcosa da mangiare. Io avevo da lavorare in campagna per conto mio (Antonio Grossi).

Verso i primi di Marzo il comando tedesco lasciò la mia casa e noi tutti potemmo di nuovo tornarci. Era ridotta in uno stato irriconoscibile. I vetri delle finestre erano tutti rotti, le stanze annerite dal fumo delle stufe, i pavimenti rovinati: insomma un vero disastro. A mia madre veniva da piangere. Per ripararci dal freddo dovemmo sigillare le finestre con la carta velina, che le mie sorelle usavano per disegnare i modelli dei vestiti, e con il cartone (Graziano Buccini).

L'esercito tedesco riusci per mesi a tenere le sue postazioni sul fronte, resistendo strenuamente alle armate alleate, lungo tutto la linea difensiva da Cassino a Ortona, complici la neve, il freddo gelido e la stessa morfologia del terreno, fatto di con trafforti montuosi, che impedivano di espugnare i loro fortilizi. Gli Anglo-americani il 12 Maggio, dopo mesi di ristagno  lungo la Linea Gustav, causa il continuo mal tempo, iniziarono una forte offensiva. Le divisioni tedesche, bombardate in continuazione dall 'aviazione avversaria, dovettero arrendersi alla superiorità delle forze alleate. Combatteva nelle sue file, Luigi Caranfa, "Leveggione", unico soldato Villalaghese, che dopo l'8 settembre si arruolò nell'esercito alleato, partecipando alla liberazione dell'Italia sino a Bologna. A Cassino le forze tedesche persero la battaglia decisiva e furono costrette ad abbandonare le loro postazioni. Ritirandosi, adottarono la tattica della "terra bruciata", radendo al suolo diversi paesi, abbattendo ponti, ferrovie, strade, stazioni, lasciando dietro di sé solo macerie e campi minati.
A Villalago gli ultimi giorni di Maggio e i primi di Giugno furono i più concitati. C'era un continuo passaggio di truppe e di mezzi e in paese si avvertiva che i soldati germanici si stavano preparando a partire, perché incominciarono a smobilitare ogni loro deposito. I vari reparti si muovevano con cavalli, carri armati, autocarri, carrette, per confluire a Sulmona. Il piano di ripiegamento prevedeva che, dietro le colonne in ritirata, i guastatori tedeschi distruggessero dighe e ponti. La notte del 3 Giugno fecero saltare tra Anversa e Bugnara il "Gran Ponte d' Italia", posto sul Fiume Sagittario lungo la linea ferroviaria Roma-Pescara. Un ponte imponente di 23 arcate, tutte in pietra lavorata, di grande valore ingegneristico. Fu ricostruito al termine della guerra in cemento armato. Venne distrutta quasi totalmente la Centrale Idroelettrica del Sagittario, situata ad Anversa. Sin dal febbraio 1944 aveva cessato la produzione di energia elettrica, in quanto i Tedeschi avevano depredato l'officina, rendendo impossibile qualsiasi manutenzione, e
manomesso gran parte dei macchinari. Prima di ritirarsi vi misero delle cariche esplosive che distrussero equipaggiamenti e attrezzature. La potenza dell'esplosione fu tale da sollevare i macchinari dalla loro base. Tutte le apparecchiature vennero ridotte in rottami. L'edificio stesso, per effetto dell'esplosione e per lo spostamento d'aria, subì danni gravissimi per quanto riguarda la sua struttura muraria: solai e copertura sventrati, tramezzi abbattuti, distacco degli intonaci, serramenti contorti, pavimenti demoliti. Le fiamme che si scatenarono arsero per ben due giorni.
Nella notte tra l'8 e il 9 Giugno i Tedeschi lasciarono le case occupate e si prepararono a muoversi verso Sulmona. La popolazione, intanto, con il passa parola, aveva abbandonato la propria abitazione, aprendo porte e finestre, e si era diretta nella zona del Quarto Avanti, la parte bassa del paese, il più lontano possibile dalla strada carrabile, per passarvi la notte, in attesa degli eventi. Le stesse guardie comunali avevano fatto il giro del paese, invitando tutti ad uscire dalle case e a mettersi al riparo.

Scese la gente dal Colle, per paura che crollassero le case per lo scoppio delle bombe. Si riversarono sulla parte bassa del paese.Casa mia, quella notte, era piena di gente. Si sdraiarono a dormire sul pavimento, in ogni luogo della casa (Graziano Buccini).

