Lunedì 10 Febbraio 2014 - Il Santo del giorno: Santa Scolastica, Vergine (480 - 547)
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Il tempo... ieri - UNA DOMENICA DI PIOGGIA E DI VENTO. Il Libeccio ha imperversato a raffiche per tutta la giornata e la pioggia ha
avuto solo brevi soste. Termometro in calo. Temp: mass. 7,1°C; min. 1,8°C; attuale 2,0°C (ore 23,30).
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"L’ONOREVOLE D’ANNUNZIO” di Licio Di Biase
L’esperienza parlamentare di Gabriele D’Annunzio, tra destra e sinistra
Presentazione del libro promossa dal Parco Letterario
"Gabriele D'Annunzio" di Anversa degli Abruzzi
Giovedì 6 febbraio la Sala Conti della sede romana della Società Dante Alighieri ha ospitato la presentazione del volume “L’onorevole D’Annunzio” di Licio Di Biase, edito da Ianieri Editore.
Nel corso dell’incontro, promosso dal Parco Letterario "Gabriele D'Annunzio" di Anversa degli
Abruzzi, si è parlato della breve stagione parlamentare tra destra e sinistra di D’Annunzio, tra la fine del 1897 e la metà del 1900.
Ripercorrendo i suoi due anni e mezzo di politica, tra assenze frequenti e colpi
di teatro, partendo dalla campagna elettorale dell’agosto del 1897, quando fu eletto deputato, per arrivare a quella del 1900,
candidato con i socialisti come indipendente, in cui venne battuto. Due
campagne elettorali gestite da quello che è stato il grande comunicatore ante litteram. La sua esperienza politica trova
una perfetta espressione nel famoso “discorso della siepe”, nel quale il Vate portò all’attenzione del Parlamento le grandi potenzialità storico-culturali inespresse nel Paese.
Tra il pubblico molti abruzzesi, tra i quali l'Onorevole Vittoria D'Incecco,
l'ex Senatore Germano De Cinque, il cantautore Mimmo Locasciulli e una
significativa rappresentanza di Anversani che vivono a Roma.
Licio Di Biase è laureato in Storia. Politico ed amministratore ha ricoperto molteplici
incarichi di partito ed istituzionali. Si è dedicato all'approfondimento della storia della città di Pescara, e della democrazia cristiana. Relativamente alla storia della città ha pubblicato vari libri e saggi, tra cui: Castellamare nel tempo;
Pescara-Castellamare: immagini ed emozioni.
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UN RICORDO
DI “MAMMA CONCETTA”
Carissimo figlio,
stamme a sentì e cerca de capirme alla prima.
Un po’ di tempo fa, da una mia foto di anni allora già lontani, hai tirato fuori un’immagine che non cambierà mai più. Mi è piaciuto guardarti vicino all’opera che tu avevi fatto. C’enne fatte pure nu retratte. Cumme è bielle. Essa guarda te e tu guerde a me che cuntenta guarde nnente.
Poi mi hanno messo in piazza. Oramai sono anni che, ferma sotto a ju campanare, vede passa tutte Scanne e
tutte i fristiere.
Quante cose ho sentito dire da chi mi passa vicino. E poi con cannoni,
macchinette, telefonini ed altre diavolerie tutti mi fotografano: sola o
insieme a loro.
Dice che son diventata un simbolo, io qui: vestita con il costume di Scanno.
Dice che un simbolo rappresenta tutto e tutti. Sarà, ma quella ero io.
Ero perché, da qualche giorno, me ne sono andata veramente. Chissà in quanti hanno pensato alla femmena de Scanne, sentendo suonare la campanella
che annunciava la mia
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morte. Per ora è morta la persona che racconta un simbolo, sperate che non muoia anche ciò che rappresento. Non fiori ma opere di bene. Così anche sul mio manifesto.
Un abbraccio, tua mamma Concetta.
PS. Nei giorni scorsi è venuta a mancare, all’età di 98 anni, la persona immortalata da Antonio nella Statua della donna con il
costume di Scanno. Quella donna, Maria Concetta Di Cesare, era sua madre. (Claudio D’Alessandro)
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IL LUNEDI’ DEL DIRETTORE
“Antonio Carrara non ha accettato
la Presidenza del Parco!”