La voce che circolava era che i Tedeschi non avrebbero fatto saltare il paese, ma solo le strade e i ponti; ma non fu rassicurante per tutti, perché molti si aspettavano il peggio, in quanto altri paesi erano stati distrutti.
ment i e si avviarono. I rombi dei motor i svanirono pian piano
I Tedeschi finirono di caricare sugli automezzi i loro armamenti e si avviarono. I rombi dei motori svanirono pian piano nella notte. Silenzio assoluto. Tutt i erano col cuore in gola. Passarono alcuni minuti e poi scoppi fragorosi e lampi di fuoco squarciarono le tenebre. Furono attimi di terrore, finché si capi che non provenivano dal paese, ma dalla parte di San Domenico.

Con mia madre, mio padre e i miei fratelli andammo alla Crocetta. Verso mezzanotte si sentirono gli scoppi e si illuminarono tutto il cielo, tutti i terreni e le montagne. Poi si  alzò un polverone enorme, impressionante (Egidio Gatta).

Di nuovo altri fragori, ma sempre piu lontani. Questi si susseguirono per tutta la notte, finché fu il silenzio, ma con esso arrivò anche il nuovo giorno. Il giorno della libertà: era il 9 Giugno. Le campane suonarono a festa. La gente si abbracciava commossa. Villalago si era finalmente liberata dalla morsa dell'oppressione, della paura e della morte. I guastatori tedeschi avevano fatto saltare il "Ponte Grosso", la linea del telegrafo, messe le cariche alla diga, che resistette all'esplosione. Massi e detriti arrivarono in paese e caddero sui tetti delle prime case, ma non vi furono né morti, né feriti. La ritirata tedesca significò la fine della guerra in paese, ma non nel resto d'Italia. Villalago si ritrovò nella miseria più nera e con i generi di prima necessità che scarseggiavano... (Dal libro “Villalago nella Seconda Guerra Mondiale” di Roberto Grossi)
 
Nuovi nati nell’Area Faunistica
del Camoscio di Opi
 
Nei giorni scorsi, dopo qualche tempo che mancava all’avvistamento la femmina adulta (Beatrice), gli operatori del Parco addetti alle aree Faunistiche l’hanno avvistata in compagnia del nuovo nato, che sembra godere di ottima salute, in compagnia della madre e dei restanti tre animali, costituenti il nucleo di Camosci dell’Area Faunistica. I camosci ospitati nella nostra Area Faunistica rientrano nel Network costituito nell’ambito del Progetto Life Coornata, di cui il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è partner, insieme a tutti i Parchi centro appenninici. Il progetto ha come azioni principali l’individuazione di misure utili per la conservazione della specie nei Parchi in cui è presente e la reintroduzione del Camoscio nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini e in quello regionale del  Sirente-Velino. A questo riguardo sono stati elaborati i protocolli per la gestione di nuclei di camoscio in semi-cattività, che consentirà di utilizzare questi animali nel corso del tempo come soggetti fondatori o di rinforzo dei nuclei in
natura di nuova costituzione. Altri lieti eventi sono attesi nell’Area Faunistica del Cervo di Lecce nei Marsi, dove ad oggi si è registrata la nascita di almeno un piccolo, e nell’Area faunistica del Lupo di Civitella Alfedena, dove la femmina  Dacia dovrebbe dare luce ad una nuova cucciolata. (Ufficio di Presidenza, Antonietta Ursitti)
 
 
''Italia autentica”
Al via i primi otto progetti

Il gruppo promotore di ''Italia Autentica', dopo aver individuato nelle aree food e turismo le opportunita' per il territorio della Valle Peligna, ha condotto una valutazione del potenziale delle proposte presentate dagli imprenditori e ha contribuito, attraverso una tutorship manageriale, alla finalizzazione sotto il profilo marketing e commerciale dei singoli progetti. I progetti imprenditoriali sono stati valutati e indirizzati a costituire un paniere di beni che potesse generare sinergie. I progetti per il momento sono 8.  Il gruppo di manager di Italia Autentica ha creato un marchio di qualita' che viene attribuito ai progetti di maggiore potenziale e che richiama il piu' caratteristico dei gioielli abruzzesi, la Presentosa.
 
Lunedì 9 giugno a Villalago
Comune e Scuola Primaria
STORIE SUL FILO DI LANA
A cura della restauratrice Marialuigia Lucci
Con la partecipazione formativa dell’Associazione “Le Quattromani”

La notizia nella pagina del giorno precedente
 
 
Sagra delle ciliegie a Raiano
Inizia oggi, sabato 7 giugno, e termina domani, domenica 8 giugno
Sagra gastronomica, con sfilate di carri allegorici e con rassegne di costumi tradizionali