E’ la solita mattina piovigginosa, che sta caratterizzando questa prima decade di febbraio. C’è una sottile nebbia che ovatta l’ambiente circostante. E in quest’aurea brumosa arrivo alla sede della Comunità Montana Peligna. Vi trovo il commissario liquidatore (già presidente) Antonio Carrara. Lo conosco: per dieci anni sono stato consigliere
della Comunità e capogruppo della compagine “Liberal democratici”. Lo apprezzo: ho avuto modo di riconoscere le sue qualità politiche e amministrative. Lo stimo: l’ho ravvisato persona seria, corretta e disponibile.
Lo trovo pensoso, corrucciato, come chi non sa cosa fare, per uscire da
situazioni incresciose. La bruma è entrata nella sala della presidenza e sfoca la sua immagine. Poi
improvvisamente si dissolve e un raggio di sole lo illumina. In questa
atmosfera onirica i miei pensieri si tramutano in attesa. Antonio intuisce le
mie perplessità e mi viene in aiuto.
«Sai - mi dice - ho deciso di non accettare la Presidenza del Parco». Non aspetta il mio perché e mi snocciola i motivi della sua rinuncia.
«Essere a capo di un’istituzione necessita la condivisione di chi maggiormente è coinvolto nella sua gestione. Non ho dalla mia parte le maggiori associazioni
ambientaliste; ho avversi alla mia nomina molti paesi del Parco. Hanno scritto
che non ho le competenze scientifiche necessarie, che non sono un tecnico, che
non sono uno studioso di problemi ambientali, che non sono “radicato” nel territorio. Addirittura il prof. Piccioni ha scritto: “Egli, riferito a me, è di Pettorano sul Gizio e lì ha costruito la sua esperienza di amministratore locale e la sua carriera
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politica. Pettorano è un piccolo comune lontano dai confini del Parco d’Abruzzo Lazio e Molise mentre solo un paio di comuni della comunità montana da lui presieduta ricadono nel territorio del Parco”. A conclusione dice che la mia candidatura non può vantare alcuna seria pretesa di radicamento.
Caro amico, e non è tutto! Franco Zunino, segretario generale della Wilderness Italia ha scritto
che di fronte alla scelta ministeriale di nominare un personaggio politico,
ancorché ritenuto radicato al territorio, ma sempre quale espressione della politica, è opportuno, proprio in questa logica, che si debba al contrario scegliere una
figura tecnica e politicamente super-partes.
Ma non è finita ancora. Il sindaco di Civitella Alfedena sostiene che gli amministratori
locali hanno chiesto al Ministro e ai Presidenti delle Regioni che sulla
presidenza si aprisse una discussione di metodo e di merito. Di metodo perchè si rivendicava un processo partecipativo, trasparente e democratico; di merito
perchè in assenza di regole ciò che garantisce tutti e prima ancora le istituzioni che sono chiamate a
governare, non può che essere la competenza della persona scelta. In definitiva tutti sostengono
che non ho le necessarie competenze culturali per essere presidente del Parco.
Mettiamo che io, quale presidente, mi azzardassi a fare delle proposte, cosa
direbbero le associazioni ambientaliste e i sindaci dei paese del Parco? Meglio
non pensarci. E poi a me dà fastidio che si dica che io sia solo espressione politica del ministro dell’Ambiente, che rientri nella spartizione partitica delle poltrone degli enti
sovraccomunali. Quindi ho deciso di non accettare la nomina».
Mi viene un forte tremore e urlo: no! noooo! Mi sveglio màdido di sudore, come quando si è in preda a un ìncubo. Mi accorgo che sono nel mio letto. Ho sognato! E per fortuna è stato solo un sogno.
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ULTIME SUL LUPO E SULL’IPOCRISIA ITALIANA
di Franco Zunino - Segretario Generale dell’AIW
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pagare) da noi si continuano a proporre le solite trite soluzioni per affrontare
il problema della sovrappopolazione del Lupo: smentire sempre e comunque (come
insegnano certi avvocati ai fedifraghi!) la crescita della popolazione, ridurre
l’ammontare dei danni non pagando quelli dubbi, possibilmente addossandoli il più possibile ai fantomatici cani inselvatichiti (oggi è di moda darla anche agli ibridi) e, in conclusione..., far mantenere il Lupo
dagli allevatori!
Rischio di aggressioni all’uomo? Assolutamente negate nonostante le tante prove del passato e del presente
(le ultime in Umbria nel 2013): un tabù anche solo parlarne (sembra di leggere dell’epopea partigiana di... “Pansiana” editoria). Auguriamoci solo che prima o poi non salti di nuovo fuori una “bestia” come quella dello Gevaudan francese del 1764 o di Pacentro (Majella) del 1839!
Sulla discussa origine della crescente popolazione nelle Alpi? Gli esperti se la
stanno cavando nel modo più semplice: negare la validità della sottospecie appenninica, per cui: «oggi, grazie ai risultati di indagini genetiche, (gli studiosi ndr) sono più propensi a non considerare le popolazioni che vivono nell’area del Mediterraneo come sottospecie a parte, ma facenti parte di un’unica sottospecie, Canis lupus lupus che vive in Eurasia centrale e
settentrionale con diverse varietà geografiche». Ovvero, un giorno se la caveranno riconoscendo come a sé stante la varietà alpina (che, guarda caso, ha già caratteri comportamentali e fenotipici diversi da quelli appenninici, ma che
sono negati, per evitare che possano essere riconosciute le sue origini
francesi!).
Ecco, i soliti italiani: ipocrisia e mistificazione TANTA, ragionevolezza MAI.
Ma ne subiremo presto le conseguenze, gli ambientalisti “lupofili” in credibilità, ed il Lupo... sulla sua pelle.
Purtroppo, il Lupo, come tutta la Natura, non si difende (o non si dovrebbe
difendere) con le bugie, ma con la realtà dei fatti come fanno nei Paesi dove la serietà scientifica si unisce alla ragionevolezza.
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Tanto per smentire chi non vuole credere alla crescita esponenziale del Lupo. Negli anni ‘60 del secolo scorso il Lupo negli USA era solo più presente nel nord dello Stato del Minnesota (con gruppi nel Wisconsin e
Michigan) con meno di 500 esemplari. Erano circa 1.000 nel 1974 quando il Lupo
fu inserito tra le specie particolarmente protette (nel 1980 erano circa 1.200
nel solo Minnesota). Fino a circa 15 anni fa quella rimase l’unica popolazione in crescita negli USA. Dopo alcune sue reintroduzione fatte
poco meno di vent’anni fa, la specie si è poi estesa in altri 6 Stati dove ha cominciato a riprodursi, tanto che tra il
2011 e 2012 l’amministrazione Obama ha deciso di toglierlo dalla lista delle specie
particolarmente protette. Ebbene, da allora ne sono stati legalmente uccisi
2.570! Ovvero, dicono gli amici del Lupo americano, circa la metà della popolazione nel suo complesso, di cui 1.611 solo tra Idaho, Montana e
Wyoming (dove erano stati reintrodotti 66 esemplari nel 1995-96), e ben 562 nel solo Minnesota
(ricordiamo che erano meno di 500 a metà anni '60!). A contrasto: intanto si operano operazioni di reinserimento del
Lupo messicano. E’ sta proprio in questo la serietà americana: tutela solo dove e quando serve, visto che il Lupo non può lasciarsi crescere indiscriminatamente proprio per i problemi sociali che
comporta; non “un lupo qualsiasi pur che ci sia il Lupo”, come avviene da noi!
Stesso discorso si può fare per la vicina Francia, dove il Lupo “proveniente dall’Appennino”, si è espanso in maniera che non ha confronti in Italia (evidentemente, l’effetto “erotismo francese” ha inciso anche sulle capacità sessuali dell’animale!).
Per non dire della Spagna, o della Norvegia e Svezia, nonostante il veto che,
secondo i “lupofili” italiani, l’Europa metterebbe (evidentemente, come tante altre direttive, esse sono
interpretate “ad Statum”!).
Commento: solo in Italia il Lupo non “scopa”! Chissà, forse il fatto di averne fatto un Totem intoccabile ha finito per renderlo
impotente!
Intanto, anziché fatti e dati (compresi i milioni di Euro di danni non pagati, pagati malamente
e in ritardo o, peggio, che nessuno vuole
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Al santuario di San Pietro della Ienca
Verrà regalato un nuovo reliquiario
Nel corso del convegno «San Pietro della Ienca - Cronaca del ritrovamento della reliquia di Papa Wojtyla», che si è svolto sabato scorso a Casa Onna, è stato annunciato che il santuario avrà un nuovo reliquiario, dove custodire il pezzettino dell’abito indossato dal Papa polacco il giorno dell’attentato in piazza San Pietro. Sarà donato dall'associazione Giovanni Paolo II di Bisceglie.
Nel corso del convegno si è parlato delle iniziative per valorizzare al meglio il santuario dedicato a
Karol Wojtyla, che il prossimo 27 aprile verrà proclamato Santo. Un gruppo di imprenditori ha finanziato
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per due milioni di euro il progetto che prevede la realizzazione di una sala
accoglienza interrata, da 200 posti, in prossimità della chiesa della Ienca, servizi e parcheggi. «Nei prossimi giorni», ha annunciato l'assessore al turismo del Comune dell'Aquila, Lelio De Santis, «convocheremo un tavolo con la partecipazione dell'arcivescovo dell'Aquila,
Giuseppe Petrocchi, degli enti locali e degli imprenditori che hanno dato
disponibilità a finanziare il progetto, per valutare le opportunità e i tempi di intervento». Un'opera «a impatto ambientale zero», ha spiegato De Santis, «per il 95 per cento interrata, collegata ad un più ampio programma di riscoperta e valorizzazione del borgo della Ienca,
nell'ottica dell'albergo diffuso già sperimentato con successo a Santo Stefano di Sessanio».
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ANCORA UNA MAXI OPERAZIONE
ANTIBRACCONAGGIO
DELLE GUARDIE DEL PARCO
Sequestrate centinaia di cartucce
e una mitragliatrice da guerra
Giovedì scorso, 6 febbraio 2014, il Servizio di Sorveglianza del Parco, nel prosieguo delle
indagini relative a un atto di bracconaggio avvenuto in data 7 dicembre 2013
nel versante laziale del Parco, per il quale erano state immediatamente fermate
e denunciate quattro persone all’Autorità Giudiziaria, ha effettuato un’ulteriore importante operazione a carico degli indagati.
Infatti, nell’ambito degli accertamenti tecnico-balistici in corso, e in esecuzione di un
decreto di perquisizione della Procura della Repubblica di Cassino, alle prime
luci dell’alba è scattata un’importante operazione, accuratamente pianificata nei giorni precedenti dal
Responsabile del Servizio di Sorveglianza e dai suoi più stretti collaboratori, con la supervisione del Direttore dell’Ente, nella quale sono state coinvolte ben 30 (trenta) Guardie del Parco, per
effetto della quale sono state perquisite, simultaneamente, in quattro distinte
(e distanti, tra di loro) località del Parco e del Pre-parco, abitazioni e immobili di proprietà degli indagati. Si è trattato in pratica di un vero e proprio blitz, che ha portato al sequestro di centinaia di cartucce, di diverso calibro,
non denunciate e, addirittura, di una mitragliatrice da guerra, ciò che potrebbe aggravare ulteriormente la posizione di uno degli indagati. Si
ricorda che il giorno in cui era avvenuto
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Cosa c'è dietro la crisi della Giunta Ranalli?
Sulmona Bene in Comune vi svela il segreto. Nulla. Il solito nulla. Anzi, i
soliti nulla. I Sulmonesi hanno votato il Sindaco. Il Consiglio Comunale ha
votato il Programma di mandato del Sindaco.
Sindaco si metta al lavoro e dimostri coi fatti che i sulmonesi non hanno
sbagliato ancora una volta a votare.
La Città non può perdere altro tempo!
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l’atto di bracconaggio, le Guardie del Parco avevano sequestrato ben nove fucili.
Grande soddisfazione per quest’ennesima eccezionale operazione, che segue ad altre brillanti e decise azioni
antibracconaggio e che costituisce ulteriore testimonianza dell’impegno e della recuperata piena efficienza del Servizio di Sorveglianza, è stata espressa dal Commissario straordinario dell’Ente Parco.
(Ufficio di Presidenza, Antonietta Ursitti)
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Un altro lutto nel Sulmona rugby
E’ morto il giovane che era alla guida del pulmino
Il giovane Marco Liberatore, ventenne di Corfinio, ha raggiunto in Cielo il suo amico
Salvatore Di Padova. Marco era alla guida del pulmino del Sulmona rugby finito
contro un albero sul Piano delle Cinquemiglia, il 18 gennaio scorso. La squadra
era di ritorno dopo un torneo dimostrativo sulla stazione sciistica di
Pizzalto. Aveva partecipato alla seconda edizione del torneo "Roccaraso Snow
Rugby Tournament". Una sorta di esibizione per promuovere uno sport in grande
espansione.
Dopo 21 giorni dall'incidente, in cui rimasero feriti altri sei ragazzi, Marco è morto venerdì sera intorno alle 22,30 all'ospedale San Salvatore dell'Aquila, dove venne
trasportato in condizioni critiche nel reparto di rianimazione. Il giovane,
sebbene sottoposto ad una operazione per il drenaggio dell'ematoma alla testa,
non ha purtroppo mai mostrato miglioramenti. La morte lo ha voluto con sé nonostante le veglie di preghiera.
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